tatiana micaela truffa
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martedì 14 ottobre 2014
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dire tutto per non dire nulla
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Gli effetti speciali sono strabilianti e, uniti all'abilità recitativa di Scarlett Johansonn (bellissima oltre che brava) valgono la pena di una serata al cinema.
Il tema affrontato è di grande spessore: l'essere umano - progredito attraverso gli anni, a partire dai primi esemplari di homo sapiens sapiens - utilizza appena un 10% delle potenzialità del suo cervello. Aumentando la percentuale di intelligenza utilizzata, potrebbe arrivare a fare cose straordinarie, fino a trascendere le barriere del tempo e dello spazio, che delmitano la nostra dimensione, la nostra vita. Utilizzare il 100% del nostro cervello, equivarrebbe ad annullarci, fino a fare parte del tutto.
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Gli effetti speciali sono strabilianti e, uniti all'abilità recitativa di Scarlett Johansonn (bellissima oltre che brava) valgono la pena di una serata al cinema.
Il tema affrontato è di grande spessore: l'essere umano - progredito attraverso gli anni, a partire dai primi esemplari di homo sapiens sapiens - utilizza appena un 10% delle potenzialità del suo cervello. Aumentando la percentuale di intelligenza utilizzata, potrebbe arrivare a fare cose straordinarie, fino a trascendere le barriere del tempo e dello spazio, che delmitano la nostra dimensione, la nostra vita. Utilizzare il 100% del nostro cervello, equivarrebbe ad annullarci, fino a fare parte del tutto.
Tema profondo e molto affascinante, affrontato con estrema superficialità.
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recensore28
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martedì 14 ottobre 2014
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solo punti di domanda... perché ho dovuto pagare?
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Se volete vedere un'accozzaglia di cose a caso e frasi "filosofiche" altrettanto a caso, questo è il film per voi. È fantascienza? Io non credo. Di solito i film di fantascienza, quelli abbastanza ben riusciti, hanno una qualche solida base scientifica.. Qui la base è un mito, una leggenda urbana, ovvero che utilizziamo solo il 10% del nostro cervello. Ma passi questo, passi pure una serie di inesattezze clamorose come l'idea che gli organismi passino le conoscenze acquisite ai figli, ignorando la basilare divisione tra fenotipo e genotipo che ormai insegnano alle medie - forse Besson non le ha fatte? passi pure questo allora - tuttavia non c'è un minimo di evoluzione in questa idea. Guarda i primi 10 minuti, guarda tutto il film, nulla cambierà.
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Se volete vedere un'accozzaglia di cose a caso e frasi "filosofiche" altrettanto a caso, questo è il film per voi. È fantascienza? Io non credo. Di solito i film di fantascienza, quelli abbastanza ben riusciti, hanno una qualche solida base scientifica.. Qui la base è un mito, una leggenda urbana, ovvero che utilizziamo solo il 10% del nostro cervello. Ma passi questo, passi pure una serie di inesattezze clamorose come l'idea che gli organismi passino le conoscenze acquisite ai figli, ignorando la basilare divisione tra fenotipo e genotipo che ormai insegnano alle medie - forse Besson non le ha fatte? passi pure questo allora - tuttavia non c'è un minimo di evoluzione in questa idea. Guarda i primi 10 minuti, guarda tutto il film, nulla cambierà... E poi, quando Lucy sa creare cose, teletrasportarsi, controllare il mondo (?), quando arriva il momento critico cosa fa? Costruisce un computer. Nerd!! Perché non fai qualcosa come eliminare i cattivi (giusto un esempio banale) o la pace nel mondo? O magari potevi uccidere il coreano brutto fin dalle prime scene invece di piantargli coltelli nelle mani... Ma che razza di vendetta è? Ah no, aspetta, ti hanno detto che se no non c'era più una trama dopo.. Allora ok.
Per favore, scoraggiamo la diffusione di cose che sostengono false idee scientifiche contribuendo ad una falsa informazione delle persone.
