Un James Bond che l'Italia non ha mai visto, perché confinato nel tubo catodico americano. Uno sguardo vacuo, quasi anonimo, che però brilla quando si nomina l'Overlook Hotel. Per questo, almeno nella nostra patria, viene ricordato l'attore americano Barry Nelson, per il ruolo del direttore di uno degli alberghi più maledetti al mondo. Colui che ha mandato a morte certa, con tanta scettica leggerezza, Jack Nicholson più famiglia a carico. E dietro il nome del borghese Stuart Ullman, dietro quella targhetta, dietro quella scrivania con la bandierina americana che sventola e un'agenda sempre aperta per le prenotazioni, c'era lui.
Californiano di origini svedesi, dopo essere nato a San Francisco, cresce e studia a Oakland, frequentando la University of California di Berkeley dal 1941 in poi, dove si dimostra un validissimo attore nelle produzioni teatrali del campus. Una in particolare, il "Macbeth", lo metterà in luce agli occhi di un talent scout della MGM che gli farà immediatamente firmare un contratto per entrare negli Studios.
Debutta così nella pellicola di W.S. Van Dyke Shadow of the Thin Man (1941) con William Powell, Myrna Loy e Donna Reed, seguito da Dr. Kildare's Story (1942) dello stesso regista e da Sorvegliato speciale (1942) di Mervyn LeRoy, che all'epoca era uno dei registi più quotati di Hollywood. Estremamente ricercato per tutti gli anni Quaranta, recita anche per: Fred Zinnemann (Occhi nella notte, 1942), Clarence Brown (La commedia umana, 1943), Victor Fleming (Joe il pilota, 1943), George Cukor (Vittoria alata, 1944) e Norman Taurog (La morte è discesa a Hiroshima, 1947).
Dal 1950 in poi, diventa uno dei più graditi volti televisivi americani: partecipa agli show The Philco Television Playhouse e Schlitz Playhouse of Stars, e vanta il primato di essere il primo James Bond sul grande schermo quando, in un episodio del 1954 del telefilm Climax!, mette in scena "Casino Royale", primo romanzo incentrato sulla spia più famosa del mondo ideata dalla penna di Ian Fleming. Stupidamente però, gli autori adattarono il personaggio James Bond al target americano, così che venne trasformato in Jimmy Bond. E invece di essere un agente al servizio di sua Maestà Britannica, era stato trapiantato nella CIA, pronto ad affrontare il cattivo di turno che aveva il volto di Peter Lorre.
Dopo il telefilm Alfred Hitchcock presenta... (1959), torna al grande schermo diretto da LeRoy in Te la senti stasera? (1963), ma sarà una perla rara di fronte alla miriade di partecipazioni in telefilm che lo vedranno come protagonista: da Ai confini della realtà (1964) a Battaglie nella galassia (1978) e Love Boat (1979). Recita per Martin Ritt in Un marito per Tillie (1972) e poi si sposta a Broadway (che lo aveva già visto protagonista di primo piano in piece come "Fiore di cactus", "Seascape" e "Mary, Mary"), dove mette in scena il musical "The Act" (1978) con Liza Minnelli, per il quale verrà nominato ai Tony Award come miglior attore, senza però vincere. Il suo ruolo più incisivo paradossalmente è quello che dura meno. È infatti quello del proprietario dell'Overlook Hotel nel film Shining (1980) di Stanley Kubrick.
Dallas, Magnum P.I., Fantasilandia e La signora in giallo rappresentano gli ultimi telefilm nei quali appare. Sposato con l'attrice Teresa Celli, dalla quale divorziò per il matrimonio con Nansilee Hoy (1992-2007), decise di ritirarsi e dedicarsi alla vita di attore in pensione fra New York e la Francia. Morirà a 89 anni, il 7 aprile 2007, mentre viaggiava con la moglie verso Bucks County, in Pennsylvania.
