Un film che unisce tradizione e intrattenimento. Lasciando il segno nel campo dell'animazione. Animazione, Drammatico, Fantasy - Cina2025. Durata 144 Minuti.
Il film d'animazione che ha riscritto la storia del cinema mondiale. Espandi ▽
Dopo essere stati colpiti dal fulmine divino, Ne Zha e Ao Bing, un demone e un drago, vedono i loro corpi distrutti. Per salvare le loro anime, il Maestro Taiyi Zhenren usa il Sacro Loto dai Sette Colori, ma riesce a rigenerare solo la forma fisica di Ne Zha. I due devono quindi condividere momentaneamente lo stesso corpo per sette giorni, in cui dovranno sottoporsi a tre prove, così da diventare immortali. Questo traguardo farà ottenere loro una pozione magica in grado di riparare il Sacro Loto e quindi poter rigenerare anche l'organismo di Ao Bing.
Il regista Jiaozi realizza il secondo capitolo di una trilogia destinata a lasciare un segno importante nel campo dell'animazione: per scala, ambizione e incassi. Non siamo di fronte a un semplice film per bambini.
Il film è grande intrattenimento, anche se il gap culturale potrebbe spingere una parte di spettatori a non entrare in connessione con i personaggi (e in effetti la maggior parte degli incassi sono stati fatti soprattutto nel paese natale). Invece la saga di Ne Zha è un fenomeno da non sottovalutare, in particolare se si è appassionati di animazione. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Guerritore si (ri)conquista, con le unghie e con i denti, il suo spazio nel cinema e lo fa con un film libero, personale e con grande personalità. Drammatico, Italia2025. Durata 111 Minuti.
Il primo film su Anna Magnani e la prima prova da regista per il cinema di Monica Guerritore che la interpreta. Espandi ▽
Il primo film sulla più grande interprete italiana amata in tutto il mondo, Anna Magnani, si concentra nella notte del 21 marzo 1956 quando vince il Premio Oscar come miglior attrice per La rosa tatuata. La notte dell'attesa la passerà tra i vicoli e le piazze di Roma, tra la gente del popolo che la ama e le memorie che abitano il suo cuore. Questo il leitmotiv che unisce tutti i grandi accadimenti della vita di Anna Magnani accompagnata dalle persone che le sono state più vicine. C’è qualcosa di ammaliante nelle interpretazioni di Monica Guerritore. Come se cadesse qualsiasi filtro tra l’attrice e il personaggio. Non a caso segna anche il suo debutto da regista. Scritto, diretto e interpretato da lei medesima per un’identificazione di una donna che si chiama Anna Magnani ma si legge Monica Guerritore. Guerritore si (ri)conquista così, con le unghie e con i denti, il suo spazio nel cinema e lo fa con un film libero, slabbrato, personale e con grande personalità. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
I fratelli Dardenne, scavando nell'umanità delle proprie protagoniste, offrono uno spazio a una speranza. Drammatico, Belgio, Francia2025. Durata 104 Minuti.
Le storie di cinque ragazze madri che si trovano ad affrontare difficoltà diverse ma solo apparentemente insuperabili. Espandi ▽
Jessica, Perla, Julie, Arianne e Naïma sono cinque adolescenti che hanno trovato rifugio ed assistenza, ognuna per motivi diversi, in una casa rifugio per ragazze madri. Se ne seguono i percorsi che le vedono rischiare di arrendersi o cercare di superare le difficoltà che stanno alla base della loro scelta di dare alla luce una creatura.
Il film trae origine da un’indagine che i due registi hanno compiuto in una ‘maison maternelle’ nella zona di Liegi avendo in mente di realizzare un film con al centro una sola giovane madre. Le storie che hanno potuto ascoltare nel corso di quella visita li hanno spinti a scrivere una sceneggiatura in cui si seguono cinque storie tenendo sempre come punto di riferimento il centro di assistenza al quale le giovanissime protagoniste finiscono con il fare ritorno.
