Un flusso ragionato di materiali che offre un'indescrivibile varietà di soluzioni come tutto il lavoro del "riautore". Sperimentale, Italia2022. Durata 196 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Frammenti di personaggi, luoghi e situazioni in un'opera che rappresenta a pieno lo spirito di enrico ghezzi. Espandi ▽
Il panorama delle vicende umane incontra l'uomo con la macchina da presa. Il suo campo da gioco non ha confini, la sua curiosità non ha misura. Personaggi, situazioni e luoghi si accampano nel vissuto di un'umanità che è al contempo colei che vede e la cosa vista. Ma cosa sono gli ultimi giorni di questa umanità? Recensione ❯
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Marzo 2020, scatta il lockdown. Un cinefilo, Alessandro Aniballi, si rifugia nel cinema del passato, cercando di capire come sia nata in lui questa ossessione. Espandi ▽
In un film coraggioso e decisamente originale Aniballi ci invita a ragionare sul senso profondo del fare e vedere cinema in questo nostro tempo difficile.
Pochi minuti dopo l’inizio di Una claustrocinefilia Giovanni Spagnoletti, critico cinematografico e studioso di cinema, definisce la cinefilia come una malattia. Aniballi, recluso non volontariamente in casa e impegnato a parlare con il suo pc è allora un malato? Oppure è un personaggio stravagante come Benicious, l’esule polacco che chi ha frequentato i festival negli anni ’70 e ’80 non ha potuto non incontrare in quanto, essendo homeless, passava da un’ospitalità all’altra delle manifestazioni cinematografiche continuando a vedere film quasi senza soluzione di continuità?
Aniballi si interroga su questo e su una miriade di altre possibili letture del suo rapporto con la settima arte non rinunciando però mai a confrontarsi con la realtà.
Quando ci ricorda a più riprese che avrebbe voluto scrivere una storia del cinema italiano in una forma che ancora nessuno ha pensato ma che non ci è riuscito sarà bene che prenda atto che invece è riuscito a rendere alla perfezione l’idea di quella che è sicuramente una magnifica ossessione che può anche assomigliare a una malattia di cui lui però conosce la visionaria cura. Recensione ❯
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Una delle pagine più nere della storia statunitense in un montaggio crudo che diagnostica il punto morto di una nazione. Sperimentale, USA2022. Durata 78 Minuti.
Una libera compilation di vari materiali visivi sull'assalto a Capitol Hill a Washington il 6 gennaio 2021. Espandi ▽
La confusionaria e straziante cronaca dell’assalto a Capitol Hill, una lucida ricostruzione tra giornalismo e arte di una delle pagine più nere della storia americana. 75 minuti di puro montaggio: le testimonianze e le immagini sono state semplicemente scaricate dai social. Il super collage che Serrano ci propina è tanto lineare e semplice quanto puntale e crudo.
Ma la cosa più sconvolgente delle immagini è la facilità con cui i facinorosi entrano nel Campidoglio, senza che la polizia ricorra a lacrimogeni, proiettili di gomma o armi di alcun tipo. Ed è proprio qui che il leitmotiv del Serrano artista entra a gamba tesa nel documentario: ciò che rimane fuori dall’inquadratura, il controcampo sociale oserei dire, sono le immagini dell’assassinio di Malcolm X, di George Floyd, di Emmet Till e di centinaia di altri neri innocenti uccisi negli USA per abusi di potere e razzismo sistemico, mentre un’orda di bianchi repubblicani può entrare indisturbata in Campidoglio.
