Vincere

Film 2009 | Drammatico, 128 min.

Regia di Marco Bellocchio. Un film Da vedere 2009 con Filippo Timi, Giovanna Mezzogiorno, Fausto Russo Alesi, Michela Cescon, Pier Giorgio Bellocchio. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, Francia, 2009, durata 128 minuti. Uscita cinema mercoledì 20 maggio 2009 distribuito da 01 Distribution. - MYmonetro 2,94 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 14 giugno 2019

Nella vita di Mussolini c'è uno scandalo segreto: una moglie e un figlio - concepito, riconosciuto e poi negato. Questo segreto ha un nome: Ida Dalser. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto 4 Nastri d'Argento, 15 candidature e vinto 8 David di Donatello, 2 candidature agli European Film Awards, In Italia al Box Office Vincere ha incassato 2,1 milioni di euro .

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Consigliato sì!
2,94/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,62
PUBBLICO 3,19
CONSIGLIATO SÌ
Un melodramma di denuncia, alla Bellocchio, che intreccia il tema del potere e le dinamiche della psiche.
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 19 maggio 2009
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 19 maggio 2009

Siamo agli inizi del secolo e un giovane socialista rivoluzionario incontra casualmente una donna passionale come lui, Ida Dalser. Quel giovane si chiama Benito Mussolini. Lei lo seguirà nella sua azione politica, assecondandone i cambiamenti di rotta e giungendo fino a spogliarsi di tutto per consentirgli di fondare il proprio giornale, «Il Popolo d'Italia». Gli darà anche un figlio che verrà chiamato Benito Albino e sarà riconosciuto dal padre. Ida però dovrà scoprire che il suo matrimonio, avvenuto in chiesa, ha molto meno valore di quello che Mussolini ha contratto civilmente con Rachele Guidi da cui ha avuto la figlia Edda. L'ascesa dell'uomo politico è inarrestabile così come la sua decisione di escludere dalla propria vita sia Ida che il bambino. La donna cercherà di autoconvincersi che si tratti solo di una messa alla prova che non potrà che risolversi in senso positivo. Invece significherà per lei e suo figlio la morte in ospedale psichiatrico circondati da una cortina di oblio.
Marco Bellocchio affronta una pagina di storia italiana misconosciuta. La notizia era apparsa negli anni Cinquanta su «La Settimana INCOM Illustrata» ma pochi vi avevano prestato credito perchè in quell'epoca i falsi memoriali su malefatte degli esponenti del fascismo inondavano le redazioni. Due giornalisti Rai, Novelli e Laurenti, riprendono di recente le ricerche e realizzano un documentario che va in onda su RaiTre nel gennaio 2005. Da esso emerge una fitta serie di testimonianze sulla veridicità di quanto all'epoca denunciato..
Si può affermare che Bellocchio non poteva non essere attratto da una vicenda che coniugava il tema del potere con le dinamiche della psiche. Ne emerge un film come al solito molto personale che denuncia però una costrizione in cui il regista non si trova a suo agio. La camicia di forza della Storia, con le sue date e i suoi avvenimenti, vincola la narrazione che tenta di liberarsene non riuscendovi sempre. Certo Bellocchio aveva già affrontato di recente la Storia con Buongiorno, notte ma lì aveva potuto lavorare da Maestro ri-costruendo. Qui non può farlo liberamente e se ne avverte la consapevolezza nella scelta stilistica di ricorrere a una modalità narrativa che gli sta particolarmente a cuore: l'opera lirica. L'intero film è costruito come un melodramma sia sul piano musicale che su quello della struttura, con la passione dominante all'inizio a cui seguono la disillusione e la morte.
Su tutto questo prevale però una lettura decisamente interessante e che mette in gioco la psichiatria e, ancor più, la psicoanalisi che studia il rapporto tra il potere e le masse. Mentre la follia diviene sempre più collettiva e partecipata nel Paese, ci suggerisce Bellocchio, diviene quasi indispensabile che la normalità (Ida) venga trattata come devianza. Mentre l'Italia corre verso il baratro della Seconda Guerra Mondiale la Dalser e suo figlio vengono fatti precipitare nella clausura degli Istituti. Dove non basterà l'ammonimento dello psichiatra: «Questo non è il tempo di gridare la verità. È il tempo di tacere, di recitare una parte». Chi non è disposto a piegarsi non può che essere stroncato oppure, come accade nell'immagine più intensa del film, non può che arrampicarsi su sbarre senza via d'uscita per gettare nella neve lettere che mai nessuno leggerà.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 25 maggio 2009
alespiri

