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Assia Noris

Assia Noris (Anastasia Noris Von Gerzfeld). Data di nascita 26 febbraio 1912 a San Pietroburgo (Russia) ed è morto il 27 gennaio 1998 all'età di 85 anni a Sanremo (Italia).

La fidanzatina dell'Italia fascista

A cura di Elisa Battistella

Nel suo "Cent'anni di cinema italiano" Gian Piero Brunetta scrive che Assia Noris sapeva "unire, con molta grazia, ironia e leggerezza, le sindromi di Cappuccetto Rosso e Cenerentola, con la determinazione e la forza della donna che abbandona la casa e affronta il mercato del lavoro in Italia, come ovunque nel mondo". Con la sua aria dolce e virginale, per quasi un decennio ha rappresentato l'incarnazione della ragazza ideale del Ventennio, modesta e piena di buon senso.

Infanzia dorata ed esordi cinematografici
Nonostante i suoi personaggi più popolari siano tutti di madrelingua italiana, Assia Noris nasce a S. Pietroburgo nel 1912. Figlia di una nobile ucraina e del conte von Gerzfeld, un ufficiale tedesco, è costretta a fuggire dalla Russia allo scoppio della Rivoluzione d'Ottobre. Stabilitasi a Nizza con la famiglia, lì frequenta il prestigioso "Lycée des jeunes filles".
Il suo primo ruolo sul grande schermo risale al 1928, quando appare in Venere moderna di Louis Mercanton. Tuttavia, il debutto cinematografico vero e proprio avviene quattro anni dopo, quando interpreta una giovane americana in Tre uomini in frack di Mario Bonnard, accanto al tenore Tito Schipa e ai fratelli De Filippo. L'anno successivo è la signorina dell'autobus nell'omonimo film di Nunzio Malasomma, accanto ad Antonio Gandusio e Osvaldo Valenti.

L'incontro con Mario Camerini e il successo
Il 1933 è un anno molto importante per la Noris. Sul set del film Giallo conosce il mentore e futuro marito Mario Camerini, a cui resterà legata per una decina d'anni. È proprio grazie al cineasta romano che la sua carriera imbocca una svolta decisiva. Nella pellicola interpreta Henriette, una giovane signora appassionata di thriller, che si improvvisa detective per scoprire se il marito sia o meno un pericoloso criminale. Pettinata come Jean Harlow, la diva non buca ancora lo schermo, come imparerà ben presto a fare.
Dopo alcune apparizioni trascurabili, come quella in Quei due di Gennaro Righelli, ancora una volta accanto ai De Filippo, nel 1935 ottiene finalmente il successo con il cameriniano Darò un milione. Nel film incarna Anna, segretaria in un circo, che aiuta in maniera disinteressata il finto barbone Gold (Vittorio De Sica), che in realtà è un milionario. La commedia, sceneggiata da Cesare Zavattini, ha molti elementi in comune con i film di René Clair e in qualche sequenza con i clochard ricorda da vicino Miracolo a Milano, anch'esso scritto dallo sceneggiatore emiliano. Sul set di questo film, inoltre, la Noris stringe un sodalizio professionale con Vittorio De Sica, destinato a durare fino alla fine degli anni '30.
Nel 1936 viene scelta per il ruolo di protagonista ne L'uomo che sorride di Mario Mattoli, ancora una volta accanto all'attore di Sora. Nel film interpreta la bisbetica che il paziente De Sica riuscirà a conquistare e domare. La pellicola le offre anche una delle poche possibilità di incarnare un "contro-ruolo", distante dalle bamboline che saranno il suo marchio di fabbrica fino alla caduta del regime. Nello stesso anno, inoltre, è coinvolta anche in Ma non è una cosa seria di Camerini e in Una donna tra due mondi di Goffredo Alessandrini.
L'anno più fortunato della carriera della Noris è sicuramente il 1937, quando recita ne Il signor Max, diretta dal marito. Nel film è Lauretta, la cameriera della ricca e affascinante Donna Paola (Rubi D'Alma), di cui si innamora il giornalaio Gianni (De Sica). Dopo essersi finto il ricco signor Max, il giovane capirà qual è il suo posto nella vita proprio grazie all'amore di Lauretta.
Nello stesso anno appare anche in Nina non far la stupida di Nunzio Malasomma e Gli allegri masnadieri di Marco Elter.
La sua fortuna commerciale prosegue con Batticuore di Camerini, in cui interpreta la simpatica ladra Arlette, mentre si presta volentieri anche alla direzione di altri registi, come il Camillo Mastrocinque di Voglio vivere con Letizia, girato al fianco di Gino Cervi, e l'austriaco Max Neufeld, con cui realizza La casa del peccato, insieme ad Amedeo Nazzari e alla giovanissima Alida Valli.
Nel 1939 interpreta due film molto riusciti come Dora Nelson di Mario Soldati e Grandi magazzini del marito. Nel primo si sdoppia nel ruolo della capricciosa diva del cinema Dora Nelson e in quello di Pierina, la ragazza di provincia buona e assennata. Soprattutto nella caratterizzazione della star, in netta controtendenza con le sue interpretazioni abituali, la Noris rivela una notevole auto-ironia, visto che incarna un'attrice russa di origini nobiliari e dalla scarsa abilità recitativa, fuggita dal paese durante la Rivoluzione d'Ottobre. Nel film di Camerini, invece, veste ancora una volta i panni della fidanzata modello di epoca fascista, sebbene con qualche moto di ribellione in più rispetto ai personaggi precedenti. La pellicola segna anche la fine della collaborazione con De Sica, che passerà alla regia l'anno successivo con Rose scarlatte.

