The Regime - Il palazzo del potere

Kate Winslet dà vita a Elena Vernham, una cancelliera che incarna l'archetipo del leader autoritario nell'immaginario collettivo dell'Europa centrale contemporanea. Ambientata in un paese senza nome, che ricorda le divisioni della Bosnia-Erzegovina o della Repubblica Ceca, la narrazione si svolge in un contesto di festeggiamenti per il "Victory Day", data-simbolo della vittoria autoritaria di Vernham. Il suo rapporto con Herbert Zubak, interpretato da Matthias Schoenaerts, un mercenario trasformato in consigliere, dipana la complessa trama di potere, violenza e lealtà, esponendo le fragilità e i pericoli insiti nelle dinamiche autoritarie.

Marzo 2024 si apre con delle serie in grado di solleticare le nostre papille gustative: da Shogun a Supersex, non possiamo che dirci soddisfatti; non poteva che inserirsi in questa rosa di produzioni attese la serie della nostra amatissima e patinatissima HBO.

La Vernham di Winslet è una figura complessa - cos'altro potevamo aspettarci da una serie diretta da Jessica Hobbs e Stephen Frears, quest'ultimo assente dalle scene televisive da quel piccolo capolavoro di Quiz per la britannica ITV? Elena Vernham, una dittatrice caratterizzata dalla sua ossessione per la pulizia e il controllo, riflette metaforicamente l'ansia di potere e la paura di perderlo che caratterizza alcune delle realtà dell'Europa centrale contemporanea.

La serie attinge a una ricca gamma di riferimenti culturali e politici, utilizzando il costume e il design per arricchire la narrazione. L'abito verde di Vernham, ad esempio, simboleggia il suo umore capriccioso e la paura che incute nei suoi sottoposti, mentre la sua varietà di abiti riflette sia la sua imprevedibilità che la sua manipolazione dell'immagine pubblica. Questi elementi visivi, combinati con le performance dei protagonisti, contribuiscono a creare un mondo sia stranamente familiare che profondamente distorto.

Certamente funzionale alla narrazione è la scelta di una tavolozza di colori fortemente simbolica, mai lasciata al caso, che caratterizza i costumi, in un lavoro di rielaborazione del vestiario di alcune delle più importanti first ladies della storia, come Eva Perón, e di alcune prime ministre contemporanee - come affermato dalla stessa costumista (Consolata Boyle) - tra cui Giorgia Meloni. Un riferimento, quest'ultimo, che molti tentennano a riconoscere ma che è decisamente presente nelle scelte visive, nelle attitudini recitative (di Winslet) e nella trama, che dà alla protagonista un passato politico che richiama quello di importanti figure femminili dell'estrema destra europea, da Meloni, appunto, a Marine Le Pen - con tanto di padre fondatore del partito imbalsamato in un'urna.

The Regime non si limita a una mera critica delle figure autoritarie ma esplora anche il ruolo dei media e della percezione pubblica nella creazione di tali figure, interrogandosi sulla responsabilità collettiva nell'ascesa al potere di figure dittatoriali. La presenza di personaggi come il marito di Vernham (Guillaume Gallienne), voyeur e cuckold, e la sua relazione con Zubak, raccontano una figura femminile forgiata nell'immaginario di un maschilismo tossico, aggiungendo ulteriori strati di complessità alla storia... ma qui sta il problema maggiore della serie: i temi che emergono - la lealtà all'autocrate, la manipolazione delle informazioni, i rapporti di genere - rimangono sempre solo in potenza affrontati.

La serie, creata da Will Tracy (The Menu), nonostante le ottime premesse, una satira molto attesa e una produzione lussuosa che vede la presenza di due grandi registi, oltre a un cast stellare (da Hugh Grant ad Andrea Riseborough), non ha l'impatto desiderato: pur essendo intrisa di una satira mordace che mira a smascherare le pericolosità dell'autocrazia, in alcuni momenti rischia di scivolare in una rappresentazione troppo stereotipata, smorzando l'impatto potenziale di questa critica. La tendenza a enfatizzare eccessivamente determinati tratti porta a una caratterizzazione che, sebbene efficace nell'intento satirico, a volte risulta appiattita, sminuendo la complessità dei personaggi.

