La storia di Almerigo Grilz, un giornalista inviato di guerra caduto durante un reportage. Espandi ▽
Trieste, 1977. In una piazza della città si scontrano due gruppi di giovani militanti di destra e di sinistra. Almerigo Grilz, attivista del Fronte della Gioventù, fa a botte con Vito Ferrari, che proviene (probabilmente) dalle fila della Federazione Italiana Giovanile Comunista. Quando arriva la polizia però i due si aiutano reciprocamente a fuggire, ma solo Grilz viene catturato e spedito in carcere. Molti anni dopo Ferrari, uno dei padri fondatori di Radio Popolare, è convocato a Trieste per partecipare ad una riunione dell'Ordine dei Giornalisti che dovrà deliberare sull'opportunità o meno di dedicare una targa alla memoria di Grilz. Almerigo infatti, dopo gli anni della militanza triestina, è diventato un celebre fotoreporter di guerra dell'agenzia freelance Albatross.
Base dimostra coraggio nel maneggiare una materia incandescente, e per fortuna non risparmia i riferimenti all'apologia del fascismo come reato vietato dalla Costituzione, così come alla tendenza di entrambi i campi ad appiattire la complessità del reale e ad affibbiare facili etichette. E le scene di battaglia sui fronti di Cambogia, Afghanistan, Angola, Libano e Mozambico funzionano per immediatezza e ferocia.
Andavano invece maggiormente coltivati gli accenni alla manipolazione occulta degli estremismi da parte delle istituzioni, dei servizi segreti e della Cia per alimentare quella "strategia della tensione" che ha fatto dei Grilz e dei "Ferrari" utili pedine. Recensione ❯
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La storia di una band che userà la musica come mezzo per rinascere, creare amicizia e cercare il riscatto. Espandi ▽
Dopo essere stato responsabile di un incidente sul palco, Bruno viene cacciato dalla sua band, gli Entry Level. Prima di andarsene, urla agli altri: "Avete perso la gallina dalle uova d'oro". Passano otto anni. Un giorno viene arrestato per aver sabotato il concerto della sua ex-band, causando un incendio nel palazzetto dove si stava esibendo. In carcere, arriva inaspettatamente l'occasione del suo riscatto; fondare un complesso con altri detenuti. L'obiettivo è partecipare e vincere il Roma Rock Contest che rappresenta per tutti un'occasione di riscatto e per Bruno in particolare, la possibilità di poter realizzare il desiderio di sua figlia.
Non si è davanti a un film monotono. È infatti scorrevole, garbato e si vede volentieri. Ma non riesce a uscire dai toni e a differenziarsi da molte commedie italiane. Un cinema tutto di mestiere, impeccabile. Dove però la caduta non è così rumorosa e il riscatto così coinvolgente.
Il film è una commedia squilibrata che non riesce a trovare il tono giusto tra la dimensione più collettiva e quella più intima. Recensione ❯
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Ritratto di una donna forte ed indipendente che nasconde un passato di sofferenza. Espandi ▽
In ospedale, al capezzale di sua madre, l'americana Esther Horowitz riceve una lettera con una missione: rintracciare in Israele una donna vissuta negli anni Trenta in quelle terre. Tra una peripezia e l'altra, spinta dall'urgenza di scoprire la verità si farà aiutare dal professore Zayde e scoprirà la storia del contadino vedovo Moshe e della grintosa Yehudit, che coinvolse anche il romantico sognatore Yaakov e il pratico commerciante Globerman in una sorta di "tribù" di padri protettori per il figlio.
I ruoli femminili risultano assolutamente centrali e di spessore, forti delle convincenti interpretazioni della memorabile Ana Ularu e di Mili Avital, ma convincono anche i personaggi maschili. Questo film non è un giallo, non è un thriller, non è un film storico, e non è solo un film che racconta l'esperienza degli ebrei che a inizio Novecento lasciarono l'Europa per sfuggire alle persecuzioni con il proposito di costruire una nuova società. È una storia sull'importanza delle proprie radici, sulla genitorialità e tanto altro.
Il film è una plurisfaccettata storia d'amore (a due binari, due epoche e più trascorsi emotivi), in cui l'altro è ancora di salvezza, empatia e supporto insostituibile, in una parola: casa. Recensione ❯
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Un doc che ci fa entrare all'interno di un cerchio magico, invitandoci a compartecipare dell'allegria contagiosa dei tre protagonisti. Documentario, Italia2025. Durata 100 Minuti.