La svolta drammatica e la fine del rapporto con Camerini
Alla fine degli anni '30 le fidanzatine cominciano ad andare strette ad Assia Noris. Per accontentarla, Camerini le cuce addosso alcuni ruoli drammatici, affrontati con alterne fortune. Nel 1940, dopo la commedia Centomila dollari, l'attrice recita in Una romantica avventura, un melodramma in costume con Gino Cervi. Nella pellicola arriva addirittura a dividersi in tre, interpretando la protagonista da giovane e da vecchia, oltre che la figlia.
Pur non abbandonando del tutto il genere che le ha dato la popolarità, recitando in pellicole come Luna di miele di Gentilomo e Margherita fra i tre di Ivo Perilli, l'attrice predilige le pellicole impegnate, spesso in costume. Nel 1942 dimostra le sue qualità d'interprete nella pellicola del filone calligrafico Un colpo di pistola di Renato Castellani, tratto da una novella di Alexander Puskin. Nel film è Mascia, donna contesa da due ufficiali nella Russia ottocentesca.
Nello stesso anno gira anche l'ultimo film con Camerini, da cui si separerà subito dopo la fine delle riprese. Si tratta di Una storia d'amore, melodramma intimista in cui interpreta una donna che, per difendere il suo matrimonio, arriva a uccidere l'uomo che potrebbe metterla in cattiva luce davanti al marito.
Dopo la fine del legame con Camerini inizia la fase calante nella carriera dell'attrice russa. Si reca in Francia per girare La maschera sul cuore di Abel Gance e Il viaggiatore d'Ognissanti di Louis Daquin. Tornata in Italia, gira il corale Nessuno torna indietro di Alessandro Blasetti, la commedia Che distinta famiglia! di Mario Bonnard e I dieci comandamenti di Giorgio W. Chili.

Il teatro e il declino
Finita la guerra, i volti levigati delle bamboline fasciste hanno fatto il loro tempo. Il cinema neorealista cerca gli attori per la strada e, almeno per alcuni anni, sembra poter fare a meno delle star (Anna Magnani esclusa). Tenta, quindi, la strada della carriera teatrale, ma non ha molta fortuna. Sempre più sporadiche sono anche le sue apparizioni cinematografiche, in pellicole di poco successo commerciale come La peccatrice bianca di Goffredo Alessandrini. Il suo ultimo film risale al 1965, quando interpreta La Celestina P...R... di Carlo Lizzani.

Una vita tormentata
Contrariamente ai suoi personaggi, Assia Noris si è sposata più volte. Oltre che con Camerini, l'attrice si è legata, infatti, al conte Gaetano d'Assia, all'ufficiale inglese Jacob Pelster, all'ingegnere egiziano Tony Habib e, si dice, perfino a un giovanissimo Roberto Rossellini.
L'attrice si spegne a San Remo il 27 gennaio 1998 all'età di 86 anni.

Ultimi film

Storico, (Italia - 1945), 102 min.
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