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Oscar 2019, Green Book trionfa come miglior film

Vincono tutti o quasi in un'edizione ecumenica, ma non Glenn Close.
di Emanuele Sacchi

domenica 24 febbraio 2019 - Premi

Un'edizione degli Oscar caratterizzata dall'assenza di un presentatore e quindi da molta serietà e pochissimo humour. Evitato così ogni rischio di scorrettezza politica, in un anno che, anche nei premi, sembra distribuire riconoscimenti a minoranze che spesso hanno contestato la supremazia bianca della manifestazione. Sul palco si alternano afroamericani e messicani, si raccontano storie di immigrati e di omosessuali, nel nome della libertà di credo e di sessualità.

Gli oscar 2019 vengono ripartiti principalmente tra quattro titoli: 4 statuette per Bohemian Rhapsody (guarda la video recensione), 3 ma "pesanti" per Green Book (guarda la video recensione) e Roma (guarda la video recensione); 3 anche per Black Panther (guarda la video recensione), benché di area tecnica.
Emanuele Sacchi

Nessuno dei contendenti principali resta a secco, neppure Spike Lee (BlackKklansmann (guarda la video recensione)), da sempre escluso dagli oscar competitivi, nonostante una carriera incredibile. Segno che qualcosa è cambiato, che #OscarsSoWhite non è stato speso invano, che il processo di svecchiamento dell'Academy è in corso, benché l'assegnazione del premio di miglior film a Green Book rappresenti una visione tradizionalista del cinema. Peccato per la grande Glenn Close, esclusa anche in una serata così "ecumenica": a 71 anni diminuiscono le chance di un'ottava nomination e di vincere la sospirata e meritata statuetta.


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MIGLIOR FILM
Green Book

La sorpresa più grande arriva in conclusione di serata. Green Book di Peter Farrelly è il miglior film del 2019 secondo l'Academy, davanti a Roma e Bohemian Rhapsody.

Viene premiato un film tradizionale, un apologo morale sulla tolleranza e su come persone provenienti dagli ambiti più differenti possano sintonizzarsi sulla medesima nota.
Emanuele Sacchi

O su come il talento possa rappresentare una maledizione quando le circostanze sono ostili. Cinema commovente, che fa bene al cinema, nato e concepito per la sala cinematografica, in tempi di Netflix e di digitale. Steven Spielberg, ringraziato dai vincitori, dice di averlo visto cinque volte e che Green Book è il miglior buddy movie dai tempi di Butch Cassidy.


MIGLIOR REGIA
Alfonso Cuarón - Roma

Non si contano i premi assegnati ai registi messicani negli ultimi anni, tra Inarritu, Del Toro e Alfonso Cuaron (Gravity). Per Cuaron quello per Roma (guarda la video recensione) è il secondo oscar come miglior regista (terzo se si considera quello per la fotografia di qualche ora fa).

Viene premiato lo sforzo di un singolo, che si occupa di ogni aspetto, dalla fotografia alla produzione, di un lungometraggio che è insieme quintessenza di cinema d'autore e prodotto di un canale in streaming, Netflix, che è oggi protagonista a tutti i livelli dell'industria cinematografica.
Emanuele Sacchi

Roma è un raffinatissimo esito registico, in cui ogni inquadratura impone l'attenzione del nostro sguardo. Cuaron ringrazia il Messico e le domestiche di tutto il mondo, a cui dedica questo racconto autobiografico sulla donna che lo allevò, tanti anni fa, nel quartiere natale di Roma.


MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Olivia Colman - La Favorita

Il successo di Olivia Colman per La favorita (guarda la video recensione), alla sua prima interpretazione, coincide con l'ennesima volta (settima nomination) in cui il premio sfugge a Glenn Close, che dal palco la Colman definisce come "il suo mito per anni".

Un'interpretazione stravagante, interamente giocata sull'assurdo e sul nonsense, nel ruolo della regina d'Inghilterra che perde il senno e sceglie di rimanere bambina dopo diciassette aborti.
Emanuele Sacchi

Un ruolo unico e audace, quanto mai contemporaneo benché ambientato nel XVIII secolo, che vale a Colman un inatteso premio oscar.


MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Rami Malek - Bohemian Rhapsody

Era di gran lunga il favorito della vigilia Rami Malek, autore di una performance di mimesi sorprendente per vestire i panni di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody (guarda la video recensione).

