L'odio

Film 1995 | Drammatico, +16 95 min.

Regia di Mathieu Kassovitz. Un film Da vedere 1995 con Abdel Ahmed Ghili, Saïd Taghmaoui, Hubert Koundé, Vincent Cassel, Karim Belkhadra. Cast completo Titolo originale: La haine. Genere Drammatico, - Francia, 1995, durata 95 minuti. Uscita cinema lunedì 13 maggio 2024 distribuito da Cat People. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,59 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 12 aprile 2024

Gioellino del cinema francese, da molti considerato un vero e prorpio capolavoro, si è aggiudicato il premio per la regia al Festival di Cannes 1995. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office L'odio ha incassato 732 mila euro .

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Consigliato sì!
3,59/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,67
CONSIGLIATO SÌ
Kassovitz osserva la banlieue senza paura di sporcarsi le mani, in un film folgorante, che non dà tregua.
Recensione di Annalice Furfari
Recensione di Annalice Furfari

Una giornata in una delle tante banlieue parigine. Un giorno uguale a molti altri per l'ebreo Vinz, il maghrebino Said e il nero Hubert. Se non fosse che un loro amico, il sedicenne Abdel, è stato pestato dalla polizia in seguito agli scontri della notte precedente e adesso è sospeso tra la vita e la morte in ospedale. Durante i tumulti, Vinz ha trovato la pistola persa da un agente. Il ragazzo giura che la userà per vendicarsi, nel caso in cui Abdel muoia.
Un film folgorante, con dialoghi battenti, dal ritmo teso e serrato, che non lascia un attimo di respiro, girato in uno splendido e funzionalissimo bianco e nero, sporco e allucinato. Perché non c'è spazio per le sfumature e tanto meno per i colori, nel mondo svelato dal giovane talento francese Mathieu Kassovitz. Un mondo dove non si va tanto per il sottile: due fazioni in lotta; da una parte "noi", dall'altra "loro". Tutti cattivi, nessuno buono, nessuno condannato, nessuno assolto. Non c'è cieca adesione nello sguardo del regista, né giudizio morale. Solo un estremo e spietato rigore realistico nel tratteggiare uno spaccato sociale, senza mai scadere nel sociologismo spicciolo. Con un occhio a tanta cronaca francese e al meglio del cinema americano di genere, omaggiato nelle citazioni di Scarface di Brian De Palma, Il cacciatore di Michael Cimino e soprattutto Taxi Driver di Martin Scorsese, in quella scena di Vinz allo specchio che rifà Robert De Niro e fa esplodere tutta la bravura e l'intensità drammatica che consacrano il talento di un giovane Vincent Cassel.
Kassovitz, meritatamente premiato per la migliore regia al Festival di Cannes, osserva la banlieue con la giusta distanza, senza spingere all'identificazione con i suoi protagonisti, ma con il coraggio di chi non teme di sporcarsi le mani - e la faccia, come accade al naziskin da lui stesso interpretato - evitando così il pericolo di un freddo distacco di superiorità. Il risultato è un film duro, ottimamente congegnato, stilisticamente perfetto, con una superba direzione attoriale. Un film coinvolgente, in cui i movimenti nervosi della macchina da presa e il montaggio serrato non lasciano tregua, così come il ritmo rap dello slang tipicamente periferico parlato dai protagonisti. Tre sbandati che provano, in maniera diversa, a stare a galla in un mondo condannato alla marginalità, destinato all'invisibilità, all'indifferenza infastidita della Parigi bene e all'incuranza della politica che si limita ad affidarlo ai trattamenti "speciali" della polizia, pronta a sfogare in periferia il peggio di sé. In un contesto metropolitano underground da guerriglia urbana, Vinz, Said e Hubert agiscono da soldati armati dall'odio, il proprio e quello altrui, in bilico tra la voglia di rispetto e la rassegnazione all'immutabilità della propria condizione. I tre si muovono in un tempo che corre vacuo, scandito da un orologio extradiegetico, svuotato dall'insensatezza dei loro discorsi e dalla vacuità di uno sguardo che non ha nessun posto dove andare, nessun futuro da afferrare, in quella discesa continua verso il basso in cui il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.