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gianleo67
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lunedì 13 ottobre 2014
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lucy in the ske with diamonds?
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Studentessa americana in trasferta taiwanese, rimane vittima di uno spietato ras locale a capo di uno spregiudicato traffico internazionale di droga e costretta, come altri nolenti turisti stranieri, a fare da corriere di una innovativa sostanza psicotropa. L'accidentale rottura del sacchetto di plastica che porta nello stomaco però, induce in lei un esponenziale sviluppo delle facoltà cognitive, traguardando i limiti dell'evoluzione umana e trasformandola in una essere dotato di straordinari poteri psicofici.
Da sempre fautore dell'action movie americaneggiante in terra di Francia il 54enne Luc Besson, si lancia anima e corpo nell'ennesima produzione ipercinetica che nulla aggiunge e nulla toglie al già consolidato sottogenere sci-fi sulle inespresse potenzialità della mente umana (da 'Brainstorm' di Douglas Trumbull - 1983 al recente 'Transcendence' di Wally Pfister - 2014 passando per 'Limitless' di Neil Burger - 2011) arruolando quale usuale eroina al femminile la pettoruta 'Nikita' di una conturbante di Scarlett Johansson e quale mentore cervellotico e profetico l'occhialuto professore nero del solito Morgan Freeman (si devono pur pagare le bollette!).
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Studentessa americana in trasferta taiwanese, rimane vittima di uno spietato ras locale a capo di uno spregiudicato traffico internazionale di droga e costretta, come altri nolenti turisti stranieri, a fare da corriere di una innovativa sostanza psicotropa. L'accidentale rottura del sacchetto di plastica che porta nello stomaco però, induce in lei un esponenziale sviluppo delle facoltà cognitive, traguardando i limiti dell'evoluzione umana e trasformandola in una essere dotato di straordinari poteri psicofici.
Da sempre fautore dell'action movie americaneggiante in terra di Francia il 54enne Luc Besson, si lancia anima e corpo nell'ennesima produzione ipercinetica che nulla aggiunge e nulla toglie al già consolidato sottogenere sci-fi sulle inespresse potenzialità della mente umana (da 'Brainstorm' di Douglas Trumbull - 1983 al recente 'Transcendence' di Wally Pfister - 2014 passando per 'Limitless' di Neil Burger - 2011) arruolando quale usuale eroina al femminile la pettoruta 'Nikita' di una conturbante di Scarlett Johansson e quale mentore cervellotico e profetico l'occhialuto professore nero del solito Morgan Freeman (si devono pur pagare le bollette!). A parte l'argomento non proprio originale ed il solito campionario di scazzottate e sacrosanta nemesi dei cattivi, la regia di Besson appare più confusa del solito nel giocare con ironica condiscendenza sulle ricadute pratiche di un determinismo evoluzionistico che partendo dalle villosità scimmiesche dell'antenata ominide più famosa della storia dell'antropologia ('Lucy in the sky with diamonds' cantavano i Beatles) arriva allo sviluppo iperbolico delle facoltà mentali di una superdotata in formato tascabile degno di miglior sorte. Frutto di una sceneggiatura a corto di idee che ciurla nel manico del risaputo parallelo tra la mission principale di una morale trascendentale (tutto si riduce all'immenso patrimonio di un sapere inestimabile racchiuso nella memoria flash di una chiavetta USB che nessun hardware umano sarà mai in grado di leggere) ed il solito corollario di coreani fatti a fette dall'armata brancaleone di una 'gendarmerie francaise' più inetta del solito, ravvivato qua e là dagli inserti pop-fumettistici che scimmiottano una visionarietà d'accatto degna del peggior Danny Boyle. Benchè la misura del lungo sia decisamente corta (onore al merito: solo 89 min), Luc Besson risce a stancare ed annoiare nello stesso tempo, facendoci rimpiangere tanto i suoi dissacranti e fulminanti esordi nell'action movie ('Nikita' 1990 - 'Leon' 1994) quanto le pretestuose ed esilaranti acrobazie del genere Made in Hong Kong più famoso del mondo. Portate pure i bambini a vedere lo spettacolo, hai visto mai che loro si divertano!