Un documentario che racconta l'amicizia tra Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè. Espandi ▽
Nel 2014 Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri, amici e collaboratori artistici fin dagli anni Novanta, fondano il gruppo che porta i loro tre cognomi e incidono l'album "Il padrone della festa", lanciandosi poi in un tour europeo. Le registrazioni del megaconcerto di Napoli e quello al PalaLottomatica di Roma del gruppo Fabi Silvestri Gazzé diventeranno un doppio album live nel 2015. A un decennio di distanza, il 6 luglio 2024, il supergruppo ha riportato il concertone al Circo Massimo in una reunion subito sold out.
Ma Fabi Silvestri Gazzé - Un passo alla volta, diretto da Francesco Cordio, è più di un concert movie: è la storia dell'amicizia trentennale fra tre musicisti molto diversi per indole e ispirazione ma uniti da un comune sentire e un affetto profondo, nonché dalla capacità di stimolarsi a vicenda a creare divertendosi.
Nel ricreare quel mitico concerto del 2014, Fabi Silvestri Gazzé si sono preoccupati di "rispettarne la magia", e di fatto l'hanno ricreata, restituendo Un passo alla volta i brani più amati dal pubblico nella loro (quasi) integrità, e interamente nella loro energia. Recensione ❯
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Dotato dell'orecchio assoluto, Peppino inizia la sua carriera a soli quattro anni esibendosi a Capri per i soldati americani. Gli anni '50 segnano l'inizio del suo successo e l'incontro con Roberta, primo grande amore. Peppino di Capri diventa così una star che continua a brillare nonostante la crisi con Roberta e le scosse nel panorama musicale. Recensione ❯
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Commedia che ha come tema portante l'amicizia. Espandi ▽
Edoardo e Ottavio sono stati affiatati compagni di liceo negli anni '90. Uno dei due si è però conquistato le attenzioni della ragazza che piaceva all'altro e la loro amicizia è finita. Oggi Edoardo è un ricco imprenditore con moglie e tre figli abituati a vivere nel lusso. Ottavio ha una moglie che fa la collaboratrice scolastica, sa fare diversi lavori ed abita con lei e la loro figlia adolescente in un paese. In seguito ad investimenti sbagliati Edoardo si ritrova senza più nulla e dovrà accettare, seppure obtorto collo, l'aiuto dell'ex amico iniziando una nuova vita.
Fabrizio Maria Cortese scrive, insieme a Federico Moccia, una sceneggiatura che affida la propria credibilità a un casting azzeccato.
Lo script risulta efficace soprattutto nel momento in cui descrive il passaggio da uno status sociale all'altro riuscendo a cogliere le diverse sfumature negli atteggiamenti mettendo a confronto due modi di vivere e di considerare il prossimo. Recensione ❯
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Un film tratto dall'omonimo libro di Egea Haffner e Gigliola Alvisi. Espandi ▽
Il film racconta attraverso gli occhi della piccola Egea, una vicenda di resilienza e coraggio al centro di un esodo che ha segnato migliaia di famiglie italiane giuliano-dalmate. Recensione ❯
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L'emozionante storia di un padre e una figlia. Espandi ▽
Jenny non perdona a suo padre Alvaro di aver abbandonato lei e sua madre, allontanandosi anche da Roma. Alvaro invece cerca di rimanere accanto alla figlia il più spesso possibile. Quando Alvaro ha un ictus, e si ritrova ad aver bisogno di assistenza domestica, Jenny, che si sente in colpa per aver trattato male suo padre fino al momento dell'ictus, decide di lasciare tutto e andare ad assistere il padre nella sua casa vicino al mare.
Come gocce d'acqua è la storia del riavvicinamento di un padre e una figlia che si sono voluti molto bene e continuano a volersene, anche a dispetto di ogni accadimento, ma non sanno come dimostrarselo.