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Le disperate banlieues parigine nel film che ha consacrato il talento di Mathieu Kassovitz.
Recensione di Pierfranco Bianchetti

In un quartiere periferico parigino (i francesi li chiamano le cité), scoppia il vento della rivolta dopo il pestaggio del sedicenne Abel da parte della polizia. I giovani della banlieu scendono in strada e si battono tutta la notte con gli agenti. Tra loro ci sono tre amici: l'ebreo Vinz, il maghrebino Said e il nero Hubert, un trio di sfigati, disoccupati, arrabbiati e senza futuro. La giornata balorda dei tre giovani disperati ha inizio quando Vinz, che ha trovato una pistola d'ordinanza persa da uno sbirro durante gli scontri, decide di usarla. Diretto da Matthieu Kassovitz, un venticinquenne di talento, in un bianco e nero splendido, e parlato con un dialetto non facile da tradurre, L'odio è un film durissimo che ha totalizzato milioni di spettatori in Francia, ottenendo anche il premio per la miglior regia a Cannes nel 1994.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 26 marzo 2009
I'Para

E'la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani, e a ogni piano, mentre cade, l'uomo non smette di ripetere: "Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene". Ma il problema non è la caduta: è l'atterraggio. E' la storia di una società, la nostra, che cade, cade e cade a precipizio. Sebbene sia consapevole di cadere, fa finta che vada tutto bene, che sia tutto [...] Vai alla recensione »

martedì 18 agosto 2009
zema89

La haine ovvero l'odio non è altro che un piccolo capolavoro. Piccolo perchè a parer mio passato troppo inosservato, e perchè realizzato con un budget modesto e quindi privo degli effetti speciali o delle immagini computerizzate alle quali ormai tutti sono abituati. Eppure proprio per questo il film si presenta duro e crudo come la realtà, ad eccezione di un bianco e nero che sembra voler rispecchiare [...] Vai alla recensione »

domenica 26 settembre 2010
galaxyofbubbles.blogspot.com

Banlieue parigina, un ragazzo viene pestato a sangue dalla polizia durante un'interrogatorio e finisce in coma profondo..è la fiamma che scatena una violentissima sommossa urbana contro le forze dell'ordine e che fà da premessa a questo rovente film d'esordio di Kassovitz (La Haine). Durante i tumulti un agente perde la pistola d'ordinanza ed è proprio Vinz, un [...] Vai alla recensione »

giovedì 29 marzo 2012
oldpulp

Il film, che ha consacrato il mancato talento di Mathieu Kassovitz, è non solo un gran film, è una metafora su una malsana società, nella quale odio porterà sempre a altro odio, l'uomo cadrà sempre più in basso e ad ogni piano si ripeterà sempre "fino a qui tutto bene" fin quando arriverà alla fine, all'annullamento stesso dell'uo [...] Vai alla recensione »

lunedì 6 novembre 2017
FedericoMSDelVecchio

 Ci sono un nero, un arabo e un ebreo. Non è l’inizio di una barzelletta da Bar dello Sport, sono i protagonisti de “L’odio”, film in cui verrà descritta la loro giornata successiva alla guerriglia con la polizia, causata dal grave ferimento del sedicenne Abdel durante un interrogatorio. Vinz(Vincent Cassel), Saïd e Hubert sono degli aspiranti rivoluzion [...] Vai alla recensione »

giovedì 25 maggio 2017
Parsifal

M: Kassovitz è il demiurgo unico e solo di questa memorabile opera del 1995. Girato in bianco  e nero per motivi di rigore stilistico, al fine di descrivere pienamente, dal punto di vista strettamente visivo, le atmosfere difficili e contrastanti dell' ambiente in cui si svolge gran parte della vicenda narrata, ovvero le banlieu parigine.

giovedì 22 gennaio 2015
NOA84

La storia di un ragazzo pestato a sangue dalla polizia, gesto che accresce ancora di più l'odio dei giovani delle banlieue verso le forze dell'ordine che in quei contesti, allora come oggi dovendo imporre la loro autorità riescono a dare il peggio. Il film offre uno spaccato di vita del ghetto francese, con le dure regole della strada, una triste realtà che fa da cornice ad un' apparentemente normale [...] Vai alla recensione »

martedì 29 aprile 2014
Filippo Catani

Banlieue parigina. Tre ragazzi vivono di espedienti fin quando uno di loro recupera una pistola persa da un poliziotto la sera precedente durante gli scontri che hanno ridotto in fin di vita un loro amico. Il giovane ha tutta l'intenzione di volersi vendicare contro l'odiata polizia. Ambientato all'interno di una singola giornata e in bianco e nero, questo film raccontava con grande lucidit&agr [...] Vai alla recensione »

martedì 23 novembre 2021
Dandy

Secondo film per Kassovitz,che in seguito non è più riuscito a raggiungere certi livelli.Ispirato a fatti reali,uno spaccato spiccio e realistico della gioventù della banlieue(la periferia parigina),scandito dall'indicazione dello scorrere del tempo nell'arco di quasi 24 ore.I protagonisti sono i classici giovani incazzati col mondo,che vivono alla giornata sopportandosi [...] Vai alla recensione »

venerdì 29 settembre 2017
Noia1

Una giornata nella malfamata zona periferica di una città francese, non la peggiore o la migliore, una come tante immerse nella propria cinica quotidianità. Mathieau Kassovits si è un po’ perso per strada, saranno i soldi o forse l’autocompiacimento solito a cui costringono questi tempi esasperatamente esaltanti. Resta il fatto che quando sul biglietto da visita c’&eg [...] Vai alla recensione »

sabato 14 luglio 2012
brando fioravanti

Il film si apre con una storia. Un uomo cade dal cinquantesimo piano e ad ogni piano per farsi coraggio dice fino a qui tutto bene,il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. Tre giovani di etnie diverse vengono ripresi durante il corso della giornata. Vengono continuamente mostrati gli oarari come se stessero cadendo e la tragedia finale fosse l'atterraggio.

martedì 3 febbraio 2015
ultimoboyscout

Kassovitz racconta la giornata media di tre balordi proletari, tre vite alla deriva nella banlieu parigina. Film non eccezionale ma visivamente potente, nervoso e a tratti disturbante, uno dei primi a mettere il mirino sulle periferie delle grandi città francesi. Lo stile è molto particolare, fatto di attori non bravi ma adattissimi, dialoghi ben ritmati e un bianco e nero che è [...] Vai alla recensione »

sabato 10 marzo 2012
Rescart

Quando un corpo cade dall’alto il problema vero non è l’atterraggio (quello in teoria potrebbe dipende solo dalla durezza del suolo) ma l’aumento progressivo della velocità che, se non fosse per l’attrito dell’aria, potrebbe arrivare a migliaia di chilometri l’ora. La saggezza popolare e un po’ naif del giovane aspirante pugile nero, nasconde una verità che solo i libri di scuola potevano rivelare. [...] Vai alla recensione »

domenica 5 dicembre 2010
ralphscott

Stile di ripresa "nervoso",senza fronzoli,montaggio serrato,fotografia livida. Tutto sommato ne esce un buon film,forse in parte già superato. Cassel mostrava già una gran stoffa di attore

mercoledì 13 maggio 2009
Sinkro

Regia perfetta, fotografia magnifica ottimo film per riflettere poi ognuno trae le proprie conclusioni. Kassovitz c'ha preso in pieno con questa pellicola. Consigliatissimo ma... non fatevi prendere troppo la gola, tutti gli altri suoi film sono ciofecate!

martedì 18 ottobre 2011
paride86

Asciutto, crudo e terribile ritratto del degrado sociale delle periferie francesi - e non solo. Qualche anno fa è stato giustamente trasmesso sul canale parlamentare francese come documentario, e infatti di questo si tratta: è una storia che dovrebbe far riflettere soprattutto chi ci governa. Vincent Cassel è un attore straordinario, e qui ne dà una delle prove più [...] Vai alla recensione »

domenica 31 ottobre 2010
Taras Bulba

Un film dal tema pesante, comunque bello, avvincente, attori bravissimi.

martedì 16 giugno 2015
davidino.k.b.

film attualissimo,descritto con conoscenza delle periferie estreme che si equivqlgono in tutti gli agglomerati delle metropoli

mercoledì 9 gennaio 2013
zukka

ancora geniale

sabato 11 febbraio 2012
Argan

Un buon film, la sceneggiatura è eccellente, bravi gli sceneggiatori Kassovits e Taghmaoui (interpreta Said), anche se gli attori non sono fenomenali, lo stesso Vincent Cassel che ha dimostrato in più pellicole il suo potenziale, qui non si esprime al massimo, così come gli altri due attori protagonisti, finale inaspettato... che mi ha sorpreso positivamente, alcune scene sono [...] Vai alla recensione »

martedì 26 gennaio 2010
sawyer88

L'odio documenta una giornata tipo nella periferia parigina  un film a sfondo sociale dove vengono mostrate le tensioni del malcontento cittadino .Scontri tra cittadini e polizia sono all'ordine del giorno.   Un vero esempio di regia da parte di Mathieu Kossowitz che comunica un messaggio negativo.Al termine della visione penso che  chiunque  abbia riflettuto su una [...] Vai alla recensione »

martedì 17 novembre 2009
P.A.N.I.C.O.

