A Taipei, Shu-fen lotta per tenere insieme la sua famiglia, ma le iniziative delle figlie rischiano di distruggere l'equilibrio già precario. Espandi ▽
Nel mercato notturno di Taipei Shu-fen gestisce un chiosco che serve noodle: lasciata dal marito da diversi anni, sta ancora affrontando i debiti residui, faticando a gestire l’irrequieta figlia ventenne I-Ann e la piccola I-Jing di 5 anni. Mentre Shu-fen si lascia andare alla depressione, la situazione le sfugge di mano e le iniziative di I-Ann e I-Jing rischiano di compromettere ulteriormente l’equilibrio famigliare. Durante la visione di Left-Handed Girl la prima impressione potrebbe essere quella di un Florida Project in versione taiwanese, complice la presenza di Sean Baker in qualità di produttore e co-sceneggiatore. È indubbio che tornino alcuni dei temi cari al cineasta americano. Il tocco di Baker in fase di sceneggiatura si percepisce nel ritmo indiavolato e nell’attenzione a dialoghi credibili e ficcanti, tali da coinvolgere un pubblico variegato per cinefilia e capacità di attenzione. Un debutto che sa conquistare per la sincerità proposta e per l’interpretazione di un cast splendidamente assemblato. Recensione ❯
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Un attore americano impreparato arriva in Italia per interpretare Leopardi. Con l'aiuto di Silvia, una coach locale, scopre poesia, amore e sé stesso. Espandi ▽
David è un giovane attore americano che ha un’agente molto scaltra, Mildred. È lei che riesce a fargli ottenere un bel ruolo di protagonista in un film diretto dal regista italiano Ruggero Mitri “Giacomo in Love”. David accetta con entusiasmo di andare a girare in Italia, ma non leggendo neanche il copione, è convinto sia la storia di Casanova. Quando arriva scopre che il Giacomo in questione è il poeta Leopardi. L’unica speranza è una coach del posto, tale Silvia. Ricca di ironia sin dalle prime scene, è una commedia non mira a raccontare la figura del poeta di Recanati, ma quella di un giovane attore americano con il pallino di diventare una star. Il risultato è una commedia romantica che incuriosisce, in alcuni momenti appassiona e può risultare una visione leggera e godibile. D’altra parte il dietro le quinte della lavorazione del film risulta troppo più interessante rispetto alla storia d’amore, e questo penalizza la visione di una love story che non emoziona abbastanza. Recensione ❯
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Nuovo capitolo cinematografico a oltre trent'anni dall'ultimo film della saga. Espandi ▽
La trama riunisce Lupin e la sua storica banda in un'avventura su un'isola sconosciuta, alla ricerca di un misterioso tesoro, in un intreccio che collega e celebra tutti i film precedenti. Recensione ❯
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Tre storie di vite spezzate sul lavoro raccontano tragedie, lutti e resistenza, dando voce a chi resta e dignità a chi non c'è più. Espandi ▽
Tre storie di vite spezzate sul lavoro. Il documentario dà voce ai sopravvissuti, esplorando l’impatto umano delle tragedie e restituendo dignità alle vittime, trasformandole da numeri a persone. Ispirato agli articoli del giornalista Marco Patucchi e al libro “Operaicidio”, scritto insieme al magistrato Bruno Giordano, il documentario rende onore e memoria ai morti sul lavoro. Luca Bianchini, che ha scritto e montato (con Giovanni Cavallini anche direttrice della fotografia) il film, ha deciso di ridurre al minimo qualsiasi intervento esterno e di ‘finzione. È dunque un film fondato sul lavoro che non vuole essere solo un atto di accusa – ma lo è certamente – contro le istituzioni che dovrebbero impedire le morti bianche ma anche un momento di riflessione collettiva sul ruolo stesso dei lavoratori e su come, lo dice bene una testimonianza, loro stessi abbiano una responsabilità quando magari sottovalutano, per un giorno o per qualche minuto, l’utilizzo delle protezioni personali. Recensione ❯
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Il braccio di ferro di una coppia disfunzionale che dice tanto anche del rapporto tra Stati Uniti e Messico. Drammatico, Messico2025. Durata 100 Minuti.
