marione
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mercoledì 25 dicembre 2013
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sorprendente
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Dopo aver visto tutti i suoi lavori, bellissimi soprattutto da "Crimini e Misfatti" in poi, non credevo che Woody Allen potesse fare un film così brutto e sciatto. Tutto il percorso di analisi esistenziale seguito nei capolavori come "Match Point", "Basta che funzioni","Midnight in Paris" viene completamente accantonato in un film che ho trovato decisamente inutile e spiacevole, anche nella forma, come se Allen avesse bisogno di fare un un film di cassetta. Forse voleva terminare il suo tour europeo a Roma, ma l'ha fatto con un film davvero deludente.
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rita branca
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domenica 11 agosto 2013
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non tutto è perduto
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To Rome with Love, film (2012), di Woody Allencon un cast copioso di attori famosi fra i quali spiccano Allen stesso, R.Benigni, P. Cruz, A.Albanese e R.Scamarcio.
Ambientato a Roma, nelle prime sequenze, il film colpisce subito negativamente lo spettatore italiano per la recitazione forzata degli attori che rappresentano personaggi italiani (una scelta del regista che sembra credere di conoscere profondamente questo popolo evidentemente!) e vien voglia di abbandonarlo perché davvero poco convincente, anche nell’introduzione del personaggio dell’architetto americano che è riconosciuto da un giovane professionista romano, diventandone una sorta di grillo parlante per tutto il resto dell’opera.
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To Rome with Love, film (2012), di Woody Allencon un cast copioso di attori famosi fra i quali spiccano Allen stesso, R.Benigni, P. Cruz, A.Albanese e R.Scamarcio.
Ambientato a Roma, nelle prime sequenze, il film colpisce subito negativamente lo spettatore italiano per la recitazione forzata degli attori che rappresentano personaggi italiani (una scelta del regista che sembra credere di conoscere profondamente questo popolo evidentemente!) e vien voglia di abbandonarlo perché davvero poco convincente, anche nell’introduzione del personaggio dell’architetto americano che è riconosciuto da un giovane professionista romano, diventandone una sorta di grillo parlante per tutto il resto dell’opera.
Finalmente, però, lo spettatore che ha avuto la costanza di resistere, è premiato dal decollo del film con la comparsa del sempre bravissimo Benigni, per fortuna non manipolabile e autentico anche questa volta, quando recita la parte dell’uomo qualunque diventato personaggio popolare per volere dei media e attraverso il quale Allen sottolinea egregiamente la banalità di certo giornalismo ed il mondo insulso che si svolge intorno ai reality.
Brava anche Ellen Page, nel recitare la parte della bugiarda intrigante mangiauomini, e stupisce con quale puntualità riproduca la mimica facciale del regista. Bravissimo Albanese, come sempre, questa volta nei panni dell’attore celebre che approfitta della dabbenaggine di una giovane ammiratrice. P.Cruz appare in gran forma anche recitativa.
Alla fine, il grande regista riemerge e, come nelle sue migliori commedie, strappa fragorose risate.
Come in buona parte dei suoi film si apprezza la scelta accurata dei brani musicali e l’amore travolgente per la musica italiana popolare ed operistica, che in questo film lo aiuta a creare il suo personaggio: quello di un pensionato che non si rassegna a morire di inattività e continua a cercare new talent con successo.
Rita Branca
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ilaxz
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martedì 6 agosto 2013
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a me è piaciuto.
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Forse non sarà il suo miglior film, ma devo dire che questa volta le critiche hanno davvero esagerato. Io l'ho trovato un film piacevole, mai noioso e con ottimi attori. Ho visto tutti i film di Woody Allen e quando è uscito al cinema To Rome with love non volevo nemmeno vederlo perché dato che tutti me lo sconsigliavano avevo paura di rimanere delusa da uno dei miei registi preferiti. Ma non è stato così. La fotografia è stupenda, raffigura una Roma che fa sognare e il ritratto dell'Italia è un po' esasperato ma fedele. Benigni che diventa famoso da un giorno all'altro senza aver nessun talento se non quello di essere un "coglione qualunque"; la prostituta che alla festa della "Roma bene" viene accerchiata da tutti i suoi clienti; il cantante che viene sminuito dai parenti finché non è apprezzato dal grande pubblico; e infine i due sposini con mentalità vecchio stile che si tradiscono (davvero perfetta Alessandra Mastronardi nel ruolo della ragazza provinciale ).
