Cinema di qualità e una spolverata di sano divismo. La 70. Mostra del Cinema di Venezia ha aperto i battenti sotto i migliori auspici. Nella giornata inaugurale di ieri, riflettori tutti puntati sul tecno-thriller fantascientifico in 3D Gravity, cronaca di un incidente nel bel mezzo di una missione spaziale. Presentato fuori concorso, il nuovo film dell'eclettico regista messicano Alfonso Cuarón ha ricevuto una calda accoglienza da critica e pubblico, colpendo soprattutto sul piano formale. Non a caso, come ha rivelato il regista durate la conferenza stampa, Gravity ha richiesto ben cinque anni di lavorazione, con tanto di invenzione della tecnologia in grado di rendere l'effetto della mancanza di gravità. A scuotere questa prima giornata di festival è stato anche il red carpet del film, con George Clooney e Sandra Bullock protagonisti assoluti di una cerimonia d'apertura per il resto piuttosto composta. Tutto per loro il bagno di folla in laguna, con quel lieve tocco di glamour hollywoodiano che ha spazzato via, almeno per il momento, le immancabili polemiche sulla carenza di star in questa settantesima edizione. Polemiche a cui ha prontamente risposto il direttore della Mostra Alberto Barbera, invitando a concentrare l'attenzione sulla qualità dei film in rassegna. Molti, comunque, i personaggi del mondo del cinema, e non solo, che hanno sfilato ieri sul red carpet, per poi assistere alla cerimonia d'apertura introdotta dal presidente della Biennale Paolo Baratta e condotta dalla madrina Eva Riccobono, ex top model siciliana, ora attrice.

Oggi si entra nel vivo delle proiezioni, con la presentazione del primo film italiano in concorso, Via Castellana Bandiera, debutto alla regia di Emma Dante, con Alba Rohrwacher. La pluripremiata regista e autrice teatrale debutta al cinema con la trasposizione di un suo romanzo, dura cronaca di un duello muto, di uno scontro tra famiglie in auto lungo una strada di Palermo. La star emergente Mia Wasikowska movimenterà il red carpet di Tracks, altro film in concorso, diretto da John Curran, che racconta la storia vera di Robyn Davidson, scrittrice australiana che compì una straordinaria traversata in solitario da Alice Springs a Uluru, fino all'Oceano Indiano. Al centro di questa seconda giornata di festival ci sarà la cerimonia di consegna del Leone d'oro alla carriera a William Friedkin, di cui sarà proiettata la versione restaurata del suo film del 1977 Il salario della paura.

Fuori concorso vedremo il tedesco Die Andere Heimat di Edgar Reitz, storia di un giovane figlio di contadini con il sogno di costruire una macchina a vapore per lavorare i metalli, nella Prussia di fine Ottocento. Due le proiezioni speciali fuori concorso: La voce di Berlinguer di Mario Sesti e Teho Teardo, su un discorso tenuto dal politico nel 1981 a Torino, e Summer 82 When Zappa Came To Sicily di Salvo Cuccia, documentario che ricostruisce il concerto tenuto da Frank Zappa il 14 luglio 1982 a Palermo, evento interrotto dai lacrimogeni e dalle cariche della polizia. La sezione Orizzonti punta invece su un action movie alla Kill Bill, Jigoku de Naze Warui di Sion Sono, e sul dramma degli orfani prussiani durante la Seconda guerra mondiale, narrato da Wolfskinder di Rick Ostermann.

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