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5x1: i mille volti di Michele Placido

Ha vissuto la commedia scollacciata degli anni Settanta, il cinema di impegno e la tv.
di Stefano Cocci

Pronto ancora a far parlare di sé con Il grande sogno
Michele Placido (77 anni) 19 maggio 1946, Ascoli Satriano (Italia) - Toro. Regista del film Il grande sogno.

martedì 8 settembre 2009 - Celebrities

Pronto ancora a far parlare di sé con Il grande sogno
Michele Placido è una delle icone del cinema italiano. La sua lunghissima e prolifica carriera è iniziata negli anni Settanta e la sua nota principale è l'assoluta disponibilità a concedersi in qualsiasi forma al grande ma anche al piccolo schermo. Gli inizi con Luca Ronconi non hanno rappresentato un ostacolo per poi, in seguito, farsi riprendere al fianco di Laura Antonelli in Mio Dio come sono caduta in basso e svoltare la propria carriera grazie alla madre di tutte le fiction televisive: è con La Piovra, diretta da Damiano Damiani, che Michele Placido entra nella cultura popolare, grazie al personaggio del commissario di Polizia Cattani.
Di lì, il successo apre le porte della regia all'attore che con Mery per sempre interpreta la stagione dell'impegno sociale e politico. La partecipazione a Il Caimano non gli ha impedito di lavorare al fianco della giunta di destra del Comune di Roma nel progetto per portare il teatro nelle periferie della capitale d'Italia.
Però, mentre presenta al Festival di Venezia la sua rilettura del '68 con Il grande sogno, è giusto evidenziare il reale motivo del successo e della popolarità di Placido: la figlia Violante, brava ma soprattutto bella e affascinante, una delle visioni d'Italia più apprezzate, in patria e in tutto il mondo. Da poche settimane ha ultimato le riprese della fiction televisiva su Moana Pozzi che, insieme allo strepitoso servizio di natura strettamente artistica per Playboy pubblicato qualche mese fa, sancirà definitivamente il suo status di sex symbol, e la lancerà, come accaduto al padre, nello stardom della televisione italiana. In attesa di ciò, ricordiamo che per Violante il DNA è stato fondamentale: se Michele per anni è stato uno degli uomini più desiderati d'Italia, forse non tutti sanno che la mamma dell'attrice è Simonetta Stefanelli, che molti ricorderanno ne Il padrino nei panni di Apollonia, la prima moglie di Michael Corleone. Buon sangue non mente.

2061 - Un anno eccezionale
L'ennesima esemplificazione del peggior cinema demenziale italiano: i Vanzina riprendono un'idea di qualche decennio fa, l'attualizzano alla meno peggio immaginando un futuro di disastri ambientali, un'Italia divisa e un "eroe" disposto a riunirla. La scusa è far rivestire gli stracci consunti di "Attila" a Diego Abatantuono, con il suo linguaggio sgarrupato e l'eroismo d'accatto. Con lui un'autentica armata Brancaleone di lazzaroni, senza niente a che spartire con il capolavoro di Monicelli con Gassman e Volonté, in cui Placido accetta di partecipare per interpretare con la sua sicumera ieratica il Cardinale Bonifacio. Delle serie: anche i miti toppano, alla grande.

La Piovra
La tragica lotta del commissario Cattani contro la mafia ha tenuto di fronte al piccolo schermo milioni di italiani per svariati anni e fortunate serie. Il suo eroe in uniforme è entrato nella cultura popolare, un po' come la stessa fiction, divenuta il termine di paragone non solo stilistico del successo televisivo. Una vicenda semplice ma che all'epoca fece scalpore: parlare di criminalità organizzata alla tivù pubblica non era facile. Damiano Damiani lo fece con un cast spettacolare, in cui figuravano anche Florinda Bolkan, Barbara De Rossi (ancora lontana dagli eccessi alla Boldi degli ultimi anni) e Flavio Bucci.

Mery per sempre
Una grande storia drammatica, nel cuore dell'Italia. Mery per sempre ha mostrano immagini che nessuno avrebbe mai voluto vedere e soprattutto ritratto un qualcosa che fino ad allora nessuno aveva avuto il coraggio di rappresentare sul grande schermo. Per Placido fu l'opportunità di liberarsi della pistola di Cattani e impugnare i libri del professore Marco Terzi per cercare di combattere lo stesso male oscuro che, ieri come oggi, attanaglia il Paese.

Romanzo criminale
Una delle sorprese più belle degli ultimi anni. Sceneggiato dagli stessi autori di Mery per sempre, i romani Stefano Rulli e Sandro Petraglia, Romanzo criminale è la grande scelta del Placido regista di abbandonare le storie d'amore che lo hanno sempre appassionato dietro la macchina da presa (fino al flop clamoroso di Ovunque sei con Accorsi e la figlia Violante) per dedicarsi ad un pezzo di storia d'Italia. La sua riuscita è tutta nella cifra stilistica: un film "americano" ma in cui i "bravi ragazzi" della Banda della Magliana - che terrorizzarono Roma negli anni Settanta e Ottanta - attraversano non solo le proprie avventure di gangster ma la cronaca del Belpaese, per un pezzo di quel cinema di impegno civile che Placido ha sempre ammirato e di cui è stato protagonista. Un prodotto talmente buono che ha retto alla grande l'adattamento televisivo di Sky.

Il caimano
È l'epopea dell'uomo più controverso, potente e chiacchierato d'Italia ma anche la piccola vicenda di un produttore cinematografico di nicchia che decide di confrontarsi con un copione più grande di lui. Un pezzo dopo l'altro crolleranno le certezze della sua vita privata e professionale. Lo abbandoneranno tutti per dedicarsi ad un film su Cristoforo Colombo, anche l'attore Marco Pulci, che Placido ha infarcito dei tanti difetti delle stelle del cinema ma anche della storia d'Italia: l'umanità e la simpatia ma anche la codardia e le pulsioni erotomani di uomini ormai vicini all'andropausa.

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