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Forse non sarà il suo miglior film, ma devo dire che questa volta le critiche hanno davvero esagerato. Io l'ho trovato un film piacevole, mai noioso e con ottimi attori. Ho visto tutti i film di Woody Allen e quando è uscito al cinema To Rome with love non volevo nemmeno vederlo perché dato che tutti me lo sconsigliavano avevo paura di rimanere delusa da uno dei miei registi preferiti. Ma non è stato così. La fotografia è stupenda, raffigura una Roma che fa sognare e il ritratto dell'Italia è un po' esasperato ma fedele. Benigni che diventa famoso da un giorno all'altro senza aver nessun talento se non quello di essere un "coglione qualunque"; la prostituta che alla festa della "Roma bene" viene accerchiata da tutti i suoi clienti; il cantante che viene sminuito dai parenti finché non è apprezzato dal grande pubblico; e infine i due sposini con mentalità vecchio stile che si tradiscono (davvero perfetta Alessandra Mastronardi nel ruolo della ragazza provinciale ). Queste secondo me sono tutte cose che in qualche modo ci rappresentano. Non ho trovato tutti questi stereotipi che molti hanno voluto vedere. Gli attori americani recitavano invece ruoli più tipici dei film di Allen: in particolare, il triangolo lui-lei-amica di lei e l'uomo che da consigli all'amico giovane, mi hanno ricordato molto Anything Else forse anche per la scelta degli attori, il protagonista impacciato, la ragazza pratica ma poco intrigante e l'amica (mi sembra di notare anche una leggere somiglianza tra Ellen Page e Christina Ricci) affascinante ed emotiva che poi si rivela insicura e priva di spessore. Il personaggio nevrotico poi, è ormai la sua firma non manca praticamente. Bellissima la scena del pagliaccio. Insomma mi è piaciuto.Da vedere senza pregiudizi.
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asky23
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martedì 30 luglio 2013
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allienato
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Fatte 'na pizza c'a pummarola 'ncoppa , vedrai che il mondo poi ti sorriderà.
Questo potrebbe essere lo slogan del film : To Rome With Love, un pessimo susseguirsi di storielle, una visione americana degli Italioti... Vicoli pieni di 500 e vespe come se a Roma esistessero solo questo genere di mezzi, luoghi comuni anche fisicamente parlando... Perchè diciamocelo, piazza Venezia c'ha veramente rotto er c**** .
La classica donna meridionale con vestito a fiori che risolve ogni problema cucinando un piatto di spaghetti per tutti... Benigni.... Beh... C'era anche lui.
Un cast stellare buttato in una sceneggiatura banale.. Per carità una pellicola gradevole ma, onestamente ho riso di più guardando Natale a New York (Vanzina,2006)
Per concludere questo accanimento contro Allen, che ho sempre apprezzato e diciamocelo.
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Fatte 'na pizza c'a pummarola 'ncoppa , vedrai che il mondo poi ti sorriderà.
Questo potrebbe essere lo slogan del film : To Rome With Love, un pessimo susseguirsi di storielle, una visione americana degli Italioti... Vicoli pieni di 500 e vespe come se a Roma esistessero solo questo genere di mezzi, luoghi comuni anche fisicamente parlando... Perchè diciamocelo, piazza Venezia c'ha veramente rotto er c**** .
La classica donna meridionale con vestito a fiori che risolve ogni problema cucinando un piatto di spaghetti per tutti... Benigni.... Beh... C'era anche lui.
Un cast stellare buttato in una sceneggiatura banale.. Per carità una pellicola gradevole ma, onestamente ho riso di più guardando Natale a New York (Vanzina,2006)
Per concludere questo accanimento contro Allen, che ho sempre apprezzato e diciamocelo... non ci si puo accanire troppo contro un vecchietto probabilmente con una prostata grande come la pancia di Jhon Goodman ma, in nome della sanità mentale chi o cosa interpreta Baldwin??? Io davvero non capisco.. è un angelo custode, un santo o semplicemente uno stalker invisibile a tutti meno che a Jesse Eisenberg ?! senza commentare ovviamente la Mastronardi che sarebbe meglio tornasse a fare i Cesaroni
questo film mi ha particolarmente irritato..
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marce84
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mercoledì 26 giugno 2013
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from allen with love
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Molto criticato e poco apprezzato, To Rome with love è una commedia godibile, senza pretese, che forse ripropone una trama poco ispirata, ma che piace perché ben scritta e ben recitata. Il mix tra attori americani e attori italiani convince, forse perché non siamo abituati a questa unione: tra tutti si distinguono Jesse Eisenberg, Ellen Page, la solita Penelope Cruz e il grande Roberto Benigni, nei panni dell’uomo comune che diventa improvvisamente famoso. I dialoghi sono, come sempre nei film di Woody Allen, il vero spasso, soprattutto quando trattano temi quali l’amore e il senso cinico della vita e la psicanalisi. Divertente la trovata di far cantare l’appassionato di lirica sotto la doccia.