Ancora una volta l'Academy privilegia il metodo, nella sua espressione più semplice e lineare, con un occhio al successo ottenuto al botteghino dal film sui Queen.
Emanuele Sacchi

Nella categoria erano presenti mostri sacri come Willem Dafoe e Christian Bale, ma alla sua prima nomination è il 37enne americano, figlio di immigrati egiziani, ad aggiudicarsi l'ambito premio. Nel discorso di ringraziamento ricorda che il film su Freddie Mercury è anche la storia di un "omosessuale immigrato, che ha lottato contro ogni tipo di discriminazione per arrivare lontano".


MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Regina King - Se la strada potesse parlare

Il primo oscar della serata è afroamericano. E meritatissimo. Nel ruolo di una madre disposta a ogni sacrificio per ricostruire un nucleo familiare, Regina King sfrutta al meglio i pochi minuti che le sono concessi in Se la strada potesse parlare.

La sequenza a Portorico è struggente senza essere retorica, intensa ai limiti del sostenibile.
Emanuele Sacchi

Il testo di James Baldwin è valorizzato da un'interpretazione decisamente da Oscar. Prima nomination e primo Oscar.


MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Mahershala Ali - Green Book

Secondo oscar alla seconda nomination nel giro di tre anni, probabilmente un record per Mahershala Ali, secondo attore afroamericano a vincere due statuette.

Dopo Moonlight è la volta di Green Book, in cui Ali riesce a donare una pluralità di emozioni a un singolare soggetto come Don Shirley.
Emanuele Sacchi

Pianista straordinario ed essere umano asociale e disfunzionale, minoranza di una minoranza che sceglie testardamente di scontrarsi con il razzismo del Sud degli Stati Uniti. Ali ringrazia il protagonista Viggo Mortensen e la nonna, che lo ha spinto a provare e provare nella carriera sognata, anche di fronte agli insuccessi sulla strada di attore.


Secondo premio della serata per Green Book (guarda la video recensione).

Viene premiato il lavoro di Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly, anche regista, che infondono colore ai dialoghi e alle schermaglie tra il musicista Don Shirley e l'autista italoamericano interpretato da Viggo Mortensen.
Emanuele Sacchi

La psicologia dei due protagonisti, ben più complessa di quanto possa apparire, emerge proprio a partire dai loro duetti in automobile.


MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Spike Lee, David Rabinowitz, Kevin Willmott, Charlie Wachtel - BlacKkKlansman

Per la sceneggiatura tratta da un libro vince il suo primo oscar BlackKklansman (guarda la video recensione).

È anche il primo di sempre, competitivo e non alla carriera, per Spike Lee, straordinario regista afroamericano che riceve il premio dal "suo" pupillo Samuel L. Jackson.
Emanuele Sacchi

Spike Lee, visibilmente emozionato, ringrazia con molti appunti in mano, e parla come un uomo che da anni voleva recitare queste parole sul palcoscenico degli oscar. Ricorda la schiavitù di quattro secoli fa, ricorda cosa significa privilegiare l'Amore contro l'Odio e che le elezioni sono dietro l'angolo: "Fate la cosa giusta, do the right thing!".


MIGLIOR FOTOGRAFIA
Alfonso Cuarón - Roma

Alfonso Cuarón fa tutto da solo per Roma, ma il suo lavoro è allo stato dell'arte in ogni aspetto. A partire dalla fotografia, prevedibilmente premiata con l'Oscar.

Un bianco e nero nitido, che permette a ogni dettaglio delle ricercatissime inquadrature del film di emergere nella loro pienezza.
Emanuele Sacchi

Fino all'apogeo della sequenza della spiaggia, con la luce del sole sfruttata in maniera mirabile nei campi lunghi e lunghissimi. Cuarón ringrazia Emmanuel "Chivo" Lubetzki, suo abituale direttore della fotografia, nel discorso di accettazione del premio, oltre a tutto il popolo messicano.


MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
Spider-Man - Un nuovo Universo

Si sta svolgendo al Dolby Theatre di Hollywood la 91a edizione degli Academy Awards. Un'edizione anomala che per la prima volta dopo trent'anni non si avvale di un presentatore ufficiale, ma sul palco più prestigioso di Los Angeles si stanno susseguendo personalità di spicco del mondo dello spettacolo (e non solo) a consegnare i premi. Una decisione che ha smosso le polemiche intorno alla manifestazione già prima del suo inizio e che farà sicuramente discutere anche a fine serata.

