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Jonathan Glazer

Jonathan Glazer è un regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 26 marzo 1965 a Londra (Gran Bretagna). Jonathan Glazer ha oggi 59 anni ed è del segno zodiacale Ariete.

Pochi film, ma buoni

A cura di Fabio Secchi Frau

Considerato uno dei registi britannici più volubili della Storia del Cinema, Jonathan Glazer si è distinto con poche ma significative pellicole dallo stile narrativo-visivo nebuloso e quasi senza tempo.
Chiunque abbia visto Under the Skin, considerato il suo capolavoro e diventato in brevissimo tempo un cult, può attestare la capacità di questo autore di elevare l'ambientazione quotidiana a qualcosa di ultraterreno, combinando più generi e dando una visione spettrale dell'esistenza e di quei luoghi all'interno dei quali essa si consuma, desaturandone gli ambienti e alienandone le presenze. In questo sfondo, le azioni dei suoi personaggi appaiono sedate, quasi castrate, sotto un filtro monocromatico che trasforma anche le inquadrature più banali in bagliori eterei e, se non fosse per le scintillanti scelte musicali e di scenografia, certe scene non svetterebbero sopra altre, infestando le menti degli spettatori.
Con queste premesse, Glazer ha dimostrato di poter dare al pubblico e alla critica ciò che vuole: anacronismo, sensualità, voluminosità. Tutto intorno a un'ossatura estetica che riporta all'essenza, in un mondo arido di emozioni e connessioni umane, perché pur consentendo movimenti di camera incredibili e storie fuori dalla nostra comfort zone, il cinema di questo regista è un insieme di linee essenziali, che però sono in grado di fornire un netto agglomerato di contrasti, puntualmente riportati al qui e ora, a ciò che viviamo, a ciò che ci circonda e ci spaventa. Un alto livello di ingegnosità registica e autoriale che rappresenta una nuova anormalità in termini di messa in scena.

Studi
Jonathan Glazer nasce in una famiglia di religione ebraica a Londra, dove frequenta la Nottingham Trent University e ne esce laureato in Scenografia teatrale, che lo spingerà però a lavorare maggiormente come regista teatrale, cinematografico e televisivo.

I primi corti e gli inizi nella pubblicità
Dopo alcuni anni come montatore per una società che si occupava di realizzare trailer cinematografici e televisivi, decide infatti di scrivere e dirigere alcuni cortometraggi (Mad, Pool e Commission), unendosi poi alla Academy Commercials, una casa di produzione londinese di spot pubblicitari, dirigendo quelli per le birre Guinness e Stella Artois.

Il mago dei videoclip musicali
Da metà degli Anni Novanta, è anche autore di un significativo numero di videoclip musicali per alcuni famosi artisti di quel periodo, come i Massive Attack ("Karmacoma" e "Live with Me"), i Blur ("The Universal"), Radiohead ("Street Spirit (Fade Out)", ma soprattutto il bellissimo "Karma Police"), Jamiroquai ("Visual Insanity" e "Cosmic Girl"), Nick Cave and the Bad Seeds ("Into My Arms") e Richard Ashcroft ("A Song for the Lovers").

Il debutto cinematografico con Sexy Beast - L'ultimo colpo della bestia
Il suo debutto cinematografico avviene nel 2000, quando firma l'acclamato gangster movie Sexy Beast - L'ultimo colpo della bestia, con Ray Winstone e Ben Kingsley, su un ex rapinatore in pensione che rientra in attività per un ultimo colpo.
Seppur la sceneggiatura non sia sicuramente nuova, la critica trova il film spassoso e grandioso, mosso da una regia forte, ma non appariscente. Così, il mago inglese dei videoclip diventa un apprendista stregone del cinema, in grado di fare qualche buon incantesimo non convenzionale.