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Molto criticato e poco apprezzato, To Rome with love è una commedia godibile, senza pretese, che forse ripropone una trama poco ispirata, ma che piace perché ben scritta e ben recitata. Il mix tra attori americani e attori italiani convince, forse perché non siamo abituati a questa unione: tra tutti si distinguono Jesse Eisenberg, Ellen Page, la solita Penelope Cruz e il grande Roberto Benigni, nei panni dell’uomo comune che diventa improvvisamente famoso. I dialoghi sono, come sempre nei film di Woody Allen, il vero spasso, soprattutto quando trattano temi quali l’amore e il senso cinico della vita e la psicanalisi. Divertente la trovata di far cantare l’appassionato di lirica sotto la doccia. Il film piuttosto lineare nel suo svolgimento, ha un sussulto e un non so che di frizzante quando la parola ce l’ha Woody Allen.
Le critiche sono piovute sul film soprattutto a causa dell’immagine stereotipata che si dà di Roma e dell’Italia e poi perché ci si aspettava la città eterna come la vera protagonista del film. In realtà, Roma è sullo sfondo, come una sorta di “cartolina”: i veri protagonisti sono il senso dell’amore, della vita, la labilità dell’animo umano, pronto a piegarsi velocemente e facilmente alle pulsioni, che possono essere la passione amorosa, la curiosità, l’attrazione, la fama e la notorietà, la novità. In questo c’è anche una critica agli italiani, visti come un popolo di “bacchettoni” e “ falsi moralisti”.
Non sono d’accordo coi giudizi negativi, sono d’accordo sul fatto che la trama è piuttosto piatta e non particolarmente entusiasmante, ma credo che il film svolga pienamente la sua funzione di intrattenimento e ci riesce grazie alla solita intelligenza di Woody Allen, che stavolta non sarà particolarmente ispirato, ma che vale sempre la pena di ascoltare. VOTO 6/7
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ultimoboyscout
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lunedì 13 maggio 2013
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le cose succedono...
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Commedia piatta e noiosa in perfetto stile Allen, che sa tanto di omaggio a Fellini con atmosfere, location e personaggi che rimandano al cinema del regista riminese. Si tratta di un racconto corale, strutturato in vari episodi che mettono a confronto/scontro diverse culture e costumi, giocando su stereotipi e luoghi comuni delle comunità Italiana e di quella statunitense. L'episodio più riuscito è quello che ha per protagonista proprio Woody Allen grazie a tempi e dialoghi perfetti e un'idea tanto semplice quanto folgorante mentre il peggiore è quello degli sposini di provincia, fin troppo sciocco e banalissimo. Gli stereotipi abbondano, anzi strabordano, sono molti di più di quelli già visti a Londra, Barcellona o Parigi e proprio dopo la discreta pellicola parigina era lecito aspetatrsi qualcosa di più e l'omaggio a Roma non riesce con l'escursionme italiana che amplifica tutti i difetti del recente cinema alleniano.
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Commedia piatta e noiosa in perfetto stile Allen, che sa tanto di omaggio a Fellini con atmosfere, location e personaggi che rimandano al cinema del regista riminese. Si tratta di un racconto corale, strutturato in vari episodi che mettono a confronto/scontro diverse culture e costumi, giocando su stereotipi e luoghi comuni delle comunità Italiana e di quella statunitense. L'episodio più riuscito è quello che ha per protagonista proprio Woody Allen grazie a tempi e dialoghi perfetti e un'idea tanto semplice quanto folgorante mentre il peggiore è quello degli sposini di provincia, fin troppo sciocco e banalissimo. Gli stereotipi abbondano, anzi strabordano, sono molti di più di quelli già visti a Londra, Barcellona o Parigi e proprio dopo la discreta pellicola parigina era lecito aspetatrsi qualcosa di più e l'omaggio a Roma non riesce con l'escursionme italiana che amplifica tutti i difetti del recente cinema alleniano. Un peccato eprchè per la prima volta dal 2006 Allen torna anche attore, perchè Gullotta lavora di fino sulla sua voce sostituendo il compianto Lionello, perchè il cast è notevole e piace ma il risultato è quello di uan cartolina turistica banale e commerciale, sbiadita, adatta soprattutto a quei boccaloni che Roma l'hanno vista solo in televisione o in qualche rivista specializzata per viaggiatori. Film poco propositivo, anzi negativo, che lascia ben poche speranze, che mette in bella mostra decadimenti e rovine e un pessimismo che va oltre i normali canoni alleniani. Lascia perplessi vedere tutta uan serie di vignette e macchiette sparse qua e la quasi o casa o alla bene e meglio, la monotonia prende da subito il sopravvento e Roma ne è comunque del tutto incolpevole. Il peggior film dell'escursione europea del regista newyorchese.