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mauro lanari
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lunedì 13 ottobre 2014
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l'olismo secondo besson.
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Besson torna a cercare una sintesi fra divertimento e riflessione, spettacolo e filosofia dopo il pessimo tentativo de "Il quinto elemento" (1997, quasi vent'anni fa).
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Besson torna a cercare una sintesi fra divertimento e riflessione, spettacolo e filosofia dopo il pessimo tentativo de "Il quinto elemento" (1997, quasi vent'anni fa). L'esito è migliore, ed era difficile far peggio; aleggia spesso il senso d'ambiziosa e pretenziosa incompiutezza tipo "A.I. - Intelligenza artificiale" (2001), oscillante senz'equilibrio fra Kubrick e Spielberg; d'altronde si tratta d'un fallimento generalizzabile all'intera progenie umana, pertanto simili esperimenti sono sempre benvenuti, l'insuccesso è preventivabile anzi che no ma vale la pena provarci e chi lo fa merita un plauso a priori. In "Lucy" il rimando alla summenzionata coppia di registi è lampante, tuttavia l'approdo finale della protagonista echeggia nientemeno che l'"Akira" d'Ōtomo (1988) e la sua insostenibile aporìa parabuddhista (e/o transumanista) d'un'espansione olistica dell'identità ancora singola e individuale. Avere un'opera ch'induce a meditare su tematiche di tale livello ormai è una rarità preziosissima, "Transcendence" toppava già a partire dalla prima scena, "Lucy" un po' meno (anche se l'ipotesi neuropsicologica è pura fandonia, ma lo era anche l'ipotesi offerta in "Akira"), e ciò basta per tenere alte la tensione e l'attenzione sino al termine. La telefonata alla madre sigla il momento più basso del film, un eccesso di zelo verso la spiritualità orientale della cum-passio che scivola nel buonismo ricattatorio, mentre inseguimenti e sparatorie da action sono il logico contraltare d'una conoscenza che, appunto globalmente, s'accresce e muta insieme alle caratteristiche fisiche, organiche, corporee, somatiche. L'incipit è o no uno squarcio nell'addome da cui la droga, una molecola ormonale per l'accrescimento del feto, sortisce i propri effetti dopo una serie di calci al ventre? Se il quasi analogo "Videodrome" (1983) difettava col fermarsi al proclama d'una "lunga vita alla nuova carne", ripudiato dal Cronenberg successivo dedito solo allo psichico, Besson mantiene e conserva entrambi gl'aspetti. L'olismo fagocita anche l'aspetto espressivo-formale: ralenti e accelerazioni all'interno dello stesso piano-sequenza e ogni categoria cronologico-narrativa vagliata e sfruttata, dal finzionale allo storico, dal documentaristico al futuribile. Snobbato qui da noi quanto il 1° "Matrix" (1999), lascerà comunque il segno nell'immaginario collettivo e si pone come referente ineludibile per il cinema sci-fi a venire.
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[+] no aporia
(di essente)
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francesca..
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domenica 12 ottobre 2014
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non male come film
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E' stato un film gradevole. Magari per quanto riguarda i film d'azione, c'è sempre di meglio, ma....a parte il finale un pò deludente, non posso di certo lamentarmi!
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postino70
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domenica 12 ottobre 2014
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orribile
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Film non mediocre scadente una vera cavata pazzesca non si come un attore come Megan Freeman possa scendere cosi in basso incredibile a
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robyrr
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sabato 11 ottobre 2014
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sangue che schizza, orrore e permesso ai minori!!
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Grandi nomi del cinema in un film che inganna. Il trailer porta fuori strada ed è anche permesso ai minori. Chi decide quando il film deve essere vietato almeno ai minori di 14 anni? Al di là di tanti omicidi violenti, tanto orrore, tentativi di stupro, il film è LENTO e annoia. DA EVITARE.