Lo spettacolo comunque non manca, con la già annunciata performance dei Queen e Adam Lambert e quella, immancabile, di Lady Gaga e Bradley Cooper.
Emanuele Sacchi

Scopri tutti i vincitori che vengono via via annunciati.


MIGLIOR MONTAGGIO
John Ottman - Bohemian Rhapsody

Oltre al montaggio sonoro Bohemian Rhapsody si aggiudica anche il premio per il montaggio tout court.

Un premio inatteso, specie con Vice tra i contendenti, ma il lavoro di John Ottman nel ricostruire frammenti live e in studio della band di Freddie Mercury è alla base del ritmo forsennato che caratterizza il film di Bryan Singer.
Emanuele Sacchi

Una chiave del suo incredibile successo.


MIGLIOR FILM STRANIERO
Roma

I contendenti erano già rassegnati, tanto era scontata l'assegnazione. Alfonso Cuarón si aggiudica il secondo premio per Roma, storia dell'omonimo quartiere di Città del Messico, e in particolare di una domestica, Cleo, e delle sue traversie e tragedie. Cleo è il simbolo di una nazione vessata dalla storia, ma capace di una resilienza non comune e di una generosità che non conosce confini.

Oggi più che mai, mentre si minacciano muri tra Stati Uniti e Messico, la statuetta a Roma rappresenta un gesto politico.
Emanuele Sacchi

Durante il discorso di ringraziamento Cuarón cita grandi vincitori del passato, come Rashomon di Akira Kurosawa, e afferma che i film candidati oggi in questa categoria "confermano che apparteniamo tutti allo stesso "oceano" artistico".


MIGLIOR DOCUMENTARIO
Free Solo

Sulle lotte civili e le battaglie di minoranze prevale il relativo disimpegno di un documentario dedicato a una prestazione sportiva straordinaria.

Free Solo è il racconto di una scalata, quella di Alex Honnold, che nessuno avrebbe potuto prevedere, contro una facciata verticale senza appigli, chiamata El Capitan, alta quasi 1000 metri.
Emanuele Sacchi

Il documentario, girato da Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin e prodotto grazie al National Geographic, alterna le immagini dell'impresa a un approfondimento sulla vita di Honnold e sulle battaglie del suo quotidiano, anch'esso irto di pericoli.


MIGLIOR SCENOGRAFIA
Hannah Beachler, Jay Hart-Black Panther

L'afrofuturismo colpisce ancora, grazie ai set costruiti digitalmente e non attorno alle miniere di vibranio della nazione di Wakanda. Hannah Beachler ha plasmato un mondo di pura fantasia che si rivela agli occhi degli spettatori.

La scenografia riusce a stupire gli spettatori ad ogni inquadratura.
Emanuele Sacchi

Il successo straordinario di Black Panther deve moltissimo alla scenografia che deve all'estetica blaxploitation più che a quella tipicamente Marveliana.


MIGLIOR MONTAGGIO DEL SUONO
John Warhurst, Nina Hartstone-Bohemian Rhapsody

Prima statuetta anche per Bohemian Rhapsody, attesa e prevista.

John Warhurst e Nina Hartstone riescono a trasformare in un continuum frammenti sonori sparsi o interrotti dai dialoghi, regalando una sensazione di fluidità che cattura l'attenzione dello spettatore.
Emanuele Sacchi

In particolare nella sequenza della creazione del brano che dà il titolo al film il lavoro di montaggio sonoro è inarrivabile.


MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Michael Gaspar - First Man - Il primo uomo

Un Oscar sorprendente per un film colpevolmente trascurato dall'Academy.

First Man (guarda la video recensione) di Damien Chazelle, storia di Neil Armstrong, primo uomo a mettere piede sulla Luna.
Emanuele Sacchi

Il film deve molto ai suoi effetti speciali, che non puntano mai a stupire con effetti digitali mirabolanti, bensì a ricostruire nella maniera più realistica possibile la sensazione di pericolo di un astronauta coinvolto in un'impresa folle e pericolosa.


