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Torino Film Festival, un festival indipendente

Diretto per la prima volta da Nanni Moretti, domani inizia il festival torinese.
di Chiara Renda

Novità e omaggi dell'edizione Moretti

giovedì 22 novembre 2007 - News

Novità e omaggi dell'edizione Moretti
Si inaugura domani la 25^ edizione del Torino Film Festival, la prima diretta da Nanni Moretti, che in linea col carattere più giovane e meno formale (rispetto a Venezia e Roma) del festival piemontese, ha scelto di rivolgere il suo sguardo al cinema indipendente. Una delle due interessanti retrospettive di quest'anno è infatti rivolta al primo indipendente americano John Cassavetes, principale esponente di quel New American Cinema che negli anni sessanta rivoluzionò New York e negli anni successivi il modo di fare cinema di molti autori che alla sua spontaneità e freschezza stilistica si ispirarono. Altro regista indipendente omaggiato dalla città di Torino sarà l'europeo Wim Wenders, un regista dallo stile poetico, malinconico e raffinato che, come ha dichiarato il direttore del Festival, "per quelli della mia generazione ha significato molto".
Per quanto riguarda le novità, la sezione La zona sarà dedicata alle nuove frontiere, Lo stato delle cose al cinema che osserva le altre arti, mentre L'amore degli inizi offrirà cinque nostalgici incontri pomeridiani dedicati agli esordi di cinque registi (che incontreranno il pubblico) che hanno lasciato il segno nel panorama italiano: Chi lavora è perduto (1963) di Tinto Brass, La lunga notte del '43 (1960) di Florestano Vancini, La sfida (1958) di Francesco Rosi, Il terrorista (1963) di Gianfranco De Bosio, Un uomo da bruciare (1962) di Paolo e Vittorio Taviani, Valentino Orsini.
Ad aprire il festival sarà il film di Tamara Jenkins The Savages, mentre sono molto attesi My Blueberry Nights di Wong Kar-Wai, Irina Palm di Sam Garbarski, e La promessa dell'assassino di David Cronenberg (film di chiusura del festival). Ricca e variegata la sezione coreana, mentre in concorso non ci saranno opere italiane, presenti però in Panorama italiano: il documentario Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi, apprezzata autrice di Un'ora sola ti vorrei, e quello di Francesca Comencini (In fabbrica) rivolto alla figura dell'operaio dagli anni '50 ai '70; ma oltre ai documentari anche tre film di fiction, Nelle tue mani di Peter Del Monte, Signorina Effe (indagine sulla Fiat degli anni '80) di Wilma Labate, e infine l'esordio dietro la macchina da presa di Fabrizio Bentivoglio, Lascia perdere, Johnny!, accompagnato da un concerto degli Avion Travel.
Un festival dunque rivolto anche alla musica, ma anche alle altre arti, alle nuove tendenze e ai nuovi generi che soprattutto dall'Oriente si insinuano nel panorama cinematografico occidentale. Un festival aperto alle novità, ma con un occhio nostalgico sempre rivolto ai maestri (Wenders e Cassavetes), quelli che della quotidianità, dell'imprevisto e della fragilità hanno fatto un manifesto stilistico che ha rivoluzionato il cinema.

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