La Quinzaine des Réalisateurs a Cannes inaugura con un'opera di finzione che affronta temi di grande attualità: la disoccupazione, la crisi economica, l'assenza di servizi sociali adeguati, il precariato, lo sfruttamento nei luoghi di lavoro. Dal 7 aprile al cinema.
di Paola Casella
Lo scrittore e regista Emmanuel Carrère ha tratto la sceneggiatura di Ouistreham (Between Two Worlds) dal racconto autobiografico “Il Quai de Ouistreham” scritto dalla giornalista Florence Aubenas, e invece di trarne un documentario l’ha trasformato in un’opera di finzione che affronta temi di grande attualità: la disoccupazione, la crisi economica, l’assenza di servizi sociali adeguati, il precariato, lo sfruttamento nei luoghi di lavoro.
La protagonista Marianne, senza fare spoiler, è più vicina alle sensibilità di Carrère di quanto l’incipit del racconto porti a pensare, e al centro della storia c’è l’impossibilità fra mondi diversi (come annuncia il titolo del film) di incontrarsi fino in fondo.
Laddove in letteratura Carrère si muove con agilità pirotecnica, dietro la cinepresa è ancora un paperotto che affronta l’acqua con coraggio ma anche qualche espediente letterario di troppo. Tuttavia il suo coraggio va premiato e trova dalla sua parte la protagonista Juliette Binoche, fondamentale fin dai primi approcci con Aubenas nel portare il progetto sul grande schermo, e un cast di non attori fra cui spicca la formidabile interprete del personaggio di Christelle.