I Dardenne si sono imposti, in questa occasione, di lasciare qualche spazio all’imperfezione in favore di una maggiore leggerezza. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una storia personale per raccontare una pagina della Storia italiana. Espandi ▽
Toni Negri è stato un pensatore di fama mondiale. Anna Negri, sua figlia, è una regista che ha faticato molto per emanciparsi dal suo cognome. Perché quando aveva 14 anni, suo padre, allora professore di Scienze Politiche all'università di Padova e tra i leader del movimento di contestazione degli anni '70, fu arrestato. L'accusa, da cui poi sarà prosciolto, era gravissima: essere il capo occulto del terrorismo italiano.
Il racconto intimo di un trauma personale, familiare, generazionale e storico. Non senza contraddittorio: la forza del film sta proprio nel suo approccio mai agiografico ma dialettico, nel continuo scambio di punti di vista, di opinioni anche politiche, di emotività. Sfilano sullo schermo una serie di litigi, confronti - generazionali, oltre che privati - anche aspri, continui tentativi di boicottaggio del film stesso.
Padre e figlia allo specchio, nelle mancanze dell'uno e nel dolore dell'altra, nella difficoltà e nell'impegno di comprendersi, nel loro parlare due linguaggi diversi («Lui quello della politica, io quello degli affetti»). Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Maxi processo di Palermo, 1987: otto giurati chiusi 36 giorni in camera di consiglio decidono su 470 imputati, tra tensioni, sorprese e conflitti. Espandi ▽
Dopo un anno e dieci mesi del Maxiprocesso per crimini di mafia che si è svolto a Palermo, dove per la prima volta lo Stato è riuscito a infliggere una condanna collettiva a Cosa Nostra, l’11 novembre 1987 la corte si riunisce in camera di consiglio. Otto giurati, blindati in un appartamento-bunker del carcere dell’Ucciardone, devono decidere condanne e assoluzione per oltre 460 imputati. “Il mondo resterà fuori da queste mura. Nessuno può uscire, nessuno può entrare”. Sono queste le parole che il presidente della giuria interpretato da Sergio Rubini dice a tutti gli altri componenti prima di iniziare a stabilire la colpevolezza o l’innocenza degli imputati. I materiali di repertorio della parte iniziale introducono la ricostruzione di quei 36 giorni d’isolamento, in un cinema di dichiarata impostazione teatrale basato soprattutto sulla forza della parola. Infascelli ritorna a un cinema di mafia a dieci anni da Era d’estate. L’impeto civile resta autentico e intatto, l’effetto claustrofobico e drammatico risulta invece più balbettante. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un'opera diretta dal regista teatrale e attore Renato Giordano. Espandi ▽
Renèe è la proprietaria del Felix, un locale nel Sannio che offre accoglienza e spettacoli. Ha però molti debiti. Il ritorno al paese di Sofia con la figlia Diletta le procura gioia ma non allontana l'incubo del fallimento. Sofia incontra Alessio che a sua volta ha lasciato temporaneamente la città per vivere nella casa paterna. Tra i due nasce un'intesa ma c'è un segreto che Sofia non vuole rivelare.
Asia Argento spicca con la sua professionalità in un film che ha la sceneggiatura di un fotoromanzo di altri tempi. Giordano, alla sua opera prima, dimostra di saper lavorare con una star come Asia Argento. I problemi gli derivano da una sceneggiatura (di cui è autore) che non si e ci risparmia nulla.
