È uscito in sala Mistero a Crooked House e, dal 30 novembre, arriverà Assassinio sull'Orient Express. Entrambi tratti dai suoi romanzi.
di Pino Farinotti
"Sei tu che mi abbandonasti, al Cairo". Una battuta come questa, ai nostri giorni, che si tratti di letteratura o di cinema, difficilmente verrebbe accettata. Ma se fa parte di una storia di Agatha Christie, allora tutto cambia. Perché la scrittrice inglese ha imposto regole sue, che comandano, dalle quali non si può prescindere. E, comunque "vanno bene". Eterna Agatha. Il 30 ottobre è stato distribuito nelle sale Mistero a Crooked House, per la regia di Gilles Paquet-Brenner, tratto da un inedito - sì c'è ancora qualche inedito - della signora inglese. Non solo, il 30 novembre arriverà Assassinio sull'Orient Express, terza edizione, dopo quella del 1974 di Sidney Lumet e quella televisiva del 2010 firmata da Philip Martin. "L'Orient", insieme al "Nilo" e ai "Dieci piccoli indiani", sono i titoli che più identificano l'opera generale della Christie. Inserto dovuto su Agatha: è lo scrittore più letto al mondo dopo gli istituzionali, chiamiamoli così, come la Bibbia e il Corano o monumenti come Omero e Shakespeare. In questa epoca viene insidiata da campioni di best seller come Dan Brown e Stephen King, ma credo che debba ancora passare del tempo prima del... ricongiungimento.
E poi i film: fra grande e piccolo schermo sono centinaia. Anche in quella disciplina, nessuno come lei.
"Crooked" è un racconto in perfetto stile-Christie. Ambiente vittoriano, il maniero dei lord e dei sir, la famiglia in tre generazioni, il patriarca prepotente e crudele, i figli succubi, i nipoti debosciati. La novità è una bambina più intelligente e contorta degli adulti. Charles Hayward, un giovane detective riceve da Sophia, quella che lo aveva abbandonato al Cairo, l'incarico di trovare l'assassino del nonno patriarca, di certo un famigliare. Alla fine ci riesce muovendosi un po' fra Marlowe, Poirot e... Barnaby. Poco Poirot, purtroppo. Una citazione per il protagonista, è Max Irons, figlio di Jeremy, discreto. Un nome che va fatto è senz'altro quello di Julian Fellowes, sceneggiatore, un fuoriclasse. Bastano poche informazioni, la firma su Gosford Park del 2001, diretto da Robert Altman, che gli ha portato l'Oscar per la migliore sceneggiatura. E poi Downton Abbey, la serie-culto, che gli ha portato l'Emmy. Quell'ambiente di prestigio vittoriano gli è dunque del tutto congeniale.
Il film è un compito ben eseguito, ma non è un "Orient Express". Dove l'impegno produttivo è di ben altra portata, così come i nomi in gioco. Per cominciare la regia: livello molto alto, Kenneth Branagh, che fa anche Poirot, e certo lo fa bene. In retrospettiva ecco il Poirot di Lumet, che era Albert Finney, troppo aitante per quella parte, infatti venne invecchiato e ingobbito. Nel televisivo c'era David Suchet, che, per numero di titoli si è impadronito del ruolo. Non era nell'"Orient" ma era nel "Nilo" e in altri film: è Peter Ustinov, che ha lasciato segnali profondi.
La vicenda dell'"Orient" è conosciuta, l'assassino... sono tutti i viaggiatori in un complotto che viene da lontano. Chi vedrà il film ne sarà al corrente, ma non ha nessuna importanza. La Christie sorpassa anche la sorpresa finale: vale il suo racconto, i suoi caratteri e la sua storia.
Se ti appresti a vedere un film "suo" parti già con un pregiudizio felice, e non è poco. I due film valgono un confronto in termini di partecipazioni. Il primo era un contenitore di divismo, almeno una dozzina di superstar, anche il secondo è ricco e non voglio dare giudizi secondo discrezione -non intendo essere il solito passatista- sto ai nomi, ai ruoli più importanti. Di Poirot ho già detto. Rispetto ai personaggi dico che l'ucciso nel '74 era Richard Widmark, adesso è Johnny Depp. A fronte di Sean Connery c'è Leslie Odom Jr.. E poi Lauren Bacall - Michelle Pfeiffer; Jacqueline Bisset - Lucy Boynton; Anthony Perkins - Josh Gad; Michael York - Sergei Polunin. Lascio ai cinefili di due generazioni il compito di valutare il peso delle stelle e della qualità. Comunque, di oggi o di allora, l'"Orient express" è bene vederlo: è di Agatha.