Controllare l'emozione della Mezzogiorno che si precipita per le scale ne "La finestra di fronte" non è stato facile. Impossibile è stato farlo nella scena di questo film in cui, arrampicata sulle grate del manicomio che la rinchiude, sotto la neve, getta lettere nel vuoto senza mai perdere la speranza di rincorrere un'amore ormai impossibile e di rivedere suo figlio.

sabato 15 agosto 2009
orazio leotta

Benito Mussolini, all’epoca socialista ed anticlericale, è alla direzione dell’”Avanti” quando, nel 1913 a Milano, incontra Ida Dalser, giovane, bella e appassionata austro-trentina, che (con molta probabilità) sposa in chiesa. Contemporaneamente Mussolini sposa anche Rachele Guidi, la quale gli darà presto una figlia (Edda). Anche Ida è incinta e partorisce Benito Albino, riconosciuto dal padre.

sabato 30 maggio 2009
pipay

Il film di Bellocchio rasenta il capolavoro. Il regista ha scritto e diretto uno dei migliori lavori cinematografici di questi ultimi anni. Ottima la regia e quasi insuperabile il montaggio. Repentini cambi di scena, flash improvvisi (il volto della Mezzogiorno sconvolto dalla sofferenza, più volte riproposto per pochi istanti), l'apporto di filmati d'epoca ripresi da "La Unione Cinematografica Internaziona [...] Vai alla recensione »

venerdì 22 maggio 2009
marezia

Pellicola che io definirei cine-film perché costruito in modo da rendere l'idea del privato attraverso il pubblico cioè attraverso i filmati dell'epoca in un rapporto finzione/verità estremamente originale. Se nella prima parte il personaggio principale è la passione tra i due, una passione erotica dagli slanci animaleschi in cui Bellocchio rende in maniera forte e chiara l'istinto di sopraffazione [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 luglio 2010
balcazar

Un film noioso, completamente scoordinato nelle scene che cambiano continuamente gli spazi ed i tempi, fino a confondersi con spezzoni originali dell'epoca che non riescono a completare un minimo di trama. I personaggi in continua tensione al limite della nevrosi persino quando fanno sesso; praticamente durante tutta la prima parte del film in cui vengono minuziosamente documentate le fornicazioni [...] Vai alla recensione »

venerdì 5 giugno 2009
Mimmo_Fuggetti

L'aspetto referenziale dell'ultimo film di Bellocchio rievoca parte della vita privata di Benito Mussolini e soprattutto di Ida Dalser, moglie segreta del dittatore fascista, il quale le "darà" anche un figlio. Avevamo lasciato Filippo Timi a lasciarsi comandare da Dio, ma nell'incpit di questo film sarà proprio l'attore (che interpreta Benito Mussolini) a sfidare la sua divinità, dandogli cinque minuti [...] Vai alla recensione »

giovedì 28 gennaio 2016
Great Steven

VINCERE (IT/FR, 2009) diretto da MARCO BELLOCCHIO. Interpretato da GIOVANNA MEZZOGIORNO, FILIPPO TIMI, FAUSTO RUSSO ALESI, MICHELA CESCON, PIER GIORGIO BELLOCCHIO, CORRADO INVERNIZZI, PAOLO PIEROBON, BRUNO CARIELLO, FRANCESCA PICOZZA Ida Dalser è una giovane sarta che nel 1907 conosce Benito Mussolini in occasione di un comizio nel quale il futuro Duce del regime fascista si attira l’antipa [...] Vai alla recensione »

lunedì 6 luglio 2020
Efrem

Bellocchio al suo meglio. Il film è un esempio di linguaggio e modi di rappresentazione. Non a caso la figura di Mussolini nel film film viene rappresentata in modo esemplare e studiata al minimo dettaglio. Nella prima parte del film Mussolini viene animato tramite l'attore Filippo Timi, è carne-ossa-sangue, tanto che viene ferito due volte. Quando Mussolini diventa Duce, il corpo di Timi scompare [...] Vai alla recensione »

martedì 8 febbraio 2011
Luca Scialo

Benito Mussolini è da giovane un fervente socialista, pacifista, anticlericale, direttore del giornale l'Avanti. Ma dentro di sé cresce una spinta propulsiva, egoista, ambiziosa, quasi sovrumana. Una spinta che lo porta a lasciare il partito e il giornale e fondare un Movimento (i fasci di combattimento) e un proprio giornale, Il Popolo d'Italia.