Serrano ha l’incredibile capacità di raccontare il totale dal particolare, di fare una prognosi completa a partire da un singolo sintomo. Recensione ❯
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Il ritorno di uno dei massimi, ostinati, illuminanti sperimentatori italiani. Espandi ▽
Viaggio nella geografia e nel tempo, tra città e campagna, di rapporti umani, figlie, nipoti, amiche, amici. Da Casalborgone a Torino, dal Centre Pompidou (e Paris) a Stella Polare (e Trieste), a Valle d'Aosta. Si rincorre il Natale, il fare teatro e far cinema, con festa di compleanno. La vita precedente e DONNE, super8, 12h, '80-'82. Come in una ballata, con musica che cambia: giovani e vivi e chi, nostro rimpianto, non c'è più. Recensione ❯
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Una farsa queer piena di citazioni e riferimenti cinematografici in cui la bizzarria è ancora la via più sicura per il piacere. Espandi ▽
Prodotto fra gli altri dal rivoluzionario regista Yann Gonzalez (Un couteau dans le coeur), questa farsa queer realizzata in 16mm presenta, oltre al tripudio di colori primari e di lingue (se ne parlano quattro), anche un compendio di citazioni e riferimenti - romance, commedia nera, cinema d'autore, gore, serie B, monologhi letterari (Chordelos de Laclos) e alcune evocazioni prettamente italiane, visto che il film è ambientato fra il Lago Maggiore e il Lago d'Orta (Piero Chiara, Alberto Lattuada e così via), per non parlare dei riferimenti metatestuali (il personaggio che filma il film che scorre nel TV con dentro gli stessi attori di... Insieme insieme). La storia? Inconsistente - tutto ruota intorno a una gita in macchina - dialoghi a livello zero, per meglio eludere il tragico della vita in un mondo scardinato in cui la bizzarria è ancora la via più sicura per il piacere. Recensione ❯
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Un film che cerca di ricostruire la storia e il desiderio di comunicazione tra esseri umani e volatili. Espandi ▽
In un film che è anche una performance ci si addentra nel mistero della lingua parlata dai volatili ognuno dei quali presenta delle caratteristiche specifiche. Ecco allora che in questo futuro immaginario (ma non troppo) che vede gli uccelli essere ormai divenuti oggetti da archivio si tenta, con una forma che assume i toni della narrazione quasi favolistica suddivisa in capitoli, di ricostruire i tentativi di entrare in contatto attraverso i suoni. Il continuo mutamento di esposizione narrativa assume talvolta la dimensione del divertissement, mai però fine a se stesso. Anche perché sullo sfondo resta sempre quell'incipit che parla della scomparsa degli animali nel cui ambito si assiste alla progressiva estinzione dei volatili. Quindi il divertimento e il piacere dell'ascolto, nonché i più bizzarri tentativi di decifrare il canto di questo o quell'uccello, finiscono con il trasformarsi in un ammonimento alla conservazione della fauna che è già comunque in pericolo insieme ad un invito al piacere della ricerca di quel contatto con la Natura che per molti si va facendo sempre più occasionale e distratto. Recensione ❯
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Un ritorno a casa raccontato abbandonando le narrazioni classiche. Espandi ▽
Un ritorno a casa attraverso il ritmo dei ricordi, degli odori, dei colori, del tatto, delle forme e del suono abbandonando sempre più le narrazioni classiche dando voce alle sensazioni del gusto di vivere per vivere senza alcun fine altro da rivendicare o rincorrere. Terzo e (forse) ultimo capitolo di una "Trilogia del Regresso". Recensione ❯
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I movimenti delle opere di George Stubbs tra i decenni. Espandi ▽
Bloodlines segue la movimentazione dei dipinti dell'artista britannico George Stubbs (1724 - 1806) dalle loro case in tenute private aristocratiche di campagna e istituzioni in tutto il Regno Unito, a una mostra a lui dedicata in una galleria pubblica, e il loro successivo ritorno. Mentre il film si sviluppa, Siegel traccia connessioni tra i suoi soggetti e quelli dei dipinti. Persone, proprietà, animali e oggetti si muovono tra il reale e il rappresentato creando uno specchio di stirpi umane, equine e artistiche, e mettendo in evidenza sia i rapporti di proprietà che i costrutti della stessa creazione di immagini. Offrendo una finestra sul mondo del patrimonio culturale, Bloodlines mette in luce le strutture di proprietà culturale, lavoro e ricchezza ereditaria che continuano a plasmare la società britannica di oggi. Recensione ❯
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La vita notturna dei primi anni '90 ricostruita grazie a video in bassa definizione in cui le luci intermittenti, la musica pulsante e i corpi danzanti si confondono. Espandi ▽
