eskimo73
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giovedì 30 ottobre 2014
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un film che ti fa pensare
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Al contrario di molte critiche a me il film e piaciuto molto, veramente originale e soprattutto mai banale.
L'argomento trattato e' molto interessante a parere mio ed il regista lo sviluppa spaziando nel senso piu' profondo della vita umana e del suo vero significato. Chi siamo, da dove veniamo e soprattutto quali sono le potenzialita' dell' essere umano che ancora non conosciamo ? Bravo Luc Besson !!
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(di garlik)
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bericopredieri
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mercoledì 29 ottobre 2014
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interessante.
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Coinvolgente, straniante, adrenalinico (nella scena automobilistica al centro di Parigi), mi ha lasciato un buon sapore in bocca e un velo di tristezza finale, grandissima Scarlett, grande il ritorno di Besson, e poi la fantastica scena finale dell'incontro tra le due Lucy che vale da sola l'intero film. Sono uscito dal cinema col desiderio dentro di rivederlo, ed è una cosa che non mi capita mai.
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raoninja
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lunedì 27 ottobre 2014
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hahaha che filmaccio.
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La storia potrebbe anche essere interessante e innovativa. Ma è proprio il film che è stato girato male a mio parere. Poi basta con questa storia del cervello usato solo al 10 per cento. Il cervello oramai lo si conosce al 100 per cento. Solo che non si sanno bene come funzionano le cose. Comunque per concludere vi sconsiglio di andarlo a vedere. Uno dei film più brutti di questa stagione. Freeman che proprio nel film non conta niente. Il finale che non rivelo per non spolerare troppo e a dir quanto imbarazzante. Un matrix dei poveri. hahaha.
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vince87
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giovedì 23 ottobre 2014
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lucy 0+
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solo per soldi..questa l'unica motivazione per la quale Scarlett Johansson ha deciso di recitare in questo film dove non esiste un filo logico e dove alla fine scopriamo come sia nata una normalissima pen drive... non ci sono parole
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ashtray_bliss
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martedì 21 ottobre 2014
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il sapere illimitato a caro prezzo.
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La Lucy di Besson e' un'antieroina a 360 gradi. Una protagonista indiscussa durante tutta la durata (breve) del film che per una catena di sfortunati eventi si vedra' protagonista di cambiamenti radicali del suo corpo e della sua psiche che la porteranno a sbloccare progressivamente tutte le aree del suo cervello, acquistando poteri e conoscenza illimitati. Ma il prezzo da pagare sara' assai alto e comportera' prima la deumanizazzione della stessa ed in ultimo il suo sacrificio fisico a favore della scienza, dell'umanita' e del Sapere nella sua massima e piu' completa forma.
Con questa tematica e presupposto in mente si avvia la nuova fatica di Besson, un (dis)abile mix tra action e sci-fi movie, con pone davanti allo spettatore, tolto lo strato di azione che prevale in tutto il film, un quesito ben piu' pesante ed importante, di natura filosofico-religiosa: Cosa accadrebbe se l'uomo aumentasse il suo potenziale cerebrale fino ad arrivare al 100% ? Quali conseguenze ne deriverebbero per l'individuo e per l'umanita' ? Se ci fosse un prezzo da pagare, quale ne sarebbe il costo? In altr parola cosa accadrebbe se l'uomo acquisisse conoscienza illimitata?
Con questi elementi che appoggiano (o meglio supportano) la pellicola, seguiamo in parallelo le vicende di Lucy e del professor Norman (Freeman).
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La Lucy di Besson e' un'antieroina a 360 gradi. Una protagonista indiscussa durante tutta la durata (breve) del film che per una catena di sfortunati eventi si vedra' protagonista di cambiamenti radicali del suo corpo e della sua psiche che la porteranno a sbloccare progressivamente tutte le aree del suo cervello, acquistando poteri e conoscenza illimitati. Ma il prezzo da pagare sara' assai alto e comportera' prima la deumanizazzione della stessa ed in ultimo il suo sacrificio fisico a favore della scienza, dell'umanita' e del Sapere nella sua massima e piu' completa forma.
Con questa tematica e presupposto in mente si avvia la nuova fatica di Besson, un (dis)abile mix tra action e sci-fi movie, con pone davanti allo spettatore, tolto lo strato di azione che prevale in tutto il film, un quesito ben piu' pesante ed importante, di natura filosofico-religiosa: Cosa accadrebbe se l'uomo aumentasse il suo potenziale cerebrale fino ad arrivare al 100% ? Quali conseguenze ne deriverebbero per l'individuo e per l'umanita' ? Se ci fosse un prezzo da pagare, quale ne sarebbe il costo? In altr parola cosa accadrebbe se l'uomo acquisisse conoscienza illimitata?
Con questi elementi che appoggiano (o meglio supportano) la pellicola, seguiamo in parallelo le vicende di Lucy e del professor Norman (Freeman). Due vite diverse ma parallele destinate a incontrarsi e scontrasi tra loro, per comprendersi ed aiutare la prima a completare il suo cerchio. Infatti per tutto il film si ha l'impressione e la sensazione che tutto avvenga in modo ciclico, e cosi, molti sono i simbolismi rintracciabili legati alla ciclicita': la vita e la morte, il passaggio dalla oscurita' alla luce che nel linguaggio simbolico sin dai tempi antichi e' ricollegabile al passaggio dall'ignoranza alla conoscienza; vedi in merito le scene di Lucy sequestrata, tutte scene girate al chiuso, con scarsa luminosita' e la protagonista stessa viene incatenaneta letteralmente. La sua liberazione invece va pari passo con l'acquisizione (seppur involontaria) della Conoscienza, rappresentata dalla droga che le entra in circolo, rendendola una vera Super-Woman.
E' qui abbiamo il secondo spunto realmente accattivante perche' potenzialmente verosimile. La droga, sotto forma di polvere blu, non e' altro che una proteina naturale umana che serve la crescita dell'essere umano, ricreata in laboratorio e modficata in modo da poter essere distribuita sul mercato nero. Ma questa droga sintetica non e' altro che una vera bomba ad orologeria che mette in pericolo la vita di chi ne fa' uso. E Lucy, insieme ad altri sfortunati, vivranno sulla loro pelle le conseguenze. Sequestrati dal racket di un potentissimo boss, noto come Mr. Jang, vengono svuotati dei loro organi e riempiti con i sacchetti di polvere blu. Ognuno di loro ha il compito di servire da corriere e trasportare la droga nelle principali localita' europee tra cui Roma, Parigi e Berlino.
Ma su un secondo livello, e piano narrativo, seguiamo il seminario del professor Norman in un'ateneo parigino. Norman spiega al pubblico le caratteristiche basilari della cellula, come e' nata perche' e' sopravvisuta e perche' ha scelto di evolversi e riprodursi anziche' soccombere. Il tutto viene abilmente alternato alla narrazione con delle autentiche scene documentaristiche in pieno stile National Geographic, che mostrano in immagini i punti clu dell'evoluzione umana e ambientale. Fino ad arrivare a parlare del cervello umano e del suo piccolo ma certamente non limitato potenziale celebrale usato, appunto il 10% citato anche nello slogan della copertina. L'uomo e' l'animale piu' evoluto ma sfrutta una minima parte di quello che per molti scienziati nel 21esimo secolo rappresenta un enigma irrisolto, il cervello. Mentre gli animali piu' avanzati di noi, almeno cerebralmente, sono i delfini, che fanno un uso pari al 20%. Ma sfruttamento cerebrale non e' indice solo di intelligenza, bensi di capacita'. E cosa accadrebbe se anche noi ottenessimo gli accessi ai piani piu' alti della nostra mente? E proprio mentre ci si interroga su di cio', Lucy, si vede protagonista di un incidente che le fara' entrare la droga in circolo e la rendera' una irrefrenabile wonder-woman che lotta in una corsa contro il tempo per fermare e bloccare i criminali che le hanno distrutto la vita, mentre provera' a tener sotto controllo i poteri e conoscienze che progressivamente aumentano.