martedì 26 maggio 2009
costanza

Per lui l'ambizione è tutto, la consapevolezza di essere un predestinato lo porta sempre a scelte estreme. Per lei l'amore , e ,soprattutto per un uomo considerato quasi un dio, è un'esperienza totalizzante, da proclamare anche a rischio della vita. Il film mette in evidenza il rapporto poco equilibrato tra i due che, per il resto, sono piuttosto simili.

venerdì 5 giugno 2009
Mimmo_Fuggetti

Reduce da un attualissimo "Fortapasc", Bellocchio rievoca parte della vita privata di Benito Mussolini e soprattutto di Ida Dalser, moglie segreta del dittatore fascista, il quale le "darà" anche un figlio. Avevamo lasciato Filippo Timi a lasciarsi comandare da Dio, ma nell'incpit di questo film sarà proprio l'attore (che interpreta Benito Mussolini) a sfidare la sua divinità, dandogli cinque minuti [...] Vai alla recensione »

martedì 2 giugno 2009
Antonio De Rose

La vicenda di Ida Dalser e Benito Albino, nato dal legame della donna con Benito Mussolini, si presta ad una ricostruzione cinematografica, da un inedito punto di vista, delle origini del fascismo. A questo scopo, Marco Bellocchio s’affida a due mostri di bravura. Nei panni di Ida è Giovanna Mezzogiorno. In quelli di Mussolini e dello stesso figlio, Benito Albino, Filippo Timi.

giovedì 23 settembre 2010
weachilluminati

Così Bellocchio propone  la sua rappresentazione iniziale  di Mussolini giovane, con questo forti parole: “Io sfido Dio,gli do 5 minuti per fulminarmi,se non mi fulminerà sarà la dimostrazione che non esiste……il tempo è scaduto Dio non esiste” Un film splendido, che cerca di cogliere gli aspetti psicologici che si vanno a creare  mentre [...] Vai alla recensione »

mercoledì 27 maggio 2009
NicolaC

Il film di Bellocchio fallisce immeritatamente l'appuntamnento con la Palma d'oro al Festival di Cannes. Filippo Timi interpreta molto bene la figura del giovane Mussolini diviso tra la passione politica, e quella amorosa con Ida Dalser interpretata dalla delicata Giovanna Mezzogiorno. Giusto inframezzare il film con immagini di repertorio che ritraggono la durezza del fascismo e della retorica [...] Vai alla recensione »

martedì 17 maggio 2011
Edwood87

L'aspetto referenziale dell'ultimo film di Bellocchio rievoca parte della vita privata di Benito Mussolini e soprattutto di Ida Dalser, moglie segreta del dittatore fascista, il quale le "darà" anche un figlio. Avevamo lasciato Filippo Timi a lasciarsi comandare da Dio, ma nell'incpit di questo film sarà proprio l'attore (che interpreta Benito Mussolini) a sfidare la sua divinità, dandogli cinque minuti [...] Vai alla recensione »

lunedì 25 maggio 2009
fragola

Non facilissimo da seguire per un andamento non sempre lineare,risulta pero' interessante per questa storia della vita di Mussolini che si è tentato di cancellare per far apparire il dittatore in una luce migliore. Terrificante il metodo di annullare testimoni scomodi (Ida Dalser e il figlio Benito Albino Mussolini)rinchiudendoli in manicomio.Estremamente espressiva l'interpretazione di Giovanna [...] Vai alla recensione »

lunedì 8 giugno 2009
mirko mariotti

Prima gli onori. Devo dire che mi aspettavo molto da questo film, e sono soddisfatto. Andate al cinema, comprate il biglietto e gustatevi due ore(e passa!) di un film che ripercorre le vicende tra un giovane Mussolini e Ida Dalsen(una bravissima Giovanna Mezzogiorno). La storia è avvincente e mi ha tenuto alla poltrona, partecipe del dramma, della passione e dell'orgoglio della protagonista, in [...] Vai alla recensione »

martedì 2 giugno 2009
allanpoe

Un soggetto interessante, capace di offire un varietà notevole di spunti. L'errore di Bellocchio è stato quello di seguirli tutti. Partendo dalla vicenda del figlio segreto di Mussolini, il regista confeziona un film dove le trovate visive e narratologiche si sovrappongono senza amalgama. Il risultato è, francamente, troppo indigesto anche per chi apprezza la commistione (già sperimentata in "Buongiorno, [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 luglio 2010
Francesco2

