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L'eterno rito di Sette spose per sette fratelli

Un film che rimane intatto nella sua felicità e forza.
di Pino Farinotti

domenica 20 dicembre 2020 - Focus

Ancora una volta, da sempre, durante le feste l'emittenza programma Sette spose per Sette fratelli. È una tradizione che riguarda altri titoli come Il mago di Oz, La vita è meravigliosa, Via col vento, Tutti insieme appassionatamente. Ma "sette spose" ha qualcosa in più. Rimane intatto nella sua felicità e forza. È ancora una volta garante di evasione, spettacolo, affezione. Ed è trasversale, lo guardano ancora tutti, figli, genitori, nonni. In quel 1954 il regista Donen e il musicista De Paul realizzarono qualcosa che perfezionava un genere in opera d'arte. È notorio che il musical sia un'arte tutta e solo americana. I sette fratelli, che hanno nomi biblici secondo nascita e alfabeto, vale la pena di ricordarli. Howard Keel (Adamo), Jeff Richards (Beniamino), Matt Mattox (Caleb), Marc Platt (Daniele), Jacques D'Amboise (Efraim), Tommy Rall (Filidoro), Russ Tamblyn (Gedeone). Keel, il protagonista era un "basso" straordinario, Richards era un bello aitante. Gli altri cinque ballerini. Sono vivi solo D'Amboise e Tamblyn. Il primo è stato danzatore classico del New York City Ballet. Tamblyn è stato nel cast di molti film, indimenticabile nel ruolo di capo della gang americana in West Side Story. Una citazione per Tommy Rall, che se n'è andato, 90enne, pochi mesi fa. Di lui Donald O' Connor (quello della capriola sulla parete di Cantando sotto la pioggia), uno che se ne intendeva, diceva: "Non ha niente da invidiare a Fred Astaire e Gene Kelly". Invito alla danza è la composizione per piano di Marc Maria von Weber, musica storica e nobile. Invito a Sette spose per sette fratelli: dico che non è da meno.

Oregon 1850. Adamo Pontifiel arriva in città per vendere pelli ma soprattutto per trovare moglie. Vive in una baracca sui monti con sei fratelli. Scocca il colpo di fulmine fra Adamo e Millie. Si sposano. Arrivati alla fattoria la donna ha la sgradita sorpresa: in sostanza dovrà fare la serva a tutti. Dopo una certa fatica iniziale le cose vanno quasi a posto. C'è una complicazione, anche gli altri fratelli vogliono prendere moglie, così organizzano un rapimento, proprio come fecero i Romani con le Sabine. Una valanga impedisce ai parenti di raggiungere le rapite, così passa l'inverno. Quando padri, fratelli e ex fidanzati le raggiungono a primavera, le ragazze ormai sono a loro volta innamorate. Non resta che un matrimonio generale. Una trama divertente per uno dei più irresistibili musical del cinema. Decisamente innovativo rispetto alla tradizione. Finiva il tip tap a favore della nuova danza acrobatica, per la coreografia del giovanissimo Michael Kidd (Oscar). Inoltre, per la prima volta un film musicale non era costruito per un grande ballerino alla Astaire o Kelly. Ci sono otto canzoni e otto balletti indimenticabili. Soprattutto quello centrale della festa, che comincia con una leggiadra danza western per poi finire in una vera sfida di acrobazia e di muscoli, coi ballerini Russ Tamblyn e Tommy Rall in grande rilievo quando sfidano i rivali su una strettissima asse di legno. Ancora una volta la MGM prendeva molto sul serio il genere musicale, sacro per gli americani, e voltava pagina dopo gli straordinari risultati di titoli come Cantando sotto la pioggia e Un americano a Parigi, opere ormai perfette. Ma Sette spose non reinventò il genere, rimase una strepitosa opera unica, anche se per qualche tempo ebbe dei tentativi di imitazione. Ancora oggi il film continua a essere un irripetibile spettacolo.
Pino Farinotti


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