steffa
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venerdì 21 giugno 2024
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the doors
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le droghe e le porte della conoscenza, argomento interessante sviluppato in stile americanata ma efficace, voto reale 3.5, manca un atmosfera credibile e genuina
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fabio
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venerdì 15 gennaio 2021
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scarlett è dio!
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Lo ammetto: ho un debole per lei sin dai tempi di "Lost in traslation"; pertanto nemmeno ci provo ad essere imparziale.
Adesso ho pure la conferma: la Johansson è la Dea della hyper-realtà-virtuale. E' il sogno del futuro che vorrei.
Besson mette a servizio il suo talento per confezionare un godibile spettacolo di genere sci-fi. Un occhio al pubblico ed uno alla filosofia.
Il risultato è alquanto improbabile, specie l'assunto sul tempo come misura di tutte le cose mi trova in totale disaccordo: già il vecchio Einstein ce lo aveva detto che il tempo non è unico ma è relativo; ma che importa?
Chissenefrega delle riflessioni sulle potenzialità della mente, il senso dell'evoluzione ecc.
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Lo ammetto: ho un debole per lei sin dai tempi di "Lost in traslation"; pertanto nemmeno ci provo ad essere imparziale.
Adesso ho pure la conferma: la Johansson è la Dea della hyper-realtà-virtuale. E' il sogno del futuro che vorrei.
Besson mette a servizio il suo talento per confezionare un godibile spettacolo di genere sci-fi. Un occhio al pubblico ed uno alla filosofia.
Il risultato è alquanto improbabile, specie l'assunto sul tempo come misura di tutte le cose mi trova in totale disaccordo: già il vecchio Einstein ce lo aveva detto che il tempo non è unico ma è relativo; ma che importa?
Chissenefrega delle riflessioni sulle potenzialità della mente, il senso dell'evoluzione ecc.
Quando c'è lei c'è tutto; la risposta a tutti i tuoi dubbi fondamentali: meglio bionda o bruna? O magari con le mechès come nella scena iniziale: con quel vestito che fa tanto Madonna di "Cercasi Susan disperatamente".
Scarlett al 100% che mi sbuca fuori dalla tv, dallo smartphone o dalla tazza? La cosa mi mette non poco a disagio...
Ripensandoci, dal basso del mio misero 0,1% di facoltà intellettive mi accontento di continuare a sognarla alla vecchia maniera: come quella volta che andai a Tokio per lavoro e lei alloggiava al mio stesso hotel...
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elgatoloco
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venerdì 15 gennaio 2021
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besson cineasta degli anni 2000
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"Lucy"(Luc Besson, anche autore di soggetto e sceneggiatura, 2000), con la prospettiva di una"Lucy", emula della prima donna che sia finora conosciuta al"bivio"dell'evoluzione, o meglio della scala evolutiva, che, chimicamente(attraverso l'assunzione non voluta, ma coatta di una droga psicotropa capace di espandere la conoscenza umana)arriva alla conoscenza totale, è probabilmnete il grande sperimentatore del cinema contemporaneo, di un'epoca detta "post-moderna"per convenzione(ma le definizioni sono varie, anche molto diverse da quella accennata), nellla quale, perse le certezze"ideologiche"(o ideali, a seconda del termine usato, che riflette una precisa Weltanschauung, peraltro)si ha fiducia nella scienza o meglio nelle scienze dette"dure"(positive, altra possibile lettura-definizione), dove poi, come risposta che Lucy, coinvolta "per caso"(?)nella più straordinaria avventura umana, nel sogno neo.