Pwer la serie "Titoli rivelatori", è fin troppo facile fare confronti tra quello di questo film e "Buongiorno, notte". Ove quest'ultima espressione è un'ossimoro, "Vincere" è (Anche troppo) chiaro e netto. A chi mi rispondesse che questo vuole esemplificare l'edonismo racchiuso nell'ideologia fascista (E comunista), obietto: non sono sicuro che le cose stiano proprio così.

lunedì 1 giugno 2009
marima

Non ci accadeva di lasciare la sala dopo il primo tempo di un film dal Signore degli anelli. Un film scoordinato, privo di attenzione nella fotografia, dove le sequenze storiche , che dovrebbero aiutare lo spettatore più giovane a capire il periodo storico, si accavallano senza che si capisca come e dove si è arrivati.E' tutto buttato nel pentolone.

domenica 31 maggio 2009
yoshi

Dati i lusinghieri commenti su questo film, pur non essendo un fan del genere (il che probabilmente ha influito sul mio voto), mi sarei aspettato un vero e proprio capolavoro... non mi aggredite per la mia opinione ma a me questo sembra tutt'altro. L'unica cosa che ho apprezzato è stata la fotografia e sceneggiatura ben realizzati, ma per il resto si è rivelato un vero e proprio strazio.

mercoledì 3 giugno 2009
neverossa

E poi ci lamentiamo che gli italiani non guardano film italiani.. Un docufilm col 40% di filmati dell'istituto luce. intere scene senza dialoghi. tutto il primo tempo composto di scene di sesso noiose ed inutili. nessuna immedesimazione. pochissime emozioni. nessuna poetica. un film inutile, che non lascia niente. Gli attori si muovono agitati in una vicenda che non comprendono.

venerdì 22 maggio 2009
paapla

Semplicemente magnifico. A dodici ore dalla visione del film, la confusione nella mia testa aumenta. Che cosa ho visto? Una pagina di storia di ieri, un pezzo di cronaca di oggi o tragedia che verrà? La camicia di forza fatta indossare a Ida Dalser è un passaggio tragico e violento che vivo con angoscia, perché le tentazioni d'imbrigliare il Paese sono assai frequenti.

venerdì 18 settembre 2009
ALTRYX

film bruttissimo forse il peggiore dell'anno ( cosa avrà visto il recensore di mymovie??)svogliato sia dagli autori al regista persino da attori messi alla berlina e ridicolizzati al massimo da una regia sadica, con si capisce i due amplessi di mussolini con ida 5 minuti di aaa aaa aaa inutile e stupidi, i nudi regalati dalla mezzogirno, che crede di essere in un grande film d'autore ma in realtà si [...] Vai alla recensione »

sabato 10 settembre 2011
dario

Temo sia un film sbagliato. Bellocchio non riesce a collegare la vicenda della Dalser, la prima moglie di Mussolini, con la storia (è routinaria la condanna del potere: insomma la teoria per cui esso degrada tutto e tutti è vecchia, frusta e qui pasticciata, quindi ancor meno interessante). Poichè si trova in difficoltà relativa, Bellocchio insiste con il [...] Vai alla recensione »

mercoledì 3 marzo 2010
scott77

L'intento era buono, ma davvero troppa la follia. risultato? un pallone che si gonfia troppo e implode su se stesso. decisamente mediocre. non vale nemmeno la pena scaricarlo dalla rete è solo tempo perso!

lunedì 3 ottobre 2011
alemrg

Basta sprecare denaro pubblico per finanziare film inutili e insignificanti come questo! La regia è inadeguata e il protagonista maschile è inadatto al ruolo. Il futuro del cinema italiano è nelle mani della politica. I film devono sottoporsi al giudizio del pubblico e quelli che non fanno incassi devono soccombere per lasciare spazio e speranza ai giovani di talento.

