Lola Quivoron mostra il rovescio del décor approcciando le rive del realismo sociale e di mondi clandestini. Presentato al Torino Film Festival e dal 6 luglio al cinema.
di Marzia Gandolfi
Julia va di corsa e ci va con le moto che ruba a sprovveduti venditori. La sua passione divorante è il cross su asfalto, il suo sogno fare acrobazie sollevando il mondo e la ruota anteriore. Aliena alla sua famiglia, ne trova un'altra in un milieu clandestino, saturo di testosterone, adrenalina e benzina. A colpi di 'funambulismo', Julia ha la meglio sul cameratismo dei compagni e guadagna la loro fiducia. Ma per qualcuno, il più vigliacco e subdolo tra loro, la libertà totale di Julia rappresenta una minaccia da 'battere'.
Lontano dal pavé battuto del cinema francese, l'opera prima di Quivoron infila il terreno accidentato delle due ruote, un microcosmo quasi inedito per il grande schermo, dove tutto è rito, velocità e pericolo.
Lola Quivoron mostra il rovescio del décor approcciando le rive del realismo sociale e di mondi clandestini, dove il film perde un po' della sua intensità. Il motore (ma Julia preferirebbe "il pistone") di Rodeo resta la sua protagonista, amazzone in equilibrio sulla 'linea' tra spettacolo ed esercizio, fragilità e forza. Su due ruote rivendica il diritto di vivere e quello di rinascere. Il resto è rumore e furore.