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Ultimo aggiornamento giovedì 24 ottobre 2019
Una vedova indaga su una frode assicurativa inseguendo a Panama City due soci in affari che strumentalizzano il sistema finanziario mondiale. Il film ha ottenuto 1 candidatura a CDG Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Quando Ellen Martin perde il marito in un tragico incidente durante una crociera sul Lake George, ha inizio per lei un altro viaggio, di diverso genere: la scoperta di una matrioska di assicurazioni fasulle che fanno capo ad uno studio legale, Mossack Fonseca, proprietario di un paio di centinaia di migliaia di società offshore, con sede a Panama. E sono proprio gli stessi, elegantissimi, Jurgen Mossack e Ramon Fonseca a guidarci in una tragicomica storia del credito che porta dall'epoca antica del baratto di beni di primaria necessità a quella contemporanea, in cui la ricchezza è affare di pochi, contenuta nominalmente dentro impalpabili fogli di carta e assicurata dalla teoria e dalla pratica dell'evasione fiscale.
Sceglie lo strumento dell'ironia, Steven Soderbergh, per raccontare il marcio del sistema fiscale americano e le kafkiane conseguenze che esso sparge a cascata su ogni strato della popolazione, in ogni angolo del mondo globalizzato.
La storia è quella vera, risalente al 2016, dei cosiddetti Panama Papers, i dossier confidenziali creati dalla Mossack Fonseca nei quali figuravano tutti i nomi degli azionisti - capi di stato e di governo, funzionari, parenti e collaboratori di ogni sorta - che nascondevano i loro beni al controllo statale. Ma Soderbergh si spinge oltre, fino a dare un'identità alla fonte anonima che ha rivelato al mondo l'archivio segreto dello studio.
Non è però Michael Moore, e questo non è un atto di giornalismo cinematografico investigativo: è invece un atto politico, mascherato da gioco di prestigio; una chiamata alle armi del proprio settore, perché se è vero che l'economia è il cuore del problema (e della nostra esistenza e collazione sociale) è anche vero che oggi la scena politica è innanzitutto quella mediatica e il cinema americano, sembra voler dire Soderbergh, non può ignorare il proprio potere e le proprie responsabilità.
Allergico alle modalità tradizionali di narrazione, dedito al rinnovamento stilistico continuo, Soderbergh è anche un regista con i piedi ben piantati nella complessità del nostro tempo (Traffic, The Informant, Effetti collaterali) e in questo film, che in parte occhieggia a La Grande scommessa, non è difficile rintracciare gli elementi che da sempre lo interessano, come le forme della frode e le dinamiche dell'umana interconnessione.
Panama Papers non va oltre il divertissement e non scava in profondità, ma è una lezione che vale la pena di farsi impartire, se non altro perché Oldman e Banderas sono una coppia spettacolare e, al solito, è ottima anche Meryl Streep nei panni di un'everyday woman, una "mite", turista per caso della finanza con il fiuto e la determinazione di Miss Marple.
Steven Soderbergh trova un modo inusuale per accompagnare lo spettatore in una delle tante incredibili vicende della finanza creativa. E parte da una storia semplice, il dramma di Ellen Martin che perde il marito per un incidente e che scopre che l’assicurazione non le pagherà mai il premio perché dietro di lei esiste una girandola di società inesistenti.
Joe, un pensionato in vacanza con sua moglie Ellen, rimane vittima dell’affondamento della nave da turismo sulla quale stanno viaggiando. Per il decesso Ellen viene risarcita con un premio assicurativo molto inferiore a quello atteso e per questo decide d’iniziare a investigare arrivando a scoprire che la sua è solo una delle molte truffe legate alla medesima compagnia.