venerdì 22 maggio 2009
goldy

Film sapiente, di grande sintesi che riesce a restituire il clima di un ventennio tutt'altro che finito. Le analogie con l'oggi sono impressionanti. E finalmente si dimostra che non c'è differenza tra vita pubblica e privata. Amaro dover constatare che alla maggior parte degli italiani la storia non insegni nulla e dover prendere atto che l'oggi sia così dolorosamente uguale al nostro umiliante ieri. [...] Vai alla recensione »

lunedì 12 ottobre 2009
ALTRYX

mi fa piacere il tuo modo pacato di commentare la mia critica al film, resta il fatto che tu prima dici di non aver giudicato il film sul lato politico, poi scrivi un forum con il titolo di le marionette di mussolini!!!!la soluzione mussilini -figlio interpretati sdallo stesso attore non è la sola caduta di stile ma anche la non curanza della mezzogiorno di invecchiarla dopo quasi 20 anni di cronologica [...] Vai alla recensione »

mercoledì 6 novembre 2013
nhdanieleferrante

Io davvero non so come possa qualcuno spellarsi le mani per un film simile. Siamo ai livelli di fiction della rai: dialoghi banali, caratterizzazione da macchietta dei personaggi storici (le ambizioni e i sogni del giovane Mussolini vengono resi nello stesso modo di mille altri personaggi famosi rappresentati in migliaia di inutili biopic, da Caravaggio a Meucci) attori artigiani completamente intercambiabi [...] Vai alla recensione »

martedì 13 settembre 2011
vjarkiv

Bellocchio...non vorrei dire dal "I pugni in tasca" (ma quasi!) non è più in grado di emozionare...e il ridicolo sta nel voler "vincere" a tutti i costi in festival che non lo prendono minimamente in considerazione!!!

lunedì 8 giugno 2009
Lalli

un quasi capolavoro che racconta una storia sconosciuta a molti e che fa capire ancora di più che schifosa "persona" (se così s può definire) era Mussolini, anche sul piano personale dei suoi "affetti". strepitosi la Mezzogiorno e Timi.

domenica 24 maggio 2009
mauro B

Una storia quasi sconosciuta ai più,la prima moglie e il figlio non riconosciuto da Mussolini.Un gran bel film,è anche molto originale,sembra un mix tra film,fiction tv,e documentario.Attori veramente straordinari,specialmente Giovanna Mezzogiorno.Da vedere!

mercoledì 14 ottobre 2009
Edward Teach

Fanno piu' casino loro quando fanno sesso del bue ammazzato di Tornatore. Uno si chiede: ma gli italiani fanno dei brutti film per colpa dei registi scarsi o per colpa del livello degli spettatori?

martedì 22 settembre 2009
paolorol

Partendo dal presupposto che la storia raccontata dal film sia vera, ritengo inappropriato l'approccio del regista,non solo autoindulgente, iterativo e monotono, ma soprattutto poco convincente nella ricostruzione dei fatti. Timi bravo, forse, ma davvero troppo poco somigliante a Mussolini: non si può far interpretare un'icona da un attore che non possiede che una vaghissima somiglianza, in poche inquadratu [...] Vai alla recensione »

venerdì 22 maggio 2009
Roberto Simeoni

Straordinario Bellocchio! Il suo film ti sorprende continuamente, tanto è ricco di invenzioni di regia, e se l'inizio ti cattura subito, è la seconda parte, ambientata nel manicomio, che riserva le cose migliori (impagabile la scena con le malate che urlano "all'armi siam fascisti") Grande la prova dei due attori, bellissima la fotografia che si sposa in maniera straordinaria con gli inserti d'epoca, [...] Vai alla recensione »

martedì 9 agosto 2011
mara65

Film raccomandato, ovvero appoggiato politicamente dall’Istituto Luce, ma di bassa qualità. Bellocchio ormai conferma di non aver più il talento per poter continuare a fare film. Ci inchiniamo al suo passato, ma la sua tecnica è rimasta quella di una volta, con inquadrature fisse (i pochi movimenti di macchina sono scoordinati) e poco ricercate.

domenica 31 maggio 2009
marezia

Non remate contro nella speranza che le vostre basse valutazioni cambino la media perché se anche passaste la vita a inviare commenti dai nick più disparati intanto la sostanza non ne verrebbe intaccata ma fareste una PESSIMA figura. Non ci vuole un background approfondito per apprezzarlo né una particolare venerazione per il Duce; occorrono solo una sensibilità estetica, una sufficiente capacità di [...] Vai alla recensione »

domenica 24 maggio 2009
tigre-93

molto bello il film!!