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"Lucy"(Luc Besson, anche autore di soggetto e sceneggiatura, 2000), con la prospettiva di una"Lucy", emula della prima donna che sia finora conosciuta al"bivio"dell'evoluzione, o meglio della scala evolutiva, che, chimicamente(attraverso l'assunzione non voluta, ma coatta di una droga psicotropa capace di espandere la conoscenza umana)arriva alla conoscenza totale, è probabilmnete il grande sperimentatore del cinema contemporaneo, di un'epoca detta "post-moderna"per convenzione(ma le definizioni sono varie, anche molto diverse da quella accennata), nellla quale, perse le certezze"ideologiche"(o ideali, a seconda del termine usato, che riflette una precisa Weltanschauung, peraltro)si ha fiducia nella scienza o meglio nelle scienze dette"dure"(positive, altra possibile lettura-definizione), dove poi, come risposta che Lucy, coinvolta "per caso"(?)nella più straordinaria avventura umana, nel sogno neo.faustiano della"conoscenza assoluta", dà allo scienziato di riferimento, essere cioè il "tempo"(non einsteinianamente lo spazio-tempo, si noti)il regolarore totale della conoscenza, una sorta di"clavis universalis"che forse si rivelerebbe, con il"tempo"magari riduttiva e da superare, ma che nell'ottica di Besson, in questa coproduzione"mondiale"(che include anche il coreano come lingua usata),. in qualche modo, almeno potenzailmnete, a 360°, è oggi(almeno 7 anni fa, per l'esattezza)la spiegazionee più cpmpleta del reale. Besson, che non è un neofita né un improvvisatore, ci dà almeno una prospettiva, sempre considerando che il cinema è una forma anche di conoscenza, ma certo, per quanto ne sappiamo. non è la forma di conoscenza totale finora acclarata, piuttosto sa darci, per intuizione o meglio per "sprazzi intuitivi"brandelli di conoscenza, in forma più immediata di quanto non sappia fare un saggio scientifico, filosofico o un'opera letteraria... Perfetto Morgan Freeman come sicenziato considerato quasi un"guru"del sapere, notevolissima Scarlett Johansson nel ruolo della protagonista, quasi si identificasse ex ante con la figura immaginata-creata dal regista-autore, quasi che, scrivendo il film, Besson abbia pensato a lei a priori, circostanza che, in sé, sembra un poìun'ipotesi azzardata, francamente. Un film destinato ad entrare sicuramnete in un'"antologia filmica". El Gato
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criticoso
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domenica 10 giugno 2018
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basta con gli ultrapoteri!
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Film discreto, anzi buono, divertente e coinvolgente.
Ma vorrei dire: "Basta con gli ultrapoteri!".
Gli ultrapoteri non esistono e non esiteranno mai. Crederci è da sciocchi, come credere nella magia e nella chiaroveggenza.
Forse è vero che noi usiamo solo una piccola parte delle nostre capacità mentali (il 10%? ma chi l'ha calcolato?). Però, anche se ne potessimo usare il 100%, non avremmo "ultrapoteri" sul tipo della telecinesi o della ultravisione: sapremmo solo ragionare meglio e più velocemente, come i computer che diventno sempre più potenti e veloci, ma non possono fare altro che elaborare i dati che hanno in memoria o che gli diamo noi.
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laurence316
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martedì 26 dicembre 2017
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buon film di genere senza troppe pretese
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Dopo i fallimenti al box-office della trilogia di Arthur e il popolo dei Minimei e di The Lady, Besson ritorna alla fantascienza prendendo come spunto una teoria che rischia di sprofondare sempre il film nel ridicolo, e fa il colpo grosso: anche se non apprezzatissimo dalla critica, Lucy incassa infatti ben 463 milioni al botteghino.
Un enorme successo in parte inaspettato, favorito senza dubbio dalla fama che gravita attorno al mito dello “sfruttamento del 10% del cervello” che, per quanto totalmente antiscientifico e anche piuttosto assurdo, offre comunque un ottimo pretesto per creare un film di fantascienza inaspettatamente avvincente e pieno di sequenze d’azione assolutamente degne di nota (da ricordare almeno quella della corsa in auto, anche in contromano, per le vie di Parigi).
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Dopo i fallimenti al box-office della trilogia di Arthur e il popolo dei Minimei e di The Lady, Besson ritorna alla fantascienza prendendo come spunto una teoria che rischia di sprofondare sempre il film nel ridicolo, e fa il colpo grosso: anche se non apprezzatissimo dalla critica, Lucy incassa infatti ben 463 milioni al botteghino.
Un enorme successo in parte inaspettato, favorito senza dubbio dalla fama che gravita attorno al mito dello “sfruttamento del 10% del cervello” che, per quanto totalmente antiscientifico e anche piuttosto assurdo, offre comunque un ottimo pretesto per creare un film di fantascienza inaspettatamente avvincente e pieno di sequenze d’azione assolutamente degne di nota (da ricordare almeno quella della corsa in auto, anche in contromano, per le vie di Parigi).
Un film d’intrattenimento teso e spettacolare, che ha il grande pregio di non annoiare mai (merito della durata stringata, indice di una consapevolezza, non comune in molto cinema d’azione contemporaneo, del fatto che “il troppo stroppia”) e di non prendersi mai troppo sul serio.
Il film di Besson si afferma come un buon passatempo, per nulla pretenzioso, capace di regalare almeno una battuta di dialogo memorabile: Ignorance brings chaos, not knowledge (L’ignoranza porta il caos, non la conoscenza).