Lo scandalo con Birth - Io sono Sean
La sua seconda opera, Birth - Io sono Sean con Nicole Kidman, Danny Huston, Anne Heche e la leggendaria Lauren Bacall va incontro a uno scandalo per la scena di un bacio.
Scritti soggetto e sceneggiatura con Milo Addica e con il geniale e surreale Jean-Claude Carrière, questo titolo racconta la storia di una giovane vedova che si sta rifacendo una vita dopo il lutto coniugale, almeno fino a quando un decenne non dichiara di essere la reincarnazione del suo defunto marito. Da quel momento in poi, si inscenano ostilità, impulsi e accenni, anche erotici, tra la donna e il bambino, con una scelleratezza nascosta, ma singolare.
Glazer ha successo nello spingere lo spettatore tra il detto e il non detto, in quella striscia grigia di ignoranza e intuito, che potrebbe far credere o meno quale sia la realtà (anche soprannaturale) dei fatti. E lo fa con una lingua visiva saggia, che sottintende a spinte e agitazioni intestine individuali e familiari, che non hanno mai visto prima la luce del sole. Privilegiando primi piani e figure intere, si imposta una pellicola perspicace, con tutta la dolcezza che esige una trama difficile, quasi di fiaba.
La critica si spacca. C'è chi grida alla vergogna, chi al facile e ambiguo melodramma, mentre altri rimangono più neutrali, apprezzandone condizionamenti profondi e decolorati, in cui ogni scena, seppur cercando di risolvere lo stesso nodo drammaturgico, offre qualcosa di cinematograficamente emozionante.

Il ritorno con il cult Under the Skin
Dopo questa fatica, si prende una lunga pausa dal cinema e ritorna al settore pubblicitario, dirigendo gli spot per la Levi Strauss Jeans, la Sony, Motorola e tanti altri.
Tornerà al cinema dopo ben nove anni con il mitico Under the Skin, tratto dal romanzo "Sotto la pelle" dell'ottimo Michel Faber, trasformato in uno script dallo stesso Glazer e da Walter Campbell.
La storia di un'entità aliena che prende le sembianze femminili umane, diventando predatrice di quegli uomini che seduce e che verranno poi trasformati in nutrimento per il suo pianeta d'origine, affascina gli spettatori, lasciando invece scettica la critica.
Con Scarlett Johansson come protagonista, presentato in concorso alla Mostra di Venezia del 2013, Under the Skin è un tentativo riuscito di descrivere l'umanità con lo sguardo di chi non la conosce. Temerario e molto meno concettuale di quel che si pensi, è un atipico sci-fi esistenziale e di genere, che non disdegna elementi di politica, all'altezza delle tante introduzioni che presenta, assolutamente degno anche a livello visivo ed eccentrico il tanto giusto per rimanere indimenticabile.
La critica è però del parere contrario. Le scelte registiche hanno rovinato la trama, i temi ricorrenti nella (seppur scarna) filmografia di Glazer (l'identità e il doppio) non sono appassionanti e tutto è troppo freddo, tanto da essere definito "un'operazione inutilmente estetizzante". Nonostante questo, il film diventa un cult per la nuova generazione di spettatori che lo innalzano a capolavoro, assieme a pellicole come Suspiria di Dario Argento e Nosferatu, il principe della notte di Werner Herzog.

Un'altra pausa e poi un altro ritorno
Passerà una decina d'anni, prima che si possa ritrovare un suo film al cinema. Firma infatti nel 2023 La zona d'interesse, basata sull'omonimo romanzo di Martin Amis, presentato al Festival di Cannes dello stesso anno, ottenendo il Gran Premio della Giuria e il Premio FIPRESCI. Il film vince anche il premio Oscar come miglior film internazionale e quello per il miglior suono.
Qui, critica e pubblico sono ritornati compatti nel giudicare eccellente la storia dei coniugi Höss, che vivono in una villa, al di là del quale muro di confine si trova il campo di concentramento di Auschwitz. Difatti, il signor Höss altri non è che Rudolf Franz Ferdinand Höss, futuro criminale di guerra tedesco, membro delle SS e primo comandante del tristemente noto lager, all'interno del quale impiegò il gas Zyklon B nelle camere a gas per semplificare e velocizzare il genocidio.

Ultimi film

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