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alessandro.padoa
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domenica 28 aprile 2013
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quanto sei bella roma
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Quanto sei bella Roma. L'unica cosa bella (anche se irrealisticamente idilliaca) di questo film. Il resto, quattro storie di cui non si sente la necssità di sapere l'esito. Quattro storie che non fanno ridere e non hanno quasi senso. Quattro storie con personaggi doppiati male peraltro, Monica (Ellen Page) e Jack (Jesse Eisenberg) su tutti, inspiegabilmente diversi dalla Arianna di Inception e dallo Zuckerberg di The Social Network.
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fabolando
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sabato 6 aprile 2013
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delusione
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ho visto TUTTI i film di Woody Allen, molti sono capolavori, altri solo simpatici alcuni piuttosto noiosi ma che contengono almeno qualche gag intelligente e divertente...solo questo film è stato completamente inutile!
episodi per nulla interessanti, i clichè degli Italiani come li vedono li americani che sono stati evidenziati sarebbero risultati goffi anche in un film degli 50....la prima vera delusione dall'amato Woody
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kimberly206
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lunedì 1 aprile 2013
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4 trame senza senso
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Leggo il titolo "To Rome with Love" e ho subito pensato ad un altro capolavoro di Woody Allen con un bello sfondo di Roma, la capitale.
Nel film come protagonisti ci sono una coppia di fidanzati, due coppie di suoceri che si devono conoscere per la prima volta, un anonimo impiegato che improvvisamente diventa famoso, un ragazzo che s'innamora dell'amica della fidanzata e una coppia di sposi che deve conoscere i nuovi probabili datori di lavoro dello sposo.
Non mi starò a soffermare su ogni singola trama, vorrei piuttosto riflettere sul perché uno straniero (in questo caso americano) non riesca a vedere l'Italia per quello che è davvero. Può essere che l'Italia sia peggio, sia meglio, non sto a difendere il mio paese a prescindere, ma di sicuro NON è quello che Woody Allen ha cercato di raccontare.
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Leggo il titolo "To Rome with Love" e ho subito pensato ad un altro capolavoro di Woody Allen con un bello sfondo di Roma, la capitale.
Nel film come protagonisti ci sono una coppia di fidanzati, due coppie di suoceri che si devono conoscere per la prima volta, un anonimo impiegato che improvvisamente diventa famoso, un ragazzo che s'innamora dell'amica della fidanzata e una coppia di sposi che deve conoscere i nuovi probabili datori di lavoro dello sposo.
Non mi starò a soffermare su ogni singola trama, vorrei piuttosto riflettere sul perché uno straniero (in questo caso americano) non riesca a vedere l'Italia per quello che è davvero. Può essere che l'Italia sia peggio, sia meglio, non sto a difendere il mio paese a prescindere, ma di sicuro NON è quello che Woody Allen ha cercato di raccontare. Chiaro che uno straniero non potrà mai davvero entrare nella cultura italiana, ma per lo meno potrebbe valorizzarne i pregi (sempre che ce ne trovi qualcuno, "with love" come dice il titolo). Gli abiti di scena dei personaggi italiani richiamavano gli anni '50, in contrapposizione con gli abiti americani assolutamente moderni. Gli italiani visti ancora come contadini, quasi incivili... che non sanno rapportarsi con lo straniero. La scena in cui la suocera prende il coltello contro la famiglia americana, il solito gesticolare enfatizzato, l'adulterio. Soliti cliché.
Era difficile creare un altro capolavoro dopo "Midnight in Paris", dove al contrario Parigi è stata valorizzata senza cadere nelle banalità o stereotipi ridicoli nei confronti dei francesi.
Gli italiani come al solito sono stati ridicolizzati, considerati ancora come dei primati. Tanti grandi attori come Baldwin, Benigni, Allen, Cruz, ma senza riuscire a dare un senso alla trama.
Un punto positivo lo do' alla parte di Benigni, ma solo per il messaggio che voleva dare la sua sequenza, ovvero che molte volte nel nostro Paese si diventa famosi senza un perché, e questa è assoluta verità. Anche se la parte specifica di Benigni non mi è piaciuta molto, nemmeno la sua interpretazione. Non gli do' colpa comunque, ha dovuto fare una parte davvero ingrata.