Sono ottime le interpretazioni degli attori, a cominciare dalla giovane Sara Silvestro, davvero una rivelazione per naturalezza e presenza scenica nei panni di Jenny, per proseguire con Edoardo Pesce, intenso e ricco di sfumature nel ruolo di Alvaro. Recensione ❯
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Un intenso legal drama su una coppia separata che affronta una dolorosa battaglia giudiziale per la gestione del loro figlio. Espandi ▽
Marta e Guido si sono separati. La loro separazione è resa problematica dall'affidamento del figlio Andrea di 8 anni; entrambi, infatti, vorrebbero trascorrere più tempo con lui. Così si rivolgono al tribunale dei minorenni per richiedere una sentenza giudiziale che stabilisca in via definitiva quanti giorni il bambino debba passare con la madre e quanti con il padre. Tra Marta e Guido si scatena così una sotterranea guerra psicologica.
In L'isola di Andrea è notevole il livello di scrittura, ad opera dello stesso Capuano. Non c'è drammatizzazione e teatralità nei dialoghi ma la sceneggiatura coglie la verità di un profondo disagio e malessere di entrambi. In più la camera crea dei movimenti circolari, a cominciare da quelli dentro l'appartamento proprio all'inizio del film prima del ballo di Marta proprio per catturare tutta l'incertezza emotiva ed esistenziale di entrambi i protagonisti e il loro rapporto col figlio.
C'è poi la grande interpretazione di Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni. Per l'attrice si tratta della quarta collaborazione con il regista. Ma è sorprendente anche Marchioni quando mostra i segni di instabilità del suo personaggio. Recensione ❯
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Le riprese del film su Carmelo Bene si interrompono. Maresco sparisce, accusando la produzione. Un'indagine svela il suo genio ribelle e visionario. Espandi ▽
Che fine ha fatto Franco Maresco? A chiederselo è il suo amico Umberto Cantone, che dopo aver aiutato il regista palermitano a scrivere un film su Carmelo Bene e aver saputo che le riprese del film sono state interrotte, incontra alcuni suoi collaboratori e il suo autista per ripercorrerne le tracce. Viene così a sapere dei mesi di lavoro sul set, di riprese infinite, di soldi spesi per girare scene improvvisate su un “santo volante” del Seicento, così come delle accuse di Maresco – di cui in parallelo viene ripercorsa la carriera – al produttore Andrea Occhipinti. Alla fine è il regista scomparso a farsi vivo con una lettera all’amico, nella quale fornisce la sua versione della storia. Sul modello non dichiarato di Quarto potere, il nuovo lavoro di Franco Maresco è una ricerca del regista stesso e insieme una sorta di autobiografia in terza persona. Recensione ❯
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Una Napoli totalmente al di fuori delle convenzioni e degli stereotipi vista con
lo sguardo di chi ha al centro della propria indagine l'umanità. Documentario, Italia2025. Durata 115 Minuti.
Tra il Golfo e il Vesuvio, Napoli si racconta in bianco e nero: tra storia, archeologia e vita quotidiana, un viaggio nel tempo e nell'anima del territorio. Espandi ▽
La Napoli del Vesuvio. La Napoli dei Campi Flegrei con le scosse di terremoto. La Napoli dei tombaroli. La Napoli degli archeologi. La Napoli di chi fa doposcuola cercando di offrire il proprio sapere a chi più ne ha bisogno. La Napoli dei marinai siriani in rotta fissa: Odessa-Napoli e ritorno. La Napoli del centralino dei Vigili del Fuoco e della varia umanità che ne cerca l'aiuto. La Napoli dello sventramento. La Napoli com'era nella visione di un Maestro: Roberto Rossellini.
Gianfranco Rosi entra in una Napoli che è al contempo frutto di uno sguardo personale ma anche messa a disposizione delle diverse sensibilità di coloro che osservano. Recensione ❯
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Tra crisi d'ispirazione, sedute di psicologia e prove sperimentali, riuscirà Maccio a ritrovare la creatività e scrivere la sua prossima serie tv? Espandi ▽
Marcello Macchia è in profonda crisi creativa. Disposto a tutto pur di ritrovare l'ispirazione che l'ha reso famoso, si rivolge ad un luminare della psicanalisi, Arnaldo Braggadocio, che lo sottopone ad una serie di prove per uscire dalla sua comfort zone e "appropriarsi del disagio". Ma varrà veramente la pena attraversare quel calvario per recuperare l'ispirazione perduta?
Maccio Capatonda si cimenta con la serialità (poiché "la vita è una serie di serie") mettendo a frutto quell'immaginazione che manca temporaneamente al suo protagonista, e facendo molta autoironia tanto sul suo personaggio pubblico quanto sulla sua persona.