Un ballerino dovrà affrontare la vera natura della sua relazione amorosa. Espandi ▽
Il giovane Fernando, talentoso ballerino di Città del Messico, emerge dal deserto dopo un pericoloso viaggio oltre il confine americano. Il ragazzo è determinato a raggiungere San Francisco, dove si introduce nel lussuoso appartamento di Jennifer, una donna molto più grande di lui della quale da qualche tempo è amante. Profondamente attuale, il film è l’allegoria perversa di un braccio di ferro in una coppia disfunzionale, che dice tanto del rapporto tra Stati Uniti e Messico per quanto riguarda l’immigrazione, arrivando sugli schermi proprio al culmine della tensione politica sul tema. In un gioco diabolico di prigioni amorose e linee di demarcazione che vanno dal nazionale fino al domestico, Franco si fa tentare da una spirale risolutiva angosciante e brutale, nel pieno spirito delle opere che gli hanno dato il successo. Eppure rimane la sensazione che ci sia una dimensione nuova e inaspettata nella sua poetica. Recensione ❯
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Maxi processo di Palermo, 1987: otto giurati chiusi 36 giorni in camera di consiglio decidono su 470 imputati, tra tensioni, sorprese e conflitti. Espandi ▽
Dopo un anno e dieci mesi del Maxiprocesso per crimini di mafia che si è svolto a Palermo, dove per la prima volta lo Stato è riuscito a infliggere una condanna collettiva a Cosa Nostra, l’11 novembre 1987 la corte si riunisce in camera di consiglio. Otto giurati, blindati in un appartamento-bunker del carcere dell’Ucciardone, devono decidere condanne e assoluzione per oltre 460 imputati. “Il mondo resterà fuori da queste mura. Nessuno può uscire, nessuno può entrare”. Sono queste le parole che il presidente della giuria interpretato da Sergio Rubini dice a tutti gli altri componenti prima di iniziare a stabilire la colpevolezza o l’innocenza degli imputati. I materiali di repertorio della parte iniziale introducono la ricostruzione di quei 36 giorni d’isolamento, in un cinema di dichiarata impostazione teatrale basato soprattutto sulla forza della parola. Infascelli ritorna a un cinema di mafia a dieci anni da Era d’estate. L’impeto civile resta autentico e intatto, l’effetto claustrofobico e drammatico risulta invece più balbettante. Recensione ❯
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Un racconto sulla prima espansione della 'ndrangheta nel profondo Nord, con uno stile mai indulgente sostenuto da una profonda tensione morale. Drammatico, Italia2025. Durata 129 Minuti.
L'autobiografia di un ragazzo che si ribella al suo destino criminale. Si chiama Antonio Zagari e la sua è una storia vera. Espandi ▽
Antonio Zagari, figlio di un boss calabrese trapiantato in Lombardia, capisce di non essere adatto alla malavita: uccidere per lui è fisicamente insostenibile. A poco più di vent’anni, dopo aver ammazzato, rapinato, rapito, finisce in galera. Dove decide di fermare tutto: scrivendo. A metà degli anni ’70, mentre i suoi coetanei si ribellano nelle fabbriche, nelle università, nelle piazze, Antonio lotta contro il padre, e lo farà con una vendetta peggiore della morte. Vicari è attento a costruire un racconto sulla prima espansione della ‘ndrangheta nel profondo Nord, tra i primi movimenti operai e studenteschi, con uno stile mai indulgente sostenuto da una profonda tensione morale. Liberamente ispirato all’omonimo libro di Antonio Zagari, il film inizia filologicamente con le sue parole vergate su un quadernetto in carcere. È un flusso di coscienza, tortuoso e tormentato, che ricostruisce gli anni d’oro, chiamiamoli così, dell’emigrazione al Nord delle organizzazioni criminali del Sud. Il regista sceglie di sostenere il suo racconto attraverso uno stile di racconto ‘classico’, mai adrenalinico o iperbolico, questo per non dare la sponda a possibili romanticizzazioni dei suoi protagonisti con la fascinazione delle loro azioni. Certo è una scelta che, nell’estetica cinematografica contemporanea, spiazza e forse allontana per la sua coerente inattualità ma dà conto perfettamente della posizione morale del suo regista Recensione ❯
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Da un incontro miracoloso prende vita un diario di guerra e soprattutto una celebrazione della compassione. Documentario, Francia, Iran, Palestina2025. Durata 110 Minuti.