La magia della musica nella notte, il vivere per vivere. Quando la musica non è più musica ma diventa magia. Oh magia, portami via, fammi volare sopra le nuvole. Tra i primi anni Novanta e i tardi Duemila, in quella che si può considerare l'età dell'oro della discoteca italiana, c'è chi ha scelto di documentare una vorticosa e insonne vita notturna. Il risultato è un insieme di video in bassa definizione in cui le luci intermittenti, la musica pulsante e i corpi danzanti si confondono, diventando una massa uniforme che si muove costantemente. Viva la notte parte da questo materiale per approfondire ed espandere il senso di perdita che lo caratterizza, portandolo a un livello di astrazione e opacità dove l'immagine si dissolve similmente al mondo che l'ha generata. Rinunciando alla definizione, il video si fa notte: le forme si perdono nel buio e quello che rimane sono le tracce evanescenti di un luogo altro, popolato da fantasmi fuggevoli alla ricerca di un'instabilità perpetua. Recensione ❯
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Il regista torna nella sua città di origine per raccontare i suoi abitanti. Espandi ▽
Un film sperimentale sulla comunità di Long Island. La gente del posto viene filmata in momenti tranquilli delle loro giornate nelle loro case, tra la città o tra i campi di grano. Recensione ❯
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Un'assurda commedia girata durante il periodo della pandemia. Espandi ▽
Una commedia durante la reclusione? Probabilmente è così. Un ritratto di una bambina e della sua famiglia durante il parto? Apparentemente così. Un assurdo musical beckettiano girato durante il lockdown? Esatto, sì. Recensione ❯
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Due ragazzi lasciano la città e cominciano a vagare sulla riva di un lago. Espandi ▽
C'è una geografia dei miracoli. Jonasz studia insetti e pesci, Signe foglie ed erbe. Dopo una giornata trascorsa tra giardini e biblioteche, si incontrano, prendono il treno e lasciano la città e piantano la loro tenda sulle rive di un lago. Mentre leggono, mangiano frutta, vagano per la foresta e nuotano nell'acqua fredda, il mondo esterno appare sempre più lontano. Incontrano uno sconosciuto e si forma un trio. Ma ci sono anche altri trii, altri laghi, luoghi diversi, tempi diversi. Recensione ❯
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Un film surreale e ipnotico ispirato alle storie alle storie giapponesi di fantasmi, in cui i personaggi i personaggi dubitano di essere vivi o di essere già in un'altra dimensione. Espandi ▽
Enigmatico adattamento di un racconto di Hyakken Ucida (autore giapponese moderno già frequentato dal cinema, compreso Akira Kurosawa) girato in 16mm, che si apre su un'immagine atemporale di un ragazzino dopo aver catturato un'ape molto grossa. Stacco su un protagonista adulto che visita la salma del fratello minore e vi vede riflesso il proprio volto. Ricordi e realtà si confondono - di chi sono? - mentre altri personaggi spuntano in sequenze oniriche ambientate in megalopoli deserte o boschi altrettanto abbandonati. Recensione ❯
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Frammenti di altri film, di archivi e di musei. Stralci di testi e biografie. Un ritratto del desiderio e della violazione che medita sull'affermazione e sul rifiuto della soggettività. Espandi ▽
In Exhibition - raccolta di immagini riprodotte da altri film, musei e archivi, per non parlare del calembour in apertura "Love Laughs at Locksmiths - Houdini" - si intrecciano testi e biografie eterogenei: una donna sposa il Muro di Berlino e fa della propria casa in Svezia un museo di miniature architettoniche per «conservare le linee parallele delle mura». Mary Richardson per solidarietà con una suffragetta in carcere squarcia la Venere e Cupido di Velázquez. A questo punto subentra la narrazione in prima persona e si succedono citazioni dalla pittrice Agnes Martin, dai casi studio di Freud e sul paradosso dell'otre di Klein.
Frammenti, copie e stralci sono volti a delineare un ritratto del desiderio e della violazione, diventando una meditazione sull'affermazione e rifiuto della soggettività, oltre che affrontare il cortocircuito the tormenta l'opera d'arte nell'epoca della riproducibilità tecnica: «Il film come bene ha necessità di essere visto. Una volta mostrato, è facile riprodurlo senza limitazioni d'accesso. Nel diritto d'autore, tale vulnerabilità si chiama "analog hole"». Visivamente affascinante, in contrasto con la voce narrante volutamente monocorde, il film al pari di un saggio è anche dotato di fonti bibliografiche. Recensione ❯
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Un'unica sequenza girata alla fine del giorno quando, seduti attorno a un falò, due fratelli chiacchierano a ruota libera. Espandi ▽
Un film sperimentale che è un piano sequenza con un'unica inquadratura fissa lunga 21 minuti. Il cielo notturno ammanta gli ultimi raggi di sole. Appollaiato su un ramo, in un cortile, un falco pellegrino è intento a divorare una preda catturata di fresco. Lontano dalla città due fratelli seduti attorno a un falò chiacchierano a ruota libera, parlando delle loro paure, dell'isolamento, dei sogni, della percezione e del calcio. Recensione ❯
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