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(di certifico stricnina)
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(di liuk!)
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molok
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giovedì 9 ottobre 2014
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cosa fare se la delusione raggiunge il 100%?
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Il film è tutto nei suoi trailer, spot, pubblicità con le quali hanno bombardato tv, internet e stampa negli ultimi mesi. Finito, tutto lì al 90%. Certo, per raggiungere la pienezza bisogna guardarlo ma è proprio necessaria questa consapevolezza?
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Il film è tutto nei suoi trailer, spot, pubblicità con le quali hanno bombardato tv, internet e stampa negli ultimi mesi. Finito, tutto lì al 90%. Certo, per raggiungere la pienezza bisogna guardarlo ma è proprio necessaria questa consapevolezza?
Con ordine.
Film veloce, rapido, quasi come il dialogo tra Neo e l'Architetto con la differenza che non è cruciale rivederselo se non per gustarsi il 100% delle espressioni di Scarlett: il 99% nei primi 15 minuti, l'1% nel resto del film, quasi concorrenziale a quella Kristanna "terminator3" Loken in fatto di pathos e sentimento. E' proprio sul sentimento, accennato nelle iperboliche parabole fraseggiate da scenziati e donne al 40% che il film manca il primo colpo: se una denaturazione dell'essere umano per come lo conosciamo, peccatore, passionale, bugiardo, avido, incarnato nello pseudo antagonista cinese, doveva essere evidenziata, beh, non lo si è fatto. Tutto il filone narrativo è accovacciato sulle spalle della protagonista e nel suo viaggio verso direzioni cartesianmente opposte a qualsiasi altro viaggio umano, tanto attratto da quello dal quale si sta allontanando, risucchiata in un vortice nero e luminoso, capostipite primordiale del peccato umano: il Sapere.
Accantonato il filone narrativo poco curato, si potrebbero criticare gli effetti speciali, ma non ce ne sono a sufficienza e quei pochi sono banali e evitabili. Il film è formato da fotogrammi con il volto dell'attrice e il resto del mondo. Alle musiche non ho fatto caso, forse non ci sono, forse sì, ma tanto a che serve? L'arte è uno degli errori dell'uomo imperfetto ma perfortuna questo film non ne è una manifestazione.
Deluso.
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maramaldo
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mercoledì 8 ottobre 2014
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finchè c'è scarlett...
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...(se usata giudiziosamente) c'è la sicurezza di riempire le sale anche con un film di serie B (o C). Stop.
Finisce qui la mia dose di cattiveria. Non capisco perchè si debba dir male di un lavoro che, per quanto criticabile, ti ha fatto trascorrere piacevolmente quasi un'ora e mezza. Se proprio voglio parlarne, adotto la stessa leggerezza, disinvoltura (nonchalance, cominciamo subito col francese) con cui il nostro Besson ha ideato e portato a termine Lucy.
Per un grosso critico, vista l'abbondanza di richiami e citazioni, si tratta di un continuo déjà vu (spiritosaggine che avrei voluto dire io).
Discussioni sul genere: incerto, mutevole, un transgender.
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...(se usata giudiziosamente) c'è la sicurezza di riempire le sale anche con un film di serie B (o C). Stop.
Finisce qui la mia dose di cattiveria. Non capisco perchè si debba dir male di un lavoro che, per quanto criticabile, ti ha fatto trascorrere piacevolmente quasi un'ora e mezza. Se proprio voglio parlarne, adotto la stessa leggerezza, disinvoltura (nonchalance, cominciamo subito col francese) con cui il nostro Besson ha ideato e portato a termine Lucy.
Per un grosso critico, vista l'abbondanza di richiami e citazioni, si tratta di un continuo déjà vu (spiritosaggine che avrei voluto dire io).
Discussioni sul genere: incerto, mutevole, un transgender.
