La saga è riuscita nel tempo anche a raggiungere un pubblico globale, grazie a cast multietnici e ambientazioni fuori dagli States.
di Mariangela Carbone, vincitrice del Premio Scrivere di Cinema
Era il 2001 quando Dominic Toretto (Vin Diesel) schiacciava per la prima volta l'acceleratore sulla sua Mazda RX-7 rossa fiammante per le strade di Los Angeles. A sedici anni di distanza, Fast and Furious, una delle saghe più longeve, popolari e redditizie di Hollywood, torna sul grande schermo con un ottavo episodio - il primo girato dopo la morte di Paul Walker - affidando la regia a Gary Gray, con il consueto appuntamento primaverile.
Le corse clandestine di Dom e familia, in cui gli sfidanti combattevano Race Wars a suon di rombi di motori truccati e potenziati con protossido d'azoto, sono ora sostituite da scontri a distanza, con nemici che innescano ordigni premendo bottoni dalla cabina di un aereo e hackerano computer di tutto il mondo.
Il ruggito delle automobili tra le strade e i garage sotterranei sono ormai quasi un'eco, un rumore lontano coperto dal fragore di continue esplosioni; le automobili non sono più le vere protagoniste, ma ridotte quasi ad accessorio, giocattolo, simbolo di ricchezza e potenza.
Nei primi episodi della saga gli sceneggiatori si preoccupavano, se non di mantenere credibilità, almeno di rispettare qualche legge della fisica, adesso invece quello che conta è stupire sempre di più lo spettatore, che sia un appassionato della serie o un nuovo "adepto", non importa. Se alle donne mozzafiato con curve in bella mostra si aggiungono scene catastrofiche e inseguimenti adrenalinici, il gioco è fatto.
Il primo e il secondo film (del 2001 e del 2003) somigliavano più a puntate del videogioco "Gran Turismo" che a episodi di una serie cinematografica: c'era spazio solo per acceleratore e frizione, cambio marcia e tachimetro, inquadrati a ritmo di musica frenetica.
Adesso l'occhio dello spettatore guarda "da lontano" ed è chiamato a seguire sparatorie e sterzate di auto blindate, motociclette e carri armati, che si inseguono su ghiacciai russi, con tanto di sottomarini e missili deviati a mani nude, in una sfilza di esplosioni gigantesche e scazzottate perenni, che stravolgono lo spettatore fino a stordirlo.
Se agli inizi il brand Fast and Furious si rivolgeva a un pubblico principalmente americano (e perlopiù giovanile), immersa com'era nello scenario urbano losangelino, con il passare degli anni - e adesso più che mai - è arrivata a raggiungere un pubblico globale, complice anche la scelta di cast multietnici e ambientazioni fuori dai confini americani, con l'aggiunta, stavolta, di star del calibro di Charlize Theron, Kurt Russell e Helen Mirren, alla loro prima apparizione nella saga.
Alcuni episodi finali lasciano supporre che le imprese della familia di Dom non siano finite qui: le date di uscita dei prossimi, e ultimi, due episodi sono infatti già state annunciate. Faticando a prevedere cosa altro riusciranno ad affrontare i membri della squadra (forse le prossime scene d'azione saranno girate su Marte?), non resta che aspettare di vedere fino a che punto si spingeranno la fantasia e l'audacia degli sceneggiatori.