Ciononostante, The Regime riesce a offrire uno sguardo provocatorio e spesso disturbante sul potere e sulla politica nell'Europa contemporanea. La sua capacità di mescolare umorismo e orrore politico, insieme alla buona interpretazione di Winslet - caratterizzata da deformazioni sonore nel suo parlato, che enfatizzano la sua instabilità, il suo nervosismo, facendoli convergere in un bisogno fisico di autorità e controllo - ne fa una serie degna di nota e comunque piacevole.

Alla fine, The Regime si interroga sull'attuale clima politico e sul nostro ruolo nel consentire o contrastare l'ascesa di figure autoritarie e, pur con le sue imperfezioni, riflette il discorso contemporaneo sull'instabile rapporto tra politica e potere. 

Non è un caso che The Regime, la miniserie in sei episodi targata HBO, sia uno dei prodotti di intrattenimento più attesi del momento. Ad incuriosire il pubblico è, prima di tutto, il cast: nel ruolo della protagonista troviamo infatti una star indiscussa del cinema contemporaneo, l'attrice premio Oscar Kate Winslet.

Alla terza serie HBO dopo Mildred Pierce e Omicidio a Easttown, Winslet interpreterà la potente Cancelliera a capo di un'autocrazia di finzione del centro Europa.

Accanto a lei, altri volti noti del panorama cinematografico. Hugh Grant - che negli ultimi mesi ci ha fatto divertire nel ruolo dell'Umpa Lumpa Spilungo in Wonka - indosserà i panni del leader dell'opposizione, il cui imprigionamento darà vita a vaste e violente proteste. Matthias Schoenaerts e Andrea Riseborough - entrambi nel cast stellare del film di David O. Russell Amsterdam - saranno, rispettivamente, il soldato Herbert Zubak e la fidata assistente della Cancelliera. Il pluripremiato attore francese Guillaume Gallienne - nel 2021 diretto da Wes Anderson in The French Dispatch - interpreterà invece il marito della protagonista, mentre Martha Plimpton - nel 2012 vincitrice di un Emmy come Miglior attrice guest in una serie drammatica per The Good Fight - avrà il ruolo della segretaria di stato degli USA, interessati a preservare la loro influenza sul Paese.

Anche dietro le quinte non mancano le star del mestiere. Alla regia l'ironico e provocatorio Stephen Frears - due volte candidato all'Oscar per Rischiose abitudini (1990) e The Queen - La regina (2006) - insieme a Jessica Hobbs, vincitrice di un Emmy Award per la direzione di un episodio dell'iconica serie dedicata alla famiglia reale britannica The Crown. L'autore dell'acclamatissima Succession Will Tracy è invece showrunner e sceneggiatore, mentre Frank Rich - anche lui già firma di Succession - sarà produttore esecutivo insieme a Kate Winslet, Tracey Seaward, Stephen Frears e Jessica Hobbs. Alla sceneggiatura, oltre a Tracy, anche l'autore e produttore del thriller The Menu Seth Reiss, l'autrice del The Late Show Jen Spyra, lo scrittore satirico Gary Shteyngart, la drammaturga Sarah DeLappe e l'autrice dell'importante talk show satirico Last Week Tonight with John Oliver Juli Weiner.

Girata in Austria e nel Regno Unito, The Regime sarà ambientata in un immaginario Paese europeo nelle mani di un opprimente governo autoritario guidato da un'affascinante Cancelliera. La serie seguirà per un anno gli avvenimenti nascosti fra le mura del palazzo del potere: una forte ondata di dissenso inizierà infatti a mettere a rischio l'autorità della leader del regime e le tensioni interne non faranno che aumentare, dando vita a una situazione ad alto grado di complessità.

Insomma, tra intrighi politici e fragilità umane raccontate attraverso la scrittura e le interpretazioni di grandi professionisti del mestiere, The Regime rientra a pieno titolo fra le uscite più interessanti del momento.