Steven Soderbergh (1963) è quello di “Sesso, bugie e videotape” o di “Traffic”. Qui con tutta l’ironia e la classe di cui è capace assolda Meryl Streep, Oldman e Banderas per spiegare quanto è successo davvero nel 2006. In ogni opera artistica la forma è importante quanto il contenuto. Solo che i critici quando ti dicono che un film è [...] Vai alla recensione »
Un documentario, Ecco cos'è, in realtà, Panama Papers. Diranno che è “fiction ispirata a fatti realmente accaduti”, che è una commedia divertente e inquietante “con morale”, ma è sostanzialmente una specie di documentario. Certo non è semplicissimo districarsi nel complesso e imprevedibile cinema-saggio made in Soderbergh, dove [...] Vai alla recensione »
Bravissimi gli attori, ritmo anche brioso, ma è vecchiotto e un po' pasticciato
Che il dio del cinema protegga Steven Soderbergh. Nella sua carriera ormai trentennale l'ex-ragazzo prodigio di "Sesso, bugie e videotape" ha cambiato tante di quelle volte passo, genere, stile, assetto produttivo, da essere approdato a una sorta di leggerezza obbligatoria. Ovvero alla capacità di toccare i temi più forti con una grazia mozartiana che dona intelligenza e sorpresa a tutto ciò che tocca. [...] Vai alla recensione »
In Panama Papers, Steven Soderbergh ha un problema pedagogico di primo rilievo: come far amare una lezione di economia contemporanea, con l'aggiunta di un serio problema di diritto privato internazionale, il tutto attraverso lo studio di circa 11 milioni di pagine di documenti, noti con il nome di Panama Papers, certo evocativo, ma non esattamente una crociera di piacere? Ecco che il nostro ormai vecchio [...] Vai alla recensione »
Zitti e attenti. E' il denaro che vi parla. Guardando in macchina, con le facce sornione di Gary Oldman e Antonio Banderas (sfuggito alle grinfie di Pedro Almodovar e quindi molto meno malinconico di come Io abbiamo visto l'ultima volta, in "Dolor y Gloria"). Ora indossano completi di lino candido con panama (inteso come cappello). Ora si pavoneggiano in giacca di broccato (sempre in coppia, come il [...] Vai alla recensione »
Prodotto da Netflix e destinato a doppia uscita sulla piattaforma on line (dal 18 ottobre) e nelle sale, Panama Papers (The Laundromat) prende le mosse dal libro Secrecy World: Inside The Panama Papers Investigation of Illicit Money Net Works and Global Elite, dove il premio Pulizter Jack Bernstein ricostruisce la vicenda dello scandalo scoppiato nell'agosto 2015, quando un' anonima talpa all'interno [...] Vai alla recensione »
Vi ricordate lo scandalo dei Panama Papers che riguardava oltre 200mila società offshore? Ecco, se volete capire come fu possibile mettere in piedi un simile meccanismo basato sui paradisi fiscali, guardatevi il film di Soderbergh, con Meryl Streep nei panni di una vedova che, truffata dalla sua assicurazione, inizia ad indagare su due soci in affari (Oldman e Banderas) abili maneggioni.
La truffa più spericolata degli ultimi dieci anni, spiegata bene. Gary Oldman e Antonio Banderas, bastardi e irresistibili, guardano dritto nella macchina da presa per spiegarci come si fotte mezzo mondo alla luce del sole. Letteralmente: quello dei Tropici. È esattamente come il baratto di una volta, solo che adesso le mucche sono azioni, obbligazioni, titoli bancari che restano invisibili.
Nel 1983 Bresson gira L'argent, da Denaro falso di Tolstoj. Film sul denaro, quindi film «di rapporti e di raccordi» (Réne Prédal) tra cose e persone. Ma quali sono, oggi, «rapporti e raccordi», se i soldi sono immateriali, se «il credito è il tempo futuro della lingua del denaro», se i suoi nomi superano quelli del demonio, se etichette come «bond, fondi, future, equity, derivati, titoli, vendita [...] Vai alla recensione »
Quando Ellen Martin perde suo marito in seguito a un tragico incidente durante una crociera sul Lake George, per lei ha inizio una vera e propria odissea che la condurrà alla scoperta di una rete di false assicurazioni facenti capo allo studio legale Mossack Fonseca, con sede a Panama e proprietario di un paio di centinaia di migliaia di società offshore impegnate in attività di riciclaggio.