La regista iraniana Sepideh Farsi filma al telefono la fotografa palestinese Fatem Hassouma: un diario intimo da una Gaza sotto le bombe. Espandi ▽
Il 7 ottobre 2023, giorno del violento attacco di Hamas a Israele, la regista iraniana Sepideh Farsi sta promuovendo il suo ultimo film per il mondo, The Siren, che si ispira alla guerra che lei, oggi in esilio in Francia, ha vissuto da adolescente nel nativo Iran. In cerca di una comprensione più profonda del contesto, Farsi cerca di entrare a Rafah dall'Egitto per parlare con rifugiati palestinesi e grazie a un contatto conosce, se pur solo in videochiamata, la fotoreporter ventiquattrenne Fatma "Fatem" Hassouna. In un inglese essenziale si apre tra loro un dialogo, profondamente sentito, una connessione immediata, che non necessita di spiegazioni, tra chi conosce il significato di una forte limitazione della propria libertà.
La differenza tra loro è che Sepideh è fuggita dal suo Paese a 18 anni, non facendovi più ritorno, pena l'incarcerazione; Fatem vorrebbe conoscere il mondo ma non è mai uscita da Gaza, vive in un quartiere della parte nord della città che non ha nessuna intenzione di abbandonare, nonostante i persistenti bombardamenti. Recensione ❯
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Una storia vera già commovente sulla carta diventa un coming of age pensato per un pubblico eterogeneo e adulto. Drammatico, Italia2025. Durata 105 Minuti.
Mario ritrova il sogno da fantino grazie al cavallo Laghat e all'amore per Giulia, combattendo un padre manipolatore per proteggere ciò che ama davvero. Espandi ▽
Mario, detto Capoccione, è un ragazzo che ha sofferto tanto, a causa della morte di sua madre. Ha sepolto il suo talento da fantino sotto la quotidianità del lavoro da rigattiere con suo padre, insieme al fratello. La scintilla si riaccende quando conosce Laghat, cavallo cieco da un occhio con cui stringe un legame speciale. Parallelamente conoscerà Giulia, groomer e amante dei cavalli come lui, e insieme sogneranno in grande. Ma dovranno scontrarsi con la deludente realtà e l’egoismo di un padre manipolatore. È un coming of age a due teste, il film di Michael Zampino tratto dal libro “Laghat, il cavallo normalmente diverso”. La storia è vera, di quelle commoventi già sulla carta. Funziona, moltissimo, l’idea di un film che intende seguire il doppio binario della sfida ippica e personale. Funziona anche la volontà manifesta di non voler firmare l’ennesima storia banale/retorica per famiglie ma un dramma pensato per un pubblico più eterogeneo e adulto, votato al realismo. Recensione ❯
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Un originale film sportivo, dalla regia empatica. Dove l'impresa eccezionale è essere normale. Azione, Biografico, Drammatico - USA2025. Durata 123 Minuti.
Biopic sportivo sulla vita di Mark Kerr, sollevatore di pesi, campione di MMA e wrestler. Espandi ▽
Tre anni nella vita e nella carriera di Mark Kerr, che è stato un pioniere nella disciplina delle arti marziali miste a cavallo tra gli Anni Novanta e i duemila. I combattimenti brutali si fanno sentire sul corpo dell'atleta, che sviluppa una dipendenza dagli oppiacei per placare i dolori.A casa, in Arizona, lo attende la compagna Dawn. Un sostegno importante gli viene dall'amico e rivale Mark Coleman, tramite il quale Kerr si avvicina all'allora nascente mondo dell'UFC che promette guadagni ancora maggiori.