MIGLIORI COSTUMI
Ruth E. Carter-Black Panther

Mentre chiunque si sarebbe atteso un Oscar per il film in costume, ambientato alla corte della regina d'Inghilterra, ecco la prima statuetta non tecnica di sempre per un film di supereroi. Era chiaro che Black Panther (guarda la video recensione) non rimanesse a mani vuote, ma il premio per i migliori costumi non era il più atteso.

Viene riconosciuto il lavoro di Ruth E. Carter nella ricostruzione "afrofuturista" del regno di Wakanda e negli abiti di un Paese diviso tra tecnologizzazione e rispetto delle tradizioni di Madre Africa.
Emanuele Sacchi

Carter dedica il premio alla madre 97enne, il "supereroe originario".


Come era nelle previsioni di molti, l'Oscar per il miglior trucco va a Vice (guarda la video recensione).

L'operazione di make-up che ha contribuito a trasformare Christian Bale in Dick Cheney o Steve Carell in Donald Rumsfeld dà un contributo fondamentale all'operazione complessiva di Adam McKay.
Emanuele Sacchi

Il film infatti si basa sulla mimesi dei membri dell'amministrazione Bush ed è parte della sua ricostruzione corrosiva e intrisa di satira.


Il film dedicato alla storia dei Queen cattura anche l'altra categoria tecnica sul sonoro.

Il lavoro di Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali è straordinario.
Emanuele Sacchi

E brilla in modo particolare nella sequenza che ricostruisce il concerto del Live Aid, capolavoro di mimesi e di resa ai massimi livelli del pathos sonoro della performance di Freddie Mercury e soci.


MIGLIOR CANZONE
Shallow cantata da Lady Gaga-A Star is Born

Tutti se lo aspettavano ed è arrivato. Dopo un'esibizione commovente di Bradley Cooper e Lady Gaga, ecco l'oscar per Shallow, canzone attorno a cui ruota A Star is Born, scritta da Mark Ronson per la voce e l'interpretazione di Lady Gaga.

Una statuetta che premia lo sforzo di un'artista camaleontica e, al contempo, il film che Bradley Cooper ha costruito intorno a lei.
Emanuele Sacchi

Gaga ha ringraziato per il premio tra le lacrime, rivolgendosi a chi segue la cerimonia dal divano di casa: "Ho lavorato duro per tutta la vita per arrivare qui. Ma non è mai stata una questione di vincere qualcosa, bensì di non arrendersi alle avversità, nemmeno quando tutto sembra andare contro di te".


MIGLIOR COLONNA SONORA
Ludwig Göransson-Black Panther

Il premio, in una categoria tra le più indecise e combattute, va a Black Panther (guarda la video recensione).

Il film è forte di una colonna sonora ricca di brani di derivazione hip hop ma anche di strumentali capaci di ricreare le atmosfere di Wakanda e il fascino di Madre Africa.
Emanuele Sacchi

Il giovanissimo svedese Ludwig Goransson, compagno di studi del regista Ryan Coogler, ha già composto le musiche per il suo film precedente Creed.


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Skin

L'Oscar per il miglior cortometraggio live action va a Skin, dell'israeliano Guy Nattiv e di Jaime Ray Newman.

Un corto che ha già dato vita a una continuazione-espansione in forma di lungometraggio e che racconta una storia di sopraffazione razzista da parte di neo-nazisti.
Emanuele Sacchi

Il regista ha dichiarato, dedicando il premio al figlio, che spera possa vivere in un mondo in cui non ci sia bisogno di film come questo.


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
Period. End Of Sentence.

Anche qui il pronostico è rispettato: Period. End of Sentence è prodotto da Netflix, come uno dei trionfatori della serata, Roma (guarda la video recensione).

Il lavoro racconta - giocando sul doppio senso con il segno di interpunzione - di come le mestruazioni rappresentino ancora un tabù in molte parti del mondo.
Emanuele Sacchi

In particolare in India, oggetto delle attenzioni della regista Rayka Zehtabchi, dove alcuni degli intervistati parlano del ciclo mestruale come di una malattia.


MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D'ANIMAZIONE
Bao

La Pixar si rifà nella categoria dei cortometraggi di animazione, come da pronostico.

Bao è la tenera storia di un bao, ossia di un panino ripieno cinese, che prende vita e diviene un sorprendente figlio per una madre che non può averne.
Emanuele Sacchi

Una fiaba deliziosa, contraddistinta dai colori e dalla sensibilità che hanno reso grande la Pixar.


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