Ben recitato dalla protagonista Johansson così come dai comprimari, carico di ottimi effetti speciali, Lucy è un film che, superata l’assurdità della premessa, appassiona e diverte, il che è, fondamentalmente, il suo unico scopo.
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gustibus
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mercoledì 8 marzo 2017
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nonostante tutto adoro questo film!
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Ho dato tre stelle..ma adoro questo film come fossero cinque!..l'idea e'fenomenale..BESSON che poteva andare oltre Matrix...invece si e'arenato negli ultimi 15 minuti finali..non so se con i costi andava oltre o le idee per il finale si erano esaurite..chissa'?..comunque sia OSCAR per l'idea molto innovativa del film...DA vedere per la prima ora di visione sublime...il finale incerto...se no sbancava anche negli USA..e'partito come una bomba negli incassi..poi si E'SOLO assestato probabilmente per i difetti visionari del finale.BRAVO Luc BESSON!
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elgatoloco
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giovedì 9 febbraio 2017
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besson sempre più lisergico
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Luc Besson, cantore degli anni Duemila e post, riprende anche temi di certo"new age"e"next age"post-hippies(e in genere hippiesmo)dove suggestioni lisergiche si fondono con le più recenti teorie(qui estremizzate in chiave globalistico-evoluzionisitiche)per cui attraverso droghe sintetiche si potrebbe arrivare alla conoscenza assoluta, all'uso al 100% delle facoltà psichiche, dello sviluppo neuronale, al tempo stesso giungendo a mettere in crisi la propria vita e potenzialmente a una sorta di ecatombe globale: è quanto succede a Taipei alla studentessa"gringa"Lucy(come la mitica prima donna, si sottolinea già all'inizio del film), in una chiave sostanzialmente faustiana ossia: conoscenza asosluta+perdizione, auto-distruzione e anche"ekpùrosis"totale.
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Luc Besson, cantore degli anni Duemila e post, riprende anche temi di certo"new age"e"next age"post-hippies(e in genere hippiesmo)dove suggestioni lisergiche si fondono con le più recenti teorie(qui estremizzate in chiave globalistico-evoluzionisitiche)per cui attraverso droghe sintetiche si potrebbe arrivare alla conoscenza assoluta, all'uso al 100% delle facoltà psichiche, dello sviluppo neuronale, al tempo stesso giungendo a mettere in crisi la propria vita e potenzialmente a una sorta di ecatombe globale: è quanto succede a Taipei alla studentessa"gringa"Lucy(come la mitica prima donna, si sottolinea già all'inizio del film), in una chiave sostanzialmente faustiana ossia: conoscenza asosluta+perdizione, auto-distruzione e anche"ekpùrosis"totale... Tesi o meglio ipotesi tra biologia e filosofia(o anche esoterismo?)che lo scienziato, molto ben reso da Morgan Freeman non esita a definire come tali(mere ipotesi, cioè), di fronte alle quali le"ardite"tesi di un Teilhard de Chardin di oltre 60 anni fa (che gli avevano creato tanti problemi in Vaticano, mentre oggi, persino nell'"era Ratzinger"nessuno si sarebbe azzardato a criticarlo, a metterne in discussione le tesi,anzi si studia normalmente nelle facoltà teologiche-ma questo è un segno dei tempi...). Il problema è che Besson, tra science-fiction, thriller, film "d'azione"(i cui connotati specifici però tendono a diradarsi, lo si voglia o meno...)e altro(altri sottogeneri cinematografici, magari non ancora ben determinabili)ha tante idee, tante suggestioni culturali dietro(dal fumetto d'arte al pensiero), che esprime con uno stile affascinante, più che solamente accattivante, ma(giustamente, ritengo)rifiuta di dare soluzioni, pur se le delimitazioni etiche(qui il Bene, là il Male)più che banalmente"morali"(l'ossessione del peccato non gli è propria, per fortuna)sono molto chiare e chiaramente espresse. Freeman e Scarlett Johansson sono eccelsi nei rispettivi ruolI: lei, che parte come strudentessa"alternativa", dalla vita un po'(molto, anzi)fatua e si trova malgré soi ad essere portatrice di qualcosa che non capisce, non a caso era stata scoperta (o quasi)da un altro grande cineasta come Woody Allen, lui, da decenni giustamente"sulla breccia", che affronta un ruolo in qualche modo"cruciale"e lo fa con estrema dignità attoriale... Si potranno voler mettere i puntini sulle"i", come in parte ho cercato di fare io stesso, ma il cinema non è=pensiero logico(per fortuna, si potrebbe aggiungere o comunque verrebbe di farlo...), la dimensione creativo-divergente va oltre e può permettersi meta-considerazioni che una trattazione evita(ma Deleuze e Guattari, forse, dovrebbero pur averci insegnato qualcosa o meglio lasciato un "deposito"sul quale e a partire dal quale lavorare- o no?),o deve evitare(?); certo è che un cinema come quello di Besson ci sfida continuamente e ci mette sempre di fronte a nuove possibilità/opportunità, anche quando queste sembrano(sembrino)essere di segno"apocalittico", dove l'espressione, notoriamente non univoca, va appunto colta nelle sua polisemia... El Gato
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attanasio
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venerdì 25 marzo 2016
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lucy
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E la storia d'una donna chi puo utilisare il cento per cento dei capacita mentali. Lucy è stato diretto per Luc Besson. Il attore chi interpretato Lucy è Scarlett Johansson. Nel questo film, Morgan Freeman interpretato un scienziato.