Kerr è presumibilmente un nome poco familiare al grande pubblico se non ai più fedeli appassionati degli sport da combattimento, ma il regista si rifiuta di accettarlo, cercando invece l'eccezionalità in un personaggio che cerca disperatamente di conformarsi.
Safdie nasconde tutto ciò in un involucro dall'aspetto conosciuto, quasi scontato, puntando il dito e sfidando lo spettatore a vederci la stessa unicità che sta indicando lui da lontano, come nell'epilogo sornione che chiude il film e che ci ricorda quanto è importante tenere la giusta distanza. Recensione ❯
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Un esordio che guarda alle relazioni senza falsi moralismi e segna la nascita di un'autrice curiosa e coraggiosa. Commedia, Italia2025. Durata 100 Minuti.
Lea incontra Rocco in un bar e ne diventa l'amante. La loro relazione clandestina, consumata in una stanza d'albergo, prende una piega sinistra quando lei inizia a infilarsi nella vita di lui. Espandi ▽
Lea è una giornalista, ha un marito attore, una figlia piccola e un pesce morto nell’acquario. Rocco da 19 anni ha una moglie psicologa e ogni venerdì sera si sfoga su un ring. Lea e Rocco si incontrano in un bar e lui finisce per accompagnarla a casa in macchina. Si baciano, ed è l’inizio di un’avventura che potrebbe essere casuale, oppure no.
La sceneggiatrice Ludovica Rampoldi debutta alla regia con Breve storia d’amore, da lei scritto e diretto: ed è un debutto interessante, perché tratta temi scivolosi di cui Rampoldi riproduce l’ambiguità, al netto di imbarazzanti voyeurismi. Sottotraccia c’è un desiderio reale di guardare alle relazioni senza falsi moralismi, e di farlo da un punto di vista femminile, utilizzando i meccanismi del thriller per scoperchiare il vaso di Pandora dei non detti e degli inganni che accomunano molte coppie in una sorta di imbrigliamento delle rispettive pulsioni vitali. È un esordio più interessante che riuscito, ma segnala un’autrice (di film suoi) in divenire, curiosa, vitale e apprezzabilmente coraggiosa. Recensione ❯
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Il cinema tattile e materico di Ramsay è il veicolo naturale per questa storia di furioso contatto con un reale che sfugge di mano. Drammatico, Canada2025. Durata 118 Minuti.
Dalla rinomata regista Lynne Ramsay, Die My Love è il ritratto viscerale e senza compromessi di una donna travolta dall'amore e dalla follia. Espandi ▽
Grace e Jackson si amano con intensa passionalità e si trasferiscono da New York a un'isolata casa del Montana appartenuta allo zio di lui, morto suicida. Jackson voleva suonare in una band, Grace scrivere il "grande romanzo americano". Ma la giovane donna rimane incinta e la nascita del figlio sposta tutti gli equilibri di coppia: lui accetta un lavoro manuale lontano da casa e lei si ritrova in totale isolamento domestico, con un neonato che richiede tutte le sue attenzioni. Intorno a lei mamme, zie e nonne che dispensano consigli non richiesti, e la madre di Jackson, Pam, che ha da poco perso il marito ed è smarrita quanto Grace. La giovane madre sprofonda in una violenta depressione post partum, Jackson non capisce e fa da parafulmine alla sua disperazione. E lei è tentata dalle attenzioni di un misterioso vicino che passa davanti alla casa isolata in moto, con il volto nascosto da un casco.
Con Die, My Love, adattamento del romanzo omonimo dell'autrice argentina Ariana Harwicz (pubblicato in Italia con il titolo "Ammazzati amore mio", parte della cosiddetta "trilogia della passione"), la regista e sceneggiatrice scozzese Lynne Ramsay torna a esplorare il mondo delle relazioni disfunzionali in cui un marito amorevole non riesce a comprendere il disagio profondo della consorte, e in cui la maternità è vissuta con pericoloso straniamento, come nell'agghiacciante ...e ora parliamo di Kevin. Recensione ❯
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I fratelli Dardenne, scavando nell'umanità delle proprie protagoniste, offrono uno spazio a una speranza. Drammatico, Belgio, Francia2025. Durata 104 Minuti.
