Advertisement
Lucy tra fantascienza e digitale

Il cinema in movimento di Roy Menarini.
di Roy Menarini

Scarlett Johansson in una scena del film Lucy di Luc Besson.
Scarlett Johansson (Scarlett Ingrid Johansson) (39 anni) 22 novembre 1984, New York City (New York - USA) - Scorpione. Interpreta Lucy nel film di Luc Besson Lucy.

lunedì 29 settembre 2014 - Approfondimenti

Che cosa è Il cinema in movimento? Una rubrica dedicata alle trasformazioni del cinema nell'epoca dei new media e alle riflessioni che si possono trarre dalle novità in atto.

Il cinema spettacolare americano, e non solo, sta da tempo lavorando sulla nuova spettatorialità digitale. Una delle interpretazioni possibili di Avatar - per esempio - è quella di una gigantesca allegoria del nuovo spettatore cinematografico. Il protagonista è intrappolato nel suo corpo in una sorta di immobilità coatta, mentre il suo avatar vive le avventure più formidabili, gestendo corpo e spazio come se fossero reali. Inoltre, il pianeta Pandora vive e respira all'unisono grazie a una rete neurale che unisce olisticamente tutti gli esseri viventi: metafora biologica del web, che a sua volta è strutturato come il nostro cervello.

Insomma, la verità è che ci adattiamo ai nuovi media esattamente come ci adattiamo all'ambiente. Quando i media digitali, come ora, diventano pervasivi, il cinema si incarica di raccontare la nostra condizione attraverso simbolizzazioni concrete e improvvise. Da Cameron in poi, molti altri sono i film che hanno tematizzato l'esperienza mediale, e in qualche modo lo fa anche Luc Besson con il suo Lucy - e forse non è del tutto sorprendente che siano proprio gli autori di blockbuster degli anni Ottanta a raccontarci le nuove forme della fruizione, da Besson a Cameron, da Zemeckis alla Bigelow e a Raimi.

Sotto le mentite spoglie di un thriller fantascientifico dedicato alle possibilità del nostro cervello - una specie di mix tra Limitless e Transcendence ma infinitamente superiore a entrambi - scorre tutt'altro film, con citazioni (persino) da Kubrick e Malick. Fin dall'inizio, quando vediamo Lucy attirata verso la trappola dei contrabbandieri di droga, Besson inframezza le immagini con analogie visive spudorate, quasi alla Ejzenstejn, tratte dal mondo animale. Tutto il film, anche nelle spiegazioni, scarta la dimensione linguistica e matematica per esaltare quella biologica e antropologica. Lo spazio viene piegato alle esigenze del tempo e Lucy diventa, oltre che una delle più toste eroine del girl power anni Duemila, anche uno specchio deformato ed enfatizzato delle nostre esperienze all'epoca dei media digitali. Le teorie delle neuroscienze e quelle dell'adattamento, del resto, già da tempo hanno preso piede presso gli studi mediologici come modelli e pattern verosimili per capire quello che ci sta succedendo.

E così, Besson - nel narrarci di una ragazza che si trasforma in "iperdonna" a causa di una droga sintetica disseminata nel suo corpo - sembra sottoporci a un'accelerazione adrenalinica perfetta per lo zeitgeist contemporaneo. Certo, ci si sorprende nello scoprire che il grande successo di Lucy sia risultato imprevedibile per gli analisti del mercato. Per fortuna, i film continuano a non essere algoritmi, e c'è bisogno di occhi lucidi per andare al di là di quello che appare come un clone di Nikita o delle fighting women degli anni Novanta, e scoprire l'action movie più attuale degli ultimi anni. Semmai colpisce che a girarlo ci sia Besson, che davamo per spacciato ormai da tempo.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati