Ecco che cosa scrive Danilo Donati in occasione della morte di Marione Amendola.
È morto "Marione" Amendola, sceneggiatore di chissà più quante dozzine se non centinaia di film. Dapprima in coppia con Ruggero Maccari (destinato in seguito a più qualitativi destini assieme a Ettore Scola), e negli ultimi anni con Bruno Corbucci (e non Sergio come scrive oggi il Corriere della Sera, la cui redazione spettacoli avrebbe il dovere di essere un po' meglio informata). Formato a quella grande scuola di ritmo, battute e gag che era la "rivista", Amendola era uno degli ultimi autori del nostro cinema a non aver mai pensato di essere qualcosa di più di un bravo e onesto artigiano. Ciò significa da una parte sana umiltà, ma nello stesso tempo vera padronanza di tutti i "fondamentali". Il buon artigianato, che è sostanzialmente il conoscere a fondo il proprio mestiere, è secondo me la spina dorsale del cinema americano, che nella qualità media dei suoi autori s'é perfino in qualche modo rafforzato attraversando l'esperienza della televisione. Da noi ho paura sia successo esattamente il contrario.
Per ovvii motivi evito di solito di parlar male di gente con cui divido mestiere e passaporto: ma negli ultimi mesi ho visto troppi "ambiziosi" film italiani incredibilmente rozzi, sgrammaticati, pretenziosi e dilettanteschi, fatti da gente incapace di costruire una storia e dei personaggi, e di far recitare attori che pure oggi qui abbiamo numerosi e bravi come forse mai prima. I pochi film nostri che di recente hanno avuto un mercato all'estero si chiamano Cinema Paradiso, Ladro di bambini, Mediterraneo, perfino Johnny Stecchino. Non sono capolavori, sono solo buoni film fatti bene. Negli anni in cui il prodotto medio-basso era quello dignitosissimo di Amendola e Mac, di film di quel livello e qualità se ne giravano almeno otto o dieci in un anno. Forse è un dato da meditare, per quel che serve. Per chiudere su una nota meno funerea, vi dirò che Carlo Ludovico Bragaglia, straordinario personaggio del nostro teatro e cinema, ha appena "consumato", per citare le sue parole, metà del suo centesimo anno. Farà un secolo a luglio, ed essendo ancora vispo come un grillo c'é da scommettere che ce la può fare.
Auguri.