Un giorno nella vita di un fumettista nella Russia post-sovietica. Espandi ▽
Da un romanzo di Alexey Salnikov, "The Petrovs in and Around the Flu", Serebrennikov ha realizzato un film allucinato e virtuosistico, confuso ma ipnotizzante, che riassume in un vortice spazio-temporale la condizione del popolo russo. Come probabilmente molti sanno, il regista russo Kirill Serebrennikov, aperto oppositore di Vladimir Putin, è stato arrestato durante le riprese del suo film precedente,
Summer (2017), per una storia poco chiara di finanziamenti illeciti al suo teatro Gogol di Mosca. Oggi è un uomo libero, ma non può ancora lasciare il suo paese, e per la seconda volta consecutiva non ha potuto accompagnare a Cannes un suo film invitato in concorso. Viste le premesse,
Petrov’s Flu, cioè l’influenza di Petrov, è inevitabilmente immerso in un clima d’oppressione e di prigionia (fisica e spirituale), e nonostante sia stato girato prima della pandemia rimanda in modo preveggente alla questione sanitaria e, in generale, al destino di una nazione coinvolta in un evento collettivo.