Il 3 aprile 2016 è stato un giorno capitale - e a suo modo funesto - per la finanza mondiale: in quella data fu pubblicato il primo rapporto sui Panama Papers, un enorme fascicolo di documenti segreti che mostrò, grazie a una fuga di notizie partita da un fantomatico studio di consulenza finanziaria panamense, il Mossack Fonseca, le storture della grande finanza internazionale, i trucchi delle società [...] Vai alla recensione »
La ludica libertà con cui Danny Ocean e la sua squadra di formidabili truffatori metteva a segno i propri piani si addice e non poco al lavoro che Steven Soderbergh ha saputo portare avanti nel tempo, esplorando le tante sponde del possibile cinematografico, un piede nell'intrattenimento e l'altro nella teoria, tra clamorosi successi, sperimentazioni tecnologiche e cinefili flop.
In un intervento pubblicato qualche giorno fa sul quotidiano francese «Liberation» piuttosto esplicito già dal titolo - L'errore storico della Mostra François Aymé, presidente dell'Associazione francese di cinema d'arte e d'essai criticava duramente la politica della Mostra - e della direzione di Alberto Barbera - nei confronti di Netflix presente quest'anno in concorso con due film - tra i titoli [...] Vai alla recensione »
Segui i soldi (sporchi) e hai sempre una storia che val la pena raccontare. Lo ha fatto il giornalista Jake Bernstein, che ha vinto il Pulitzer riassumendo in uno scottante libro-inchiesta il caso dei «Panama Papers». Ovvero lo scandalo, innescato nel 2015 dalle rivelazioni di un'ignota «gola profonda», che ha divulgato i meccanismi di un collaudato sistema di corruzione ed evasione fiscale, scuotendo [...] Vai alla recensione »
Lavanderia a gettone. Questa è la traduzione italiana di Laundromat. Ma che cosa si pulisce in quest'ultima opera del prolifico Steve Soderbergh? Semplice: il denaro. Il film racconta lo scandalo dei Panama Papers (il film dice di basarsi su "veri segreti"), partendo da un episodio apparentemente eccentrico. Una escursione sul lago, una onda anomala e il battello della gita turistica si ribalta.
Cosa c'entra una vacanza finita male di un'anziana coppia di sposi alle Cascate del Niagara (il ferry boat si ribalta e lui schiatta subito) con speculazioni finanziarie, paradisi fiscali offshore e riciclaggio di denaro sporco? Forse da un'assicurazione falsa la vedova Ellen Martin (Meryl Streep) risalirà a cassette postali in quel di Panama collegate a un fondo gestito dai garruli Jürgen Mossack [...] Vai alla recensione »
Giornata di specchi, di identità rovesciate, di infiltrazioni nel cuore di organizzazioni terroristiche e finanziarie. E soprattutto di famosi fatti di cronaca e intrecci politici. Giornata in ribasso rispetto alla precedente, ma non da buttare. È tutt'altro che trascurabile l'ultimo film di Steven Soderbergh, passato in Concorso. Non memorabile, ma sicuramente intelligente, spassoso e con una costruzione [...] Vai alla recensione »
Non sbaglia invece il tiro Steven Soderberg, che in The Laundromat (Netflix) ricostruisce - sul viatico del libro del giornalista Pulitzer Jack Bernstein - l'intricato scandalo finanziario dei Panama Papers in un divertito registro di apologhetto. Raccontato con umorismo, il modo con cui una tenace casalinga (la sempre perfetta Meryl Streep) finisce con lo stanare gli avvocati canaglia Jurgen Mossack [...] Vai alla recensione »
Due autori di grande eclettismo, entrambi alle prese con film "based on a true story". Più vistoso e fecondo Soderbergh, che passa da ambiziosi film d'autore alla serialità in continua ibridazione più moderato Assayas, in fondo un classico regista post-post-nouvelle vague dalla solida formazione cinefila, ma innamorato del rock e del cinema d'azione.