Un film davvero ricco di significato dove viene proiettata la vita di tre giovani ragazzi nelle periferie francesi. La pellicola ci fa intendere il concetto di odio su due fronti. Quello di vinz che rappresenta la parte dei ragazzi "ribelli" di questa società, oppressi da un sistema di vita degradato, dove l'autorità viene rappresentata come fonte di oppressione.

venerdì 27 marzo 2009
Elvis shot JFK

capolavoro......

sabato 4 giugno 2022
f.vassia 81

Fotografato in un bianco e nero carico di soffusa amrezza, un crudo ed esaustivo squarcio sulla desolazione,la frustrazione, la violenza e la rabbia repressa che caratterizzano la banlieue parigina, diretto con uno stile studiatissimo, ricco di trovate brillanti e fulminanti, spesso ironiche ma mai debordanti; ed è davvero incisiva la direzione degli attori, sapientemente manovrati perché [...] Vai alla recensione »

martedì 15 febbraio 2022
blowup

Può un film noioso da morire essere bello? Io dico di no. Il cinema, come forma espressiva, è indissolubilmente legata allo spettacolo. Qui assistiamo per un'ora e mezza ad una noiosissima giornata di tre ragazzi che bighellonano per tutto il giorno, non facendo nè dicendo nulla che valga la pena ricordare. La descrizione dello spaccato è ineccepibile, ma per arrivare [...] Vai alla recensione »

domenica 14 febbraio 2021
Mr.Rizzus

capolavoro

martedì 13 maggio 2014
Laion90

Un film che lascia il segno e si fa ricordare, il titolo è uno dei più azzecati mai visti, l'odio è ,appunto, il filo che conduttore del film che unisce i tre protagonisti ma è anche ciò che li divide dal resto del mondo. Questo fa si che i tre sentano, pur nella loro piccola realtà, che il mondo appartenga a loro ma scopriranno, a loro spese ,che non è [...] Vai alla recensione »

domenica 12 gennaio 2014
block

Modestissima rappresentazione della bruttura umana. Volgarità e banalità del degrado umano. Come si fa a concepire un simile film. Urlante di insulso turpiloquio, con la profondità di una pozzanghera maleodorante, senza nessun profilo psicologico attinente all'Uomo, ma soltanto documentaristico sulla "bestia" umana. E' realtà, d'accordo, ma anche riprenderea 2 ore un gabinetto della stazione termini [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 maggio 2012
Yltor

Un film spigoloso, per quanto in linea con la tematica. Dal punto di vista della regia è fastidioso. 

Frasi
È la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani... A ogni piano, mentre cade, l'uomo non smette di ripetere: "Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene". Questo per dire che l'importante non è la caduta ma l'atterraggio.
Una frase di Hubert (Hubert Koundé)
dal film L'odio
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

In bianco e nero, un giorno e una notte nella vita parigina di quei ragazzi della periferia senza studi e senza lavoro e senza niente, isterizzati dal vuoto e dall'assenza d'ogni collocazione sociale, nevrotizzati dalla mancanza di futuro, facilmente delinquenti perché privi di soldi, che in ogni metropoli del mondo mettono tanta paura agli altri, agli integrati.

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Tre sono i "difetti" di Mathieu Kassovitz. A soli 28 anni è del tutto padrone della macchina da presa. Kassovitz è troppo bravo, dunque. Almeno lo è dal punto di vista d'una critica afflitta da volontà di potenza, irritata perché non può distribuire giudizi e voti stando un paio di metri al di sopra dell'opera e dell'autore. In secondo luogo, e dallo stesso punto di vista, Kassovitz è troppo furbo, [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Non si conosce davvero Parigi se non si è stati almeno una volta nella banlieue, la sua immensa periferia. Tante città giardino, certo, ma anche tanti ghetti riservati alle ultime ondate di immigrati. Palazzoni tutti uguali, paesi-dormitorio, treni metropolitani che fanno la spola con il centro della città, luogo mitico abitato da gente di altra razza, i ricchi ai quali tutto pare permesso.

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venerdì 12 aprile 2024
 

Gioellino del cinema francese, da molti considerato un vero e prorpio capolavoro, si è aggiudicato il premio per la regia al Festival di Cannes 1995. Vai all'articolo »

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miglior regia
Festival di Cannes
1995
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