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Into the Woods, quella strega di Meryl Streep

Tutte le cattive dark del cinema. Chi è la più brava del reame?
di Marianna Cappi

In foto una scena del film di Rob Marshall.
Meryl Streep (Mary Louise Streep) (74 anni) 22 giugno 1949, Summit (New Jersey - USA) - Cancro. Interpreta La strega nel film di Rob Marshall Into the Woods.

venerdì 3 aprile 2015 - Gallery

Se c'è qualcuno che non ha ragione di temere i paragoni, quel qualcuno è Meryl Streep. Resta il fatto che, accettando il ruolo di cattiva nel mash-up fiabesco Into The Woods, ha comunque dovuto posizionarsi in fondo alla fila. Nel giro di pochi mesi, infatti, dopo l'apripista Julia "Grimilde" Roberts, hanno indossato la maschera della perfidia anche Charlize Theron, Angelina Jolie (Maleficent), e, nemmeno due settimane fa, Cate Blanchett (Cenerentola). Ognuna di loro ha dato molto al personaggio, qualche volta persino una back-story intera e straziante, e ognuna di loro è stata scelta in base ad un ingrediente segreto.
La Roberts ha scoperchiato il tabù dell'invidia della giovinezza, che non può non rosicchiare le belle di Hollywood che, superati i quarant'anni, infilano loro malgrado la strada del pensionamento anticipato. Lo ha fatto col sorriso, perché il suo è unico, il più largo del reame.
La Jolie ci ha messo la metafora dello stupro, dell'abuso inflitto che nasce da un abuso subito: una bandiera difficile, che l'attrice ha indossato con il coraggio e la consapevolezza mediatica con cui ha indossato spesso altre istanze, fuori dallo schermo.
Cate Blanchett ci ha messo l'eleganza: lo sforzo con cui mantiene la postura mentre le adorate figlie trasformano tutto quello che toccano in una volgare carnevalata, è palese ed encomiabile.
Ultima nell'elenco, per ora, ma certo non nel risultato, è appunto Meryl Streep. Il suo ingrediente segreto è il più basilare e il più potente: la follia. La sua strega della porta accanto, una rivisitazione di Madre Gothel coi capelli turchini, parla come un treno in corsa, senza mai concedersi un respiro, inanellando rime e assonanze, burle e disgrazie, ricapitolando i suoi terribili misfatti come se niente fosse e accaparrandosi le arie più belle del film. Dev'essere per questo, perché un'artista del suo calibro deve per certo saper riconoscere il talento altrui, che la signora Streep non è andata su tutte le furie quando l'ultraottantenne compositore Stephen Sondheim, già autore del musical teatrale che ha ispirato il film, consegnandole la partitura le ha suggerito: "Don't f... it up". La Streep oggi lo racconta con magnanima autoironia, un po' come non manca mai di ricordare quando De Laurentiis la rifiutò per King Kong, nel '76, giudicandola senza mezzi termini "troppo brutta". Peccato che lei sapesse l'italiano, e capì benissimo. Da brava strega, si è vendicata nel tempo, con 19 candidature e 3 premi Oscar. 

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