Macchia esce qui davvero dalla sua comfort zone pur mantenendo la sua comicità stralunata, più riuscita in alcuni episodi che in altri e sempre al confine con il grottesco. E ciò che funziona è anche la cura con cui la serie costruisce la sua architettura narrativa. Recensione ❯
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Un dramma esistenziale che gioca con i punti di vista per raccontare una storia realistica, ma dai toni grotteschi e surreali. Drammatico, Italia2025. Durata 94 Minuti.
Il dramma di un uomo che cerca un senso di riscatto dopo la morte di un amico. Espandi ▽
Colleghi e amici fraterni, Cesare e Mauro lavorano entrambi come guardie giurate in una miniera ormai in disuso, in cui un tempo erano impiegati come operai. In una Sardegna soleggiata, arida e desolata, i due condividono le proprie giornate, trascorrendo in compagnia la pausa pranzo in una piccola sala dotata soltanto di un tavolo e un televisore. Al pomeriggio, invece, nel dopolavoro operaio, ballano insieme le canzoni della loro gioventù. Tutto procede con assonnata monotonia, finché un giorno arriva ai due una notizia che sembra farli sperare in un futuro migliore: una multinazionale cinese potrebbe finalmente acquistare il giacimento in cui lavorano, conferendogli una nuova vita. I sogni di Cesare e Mauro sembrano tuttavia destinati a infrangersi tragicamente.
Esordio al lungometraggio del regista sardo Sergio Scavio, La guerra di Cesare racconta il dramma esistenziale di due ex operai, reiventatisi guardie giurate dopo la chiusura della miniera in cui erano entrambi impiegati. Uomini al tramonto, frustrati dal fallimento di una rivoluzione operaia che sembra ormai definitivamente destinata a non realizzarsi, Cesare e Mauro raccontano la fine di un’epoca e dei suoi ideali. Nonostante alcuni dialoghi un po’ ingessati, si tratta di un film capace di raccontare con grande originalità un tema più volte affrontato dal cinema italiano – quello della crisi della sinistra e delle sue istanze - e Sergio Scavio si presenta come un regista dallo stile riconoscibile e profondamente personale. Recensione ❯
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Francesco De Gregori suona per un mese all'Out Off di Milano brani "nevergreen" e ne fa un film intimo, immerso nella musica e nell'atmosfera teatrale. Espandi ▽
Nell'autunno del 2024 Francesco De Gregori suona per venti date a Milano al teatro Out Off, di fronte a 200 persone per serata. Una dimensione raccolta, in un contesto volutamente "low key", ovattato, dove il confine tra prove e set vero e proprio si fa incerto, e a contare resta soprattutto la vicinanza, la possibilità di entrare in contatto diretto con l'artista.
Sulla zona grigia lavora il documentario di Stefano Pistolini, che alterna prove e concerti senza soluzione di continuità: per distinguere il passaggio dall'esercitazione alla performance spesso occorre osservare i vestiti indossati da De Gregori o dai suoi ospiti.
A spezzare il flusso delle performance intervengono le immagini in bianco e nero dei tram di Milano, frammenti nostalgici che evocano un tempo remoto, più semplice e forse più giusto, uno scenario implicito dell'immaginario del cantautore. Infine il documentario trova la sua chiusura naturale nel valzer finale di Buonanotte fiorellino, quando De Gregori invita il pubblico - inevitabilmente attempato o incanutito - a rompere gli indugi e ballare. È l'apoteosi di un amarcord collettivo sussurrato, la celebrazione di un presente che continua a dialogare con il passato. Recensione ❯
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Il primo film di animazione sulla famiglia ideata e portata in scena in carne ed ossa sui social da Giuseppe Ninno, in arte Mandrake. Espandi ▽
Giuseppe vive in una famiglia caotica: sua madre, Maria, è sempre nervosa e controlla tutto, mentre
suo padre è affettuoso ma legato al divano. Giuseppe desidera più libertà, ma scopre che presto avrà
un compito di inglese decisivo. Intanto, Maria viene scelta per testare il super robot Bamby. Una
sera, durante un litigio, uno zoccolo lanciato viene colpito da un fulmine e scambia i loro corpi!
Maria riuscirà a superare il compito? E Giuseppe dimostrerà il Bamby? Tra equivoci e risate,
l'amore risolverà tutto! Recensione ❯
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