lunedì 28 settembre 2009
paapla

“Baaria” di Giuseppe Tornatore, “Fortapasc” di Marco Risi, “Il grande sogno” di Michele Placido, “Si può fare” di Giulio Manfredonia e “Il Vincere” di Marco Bellocchio: sono queste le cinque pellicole pronte a contendersi la candidatura italiana alla corsa all’Oscar per il miglior film in lingua non inglese. Uno solo sarà scelto. Io tifo per l’ottimo film di Marco Risi “Fortapasc” ma sarei felice se [...] Vai alla recensione »

domenica 9 agosto 2009
alfa7@email.it

il film da parte mia è molto particolare e duro da capire che riguarda la prima moglie di Mussolini ,devo fare i complimenti per la parte femminile a Giovanna Mezzogiorno . Un altra cosa che mi è piaciuta del film è che ci sono molte scene girate in trentino.il film da parte mia è consigliato da vedere una 2 volta per capire meglio. la mia impressione è stata: che mi swembrtava essere ritornato al [...] Vai alla recensione »

martedì 26 maggio 2009
Nilsnicola

Dispiace che un film del genere sia stato accolto così tiepidamente dalla critica. Ma sicuramente sarà un film che resterà. Perchè è un film sul cinema (indimenticabili il telo sulla volta della chiesa che proietta Christus del 1916 e la Mezzogiorno straziata che guarda il monello di Chaplin). Perchè soprattutto è un film popolare. Cosa dire del montaggio? Innovativo, veloce e ricco di trovate visive [...] Vai alla recensione »

domenica 24 maggio 2009
marezia

Che dire! Palma d'Oro a parte, il resto rientra nei giochi del dietro le quinte; l'italia ha avuto l'anno scorso il plauso per mediocrità che però facevano al caso dell'annoso problema della diffusione del Cinema italiano nel mondo e adesso che meritava DAVVERO non ha ottenuto nessun risultato. Evidentemente il sesso perverso e il genio Tarantino hanno avuto più peso in questa vetrina sfavillante ma [...] Vai alla recensione »

sabato 23 maggio 2009
genova 29

Un film eccezionale per sceneggiatura, fotografia, regia, e recitazione. Un piccolo dubbio sulla musica, ma piccolo piccolo. E' davvero un capolavoro e resterà nella storia. Era da Mamma Roma che non vedevo un film italiano talmente forte, sincero e necessario

sabato 23 maggio 2009
marezia

Devo dire che questa volta la selezione italiana per il Festival di Cannes è stata indovinata (anche se Piccioni avrebbe meritato quanto Bellocchio) perché nulla può essere più intenso e omogeneo di questo. Se la corsa è stata fatta su Tarantino è vinta, se a vincere saranno altri (e le vie della politica sono infinite) pazienza! Vedremo chi sarà ricordato tra 20 anni...

martedì 18 agosto 2009
studentessaconlaquartadiseno

Un film veramente pessimo che non e' altro che una scoperta operazione commerciale con la quale un ex giovane talento cerca disperatamente e senza crederci troppo di tornare sulla breccia. Che se ne stia a casetta piuttosto, ad accudire il giardino e i nipotini invece di far fare figuracce al povero gia' bistrattato cinema italiano (poverino); ma soprattutto.

venerdì 31 luglio 2009
yumi91

Film abbastanza deludente dato il famoso regista. Racconta la tragica storia di Ida, amante del giovane socialista Benito Mussolini. Quest’ultimo, dopo essere salito al potere, non voleva scandali ed Ida stava diventando un pericolo a causa della loro relazione passata quindi venne presto rinchiusa in un manicomio dove, dopo ben 11 anni, morì. La stessa fine la fece suo figlio Benito Albino Mussolini, [...] Vai alla recensione »

sabato 27 giugno 2009
salval

Un film intenso, travolgente. I due interpreti principali, Filippo Timi e la Mezzogiorno, sono superlativi, viscerali. Giovanna è la degna erede delle nostri più grandi attrici del passato. L'avevo vista la prima volta nel film "Del perduto amore" di Placido e mi aveva commosso per la sua bravura. Il film è montato in maniera originale, molto personale ed il risultato visivo è eccellente.

martedì 16 giugno 2009
marezia

Chiedo scusa a tutti per le mie intemperanze ma è un periodo di forte stress. Di condeguenza siete pregati di non contraddirmi e se mi ignorate è meglio. Grazie per la comprensione.

martedì 9 giugno 2009
Franky

Film mediocre con spreco ingiustificato di soldi pubblici.

