Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Aurelio Grimaldi |
Attori | Antonio Alveario, Claudio Castrogiovanni, Nicasio Catanese, David Coco, Vincenzo Crivello Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro, Lollo Franco, Sergio Friscia, Leo Gullotta, Guia Jelo, Ivan Giambirtone, Francesco Lamantia, Angelo Faraci, Tony Sperandeo, Andrea Tidona, Vittorio Magazzù, Angelo Tosto, Umberto Cantone, Tuccio Musumeci, Matteo Contino, Luigi Bonanno, Stefania Blandeburgo, Domenico Ciaramitaro, Antonino Macaluso, Pietro Pace, Elena Pistillo. |
Uscita | giovedì 2 luglio 2020 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Cine1 Italia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,97 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 30 giugno 2020
Un film dedicato a Piersanti Mattarella, una figura ingiustamente dimenticata. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Il delitto Mattarella ha incassato 34,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Il giorno dell'Epifania del 1980 il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella viene ucciso da un killer. Ad occuparsi delle prime indagini sarà il sostituto procuratore Pietro Grasso a cui farà seguito il giudice Giovanni Falcone. Le complicità saranno molteplici e gli esecutori materiali non saranno mai arrestati.
Aurelio Grimaldi nel quarantennale dell'uccisione del fratello dell'attuale Presidente della Repubblica realizza un film alla vecchia maniera.
Questa che potrebbe sembrare una nota negativa è invece il riconoscimento di un merito: quello di far riviverla memoria di una stagione cinematografica in cui il cinema italiano realizzava film di impegno civile che, pur non proponendosi come documentari, si basavano su fatti accaduti e non temevano di chiamare in causa le persone che vi erano coinvolte. Basti pensare a Maestri come Lizzani, Rosi e Petri per avere dei riferimenti alti e precisi. Grimaldi aderisce alla loro lezione e, con un film di finzione che si fa documento storico, ci ricorda, con tanto di elementi circostanziali in chiusura, come in quel delitto confluissero una molteplicità di interessi non solo mafiosi. Nel film si fanno date e nomi e cognomi senza alcun timore e si mostra come non solo all'interno dello stesso partito a cui apparteneva l'integerrimo Mattarella ci fossero noti e meno noti fiancheggiatori della mafia ma come anche il movimento neofascista fosse entrato a far parte dell'efferata macchinazione al fine di favorire l'evasione di un suo leader. Si arriva fino alla banda della Magliana nel denunciare l'intreccio tra politica, malaffare e criminalità. Ne risulta un film con un cast di ottimo livello che si offre come occasione di riflessione sulla Storia recente del nostro Paese ma anche come omaggio a una famiglia che ha saputo vivere con dignità e alto senso morale la tragedia che l'ha colpita.
IL DELITTO MATTARELLA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€10,99 | – | |||
€10,99 | – |
Era il 6 gennaio 1980. A Palermo veniva ucciso Piersanti Mattarella: era il Presidente della Regione Sicilia, e il fratello maggiore del futuro presidente della Repubblica italiana.
Nel tempo il nome di Piersanti Mattarella si è come perduto. Dopo Peppino Impastato, più di dieci anni prima di Falcone e Borsellino. È finito come in un cono d’ombra. Eppure, fu il più grave delitto politico dopo il caso Moro. Lo toglie, da quel cono d’ombra, il film di Aurelio Grimaldi. E ci ricorda chi era Piersanti Mattarella. Un democristiano onesto e coraggioso: nemico di Cosa nostra, nemico della corruzione. Con il sogno di realizzare un’autentica, utopica rivoluzione nella sua Sicilia: moralizzare la vita pubblica. Inevitabile che si esponesse alle reazioni della mafia. La domenica dell’Epifania del 1980, quando entrò nella sua Fiat insieme alla moglie e ai figli per andare a messa, qualcuno si avvicinò al finestrino. Mattarella non ebbe scampo.
Mattarella portò l’allora partito comunista nel governo della regione Sicilia – sia pure come appoggio esterno – e questo scatenò un odio molto marcato nei suoi confronti. E la Sicilia dalle carte in regola, a quei tempi, era forse difficile da imporre, o anche solo da immaginare.
Da anni Aurelio Grimaldi raccoglie materiali sulla storia di Piersanti Mattarella: “La sua è una figura ingiustamente dimenticata”, dice. Grimaldi, per sottrarlo a questo oblio, sceglie di fare nomi e cognomi, di non nascondere niente. Se il film di Amelio Hammamet, per fare un esempio, non nomina mai Bettino Craxi, qui ci sono nomi e cognomi di ciascuno. Tra i personaggi ci sono il futuro presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il futuro presidente del Senato Pietro Grasso, che all’epoca del delitto Mattarella è il giovane sostituto procuratore di turno; ci sono Giulio Andreotti e Salvo Lima. C’è tutto un mondo che ci sembra lontano anni luce, ma che invece è solo ieri.
