Il cinema americano protagonista della terza giornata del festival di Venezia. A catturare i riflettori sul red carpet, ieri, è stato Nicolas Cage, divo prestato a una produzione indipendente, diretta da David Gordon Green, apprezzato regista della scena a stelle e strisce lontana da Hollywood. Il suo Joe, in concorso, è la storia di un uomo che vive in un piccolo villaggio del Texas e prova a lasciarsi alle spalle un passato da detenuto. L'opportunità gli viene data dall'arrivo di Gary, ragazzino in difficoltà e in cerca di un lavoro, che risveglia il sopito istinto paterno dell'uomo. Riflessione sull'American Dream, Joe ha suscitato riscontri positivi. Più controverso è apparso il secondo lungometraggio in concorso ieri, il tedesco Die Frau des Polizisten di Philip Gröning, dura e logorante cronaca di un amore coniugale brutalizzato dalla violenza. 175 minuti di capitoli di quotidiana vita familiare, spesso del tutto privi di dialoghi, che esplodono in attimi di ordinaria follia. Un film certo difficile, scomodo, dall'estetica fredda, ma che non manca di indurre alla riflessione su un tema di scottante attualità.

La giornata di ieri è stata, infine, movimentata da un'assenza che non è passata inosservata. Attesa in laguna, l'attrice dalla turbolenta vita privata Lindsay Lohan ha dato forfait all'ultimo momento, suscitando anche lo sfogo, in conferenza stampa, del regista Paul Schrader. Al Lido per presentare fuori concorso The Canyons, il cineasta americano ha esordito con queste parole: ''Oggi sono libero. Negli ultimi 16 mesi sono stato ostaggio di Lindsay Lohan. È un'attrice di talento, ma è imprevedibile. Doveva essere qui, il suo comportamento è inqualificabile''. "Lindsay - ha proseguito il regista - è un'attrice temeraria, ma ha difficoltà a fingere le cose. Per poter interpretare una scena la deve vivere, sullo schermo tutto quello che la riguarda è genuino. Per arrivare a questa verità, però, si esaurisce ed esaurisce chi le sta intorno". Schrader ha poi raccontato le difficoltà produttive di un film low budget, stroncato dalla critica americana, che racconta la storia di un gruppo di ragazzi pronti a tutto per sfondare a Hollywood, che finiscono nel giro dei porno online. Non a caso, il protagonista maschile del film è la star del porno americano James Deen, alla sua prima prova nel cinema non hard.

Oggi il festival si prepara ad accogliere James Franco che, con Child of God, presenta un film per la prima volta in concorso. Interprete versatile, che passa agilmente da un blockbuster al cinema art house, da qualche anno si fa notare ai festival sparsi per il mondo con interessanti cortometraggi e progetti visionari, rigorosamente d'essai. C'è quindi attesa per la sua storia, da lui diretta e interpretata, tratta da un romanzo di Cormac McCarthy, incentrato su uno spiantato che vive come un cavernicolo, mentre sprofonda sempre più nella degenerazione e nel crimine.

Atteso in concorso è anche l'inglese Stephen Frears, regista di Philomena, una storia vera che porterà al Lido l'attrice Judi Dench, nei panni di una donna dedicatasi per cinquant'anni alla ricerca del bambino avuto da adolescente e mai conosciuto, perché costretta, dalle suore del convento dov'era rinchiusa, a darlo in adozione. Altro film in concorso oggi è Night Moves, film sull'ecoterrorismo diretto dall'americana indie Kelly Reichardt. Protagonisti sono tre ambientalisti radicali che si uniscono per mettere in atto la più grande protesta della loro vita: far esplodere una diga idroelettrica, fonte e simbolo di quell'industria divoratrice di energia e di risorse che tanto detestano. A sfilare sul red carpet del film saranno le giovani stelle americane Dakota Fanning e Jesse Eisenberg.

Fuori concorso vedremo Con il fiato sospeso di Costanza Quatriglio, film con Alba Rohrwacher e Michele Riondino, ispirato a un caso di cronaca realmente avvenuto ad alcuni ricercatori di Farmacia dell'Università di Catania, morti di tumore al polmone nel 2003, prima che i laboratori di chimica venissero chiusi per inquinamento ambientale. Sempre fuori concorso ci sarà il documentario Redemption, diretto dal portoghese Miguel Gomes, su storie e personaggi che si intrecciano in cerca di redenzione. Nella sezione Orizzonti saranno presentati lo svedese Vi Är Bäst! di Lukas Moodysson, avventura di tre ragazze che decidono di formare una punk band negli anni '80, e l'italiano Il terzo tempo di Enrico Maria Artale, storia del riscatto sociale di un giovane problematico attraverso il rugby.

Per andare allo Speciale Venezia 70 fai clic QUI