Frasi
Mi chiamo Ida Dalser, sua eccellenza Mussolini è mio marito.
Una frase di Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno)
dal film Vincere - a cura di Francesco C.
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

Chi vince in Vincere di Marco Bellocchio? Non Benito Mussolini, finito appeso per i piedi in piazzale Loreto a Milano. Non la sua donna (forse moglie) Ida Dalser, finita a 57 anni per emorragia cerebrale nel manicomio di Venezia, dopo esser stata per 11 anni respinta, spiata, pedinata, privata di tutto, separata per sempre dal figlio, reclusa tra monache complici e malate di mente: senza mai cedere [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

È quasi il Novecento di Marco Bellocchio. Non un affresco epico contadino, bensì un duetto «da camera» metropolitano, di oltre due ore. Una tragedia rigonfia di passione e sentimento, come un melo di Raffaello Matarazzo, mai di sentimentalismo. Vincere è un poema dark sul duplice omicidio legalizzato, mandante il duce, di Ida Dalser e Benito Albino Mussolini.

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Il film di Marco Bellocchio «Vincere» racconta, più che il presunto matrimonio religioso del duce, la buia ascesa di un uomo che approfittò della Grande guerra per smania di dominio. Dal buio emergono indistinte figure "in marcia". Intanto, rivolto a Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno), Benito Mussolini ( Filippo Timi) fantastica sul proprio futuro, sicuro di una grandezza che oscurerà Napoleone.

Paola Zanuttini
Il Venerdì di Repubblica

Il regista è in concorso con «Vincere», storia della donna che diede un bambino a Mussolini. Uno scandalo, soffocato, che portò madre e figlio a morire in manicomio. E una riflessione sul potere di sempre. Marco Bellocchio si è innamorato di Ida Dalser perché era una seccatrice. Irresistibile, nel senso che non si arrese mai. Tragica, perché finì malissimo.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

In "Vincere" Marco Bellocchio racconta da quali infamie possa essere segnata l'esistenza di un vincente; e racconta una donna coerente sino alla morte, incapace di compromessi e opportunismi. Ida Dalser, amante (forse moglie) di Mussolini giovane socialista e poi fascista, madre di un suo figlio, pronta a vendersi tutto per aiutarlo a pubblicare "Il Popolo d'Italia", appassionata: ma un intralcio per [...] Vai alla recensione »

Maurizio Ermisino
La Rinascita della Sinistra

E' un corpo anti-iconico, o ante-iconico, quello del Mussolini di Vincere. Incarnato da un Filippo Timi ancora (dopo Come Dio comanda & Salvatores) incredibilmente somaticamente fascista dall'occhio affebbrato e infervorato, è un Mussolini diverso da quello noto. E' il Mussolini prima di diventare Duce, con i capelli e i baffi, socialista e direttore dell'Avanti, nella Milano della Prima guerra.

Valerio Caprara
Il Mattino

Un film assai elaborato, complesso e stimolante, ancorché alterno sul piano dell'emozione e della comunicativa; ma certo un film dotato di una cifra stilistica rara e raffinata. «Vincere» conferma, innanzitutto, come Marco Bellocchio da una parte resti fedele ai temi-chiave della propria personalità artistica (l'autoritarismo delle istituzioni e la rabbia antiborghese) e dall'altra tenda sempre a rimettersi [...] Vai alla recensione »

Jean-Luc Douin
Le Monde

"Vincere" : Mussolini et sa famille cachée, le fascisme incarné Nouveau prétendant à la Palme d'or, Vincere, de Marco Bellocchio, raconte un épisode de la vie de Benito Mussolini que les livres d'histoire n'ont guère traité. Celui des relations secrètes entre le "Duce" et Ida Dalser, une jolie esthéticienne avec laquelle il vécut une passion et qu'il répudia en accédant au pouvoir.

