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Venezia 70, l'Italia secondo Amelio

Oggi in concorso L'intrepido e The Unknown Known.
di Annalice Furfari

Scarlett Johansson a Venezia per Under the Skin, presentato in Concorso.
Scarlett Johansson (Scarlett Ingrid Johansson) (39 anni) 22 novembre 1984, New York City (New York - USA) - Scorpione. Interpreta Laura nel film di Jonathan Glazer Under the Skin.

mercoledì 4 settembre 2013 - News

Tanto divismo e poca sostanza. Attesissima ieri al festival di Venezia l'attrice Scarlett Johansson, fascinosa e inavvicinabile protagonista di un autentico bagno di folla. Nonostante la sua eterea presenza, il film per il quale ha indossato vesti aliene non è stato risparmiato dai fischi della critica. Under the skin dell'inglese Jonathan Glazer, in concorso, non è piaciuto a tutti. La storia è quella di un'aliena che percorre le autostrade a caccia di prede umane, sfruttando la sua bellezza come esca. "Mi interessava - ha affermato il regista in conferenza stampa - guardare il mondo attraverso gli occhi di un'aliena e far percepire al pubblico lo stato d'animo e il punto di vista del personaggio".

Pareri discordanti per il nuovo lavoro dell'israeliano Amos Gitai, Ana Arabia, in concorso, che colpisce per prodezza tecnica. Il film è infatti girato in un unico piano sequenza, all'interno di un ghetto di reietti che vivono felici a contatto con le cose semplici e naturali della vita, al di là del conflitto decennale che divide i loro popoli. Una piccola comunità formata da ebrei e arabi, che si affiancano e si sostengono reciprocamente, al "confine" fra Jaffa e Bat Yam, in Israele. Una scelta altamente simbolica, quella di Gitai, che utilizza il piano sequenza, senza stacchi di montaggio, per rappresentare la possibilità di una pacifica convivenza tra i due popoli contrapposti. Eppure, la dilatazione dei tempi morti smorza l'impatto emotivo della visione.

Estremamente provocatorio e destinato a non mettere tutti d'accordo, Moebius, il nuovo e attesissimo film di Kim Ki-Duk, vincitore del Leone d'oro con Pieta alla Mostra del Cinema di Venezia 2012. Crudo, violento, disturbante, Moebius racconta, praticamente senza dialoghi, la dissoluzione di una famiglia attraverso elementi da tragedia greca, complesso edipico in primis. Tra incesti ed evirazioni, il film è stato inizialmente bandito in Corea e il regista è dovuto correre ai ripari, rimuovendo circa tre minuti di scene, visti integralmente a Venezia. Eppure, Ki-Duk in conferenza stampa ha assicurato che il suo non è un film sull'incesto. "Se ci sono delle regole - ha affermato il cineasta - è giusto rispettarle, ma è un peccato che l'arte non sia libera di esprimersi. Alcuni coreani mi definiscono la vergogna del nostro cinema, ma io sono convinto che l'amore verso il proprio paese non debba spingere a chiudere gli occhi di fronte alle brutture della società. Il mio cinema è molto amato all'estero perché racconta l'umanità in maniera universale, prescindendo dalla nazionalità. È un cinema capace di esprimere lo stato di salute della società". Fuori concorso, ieri stata presentata anche l'avventura spaziale di Capitan Harlock 3D, diretto dall'apprezzato disegnatore di anime giapponesi Shinji Aramaki, trasposizione cinematografica in 3D del celeberrimo pirata spaziale creato dall'autore di manga Matsumoto Leiji.

Dopo Emma Dante, giunge oggi al Lido il secondo regista italiano in concorso. Gianni Amelio presenterà L'intrepido, analisi agrodolce della situazione del lavoro ai tempi del precariato e della disoccupazione. Una storia che il cineasta ha scritto pensando all'attore Antonio Albanese. Il comico interpreta Antonio Pane, quarantenne disoccupato che prova a sbarcare il lunario nella Milano della crisi facendo il "rimpiazzo" a chiamata. Ogni giorno lo attende, per qualche ora, un lavoro diverso, dall'autista di tram al cameriere, passando per il muratore. Con L'intrepido Amelio torna alla Mostra del Cinema di Venezia, dopo la vittoria del Leone d'Oro nel 1998 con Così ridevano, che lo ha consacrato ultimo italiano ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento.

Nell'edizione che si distingue per la presenza di ben due documentari in concorso, oggi arriva il regista Errol Morris che, dopo il successo ottenuto con The Fog of War, in cui veniva intervistato l'ex segretario alla difesa Robert McNamara, mette ora alla prova Donald Rumsfeld. The Unknown Known: The Life and Times of Donald Rumsfeld è un documentario-intervista in cui l'ex segretario alla difesa ripercorre gli episodi più importanti della sua carriera, dagli albori fino al discusso conflitto iracheno del 2003.

Fuori concorso vedremo A Promise, il nuovo lavoro di Patrice Leconte, storia sentimentale ambientata nella Germania del 1912. Un giovane laureato di umili origini viene assunto in un'acciaieria e, grazie alla sua capacità, si guadagna la fiducia dell'anziano proprietario, che lo sceglie come segretario personale. È così che il ragazzo ha occasione di conoscere la giovane moglie del padrone, bella e riservata. Ben presto tra i due nasce un'intesa. Ad accompagnare il sofisticato regista francese sul red carpet ci saranno gli attori Rebecca Hall, Alan Rickman e Richard Madden.

Sempre fuori concorso, sarà presentato il documentario Ukraina Ne Bordel di Kitty Green, che svela la verità dietro Femen, il movimento femminista che ha suscitato scalpore per le sue manifestazioni in topless. Nato nelle strade innevate di un'Ucraina post-sovietica corrotta, Femen, con la sua guerra a torso nudo contro il patriarcato, ha investito i media europei come un ciclone. La regista volge uno sguardo intimo alla vita delle donne protagoniste del movimento. Altro fuori concorso, Feng Ai di Bing Wang, ambientato in un manicomio isolato, in cui vivono rinchiusi cinquanta uomini, quasi senza avere contatti con il mondo esterno né con l'équipe medica.

Nella sezione Orizzonti vedremo La vida después di David Pablos, storia di due fratelli che si mettono in cerca della madre, con problemi psichici, scomparsa, e Eastern Boys di Robin Campillo, cronaca dell'ambiguo incontro tra un ragazzo proveniente dall'Est Europa e un uomo benestante alla stazione centrale di Parigi.

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