Altri punto positivo va all'interpretazione di Penelope Cruz, fantastica, brava e bellissima. Ha recitato anche in italiano, e questo l'ha resa ancora più speciale nella sua interpretazione.
La parte di Eisenberg non mi è piaciuta per niente. Chi è quell'idiota di fidanzata che presenta al proprio ragazzo un'amica "sessualmente attraente, che emana sessualità da tutti i pori"? Cioè, tutto ciò non ha avuto senso. Interpretazioni a parte, che potevano anche andar bene, la storia proprio non convinceva.
Riassumendo? Grandi interpretazioni per parti mediocri e trame senza senso, interpretazioni mediocri per grandi attori.
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francesco2
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venerdì 22 marzo 2013
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un paradosso
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Diciamo subito che il film ha tanti difetti, anche di carattere
prettamente tecnico, in chiave di regia, miscasting ecc.. Ma la chiave di lettura, rispetto ciò che non va, potrebbe essere ancora più (ap)profond(it)a. A costo di risultare pedanti, per esempio, ha davvero u senso infarcire di comparsate un'opera che pare già spesso priva di un'idea caratterizza? Ea nche se facciamo la battuta più idiota della settimana, apparizioni come quelle della Muti e di Gemma, per fare i primi due nomi che mi vengono, appaiono ni un........."Omaggio"mancato alla citta' eterna(L'avete capita,no?), in cui si punta solo ad assemblare una carrellata di nomi; famosi; cosicché, si risalta ancora maggiormente il carattere(?) di "Spettacolo" rispetto a quello di "Storia".
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Diciamo subito che il film ha tanti difetti, anche di carattere
prettamente tecnico, in chiave di regia, miscasting ecc.. Ma la chiave di lettura, rispetto ciò che non va, potrebbe essere ancora più (ap)profond(it)a. A costo di risultare pedanti, per esempio, ha davvero u senso infarcire di comparsate un'opera che pare già spesso priva di un'idea caratterizza? Ea nche se facciamo la battuta più idiota della settimana, apparizioni come quelle della Muti e di Gemma, per fare i primi due nomi che mi vengono, appaiono ni un........."Omaggio"mancato alla citta' eterna(L'avete capita,no?), in cui si punta solo ad assemblare una carrellata di nomi; famosi; cosicché, si risalta ancora maggiormente il carattere(?) di "Spettacolo" rispetto a quello di "Storia". La carenza di idee, o quantomeno ripetitività, emerge se solo i puntualizza che l'Allen (Futuro?) suocero "Anticomunista" riecheggia quello del piccolo "Midnight in Paris", visto neanche due anni fa, e che persino l'episodio di Benigni (Disastroso), nella sua satira(Sic!) all'acqua di rose sulla società di oggi, dove si avvera all'inverosimile la teoria di Wahrol sui"Minuti di "celebrità", richiama l'attore toscano quando sia utodirigeva nei panni dello svampito "Johnny Stecchino": e forse persino, in misura minore, l'episodio da lui interpretato in "Taxisti da notte" di Jarmusch. Sempre a costo di risultare pedanti, è proprio superfluo sottolineare una misoginia che fa capolino(?) nel tratteggiare il personaggio della Page, peraltro la migliore interprete insieme alla Godreche, e forse, parzialmente, quello della Mastronardi.
Se però riusciamo a non disprezzare "To Rome with love", è perché .....per esempio, perché l'episodio della già citata Page ci regala due, già citate, discrete o belle interpretazioni femminili, insieme a Goodwin ed altri uomini totalmente fuori parte, e risulta anche -E soprattutto- simpatico, e persino significativo. Anche se pure film intermedi come "Tutti dicono".....paiono lontani. Perché quando il regista ebreo inventa situazioni come quelle che coinvolgono la già menzionata Mastronardi e Scamarcio, non possiamo -Forse- fare a meno di sorridere. E persino la già citata situazione di Benigni, un autentico -Spiace dirlo- disastro, alla fine regala una morale politicamente scorretta sui soldi, il potere ecc.
Come anche la situazione dello stesso Allen, desolante quasi come quella con Benigni, ci regala un'ironia, questa sì, tipicamente alleniana, sulla morte, i becchini.......
Che poi il finale, a dir poco didascalico, ricordi l'inizio. da cui trapela un idea dell'Italia mandolinesca, conferma solo che Woody, in un film spesso privo di ispirazione, si lascia prendere
-Ho già scritto- anche dal folklorismo.
Ma il paradosso è proprio questo: se ci si sente quasi in dovere di salvare un filmetto come questo, allora ciò va a vantaggio dello
stesso Allen. Perché solo gli artisti cadono in piedi anche nelle lro opere davvero minori.
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