In prima serata alle 21:00 un film controverso e discusso che contiene un potere turbativo ancora perfettamente intatto e una summa di stilemi hitchcockiani.
Marnie si fa assumere come segretaria, riuscendo nell'impresa senza referenze grazie al suo bell'aspetto, lavora sodo, poi svaligia la cassaforte e fugge col bottino. Ci comprerà qualcosa per la madre, non potendo comprare il suo affetto. Lo ha già fatto e lo rifarà, quando Mark Rutland, giovane industriale vedovo, insiste per farla assumere nella sua azienda. Ha capito che Marnie è malata, che non tollera i temporali e la vista del rosso, che mente, che ruba e, dopo che l'avrà sposata, scoprirà suo malgrado che non sopporta nemmeno di farsi avvicinare da nessun uomo, nemmeno quello che ama. Rutland, nonostante tutto, è deciso a guarirla e la conduce al confronto diretto con la madre e con il ricordo del rimosso.
Hitchcock porta in scena la materia sessuale in maniera più esplicita che mai: la frigidità della protagonista, e la cleptomania come suo sintomo, sono l'oggetto del film e la terapia psicanalitica è evocata ampiamente e apertamente.
Marnie, tratto dal romanzo omonimo di Winston Graham, segna anche un notevole punto di cesura nella filmografia del maestro del brivido, in quanto rappresenta l'ultima occasione di lavoro di tre dei suoi collaboratori storici più importanti: il direttore della fotografia Robert Burks, il montatore George Tomasini (morirono entrambi poco dopo) e il compositore Bernard Herrmann che tanto aveva contribuito all'immediata riconoscibilità della personalità artistica di Hitchcock.
Marnie andrà in onda stasera in prima serata alle 21:00 su Iris.