Quello che funziona di più è la promozione della Falanghina, un vino di cui il Sannio può andare fiero, che compare in più di una situazione. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
A Gardaland, Alessandro esasperato desidera cambiare famiglia: il desiderio si avvera e tutti si scambiano identità, dando vita a una serie di caotiche e surreali disavventure. Espandi ▽
Alessandro è sposato con Margherita, ha una suocera che vive in casa con loro e tre figli: gli adolescenti Alice e Leo e la piccola Anna, che per il suo compleanno ha chiesto a tutta la famiglia di accompagnarla a Gardaland. Il quadro è abbastanza devastante, e infatti a Gardaland Alessandro esprime il desiderio di cambiare famiglia. Naturalmente viene accontentato, ma nel modo peggiore possibile: ognuno dei componenti della famiglia assume infatti l’identità di un altro componente, generando situazioni surreali a catena. La chiave della cattiva riuscita di Una famiglia sottosopra sta forse proprio nel non comprendere che anche una serie di situazioni surreali, per funzionare anche a livello comico, deve mantenere un minimo di aderenza alla realtà.Qui invece niente ha alcun senso umanamente riconoscibile, né il tratteggio dei personaggi, né le dinamiche fra di loro, né gli ambienti in cui si muovono o le circostanze lavorative che affrontano. Va bene l’esagerazione comica, ma senza un minimo riscontro reale si finisce per parlare di… marziani. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Gli ultimi 20 anni del regista sono raccontati come un appassionante romanzo ricco di materiali e vicinanza intellettuale e umana. Documentario, Italia2025. Durata 87 Minuti.
1956: Rossellini, deluso dal cinema e dai fallimenti con Bergman, parte per l'India su invito di Nehru. Da lì inizia la sua rinascita fino alla morte nel 1977. Espandi ▽
partire e di non tornare. Non voglio più fare un film. Il cinema, così com’è, non mi interessa”. Il maestro del Neorealismo sta attraversando una crisi profonda. Il regista parte così per l’India invitato dal Primo ministro Jawaharlal Nehru per realizzare un documentario sui progressi del suo paese. Per lui è un salto nel vuoto ma anche una bellissima, nuova sfida. I fatti mostrati in questo documentario iniziano proprio da qui e arrivano al 1977, anno della morte del cineasta. L’approccio è appassionante. Gli ultimi 20 anni della vita di Roberto Rossellini sono raccontati come un grande romanzo, passando dai grandi amori con Ingrid Bergman, Anna Magnanifino al suo atto ultimo come Presidente della Giuria del Festival di Cannes dove ha assegnato la Palma d’oro a Padre padrone dei fratelli Taviani una settimana prima di morire. Il merito di questo documentario è stato quello di mostrare i passaggi più noti della sua carriera e della sua vita ma anche quelli più sconosciuti o da riscoprire. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una ballata folk che racconta il Boss - magistralmente interpretato da Jeremy Allen White - come paladino delle imperfezioni. Biografico, Drammatico - USA2025. Durata 120 Minuti.
Il viaggio di Bruce Springsteen nella realizzazione del suo album del 1982 Nebraska, emerso durante la registrazione di Born in the USA con la E Street Band. Basato sul libro di Warren Zanes. Espandi ▽
1981. Bruce Springsteen è reduce dal successo del River Tour e la sua casa discografica vorrebbe subito un nuovo LP per "battere il ferro finché è caldo". Ma lui è in piena crisi. Ovunque lo seguono l'ombra scura che gli sta alle calcagna e quel vuoto dentro del quale non riesce a liberarsi se non quando, in una stanza del suo modesto appartamento, compone i brani che faranno parte del suo LP meno noto e più rispettato - Nebraska - ben lontani da ciò che la casa discografica si aspetta.
Springsteen - Liberami dal nulla sceglie un momento particolare della vita e carriera del Boss per raccontare lo smarrimento identitario di un uomo e un artista che ha sempre avuto come priorità quella di non tradire se stesso.
Jeremy Allen White (interprete di tutte le canzoni in scena) si cala nel tormento di Springsteen. Il regista Scott Cooper evita saggiamente l'agiografia e gestisce bene l'alternanza fra arte e vita, facendo del suo film una ballata folk su un performer che ha sempre incarnato una parte ben precisa dell'identità statunitense: quella diseredata, blue collar, schietta e genuina. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La storia più volte raccontata al cinema diventa un nuovo prodotto altamente spettacolare, contemporaneo
e insieme universale. Horror, USA2025. Durata 149 Minuti.