Enzo Natta
Famiglia Cristiana

«Eppure continuai, continuammo, innamorati pazzi, a credere in Mussolini…». Come in Vincere di Marco Bellocchio, la stessa illusione è contenuta in Solleone di guerra (Mauro Paguai editore), racconti dello storico Paolo Buchignani in cui figura una biografia romanzata di Marcello Gallian, fascista deluso e scrittore emarginato, antieroe di una rivoluzione tradita e vittima del "grande ingannatore". [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Due Mussolini, uno vero e uno finto, ma spesso sorprendente grazie a un Filippo Timi sulfureo e perfino simpatico. Due parti, una dedicata alla "preistoria" del duce, prima e durante la Prima guerra mondiale, una al tiranno trionfante. Due vittime, Ida Dalser e suo figlio Benito Albino Mussolini, il figlio avuto dal Duce, prima riconosciuto poi disconosciuto, perseguitati, cancellati, internati in [...] Vai alla recensione »

Jacques Mandelbaum
Le Monde

Le nouveau film de Marco Bellocchio, qui fut bien avant Nanni Moretti l'enfant révolté du cinéma italien, est une oeuvre magistrale, un geste stylistique, poétique, politique d'une rare envergure. L'histoire de Vincere, film en compétition au dernier Festival de Cannes (aucune récompense), qui ne paie a priori pas de mine, déterre un chapitre méconnu de la vie privée du dictateur italien Benito Mussolini [...] Vai alla recensione »

Natalia Aspesi
La Repubblica

Mussolini si affaccia al balcone e una folla immensa lo applaude: è una fantasia, o una premonizione, o una personale certezza, perché in quel momento la piazza è vuota e il futuro duce è completamente nudo, visto da dietro anche con un bel sedere, e ha appena fatto l' amore, a lungo, con molti gemiti, i celebri occhi di fuoco sempre scomodamente spalancati nell' amplesso, la mascella volitiva già [...] Vai alla recensione »

David Denby
The New Yorker

In Marco Bellocchio’s “Vincere,” the handsome young Benito Mussolini (Filippo Timi), a fiery Socialist years away from taking power, makes love to his mistress, Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno). As she becomes aroused, he doesn’t look at her, or even into her eyes to see a reflection of his own glory, but over her head. Later, he walks naked to a balcony and “sees” a vast crowd in an empty square [...] Vai alla recensione »

Alessia Brandoni
La Rinascita della Sinistra

Che il vissuto politico sia ormai resuscitato nel cinema italiano, negli anni in cui l'Italia è attraversata da una crisi economica, politica, ed etica senza precedenti, è fatto che non può che rallegrare, oltre a dimostrare ancora una volta come l'arte possa trovare fecondo nutrimento dai periodi di "crisi". E se lo scorso anno è stata la volta di Garrone e Sorrentino, ora invece è Marco Bellocchio [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Cos'ha di interessante la storia di Ida Dalser, forse moglie segreta di Benito Mussolini e sicuramente madre di suo figlio Benito Albino, al di là della dinamica tra un qualunque uomo bigamo e una qualunque donna fiduciosa che vende il suo salone di bellezza, i gioielli e le case per finanziare i sogni di lui, senza farsi garantire da un matrimonio? La risposta, purtroppo, non si trova nel film, fin [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Dopo la follia per lutto in Antichrist di Lars von Trier, la follia per abbandono in Vincere di Marco Bellocchio. Unico film italiano in concorso, Vincere condensa le angosce dell'ormai lunga vita del regista in un film meno lungo, due ore e otto minuti, ma riducibile con notevole giovamento, se alle spalle di Bellocchio ci fosse stato un produttore di polso.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Vincere di Marco Bellocchio condensa le angosce del regista in un film che si poteva ridurre di mezz'ora, con notevole giovamento, se alle spalle di Bellocchio ci fosse stato un produttore di polso. Infatti Vincere è fardellato di brani documentari, noti da chi li capisce, molesti per gli altri. E poi, insistendo che la vicenda di Ida Dalser (Giovanna Mezzogiorno) è strettamente connessa con Benito [...] Vai alla recensione »

NEWS
NEWS
mercoledì 22 luglio 2009
Gabriele Niola

Maschio e femmina, dinamico e tranquilla. Le due facce del cinema In attesa dell'arrivo oggi di Milo Manara e Christina Ricci raccontiamo della curiosa esperienza regalata ieri dal festival di Giffoni.

LIBRI
venerdì 22 maggio 2009
Pierpaolo Simone

La recensione *** La storia e la smania di potere. Il privato occultato da una deriva dittatoriale scritta - col sangue - sui libri di scuola. La vicenda narrata da Alfredo Pieroni – corroborata da importanti documenti reperiti qualche anno dopo la fine [...]

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