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River to River: l'India non è solamente Bollywood

Guru Dutt e l'India moderna sono i protagonisti della nona edizione.
di Marlen Vazzoler

Un'immagine di Sita Sings the Blues

mercoledì 2 dicembre 2009 - News

Venerdì 4 dicembre parte all'interno dei 50 Giorni di cinema internazionale a Firenze la nona edizione del Festival River to River diretto e fondato da Selvaggia Velo. L'edizione del 2009 che per la prima volta proporrà un film di apertura e uno di chiusura, propone una ricca programmazione nonostante il Festival abbia subito un taglio di quasi la metà del budget da parte del Ministero dei Beni Culturali.
Cinque i lungometraggi in concorso quest'anno: A Heaven on Earth, l'ultimo film della regista Deepa Mehta autrice di Fire, Earth e Water; Barah Aana di Raja Menon che sarà presente in sala, si avvale della presenza di Violante Placido; Kaminey è invece un pulp movie con uno stile simile a quello di Quentin Tarantino, diretto dal regista Vishal Bhardwaj; Khargosh di Paresh Kamdar e l'opera prima di Sooni Taraporevala, la pluripremiata sceneggiatrice di Mira Nair che dirige la figlia dodicenne in Little Zizou in una commedia sulla comunità Parsi di Mumbai. Tra i documentari in concorso sono da segnalare in particolare due pellicole caratterizzate da temi forti: The Aryan Saga diretto da Sanjeev Sivan che riporta le scioccanti rivelazioni sugli abitanti del Ladakh, gli ultimi discendenti della razza ariana ed alcune donne tedesche che si recano sul luogo per farsi ingravidare e poter così dare alla luce un figlio di pura razza ariana; Mad Cow Sacred Cow diretto dal regista non vegetariano Anand Ramayya analizza il fenomeno della mucca pazza, la crisi dei piccoli allevatori e il problema della fame nel mondo.

Quest'anno il Festival dedica una retrospettiva al regista dell'Età d'Oro, Guru Dutt, che fu considerato l'Orson Welles del cinema indiano degli anni cinquanta che morì alcolizzato e suicida nel '64 a soli 39 anni. Per l'occasione verrà proiettato il documentario In Search of Guru Dutt di Nasreen Munni Kabir e tre capolavori di Dutt: il poliziesco Aar Paar – Questo o quello; la commedia Mr. And Mrs. 55 e il biografico Kaagaz ke Phool – Fiori di carta. Altri appuntamenti del Festival sono il Tea Talk previsto il 6 dicembre sulle canzoni nel cinema di Guru Dutt e India: donne, uomini, sesso, genere che si terrà l'8 dicembre sempre al Cinema Odeon. Giovedì 10 dicembre si terranno le premiazioni del River to River DigiChannel, le proiezioni dei film di studenti del Film and TV Institute of India e del Whistling Woods e quelle dei film d'animazione più interessanti presentati all'Anifest India 2009 all'Ahmedabad National Institute of Design.
Infine venerdì 4 dicembre si terrà l'inaugurazione della mostra Raja Ravi Varma sulle litografie del bistrattato artista indiano che dipingeva gli dei e che poi cominciò a replicare i suoi disegni servendosi di litografie. L'artista portò scompiglio nell'India dell'ottocento dato che la gente invece di andare ai tempi, preferiva comprare le litografie degli dei e fare le cerimonie a casa. Alle 20,30 verrà proiettato in anteprima italiana al cinema Odeon il film Rang Rasiya che racconta la vita di Raja Ravi Varma, del regista Ketan Mehta che ha scelto come una delle protagoniste, la figlia del premio Nobel Amartya Sen, Nandana Sen, che sarà presente in sala assieme al regista ed incontreranno il pubblico dopo la proiezione. La chiusura del Festival è invece affidata al film d'animazione della regista americana Nina Paley, Sita Sings the Blues che racconterà del Ramayana.

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