Guillermo Del Toro dirige Frankenstein, un'avventura ispirata al mito della Creatura, con elementi religiosi e tratti da Shelley e dai film classici. Espandi ▽
Metà del XIX secolo: una spedizione di marinai bloccati nel Polo Nord s'imbatte in un uomo ferito e in una mostruosa creatura che uccide chiunque lo avvicini. L'uomo, che una volta in salvo racconta la sua storia, è Victor Frankestein, scienziato ossessionato dalla possibilità di vincere sulla morte e responsabile, con il sostegno di un industriale, del fratello e della fidanzata di quest'ultimo, della creazione di un essere umano assemblato con pezzi di cadaveri. Deluso però dalla sua creatura rozza e violenta, Victor ha però cercato di eliminarla scatenando la sua ira. Se però il suo racconto non fosse il solo possibile? Se anche il mostro raccontasse la sua versione, facendo così capire il suo desiderio di comprensione?
Del Toro adatta personalmente il romanzo di Mary Shelley e fa una sintesi del rapporto della cultura occidentale, figlia dello spirito positiva del XIX secolo, con la figura del mostro, la sua natura, le sue origini, la sua umanità. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il film racconta la vita di Rosa Ricci prima della sua condanna, esplorando i suoi trascorsi e le ragioni che l'hanno portata a finire in carcere. Espandi ▽
Di ritorno da una visita in carcere al fratello Ciro, Rosa Ricci e suo padre Don Salvatore si allontanano dall'Ipm di Napoli. Per distrarla, il padre decide di portarla alla festa del narcotrafficante sudamericano Augusthín, per farle conoscere sua figlia Angelica. È solo una trappola, Rosa verrà rapita e portata in una località remota e isolata da tutto. In attesa che arrivi il riscatto di venti milioni di euro la rampolla dei Ricci dovrà salvarsi da sola, mentre è controllata a vista dai suoi carcerieri.
Un film sulla perdita dell'innocenza di una ragazza a cui ne capitano di tutti i colori. È Io sono Rosa Ricci, opera seconda di Lyda Patitucci che aveva già dimostrato di saper girare e firmare un film di genere con Come pecore in mezzo ai lupi. Per questo prequel/spin-off di Mare Fuori sceglie di mescolare azione, thriller, kidnap, gangster e revenge movie, senza tralasciare un tocco di melò nelle relazioni. Su tutte, quella tra Rosa e suo padre, nuovamente interpretati come nella serie da Maria Esposito e Raiz. La chimica tra loro è ormai nota, risultano sempre convincenti e credibili anche nelle scene che hanno dell'incredibile. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La famiglia Moretti partecipa al reality "Fuori la verità", dove sincerità assoluta è l'unica regola. Tra segreti, ambizioni e bugie, la verità rischia di distruggere tutto. Espandi ▽
La famiglia Moretti decide di partecipare ad un nuovo reality show dal titolo “Fuori la verità”. La conduttrice rampante Marina Roch porrà a tutti componenti del nucleo famigliare, in diretta televisiva, sei domande alle quali dovranno rispondere in maniera assolutamente onesta. In palio c’è un milione di euro che potrebbe fare comodo a tutti, ma se uno solo mentirà andranno tutti a casa. Il regista Davide Minella e la sua squadra di cosceneggiatori hanno trovato una buona idea per una black comedy sulla scia di Perfetti sconosciuti, che però parte da una premessa impossibile. Se si decide di sorvolare sul gigantesco “elefante in salotto” ci si può divertire a seguire questo ottovolante mediatico, coadiuvato da una bella squadra di attori, che vede svettare come al solito Claudia Pandolfi. Fuori la verità strizza l’occhio al cinema di Ruben Östlund senza però mai affondare fin in fondo il coltello nella satira. Ma intrattiene con abilità per le due ore del tempo di proiezione, alimentando continuamente la storia con nuove rivelazioni. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un film che approfondisce le sfide del crescere in un contesto tradizionale e, allo stesso tempo, della scoperta della propria identità. Espandi ▽
Un remoto villaggio della Macedonia del Nord. Ahmet è un ragazzo di 15 anni che appartiene alla minoranza turca degli Yuruk. Cerca rifugio nella musica di cui è appassionato e una notte si ritrova in un rave nel bosco dove per un attimo si illude di stare nel mondo che gli appartiene. Le sue pecore scappano e arrivano alla festa ma una di loro si perde. Il padre decide così di punirlo. Il suo destino s'incrocia con quello di Aya, una ragazza destinata a un matrimonio combinato.