Le storie di cinque ragazze madri che si trovano ad affrontare difficoltà diverse ma solo apparentemente insuperabili. Espandi ▽
Jessica, Perla, Julie, Arianne e Naïma sono cinque adolescenti che hanno trovato rifugio ed assistenza, ognuna per motivi diversi, in una casa rifugio per ragazze madri. Se ne seguono i percorsi che le vedono rischiare di arrendersi o cercare di superare le difficoltà che stanno alla base della loro scelta di dare alla luce una creatura.
Il film trae origine da un’indagine che i due registi hanno compiuto in una ‘maison maternelle’ nella zona di Liegi avendo in mente di realizzare un film con al centro una sola giovane madre. Le storie che hanno potuto ascoltare nel corso di quella visita li hanno spinti a scrivere una sceneggiatura in cui si seguono cinque storie tenendo sempre come punto di riferimento il centro di assistenza al quale le giovanissime protagoniste finiscono con il fare ritorno.
I Dardenne si sono imposti, in questa occasione, di lasciare qualche spazio all’imperfezione in favore di una maggiore leggerezza. Recensione ❯
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Tratto dall'omonimo romanzo di Colleen Hoover, autrice di It Ends With Us. Espandi ▽
Morgan, Chris, Jonah e Jenny, la sorella di Morgan, sono compagni di banco e amici inseparabili. Quando stanno per terminare il liceo Morgan rimane incinta di Chris, dando alla luce la piccola Clara e sposandolo di lì a poco. Diciassette anni dopo, la figlia è ormai una brillante adolescente con il sogno di diventare attrice, innamorata del cinefilo belloccio Miller. Nel frattempo Jonah e Jenny hanno avuto il loro primo figlio. Un giorno, però, la ragazza muore in incidente d'auto insieme a Chris, lasciando il marito, la sorella Morgan e la giovane Clara sotto shock. La doppia tragedia porta a galla la relazione segreta tra i due. Morgan e Jonah faticano ad accettare il tradimento reciproco, ma al contempo la rivelazione lascia loro spazio per vivere finalmente il loro amore represso sin dall'adolescenza.
Dopo il successo di Colpa delle stelle, il veterano delle storie d'amore adolescenziali Josh Boone filma l'altro bestseller internazionale di Colleen Hoover: ne esce stavolta un melò sentimentale al femminile innocuo ma sovraccarico. Recensione ❯
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L'allegoria politica e il romance sono gli ingredienti della seconda parte del musical,
che conferma qualità e intrattenimento. Fantasy, Musical - USA2025. Durata 138 Minuti.
Il capitolo finale della storia mai raccontata delle streghe di Oz. Espandi ▽
La costruzione della strada di mattoni gialli che porta verso la Città di Smeraldo procede alacremente e solo un pericolo sembra minacciare la pace nel regno di Oz: la Perfida Strega dell'Ovest. Ma le cose sono diverse da come appaiono. Ce lo ha raccontato la prima parte del film: Elphaba, la strega, non è perfida per nulla. A Glinda, la strega buona del Nord, accade invece l'opposto: non ha poteri, è una strega solo in virtù di una messa in scena, eppure tutti la amano.
Wicked riprende dunque la storia epica dell'amicizia tra due giovani donne apparentemente lontane l'una dall'altra com'è lontano il rosa dal nero, ma in realtà solo in attesa del momento giusto per unire le forze e riscrivere la loro versione della storia. Da un lato abbiamo l'allegoria politica, che riprende e dettaglia i temi della prima parte, dall'altro lo sviluppo del romance tra la reietta Elphaba e il principe Fiyero.
C'è anche la conferma della qualità dell'intrattenimento proposto già nella prima metà, così come della presenza di numeri più o meno memorabili. Recensione ❯
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