E' fantascienza. perchè no? La sciencefiction ormai confina (sconfina) con tutto: fantasy, cosmico-mitologico, fa qualche puntata nell'horror (in tutti i sensi), arriva ai cartoons dove finirà i suoi giorni. Con Lucy c'è la fictione e la science: le amebe (quei palloncini colorati ammaniti all'inizio e alla fine), lo scenziato luminare fresco di Las Vegas e la Lucy primorfiale.Con quest'ultima c'è stata una caduta di stile dovuta, forse, a motivi econimici. Alla pitecantropa è stato dato un faccione di fattura grossolana (da non portare neanche ad un veglione di Carnevale) quando con modica spesa si poteva confezionare attraverso la motion picture una ominide carina, attraente, persino sexy.
E' un thriller, un film d'azione. Perchè no?...se vi contentate dei gangster appesi al soffitto come salumi a stagionare.
A proposito, questa Mafia Coreana. Mi sono informato: non esiste. Non che da quelle parti gaglioffi non ne nascano però, a tutt'oggi, i Coreani non hanno prodotto un'organizzazione che abbia i requisiti per essere iscritta all'Albo delle Mafie. Perchè la bizzaria di questa attribuzione quando dall'Oriente si esporta ben altro? Tatto diplomatico o furbizia bottegaia? Glissons (m'hanno soffiata pure questa, ma mi rifarò).
Per conto mio, si tratta un film che con tante burle e parodie è da riderci. Un divertissement, se preferite. Con un umorismo così sottile che è sfuggito a fior di commentatori. Ma riflettete:
la Johansson, con un visetto da fanciullina sempliciotta, diviene la protagonista di una dilatazione esplosiva della funzione intellettiva;
ad un certo punto, discetta con sicumera su Vita, Esistenza, Tempo: robetta su cui si son rotti la testa un Heidegger e un Sartre. Vi sembra serio?
Ma tutto ciò premesso, c'è qualcos'altro. Quando la Lucy/Scarlett parla al telefono con la mamma e si commuove. Intenerisce anche lo spettatore. Per "questa lacrima sul viso" (cito anch'io se voglio) ho dato una stellina in più. Un tocco di bravura, inaspettato nel contesto, questa ecursione nell'umano. Un virtuosismo del genere con la Johansson riusci una volta a Woody Allen in Matchpoint. Onore al merito, quando c'è.
E ora, Besson, guardami negli occhi. Se ne sono accorti. Tu cerchi ancora Nikita. In Lucy solo tracce: guizzi di lame, qualche capriola, colpi di pistola repentini. Di Nikita manca tanto: l'asciuttezza narrativa, lo scatto nervoso, la sorpresa genuina, quel volto crudele e impenetrabile sotto cui si sapeva un'anima inquieta e dolente.
Che posso dirti, Luc. Prosegui nella "recherche". Monta un sequel: la grande Mente ad un certo punto decide di rappattumare i cocci e -voilà- Lucy 2. Au revoir, dunque, e se ci riporti Scarlett (integrale, corposa, pimpante, ça va sans dire) ti diremo Merci! E se non trovi più il suo primo cervello, pas de quoi.
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corazzata potiomkin
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mercoledì 8 ottobre 2014
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parte bene, ma poi precipita nel "fantasy"
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Il film, che fin dall'inizio non nasconde velleità scientifico-filosofiche, parte bene e scorre via brioso, come un thriller avvincente e abbstanza originale.
Nel dipanarsi della trama, però, si avvita sempre di più intorno al grande "buco nero" del "Fantasy" e, nonostante le mie preghiere, finisce per caderci dentro con tutte le scarpe e nel venirne totalmente inghiottito.
Nelle ultime scene si rasenta il grottesco. Davvero un peccato, perché nel complesso è ben diretto e ben recitato, olrte che, come dicevo, non privo di spunti originali.
Lo considero comunque un prodotto discreto e un film da vedere.
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