Dj Ahmet è un sorprendente, incantato ed energico musical pastorale sullo scontro e il tentativo di coesistenza tra tradizione e modernità.
Siamo di fronte ad un coming of age con tracce di comicità slapstick evidente nei movimenti impazziti di Ahmet e nei ralenti del primo incontro tra il protagonista e Awa e del ballo. Sono come tocchi pittorici che vanno oltre la caratterizzazione dei personaggi, a volte solo tratteggiati nei cambiamenti (soprattutto quello del padre di Ahmet) e che mostrano nel cineasta una sorprendente inventiva fuori dal comune. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Josh O'Connor, con la sua tenerezza e simpatia, veste i panni di un antieroe ambiguo e sfuggente, laconico e goffamente disperato. Thriller, USA2025. Durata 110 Minuti.
Massachusetts, 1970. JB, ex falegname, tenta un colpo d'arte ambizioso, ma tutto degenera e la sua vita prende una svolta irreversibile. Espandi ▽
Massachusetts, 1970. James Blaine Mooney, per gli amici J.B., è figlio inconcludente del giudice della contea di Framingham, ha una moglie, Terri, e due figli gemelli, ma non ha un lavoro, anche se è laureato ed è abilissimo nei lavori manuali. Si diletta nel frequentare il museo locale e a sottrarre da lì qualche artefatto, finché non decide di rubare quattro quadri del pittore astrattista Arthur Dove e dare così una svolta alla sua vita, cosa che probabilmente stupirebbe suo padre e renderebbe orgogliosa sua moglie, l’unica a portare a casa il pane. J.B. dunque mette insieme un trio di malcapitati e il furto al museo apparentemente riesce, ma le cose cominciano a mettersi male fin da subito, costringendo J.B. ad una latitanza in giro per gli Stati Uniti. Intorno a lui si muovono i movimenti contro la guerra nel Vietnam, e il Paese sembra anch’esso allo sbando.
Kelly Reichardt è la regista, sceneggiatrice e montatrice di The Mastermind (titolo ironico che indica una “mente organizzativa” quando invece qui la mente di J.B. è un disastro annunciato), un film di una luminosità accecante quando inquadra l’America della palizzata bianca, via via sempre più buio quando racconta l’implosione progressiva del suo protagonista (la direzione della fotografia è di Christopher Blauvert, che ha accompagnato Reichardt in tutti i suoi film da Meek’s Cutoff in poi). Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il film racconta la guerra del nazismo contro l'arte moderna. Perché, ieri come oggi, creatività e pensiero critico sono la linfa vitale della democrazia. Espandi ▽
I veri grandi nemici di Hitler erano artisti come Picasso, Chagall, Van Gogh e Matisse, bollati dal nazismo come "degenerati": le loro opere vennero ritirate dai musei tedeschi, distrutte o vendute, così come furono messe al bando la letteratura, la musica e l'architettura non in linea con il regime. A partire dalla mostra del Musée Picasso di Parigi, il documentario ripercorre questo attacco ideologico attraverso filmati rari, opere censurate e testimonianze di curatori, storici, sociologi e psicanalisti. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.