Ma gia' da' subito si intuiscono le conseguenze. Con l'aumento delle capacita' cerebrali e il totale controllo del proprio corpo scompaiono tutte quelle caratteristiche che ci rendono umani: sentimenti, desideri, paura. Da quel momento Lucy decidera' di mettersi in contatto col professore per discutere il suo caso e divulgare tutte le informazioni all'umanita'.
Ma proprio un questo momento che il film perde progressivamente quota e verosimiglianza, risultando irreale, a tratti caricaturale. La protagonista sviluppa poteri sovranaturali, inconcepibili dal normale intelletto umano che pero' la fanno sembrare come una qualsiasi eroina di un comic Marvel : controlla il pensiero altrui, congela il tempo, riesce a far lievitare persone e oggetti (un mix di elementi che ricordano quelli delle sorelle Halliwell della celeberrima serie tv). Alla fine decidera' di sacrificarsi in nome della scienza per poter svelare tutti i segreti ancora ignoti relativi al Tempo, alla Creazione e Origine della cellula e la sua evoluzione. Ma e' nel momento piu' denso del film, l'ultimo quarto d'ora, che si ha l'impressione che il regista abbia voluto "finire di corsa", fare un veloce editing nel montaggio delle scene e mettere la parola "fine" al grande quesito chiamato in causa. In un rapido intercambiarsi di scene, si assiste all'inversione temporale proiettata esclusivamente nella mente di Lucy. Un mondo che va' all'indietro, fino alla scimmia e ai dinosauri e poi ancora, fino al Big Bang. Per riprecipitare nuovamente al presente dove Lucy crea (e distrugge a breve) un super computer di nuova generazione che purtroppo altri non ricorda se non la Torre Nera di Sauron (scena altamente penalizzante a mio avviso) per ridurre poi tutta quella materia (massa ed energia) ad una mera flash usb in grado di fornire le risposte che tutti ci aspettiamo ma che come spettatori e semplici esseri umani, non possiamo ancora accedervi.
Regia solida e scorrevole, scenografia fluida interamente cucita su misura per la Johansson, e anch'essa regge abilmente un action-role di donna bionica inmancabilmente schierata dalla parte dei buoni. Bravo Freeman che naturalmente non si spreca per la parte in questione, ma che riesce comunque a calzarla a pennello. Semplici, asciutti e concisi i dialoghi che lasciano piu' spazio possibile alle scene d'azione e all'introspezione offerta agli spettatori.
Penalizzato negli ultimi 15 minuti, resta comunque un tentativo registico valido che merita di essere visto, goduto ma sopratutto di essere in grado di trarre il messaggio che lancia, i dubbi, le questioni che pone. Perche' questa e' la vera essenza di "Lucy" : un viaggio che parte dal tangibile e scientifico ma che porta attraverso un escalation di scene ed emozioni, ai piani superiori e piu' elevati della mente ma sopratutto dell'animo umano. Anche se bisogna ammettere che scientificamente la teoria proposta e alquanto datata, e sappiamo per certo che nessun individuo si limita all'uso (o sfruttamento) del solo 10% del cervello (una teoria che risale ai primi del 900 quando iniziavano le prime, serie, ricerche scientifiche), possiamo comunque dire che questo film non risulta affatto un prodotto sgradevole.
Mediocre ma consigliato.
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viskio
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lunedì 20 ottobre 2014
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limitless + trascendence = lucy
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I presupposti sono buoni Luc Besson, Morgan Freeman, Scarlett Johansson e una trama interessante ma con il passare del tempo il film si rivela una cosa già vista e poco originale. L'Idea portante è quella di Limitless ovvero una sorta di droga che permetta di aumentare la percentuale dell'utilizzo del cervello, questa "idea" si incontra con le teorie del cervello dello scienziato Morgan Freeman, casualmente Morgan Freeman stesso attore che anche in Trascendence fa lo scienziato. Appunto a proposito di Trascendence dove la trama si basa su una macchina con incorporate le emozioni umane, Lucy lo ricorda e pure parecchio perché aumentando la percentuale dell'utilizzo del cervello viene consigliata da Morgan Freeman a tramandare tutto il suo sapere che ha accumulato e.
