Titolo originale | Finding Dory |
Anno | 2016 |
Genere | Animazione, |
Produzione | USA |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Andrew Stanton, Angus MacLane |
Attori | Ellen DeGeneres, Albert Brooks, Diane Keaton, Eugene Levy, Ty Burrell, Willem Dafoe Dominic West, Idris Elba, Kaitlin Olson, Vicki Lewis, Jerome Ranft. |
Uscita | giovedì 15 settembre 2016 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Walt Disney |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,23 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 10 gennaio 2018
Dopo Alla ricerca di Nemo, la Pixar si concentra su uno dei personaggi di quel capitolo, Dory, e la fa diventare la protagonista del film. Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Alla ricerca di Dory ha incassato 15,2 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Dory, pesciolina chirurgo amnesica, nuota una vita tranquilla in compagnia di Marlin e Nemo, perduto e ritrovato un anno prima. Una circostanza casuale riemerge improvvisamente nella mente di Dory il ricordo di un'infanzia e una famiglia perdute. Determinata a ritrovarsi e a ritrovare il suo passato, Dory infila la corrente con Marlin e Nemo e si lancia alla ricerca dei suoi genitori. Inseparabili e solidali, i tre amici attraversano l'oceano e approdano in California. Ma all'arrivo le cose si complicano, Dory finisce in quarantena all'istituto oceanografico, dove incontra Hank, octopus mimetico che odia i bambini e cerca un passaggio per Cleveland, Marlin e Nemo precipitano in un secchiello 'traslocato' da Becky, gavia spennata che li adotta e 'cova' come fossero uccelli. A colpi di pinna e di corrente, i nostri raggiungeranno il loro obiettivo in compagnia di uno squalo balena miope e di un beluga persuaso della défaillance del suo ecolocalizzatore.
Tutto il mondo si ricorda di Dory, personaggio irresistibile alla ricerca di Nemo. Tutti tranne Dory, amabile pesciolina blu che soffre di un disturbo della memoria breve. Sorgente inesauribile di gag nel Pixar oceanico del 2003, la sua amnesia diventa il centro di una favola sulla disabilità e la maniera di convivere coi limiti che impone. Ma Dory coltiva la reciprocità, l'esperienza di scambio vicendevole con un beluga colpito da un blocco psicosomatico, uno squalo balena affetto da miopia e un uccello di mare vagamente grullo, che mettono le proprie risorse a servizio della loro piccola comunità di "pesci fuori" (d'acqua).
Invertendo i ruoli, a questo giro di corrente i pesci clown recitano i 'rinforzi', Alla ricerca di Dory persegue lo spirito picaresco del titolo nuotando nel mondo di Dory deformato dall'amnesia. Colpita da una fugace immagine dell'infanzia, la ex comedy sidekick si lancia alla ricerca dei suoi ricordi, scongiurando con l'azione l'oblio. Nel viaggio che la separa dall'Istituto Biologico Marino riempito di attrazioni e reminiscenze, Dory rischia non soltanto di non trovare quello che cerca ma addirittura di perdersi. Quello che la protagonista dimentica è qualche volta un gioco, qualche altra una spinta tragica, più di tutto un dispositivo drammaturgico.
Le scene sono disconnesse le une dalle altre, isolate dentro la loro bolla temporale. Ed è proprio questa memoria instabile e altalenante come la marea a fare del film di Andrew Stanton un nuovo (e grande) Pixar concettuale. Più vicino a Inside Out che Alla ricerca di Nemo, a dispetto del titolo, Alla ricerca di Dory si svolge simbolicamente nella testa di Dory, una testa da 'riordinare'. Lo spettatore non naviga nell'immensità dell'oceano ma nella sua proiezione ludica e pedagogica, mutuata direttamente dal parco d'attrazione emozionale di Riley, l'eroina di Inside Out.
Avventura più raccolta ma non meno travagliata, Alla ricerca di Dory non ha l'audacia del film che lo ha preceduto, che si concede addirittura l'astrazione, nondimeno la Pixar ribadisce e persegue un'ambizione melodrammatica e teorica, spingendo più lontano l'intrattenimento (mentale). Sospeso tra vena familista e delirio mnemonico, tra divertimento ed emozione, Alla ricerca di Dory concepisce nei molteplici flashback la versione infantile (e mielata) di Dory, che i genitori allevano nel tenero rispetto della sua differenza. Eroina senza memoria, immersa in un parco acquatico e dentro una storia concepita come un percorso ad ostacoli, Dory rivela una formidabile attitudine al presente, all'intraprendenza e al lavoro di squadra, aggirando la sua diversità e trovando un modo altro di nuotare nell'oceano della vita.
