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Quello che non uccide: «un reboot da cui emerge l'anima (nera) di Lisbeth»

Regista e protagonisti raccontano il film, in programma domani alla Festa del Cinema di Roma.
di Claudia Catalli

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Claire Foy (Claire Elizabeth Foy) (40 anni) 16 aprile 1984, Stockport (Gran Bretagna) - Ariete. Interpreta Lisbeth Salander nel film di Fede Alvarez Millennium - Quello che non uccide.
martedì 23 ottobre 2018 - Incontri

Un piercing al naso, due sull'orecchio, un tatuaggio di dragone che le pervade la schiena arrivandole fino al collo, capelli neri cortissimi, carnagione lunare, occhiali neri con una montatura pesante. Non c'è dubbio: Claire Foy è una perfetta (nuova) Lisbeth Salander. Protagonista del nuovo Quello che non uccide, tratto dall'omonimo bestseller firmato Stieg Larsson, è un reboot (non un sequel) che mira a raccontare le evoluzioni di un personaggio che ha fatto la fortuna delle attrici Rooney Mara e Noomi Rapace. Foy giura di non essersi ispirata a loro in alcun modo, e sottolinea come questo nuovo film si focalizzi su come Salander "sviluppi le sue relazioni, senza nessun sguardo nostalgico al passato: non è un film sul suo talento come hacker, ma sulla sua dimensione umana e sull'approccio che ha al fallimento".

Etero, gay, bisex, ogni etichetta le va stretta, lo spiega meglio il regista Fede Alvarez: "È l'anima di Lisbeth Salander che volevamo raccontare, al di là del genere e della professione, anche la sua bravura come hacker è in secondo piano".
Claudia Catalli

È nuovo anche il tatuaggio del dragone. "È un dragone diverso, più di un talismano: l'abbiamo pensato come il migliore amico di Lisbeth che la protegge sempre, le copre le spalle, la supporta qualsiasi cosa accada, quasi avesse una vita tutta sua sul corpo di Lisbeth".

A proposito delle scene d'azione, Claire Foy scherza così: "Due cose sono certa di non essere: una supereroina - quindi viva gli stunt per le scene d'azione - e una scimmia ammaestrata: mi piace ragionare sui personaggi, costruirli con un immaginario tutto mio, staccandomi completamente dalle versioni precedenti". E sul giornalista Mikael Bloomkvist dice: "Sono tre anni che lui e Lisbeth non si vedono, è un nuovo incontro quello che raccontiamo. Hanno avuto una relazione speciale, sanno di essere fondamentali l'uno per l'altra, ora che lui viene cacciato dalla redazione ha di nuovo bisogno di lei".

Interviene anche l'attore Sverrir Gudnason, svedese di origini islandesi, classe 78, già visto (e applaudito) in Borg McEnroe, che conclude sottolineando con forza la novità del progetto: "Mi hanno preceduto due grandi, Daniel Craig e Michael Nyqvist, che tra l'altro era un mio caro amico. Impossibile fare qualcosa che somigliasse anche solo lontanamente a loro: abbiamo deciso di osare qualcosa di totalmente nuovo, un film con la stessa atmosfera e mood della saga Millennium, capace tuttavia di distanziarsene tanto da poter sorprendere il pubblico".


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