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I presupposti sono buoni Luc Besson, Morgan Freeman, Scarlett Johansson e una trama interessante ma con il passare del tempo il film si rivela una cosa già vista e poco originale. L'Idea portante è quella di Limitless ovvero una sorta di droga che permetta di aumentare la percentuale dell'utilizzo del cervello, questa "idea" si incontra con le teorie del cervello dello scienziato Morgan Freeman, casualmente Morgan Freeman stesso attore che anche in Trascendence fa lo scienziato. Appunto a proposito di Trascendence dove la trama si basa su una macchina con incorporate le emozioni umane, Lucy lo ricorda e pure parecchio perché aumentando la percentuale dell'utilizzo del cervello viene consigliata da Morgan Freeman a tramandare tutto il suo sapere che ha accumulato e.... (SPOILER) Guarda caso il finale è l'arrivò di Lucy all'utilizzo del 100% del cervello, la quale scompare lasciando una chiavetta dove dovrebbe essere immagazzinato questo sapere, scrivendo poi un messaggio su un cellulare con scritto: "sono ovunque". Quindi alla fine Lucy finisce con l'accoppiamento dell'uomo alla tecnologia come è stato già visto in Trascendence ribadendo questa poca originalità. Ah... E se qualcuno potesse pensare di essere intrattenuto da scene d'azione, bhè scordatevelo perché sono praticamente inesistenti.
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certifico stricnina
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sabato 18 ottobre 2014
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semplicemente osceno
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Immaginate di voler vedere un film come "Limitless" interpretato dalla vostra attrice preferita e poi di maledire il giorno in cui l'avete visto perhè incredibilmente fuori da ogni misura di decenza.
La trama del film è completamente fuori da ogni logica e le riprese nel finale scadono addirittura nel peggiore dei 3D.
Non consiglierei questo film neanche al mio peggior nemico tanto è orribile, ma se vi va di vomitare fate pure.
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fabriziog
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giovedì 16 ottobre 2014
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avvincente ed affascinante!
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E se il cervello umano usasse tutto il 100 per cento del suo potenziale cosa accadrebbe? L’avvincente ed affascinante film di Luc Besson “Lucy” fornisce una immaginifica risposta alla domanda che in tanti ci poniamo.
Lucy è il primo australopiteco di sesso femminile risalente a quattro milioni di anni fa scoperto nel novembre del 1974 in Etiopia. Lucy è la prodigiosa protagonista interpretata dalla seducente e bravissima Scarlett Johansson (affiancata da un sempre grandioso Morgan Freeman), che non dismette nelle sue movenze le sembianze della Vedova Nera.
La pellicola è simile nella partenza al film del 2011 di Neil Burger Limitness, per poi svilupparsi ed esplodere in un secondo momento in un vero action movie di marcato segno fantascientifico, dove al posto di una pasticca vi sono sacchetti di cph4, la potente sostanza che le donne incinte producono dalla sesta settimana e che contribuisce alla trasformazione del feto in bambino.
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E se il cervello umano usasse tutto il 100 per cento del suo potenziale cosa accadrebbe? L’avvincente ed affascinante film di Luc Besson “Lucy” fornisce una immaginifica risposta alla domanda che in tanti ci poniamo.
Lucy è il primo australopiteco di sesso femminile risalente a quattro milioni di anni fa scoperto nel novembre del 1974 in Etiopia. Lucy è la prodigiosa protagonista interpretata dalla seducente e bravissima Scarlett Johansson (affiancata da un sempre grandioso Morgan Freeman), che non dismette nelle sue movenze le sembianze della Vedova Nera.
La pellicola è simile nella partenza al film del 2011 di Neil Burger Limitness, per poi svilupparsi ed esplodere in un secondo momento in un vero action movie di marcato segno fantascientifico, dove al posto di una pasticca vi sono sacchetti di cph4, la potente sostanza che le donne incinte producono dalla sesta settimana e che contribuisce alla trasformazione del feto in bambino.
Bellissime le interpolazioni documentaristiche e i richiami ad alcune immagini dell’epocale opera 2001:Odissea nello spazio.
La “Messa da requiem in re minore K 626” di Mozart come colonna sonora è il tocco artistico finale di Besson.