A dieci anni da The informant!, ispirato a una storia vera, Soderbergh torna con una storia basata su fatti reali e ci svela i retroscena di un inchiesta nota come lo scandalo dei Panama Papers. Il film, che vede la collaborazione di Scott Z Burns, è basato sul libro di Jake Bernstein Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite e racconta, in [...] Vai alla recensione »
"Un film brillante su una materia così complicata potevano farlo solo Steven Soderbergh e Bertold Brecht": Meryl Streep guida la squadra-orgogliosamente democratica- di interpreti di "The Laundromat", che porta a Venezia i segreti dei "Panama Papers". E' lo scandalo della 'finanza sotterranea' che ha scosso il mondo nel 2016, ricostruito sulle tracce di "Secrecy World : Inside the Panama Papers investigatio [...] Vai alla recensione »
In concorso alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia oggi è la volta di "The Laundromat" di Steven Soderbergh, film che usa il medium dell'intrattenimento per istruire lo spettatore su un argomento serio: l'esistenza di un sistema finanziario sotterraneo di portata mondiale. L'ispirazione nasce dal libro d'inchiesta "Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks [...] Vai alla recensione »
Lo scandalo dei Panama Papers raccontato in un film. Lo so, già si è scatenato il fuggi fuggi. Invece The Laundromat di Steven Soderbergh, in Concorso a Venezia 76, ha il pregio di rendere briosa, appetibile e divertente una delle truffe finanziarie più clamorose e tecnicamente complesse del nuovo secolo. E come? Tenetevi forte: i due eleganti protagonisti, Mossack (Gary Oldman) e Fonseca (Antonio [...] Vai alla recensione »
Quando la sua vacanza idilliaca prende una piega inattesa, Ellen Martin comincia a fare ricerche su una polizza assicurativa falsa, per ritrovarsi in un giro infinito di loschi traffici, riferibili a uno studio legale di Panama specializzato nell'aiutare i cittadini più ricchi del mondo ad accumulare fortune ancora più grandi. "Sono come me, ma si sentono meglio" cantava Frankie Hi Energy nella sua [...] Vai alla recensione »
Un documentario, Ecco cos'è, in realtà, The Laundromat. Certo, vi diranno che è "fiction ispirata a fatti realmente accaduti", che è una commedia divertente e inquietante "con morale" (e perfino un comizio finale), che Meryl Streep è eccezionale come sempre, che Soderbergh gigioneggia senza pudore (come e più di sempre)... Tutto vero. Ma The Laundromat è sostanzialmente una specie di documentario. Vai alla recensione »
Se Slavoj Zižek fosse un regista americano probabilmente farebbe un film come The Laundromat, ultima operazione firmata da Steven Soderbergh e seconda collaborazione dello stesso con Netflix, dopo il notevole High Flying Bird. Argomento: lo scandalo dei Panama Papers, il fascicolo contenente informazioni dettagliate su società offshore e paradisi fiscali hackerato e reso pubblico nel 2016.
I Panama Papers secondo Soderbergh. Nella sua seconda collaborazione con Netflix dopo High Flying Bird in cui adatta il libro Secrecy World del reporter Bernstein. Il meccanismo è più smascherato. La coppia Banderas-Oldman, da eleganti narratori, vengono risucchiati dentro un cinema che filma la truffa con il pilota automatico. Incrocia Logan Lucky con gli Oceans, si ribalta come il battello in cui [...] Vai alla recensione »
Dapprima c'era il baratto, poi arrivarono i soldi. Infine comparve il "credito". E da qui una serie infinita di nomi - bond, trust, margin call e via dicendo - e società offshore che "regolano" il mantenimento, lo spostamento, la "riservatezza" e la "segretezza" di enormi quantità di capitali. Poi, nel 2016, scoppiò lo scandalo dei Panama Papers, fascicolo riservato composto da milioni di documenti [...] Vai alla recensione »