Mai notizie sono state più centellinate. Si sa molto poco, almeno in Italia, di Ty Burrell che invece, in patria è uno dei migliori caratteristi americani in circolazione. Noto per essere stato accoppiato alla diva Kidman nel film sulla fotografa Diane Arbus, che influenzò moda e arte, Ty Burrell esplora l'anima dei suoi personaggi, per quanto piccoli siano, e intrattiene il pubblico con la sua verve.
Fratello degli scrittori Reagan e Duncan Burrell (anche interprete teatrale), sposato con l'attrice Holly Burrell, dopo aver esordito nel telefilm Ellen (1996) in una manciata di episodi, debutta al cinema con la commedia di fantascienza Evolution (2001) di Ivan Reitman. Poi continua l'alternanza piccolo e grande schermo: da The West Wing (2001) a Black Hawk Down (2001) di Ridley Scott, da Law & Order - I due volti della giustizia (2000-2002) alla sua migliore interpretazione, quella nella pellicola L'alba dei morti viventi (2004) di Zack Snyder, remake/omaggio dell'omonimo film di George A. Romero del 1979.
Dopo In Good Company (2004) di Paul Weitz, il drammatico Down in the Valley(2005) e il femminile Friends with Money (2006), diventa uno degli attori americani più amati dal pubblico statunitense per il ruolo del dottor Oliver Barnes nella sitcom della CBS Out of Pratice (2005-2006) che però, per bassi ascolti, verrà cancellata. Nel 2006 recita accanto a Nicole Kidman nel ruolo del fotografo Allan Arbus, in Fur - Un ritratto immaginario di Diane Arbus di Steven Shainberg, successivamente entra nel cast di The Darwin Awards - Suicidi accidentali per menti poco evolute (2006).
Lasciato per un po' il cinema, torna a teatro con il "Macbeth", ma anche con spettacoli off-Broadway come "Corners", "The Blue Demon" e "Burn This". Un volto ordinario, ma che vedremo bene in qualche film legato al fetish e alla provocazione, dove spogliarsi è bello ed è una pratica piccante in grado di infiammare immaginari privati e collettivi. Però, almeno finora, il massimo della sua provocazione rimane l'eccentrico e immaginario mondo di Diane Arbus, dal quale però lui è stato estromesso.
Cinque statuette. Sono tanti i premi vinti a fine serata da Modern Family, mockumentary che ruota intorno alle dinamiche di una famiglia allargata del ventunesimo secolo. La serie, creata da Christopher Lloyd e Steven Levitan e prodotta dalla 20th Century Fox Television, si conferma la vera trionfatrice della 63. edizione degli Emmy Awards, aggiudicandosi premi come: migliore serie comica, migliore regia (Michael Alan Spiller), migliore sceneggiatura (Steven Levitan e Jeffrey Richman) e migliori attori non protagonisti (Ty Burrell e Julie Bowen, marito e moglie sul set)