Nel bestiario bizzarro e travolgente messo 'in acqua' dalla Pixar peschiamo su tutti Hank, l'octopus camaleonte, Gerard, l'otaria allocca, Becky, il volatile spiumato e bislacco e un'anonima ostrica sentimentale con un surplus di memoria, lacrime e parole che non ha mai dimenticato la sua Capasanta. Accanto alla banda accreditata di Nemo, le creature marine della Pixar seguono le correnti marine e ci conducono al largo 'abbordando' la nozione di solidarietà e accettazione e toccando il fondo. Del cuore.
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Seguito (futile) di Alla ricerca di Nemo, Alla ricerca di Dory è, purtroppo e tristemente, un nuovo segno del declino creativo in casa Pixar, e giunge subito dopo il modesto Il viaggio di Arlo, che comunque quantomeno era una produzione originale. Al contrario dei seguiti, per esempio, di Toy Story, di cui il 4, in ogni caso, appare altrettanto inutile di questo Dory, il film di Stanton non [...] Vai alla recensione »
Si sa, i sequel dei cartoni animati, specialmente di quelli particolarmente riusciti, sono sempre un po' deludenti. Sono in effetti pochi i "secondi episodi" degni di nota. Questo è uno di quelli. Ed anzi, forse in alcuni aspetti supera il primo: nell'animazione per esempio, ma anche nella caratterizzazione psicologica dei personaggi. E si capisce perchè siano dovuti passare tredici anni dal primo [...] Vai alla recensione »
E' l'argomento che in questi giorni tiene banco su internet: riuscirà al botteghino ad ottenere gli stessi “incassi” del prequel “Alla ricerca di Nemo?” E' presto per dirlo, lo sapremo quando l'ennesimo sipario calerà sull'ultimo lavoro della Pixar. Intanto, è un sollievo notare che il follow-up, nelle sue grandi linee, ha un sacco [...] Vai alla recensione »
I sequel sono sempre insidiosi, ma questa volta la Pixar, puntando sul personaggio di Dory, ha fatto una scommessa vincente. E' impossibile non affezionarsi all’intraprendente pesciolina che va in giro scusandosi per le proprie gaffe spiegando di soffrire di perdita di memoria a breve termine, ma non perde mai la sua innocenza ed allegria.
Andrew Stanton non si smentisce: fino da A bug's life il suo stile è inconfondibile. Ha trovato un trionfo con Finding Nemo, ma, a parte la produzione del capolavoro Rataouille, il suo apice è il commovente Wall-e, la meravigliosa avventura del robottino ammacca-rifiuti, ultimo (e unico) rimasto sulla Terra a rimpiangere l'umanità.
"Finding Dory"di Andrew Stanton(2016)riprende certamente "Nemo", inteso anche come personaggio, ma il film d'animazione è molto più"spezzato", onirico, oltre a tutto affrontando anche un tema insolito per l'animazione, che nella fattispecie è l'amnesia/disturbo della memoria, qui per lo"short time"-a breve termine, ma in realtà [...] Vai alla recensione »
E' piacevole nello svolgimento, forse non originale ma più complesso del precedente episodio. I vuoti di memoria della "protagonista" hanno permesso di regalare buoni sketch. E' adatto ovviamente ai bambini ma soprattutto verso la fine ha qualche sottigliezza adatta agli adulti.
Mi dispiace, quanto ho amato Nemo tanto mi sono annoiata per Dory. Non so che dire, la prima parte con Dory che perde la memoria ogni tre minuti è difficile da sopportare, anche quando,la trama cerca di agganciare lo spettatore io mi sono annoiata. Non posso dire che sia brutto ma ad un certo punto non vedevo l'ora che finisse, Dory mi aveva sfibrata.
Animazione eccellente, ma protrarre molto a lungo il tema della perdita di memoria, a me ha annoiato. Il finale ha uno scatto.
