Conosco Tiziano Sossi da quasi trent'anni, era un ragazzino, ed è stato uno dei più appassionati collaboratori del dizionario "Farinotti". Poi ha fatto altro, più che la scrittura gli interessava la ripresa. Tiziano è un cinefilo (più che) puro. Niente lo ferma. Lo trovi a tutti i festival, e se non ha una testata di riferimento che lo sostenga, e raramente ce l'ha, si arrangia in un sacco a pelo, magari in un parco di Cannes o sulla spiaggia davanti all'hotel Excelsior a Venezia. La sua macchina è sempre in azione, dovunque. In tutti i continenti. Una volta, a San Pietroburgo, vide un palazzo interessante, quasi barocco, e cominciò a riprenderlo girandogli intorno, diligente e capillare, com'è lui. Era la sede del KGB. E c'era ancora il comunismo. È divertente pensare alle facce di chi era in quel palazzo, vedendo sui monitor questo ragazzo che riprende e insiste. Uscirono in tre, lo sollevarono e lo portarono dentro. Tiziano parla quasi tutte le lingue. Insomma si spiegò e i russi capirono che non era una spia pericolosa. Un altro aspetto è quello che ha generato questo suo libro Tra cinema, teatro e cabaret: la capacità di rapportarsi con chiunque, di ottenere la fiducia.

Oltre ai nomi in copertina, alcuni dei quali di vertice assoluto, Tiziano ha incrociato gente come Gregory Peck, Robert De Niro, Charles Bronson e altri.

Di Mickey Rourke raccolse uno sfogo, l'ho sentito, in cui diceva che il personaggio di Francesco della Cavani, gli aveva cambiato la vita. E non in meglio. C'è un certo sincretismo nei protagonisti del suo libro: attori raffinati, di teatro, magari di élite, come Branciaroli, Mauri e Bucci. E poi i nomi nella memoria popolare, come Tognazzi, Verdone, Pozzetto, Villaggio. E Vittorio Gassman. E poi, quel genio, grande mimo di Marcel Marceau, che nessun regista riusciva a far parlare. Ci riuscì Tiziano Sossi. La sua storia professionale è del tutto articolata: collaboratore di quotidiani come Il giorno e di testate di settore come FilmCronache. Per anni è stato responsabile Cinema e Tv movie delle reti Fininvest. Ha firmato un titolo che fa testo: "Dizionario delle registe - L'altra metà del cinema". L'ultima sua regia è Milano - La città dei libri (episodio numero 9 della serie GIANTS). E c'è molto, altro.

Sossi racconta: "Questo è il primo libro di una serie di volumi sulle mie conversazioni con celebri personaggi. In questo caso ho inserito gli attori che hanno dedicato oltre al cinema una parte della loro carriera al teatro o al cabaret, o viceversa. Nell'indice sono menzionati nell'ordine tutti quelli presenti in questo volume. Sono conversazioni sulla carriera per cui non si tratta di interviste per l'uscita di un particolare film o avvenimento. Molti degli intervistati ci hanno lasciato anni fa e non tutti hanno avuto in seguito il meritato ricordo."
Sono molti i libri che contengono interviste. Ma quelle di Sossi presentano sempre qualcosa in più, di passione, di verità, niente di scontato o banale. Tinto Brass si sentiva simpaticamente perseguitato "mi fa dire cose che non direi a nessuno". Pupi Avati, che sento spesso, la prima informazione che mi chiede è "Come sta il nostro amico Tiziano?".