Un giorno si fa rapire per una gang che va a mettergli un sacchetto di droga nel ventre affinché possa passare la frontiera.Ma la borsa si apre nel suo ventre e la droga si répend nel suo corpo
All'inizio, Lucy puo utilisare solamente venti per cento dei sue capaciti, ma progressivamente, a aumenta. Lei diventa talmente potente che può viaggiare nel tempo.Alla fine, il suo cervello si è sviluppato talmente che ne muore.
E il nostro filmo preferito perchè Luc Besson è un buono regista e le effeti speciali sono molto bello.
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maggie69
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sabato 12 marzo 2016
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peccato...
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Peccato. L'idea era buona e si è perso... Da artista poteva inventare e invece si è fermato... Lei è inutile. Come sempre.
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ultimoboyscout
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domenica 15 novembre 2015
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wonder scarlett.
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Besson incontra la Johansson e la trasforma in una macchina da guerra con stupefacenti superpoteri. Lucy è una ragazza americana che vive a Taipei e viene rapita dagli uomini di una gang che intende utilizzarla come corriere di una nuova droga che aumenta a dismisura le funzioni cerebrali. Ma la bustina di cristalli che porta nella pancia si rompe e gli effetti sul cervello di Lucy sono assolutamente straordinari, trasformandola, oltre venti anni dopo, in una Nikita 2.0, un'altra killer spietata che grazie alla supercocaina sfrutta al 100% il proprio cervello. Besson elabora l'ennesima eroina al femminile che gira attorno ad una sceneggiatura forte e cuce la parte addosso alla Johansson con assoluta perfezione.
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Besson incontra la Johansson e la trasforma in una macchina da guerra con stupefacenti superpoteri. Lucy è una ragazza americana che vive a Taipei e viene rapita dagli uomini di una gang che intende utilizzarla come corriere di una nuova droga che aumenta a dismisura le funzioni cerebrali. Ma la bustina di cristalli che porta nella pancia si rompe e gli effetti sul cervello di Lucy sono assolutamente straordinari, trasformandola, oltre venti anni dopo, in una Nikita 2.0, un'altra killer spietata che grazie alla supercocaina sfrutta al 100% il proprio cervello. Besson elabora l'ennesima eroina al femminile che gira attorno ad una sceneggiatura forte e cuce la parte addosso alla Johansson con assoluta perfezione. Questo film rappresenta la naturale chiusura di una trilogia bessoniana a base di donne e angeli vendicatori armati fino ai denti, iniziata con "Nikita" e proseguita con "Leon", che rimanda allo stile della saga di "Transporter". L'attrice è bravissima e comincia a funzionare ancora meglio quando la droga fa il suo effetto, nessun altro attore riesce a starle dietro e Besson è intelligente perchè capisce che non deve esagerare in lunghezza e nell'essere pretenzioso come altre pellicole di genere che affrontano temi simili, vedi "Transcendence". Il regista francese offre alla sua Lucy una vetrina importante come già fatto per Nikita, Matilde, Leeloo, Giovanna, Angela e Adele in un thriller sci-fi, forse il genere preferito da Besson. A cambiare è solo l'eroina, non più la smunta, nervosa e androgina Anne Parillaud ma la morbida, femminile e sexy Scarlett Johansson ideale testimone di un cambio epocale, di una vera e propria trasformazione, imposto dal'evoluzione del cinema, ovvero che le donne si sono prese ruoli una volta riservati a uomini e lo hanno fatto con la loro fisicità e femminilità. Trama, ritmo e personaggi piacciono da morire, gli spruzzi di filosofia e metafisica sono ben dosati e tutto sembra funzionare a dovere.
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