Andrew Stanton,regista di Wall-e,Bug's Life e la partecipazione in Ratatouille,si inventa "Alla ricerca di Dory" nel 2010,tre anni e mezzo per scrivere la storyboards e tantissimo tempo per animare i personaggi (in particolare Hank),un pò di idee me le ero fatte,avevano impiegato tantissimo tempo e speravo che ne uscisse un buon film,e infatti è stato così,Andrew [...] Vai alla recensione »
Indubbiamente è positivo che, almeno nei primi giorni, ci siano in sala molti bambini,sopra a tutto se si tratta del week end, quando i(molto spesso stressati)genitori,riescono a trovare lo spazio fisico e mentale per certe cose. La causa per cui si batte questa pellicola è nobilissima e degna della massima ammirazione: la diversità, l'essere "diversamente abili"(a scuola ne abbiamo quasi 50),come [...] Vai alla recensione »
Indubbiamente è positivo che, almeno nei primi giorni, ci siano in sala molti bambini,sopra a tutto se si tratta del week end, quando i(molto spesso stressati)genitori,riescono a trovare lo spazio fisico e mentale per certe cose. La causa per cui si batte questa pellicola è nobilissima e degna della massima ammirazione: la diversità, l'essere "diversamente abili"(a scuola ne abbiamo quasi 50),come [...] Vai alla recensione »
Non amo particolarmente i sequel di nessun genere. A parte alcune illustri eccezioni, sono ripetitivi, privi di idee, con trame piatte o nulle, e lasciano quasi sempre delusi e amareggiati gli spettatori. "Alla ricerca di Dory" entra di diritto In questa infelice classificazione. La storia non fa altro che ripresentare le stesse situazioni del primo capitolo, senza pero' emozionare, divertire, [...] Vai alla recensione »
ho amato alla ricerca di Nemo, e con entusiasmo sono andata a vedere questo film... Pesantissimo, ripetitivo e con poche idee... No, mi spiace, ma non è il miglior sequel, proprio no!!!! Speriamo in Frozen 2!!!
Mi aspettavo un film brillante pieno di idee. Mi sono ritrovato, invece un film in un'atmosfera globalmente ansiogena. Ma il paggio è stato il personaggio di Dory, teoricamente simpatico perché smemorato. Ma in pratica hanno accentuato così tanto la smemoratezza da farla risultare sostanzialmente demente
Ciao Sono Dory e soffro di perdita di memoria a breve termine. Il film si apre con l’enunciazione di questa frase da parte del piccolo pesce chirurgo , il quale è già consapevole di dover convivere coi limiti che impone questa malattia. Questo sequel ci propone le ragioni per cui Dory perde i suoi genitori ed un collegamento con il film precedente che si [...] Vai alla recensione »
Sono trascorsi tredici anni dal film animato Disney-Pixar Alla ricerca di Nemo. Dove i tre protagonisti erano gli stessi - Marlin, suo figlio Nemo nato con una menomazione alle pinne e la pesciolina smemorata Dory - ma figura principale era Nemo. Ora, in Alla ricerca di Dory, al centro c'è la vicenda della pesciolina (deliziosamente doppiata da Carla Signoris) che soffre di amnesie a breve termine [...] Vai alla recensione »
Soffrire di memoria a breve termine non è sempre un male: si possono evitare parecchie preoccupazioni stressanti e dunque dannose per la salute. Il problema, semmai, è riuscire a trovare una modalità che permetta di conviverci senza arrecare troppi guai a se stessi e al prossimo. Ne sa qualcosa la pesciolina Dory, che con l'incapacità a ricordare il passato prossimo è nata e cresciuta.
Ci sono voluti tredici anni, il magnifico WALL-E e una (immeritatamente) disastrosa avventura fantasy fuori dalla Pixar (John Garter), perché Andrew Stanton si rituffasse nel blu infinito da cui era stato temporaneamente sottratto Nemo, il piccolo pesce pagliaccio con una pinna deformata e un papà iperprotettivo protagonista del capolavoro acquatico della factory di John Lasseter.
Nel 2003 l'incantevole Alla ricerca di Nemo aveva conquistato un box office di un miliardo di dollari; quest'estate Alla ricerca di Dory ha già incassato in Usa quasi 500 milioni. Vuole dire che il sequel funziona: anche stavolta l'avventura appassiona immergendo lo spettatore in paesaggi marini di grande suggestione; e pazienza se la storia precedente era più fluida, pazienza se lo stato di amnesia [...] Vai alla recensione »
Temporalmente si colloca a dodici mesi di distanza dalle vicende raccontate in Alla ricerca di Nemo mentre, dal punto di vista dell'uscita cinematografica, sono passati già tredici anni dal meraviglioso film che ha riscritto gli stilemi di un genere ampiamente «frequentato» come quello dell'animazione. Il lasso di tempo così ampio è facilmente spiegabile con le difficoltà e i rischi di dare un sequel [...] Vai alla recensione »