Titolo originale | My Name Is Thomas |
Anno | 2018 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Terence Hill |
Attori | Terence Hill, Veronica Bitto, Andy Luotto, Guia Jelo, Francesca Beggio Giuseppe Gandini, Renato Ansaldi, Eva Basteiro-Bertoli, Matt Patresi, Cinzia Susino, Renato Ansaldi, Raul Cervetto, Cesare Galli, Lorenzo Gasperini, Giovanni Malafronte, Gianantonio Mellone Martinone, Claudio Pacifico, Alba Santiago, Alessio Selli. |
Uscita | giovedì 19 aprile 2018 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Lux Vide |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,06 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 28 dicembre 2019
Una storia on the road, tra la Spagna e l'Italia in cui Thomas, in sella alla sua motocicletta affronta un viaggio solitario verso il deserto. In Italia al Box Office Il mio nome è Thomas ha incassato 55,8 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Thomas parte dall'Italia per raggiungere il deserto nella zona di Almeria dove poter meditare sulle pagine di un libro che ama in modo particolare. Poco dopo la partenza sulla sua Harley Davidson aiuta una ragazza, Lucia, a fuggire da due tipi poco raccomandabili a cui lei ha sottratto del denaro. Anche la ragazza ha per meta la Spagna dove dice di essere attesa da una zia scrittrice. Il viaggio, in cui non mancheranno occasioni per perdersi di vista per poi incontrarsi di nuovo, li spingerà a conoscersi e a comprendersi.
Terence Hill ha accarezzato il sogno di dirigere questo film per un decennio. L'idea era quella di fondere il contenuto di un libro a lui molto caro con una storia che fosse contemporanea ma anche evocatrice di un senso di epicità.
Il libro è "Lettere dal deserto" di Carlo Carretto nei confronti del quale il film avrebbe già compiuto un'importante missione se spingesse chi non lo conosce a leggerlo. Si tratta di meditazioni sulla fede scritte da un uomo che fu sempre 'scomodo' per la Chiesa ufficiale proprio perché dall'interno ne segnalava le contraddizioni. Basti sapere che nel 1974 aderì al movimento "Cristiani per il NO", opponendosi a chi voleva abrogare con un referendum la legge sul divorzio.
Detto ciò nessun timore: Terence non ci fa nessuna predica, non trasferisce Don Matteo ad Almeria. Semmai invita Trinità (il film è dedicato all'amico Bud) a compiere un viaggio in cui oltre a padelle usate come corpi contundenti, a moto che sostituiscono i cavalli e all'inevitabile scazzottata ci si prenda il tempo anche per guardare le stelle. Magari in compagnia di una giovane donna che ha alle spalle un passato non facile e che sta cercando se stessa tra molteplici incertezze.
L'attore/regista infonde alla sua storia una dose di umanità che è cifra stilistica dei personaggi da lui interpretati per la televisione scegliendo di narrare in modo solo apparentemente semplice. La colonna sonora è lì a testimoniarlo: si passa da Ligabue a Piero Focaccia per farsi poi accompagnare da un Requiem senza che il soundtrack originale (composto da Pino Donaggio) risulti squilibrato. C'è nostalgia per il cinema che lo ha reso famoso in quella scenografia che ci ricorda che molti spaghetti western vennero girati in Spagna ma c'è anche la voglia di parlare a un pubblico che lo segue da anni nelle fiction offrendogli la dimensione di spazi a cui solo il grande schermo può rendere giustizia.
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"IL mio nome e'Thomas"(Terence Hill, che ha scritto il film con Luisa Tonon , 2018)racconta di un viaggio in moto di un personaggio che vuole meditare, con l'aiuto di alcuni frati, ma in realta'partendo da solo in moto per la Spagna(non e'il cammino di Santiago di Compostela, ma medita sul libro di Carlo Carretto e su altro), ma gli si acoda una ragazza, palesamente [...] Vai alla recensione »
Ci sono momenti scanzonati come da tradizione spencer-hill, ma il punto forte, il valore aggiuntivo di questo film, è la sua profondità vera, la sua bellezza davvero poetica. Terence Hill ha superato se stesso, e una parte del grande pubblico purtroppo rimane troppo in superficie per apprezzarlo in pieno.
Mi aspettavo un film discreto, da vedere semplicemente perché segna il ritorno di Terence Hill sul grande schermo, e perché è dedicato al suo grande amico Bud Spencer. Invece è molto più di quanto mi aspettassi. E’ delicato, ironico e commovente. Piacevolmente diverso dagli altri film in circolazione. E sapere quello che c’è dietro a questo film, lo rende davvero speciale per chi ama il cinema genuino, [...] Vai alla recensione »
Poche scazzottate, molta poesia. Grande Terence. Veronica Bitto è fresca e credibile.
Ok i buoni sentimenti, posso accettare le visioni "mistiche cristiane", brava la protagonista, e la curiosità di avanzare per capire meglio la storia dei 2 protagonisti. Ma il resto...alcune scene sono ridicole, come la trama, diverse battute patetiche, la recitazione di Terence. Non lo boccio del tutto, ma resta un film giusto da passare sulla rai, non di più.
Sono andata a vedere il film senza aspettative particolari, e ne sono uscita sorpresa e commossa. Il film è insieme lieve e profondo, poetico e divertente... sempre attraversato dallo sguardo saggio e maturo del regista e uomo Terence Hill/Mario Girotti. Musica (Pino Donaggio), fotografia e scenografie (Francesco Bronzi) molto belle. Dispiace che sia stato penalizzato da una distribuzione [...] Vai alla recensione »
Si rimane coinvolti per un'ora e mezza, si sorride, si riflette, poi si arriva a ridere di gusto e a piangere commossi. E' questo, il vero cinema. Si paga volentieri il biglietto per queste emozioni, che sono autentiche dall'inizio alla fine.
Improponibile. Visto, diciamo così, per lavoro: preferisco non scrivere niente e trincerarmi dietro un diplomatico "no comment".
Terence Hill torna sul grande schermo con un film da lui anche diretto, che va preso per quello che è, senza andare troppo per il sottile. Nei panni del motociclista Thomas, decide di recarsi nel deserto dell'Andalusia, sulle tracce di un libro di Carretto. Durante il viaggio, incontra la giovane e problematica Lucia che gli sconvolgerà, più volte, i piani.