Fabrizio Giulimondi
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parieaa
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giovedì 16 ottobre 2014
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bello solo a (pochi) tratti
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Partendo, comunque, dal fatto che l'assunto su cui si basa il film sia solo una trita e ritrita banalità, non è detto che questo impedisca di fare un buon lavoro. D'altronde tantissimi film di fantascienza partono da idee quantomeno malferme, ma ne escono dei capolavori (vedi Inception come ultimo caso che mi viene in mente). Questo, però, non è il caso di Lucy. Il film parte anche discretamente, in puro stile Besson, con violenza e subito con il piede sull'accelleratore, poi però presto si spegne, invischiandosi in temi e domande che il regista non è abituato a fronteggiare. Le scene d'azione sono tutte simili e mancano del tutto di mordente (cosa grave per il regista francese), in tante sequenze non si capisce nemmeno bene quello che sta succedendo (come sull'aereo dove sta per trascendere, nonostante non abbia ancora raggiunto il 100%) e il finale è del tutto privo di pathos, sconclusionato e quasi banale (il sapere universale viene consegnato su una chiavetta(?!).
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Partendo, comunque, dal fatto che l'assunto su cui si basa il film sia solo una trita e ritrita banalità, non è detto che questo impedisca di fare un buon lavoro. D'altronde tantissimi film di fantascienza partono da idee quantomeno malferme, ma ne escono dei capolavori (vedi Inception come ultimo caso che mi viene in mente). Questo, però, non è il caso di Lucy. Il film parte anche discretamente, in puro stile Besson, con violenza e subito con il piede sull'accelleratore, poi però presto si spegne, invischiandosi in temi e domande che il regista non è abituato a fronteggiare. Le scene d'azione sono tutte simili e mancano del tutto di mordente (cosa grave per il regista francese), in tante sequenze non si capisce nemmeno bene quello che sta succedendo (come sull'aereo dove sta per trascendere, nonostante non abbia ancora raggiunto il 100%) e il finale è del tutto privo di pathos, sconclusionato e quasi banale (il sapere universale viene consegnato su una chiavetta(?!)......), addirittura sembra scopiazzato dal recente Transcendence. Insomma non passerà di certo come il capolavoro di Besson, che è dai tempi di The Lady che non dirige un film veramente interessante. I punti di forza si riducono alla potagonista femminile, che sicuramente da sola avrà contribuito per metà dell'incasso (non fraintendete la johansson è un'attrice più che decente, ma non qui non c'entra), al villain maschile, alla grande capacità Bessoniana di fondere sempre bene immagine e musica e all'inseguimento in macchina parigino. Il resto del cast è discreto, a partire dall'ispettore francese e da Freeman (che, secondo me, dovrebbe smetterla di fare tutti progetti che gli sottopongono...vedi Winter il delfino 2). Il montaggio e la fotografia sono ininfluenti. Quindi, a prescindere dal grande risultato al botteghino (buono solo per i produttori), è un film di fantascienza decisamente mediocre, frettoloso e che parla di concetti importanti e difficili da spiegare al meglio, soprattutto in 90 minuti scarsi e con un regista d'azione di certo non abituato alla fantascienza (escluso il buonissimo, ma decisamente non impegantivo, Quinto Elemento), cosa che riesce, o è riuscita, al meglio a pochi registi eletti. Ad ognuno il suo genere.
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pier delmonte
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mercoledì 15 ottobre 2014
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un po' di fantasy nel cervello
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Luc Besson ci regala (ops, biglietto cinema a parte!) la sua visione delle cellule cerebrali, le afferra ad una ad una e le compone e scompone, sfruttando il viso d’angelo di Scarlett Johansson. Questo film e’ un viaggio parascientifico (molto para e poco scientifico) dentro e fuori la materia, non so se valido, comunque divertente, via!! alcune scene potevano essere evitate, inseguimento a Parigi privo di senso, i personaggi tipo triade cinese goffi, un po’ di fantasy qua e la’, dubbi effetti speciali. Non so, non un capolavoro ma, considerando il tema, il regista non ne esce cosi male.
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