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Cristiana Capotondi, l'angelo trasteverino

L'attrice romana è a Venezia come membro della giuria di Controcampo.
di Giovanni Bogani

In foto Cristiana Capotondi, membro della giuria di Controcampo.
Cristiana Capotondi (43 anni) 13 settembre 1980, Roma (Italia) - Vergine.

sabato 10 settembre 2011 - Incontri

È bellissima, con quella pelle luminosa, gli occhi chiari, i capelli color Tiziano investito dalla luce. Parli con un angelo che però è trasteverina doc, e che ama andarsene in giro con le scarpe basse, senza trucco, a prendere un gelato nel suo quartiere. Oppure in barca, ma non a fare la bella statuina: a maneggiare gomene e cavi tra gli spruzzi salati, come un marinaio. Noi però non la incontriamo a Trastevere né al largo della Sicilia, ma a Venezia.

A Venezia, Cristiana ha fatto parte della giuria di Orizzonti italiani, insieme ad Aureliano Amadei e a Stefano Incerti. E dove ha premiato Scialla! di Francesco Bruni, storia di una paternità tutta da conquistare, con un Bentivoglio in calzoncini corti, capelli lunghi e disincanto lunghissimo, di fronte a un ragazzo che lo mette di fronte alla vita, quella che non possiamo mettere tra parentesi.

C'è qualche cosa che hai imparato sul cinema, dal tuo lavoro da giurata?
"Sì, è stato un grande apprendistato per me. Ho fatto molta più attenzione alla struttura dei film, a come vengono costruite le storie. Era qualcosa che non consideravo ancora abbastanza".

Tu, come attrice, partecipi a La peggiore settimana della mia vita. Di che cosa si tratta?
"È un film che racconta la settimana precedente al matrimonio di un uomo, interpretato da Fabio De Luigi. Che prima di arrivare al sì, si ritrova in un vortice di guai. Fabio è un grande attore comico. Io sono la futura moglie, alle prese con un uomo che è diventato una scheggia impazzita".

Chi altri c'è nel cast?
"Mia madre è Monica Guerritore, che si cimenta per la prima volta nella commedia; Antonio Catania è mio padre, mentre Chiara Francini e Alessandro Siani sono due elementi di disturbo dell'anima di Fabio De Luigi. La regia è di Paolo Genovese, l'autore della sceneggiatura di Happy Family...".

Quali generi ti piacerebbe affrontare, in futuro?
"Il poliziesco mi piacerebbe molto, ma anche il pulp".

Il tuo prossimo lavoro televisivo quale sarà?
"Due anni dopo Sissi, che avevo fatto nel 2009, torno a fare una cosa televisiva. La storia delle Olimpiadi che si sono svolte nei campi di lavoro durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'Olocausto in Polonia. Io sono una polacca che vive vicino al campo di lavoro".

Tu hai iniziato a lavorare nel cinema a 12 anni. Non ti è mai pesato avere iniziato così presto?
"No. Se non avessi fatto l'attrice, probabilmente a cinque anni avrei iniziato a fare il pane in una panetteria.. Mi piace fare le cose, non mi bastava l'idea di essere una bambina che va a scuola".

Ma eri una bambina che saliva sul tavolo e recitava?
"Beh, una certa percentuale di desiderio di essere protagonista credo sia positiva. Anche per uno che fa l'avvocato, o il giornalista".

Prossimi film?
"Giro La kryptonite nella borsa, l'esordio alla regia di Ivan Cotroneo, autore di romanzi e di sceneggiature. La storia è tratta dal suo romanzo, e mi sembra una storia indiscutibilmente speciale".

Di che cosa parla?
"È una saga familiare che inizia negli anni '70. Tutto è visto dagli occhi di un bambino: io sono la ragazza che tiene il bambino quando la madre, Valeria Golino, non può. Io e Libero de Rienzo portiamo il bambino in giro nella giostra colorata della Napoli degli anni '70".

Come immagini gli anni '70?
"Immagino la gente tutta proiettata verso l'esterno, verso gli altri. Non c'era riservatezza, si viveva in piazza, nelle assemblee, tutti 'fuori'. Tentavano tutti di sgusciare fuori, era un continuo teatro degli uomini".

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