Per farlo, chiama a raccolta tutti gli attori siciliani che può riunire: ci sono Leo Gullotta, Tuccio Musumeci, Donatella Finocchiaro, David Coco – che interpreta Piersanti Mattarella –, Vincenzo Crivello, Nino Frassica, Andrea Tidona, e c’è Tony Sperandeo con cui aveva lavorato dai tempi di Mery per sempre – era un secondino del carcere minorile. Con un cast tutto siciliano, l’impasto linguistico del film, la sua musica, suonano veri, pur in un contesto di ricostruzioni quasi teatrali. Verrebbe da dire, con una parola antica, “brechtiane”.
Sono “veri” anche i luoghi: il film è stato girato a Palermo, al Calvario di Tusa, a Castellammare del Golfo, dove Mattarella era nato, e a Corleone.
Nel film ci sono tutti i momenti salienti della parabola di Mattarella. C’è quella conferenza regionale dell’agricoltura del 1979, in cui il deputato Pio La Torre accusa l’assessore all’agricoltura della Regione come corrotto, colluso alla delinquenza. E mentre tutti si aspettano che Mattarella difenda il suo assessore, ascoltiamo Mattarella riconoscere il bisogno di legalità e correttezza nella gestione dei contributi per l’agricoltura. Era il momento, probabilmente, in cui firmava la sua condanna a morte. E c’è la scena dell’omicidio, c’ il complicato intreccio fra i Nar, terroristi neofascisti di Giusva Fioravanti, la banda della Magliana, Cosa nostra.
Tutto, nel film, è molto dichiarato, molto “messo in scena”, quasi come se fosse una lezione di storia: è il suo pregio e insieme il suo limite. È un’opera di memoria, forse meno un’opera di cinema, di stile.
"È un omicidio di natura mafiosa e politica. La storia della mafia che aiuta i più deboli è una falsità. La mafia porta fiumi di denaro nelle mani di pochi e trova in una certa politica un certo alleato" così l'attore che interpreta il nostro attuale Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, risponde a Pietro Grasso, allora PM, che lo interroga sull'omicidio di suo fratello Piersanti, [...] Vai alla recensione »
La Storia italiana è scritta con il sangue, e il cinema si erge spesso a rappresentarne i fatti più cruenti, misteriosi e drammatici, attraverso varie forme e generi. Ieri e oggi sono nati film importanti come Il caso Moro, Il muro di gomma, I banchieri di Dio, Il divo, Romanzo di una strage, e molti altri ancora (qua su Nocturno presto dedicheremo un articolo ad hoc).
Il giorno dell'Epifania del 1980 il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella viene ucciso da un killer. A occuparsi delle prime indagini sarà il sostituto procuratore Pietro Grasso a cui farà seguito il giudice Giovanni Falcone. Le complicità saranno molteplici e gli esecutori materiali non saranno mai arrestati. Quarant'anni sono sufficienti a creare una zona di conforto, una patina [...] Vai alla recensione »
È vischioso il terreno su cui si muove Il delitto Mattarella, ultimo lungometraggio di Aurelio Grimaldi tratto dal suo omonimo libro edito da Castelvecchi. Esito di un lungo e appassionato lavoro di scavo a partire dai documenti della sentenza del 1995, che indicò come mandante la cupola di Cosa Nostra, ma senza identificare gli esecutori, Il delitto Mattarella segue con fermezza la pista neofascista, [...] Vai alla recensione »
Il cinema italiano ha una grande tradizione di impegno civile, una tradizione che ha caratterizzato i film che, soprattutto tra gli anni '70 e '80 del secolo scorso, hanno raccontato il lato oscuro delle vicende italiane, in quel confine non certo labile, ma a volte invisibile, tra politica e malaffare di varia natura e genere, deviazioni istituzionali e saldature con la malavita organizzata.
Era il 6 gennaio 1980. E la parola "mafia" era d'attualità come oggi. Quel giorno era domenica e Piersanti Mattarella stava recandosi a messa con la famiglia. Non ci arrivò mai. Le revolverate di un sicario fermarono la sua esistenza su quell'auto che il presidente dell'Assemblea regionale siciliana stava muovendo dal parcheggio. Pagava con la vita la determinazione di combattere Cosa Nostra, a costo [...] Vai alla recensione »
Grimaldi rimane autore difficile da maneggiare, incline com'è a quel registro ibrido che, forzando i toni, non tira a lucido la materia, ma la volgarizza, arrivando a imbarbarirla quasi. Se la voce fuori campo riporta la cronaca puntuale e i retroscena dell'omicidio di Piersanti Mattarella, interpretazioni aderenti si mescolano ad altre di teatralità straniata o gigionesca, a celebrare un bizzarro [...] Vai alla recensione »
La parola alla Storia. Sono passati quarant'anni dall'omicidio di Piersanti Mattarella, fratello dell'attuale Presidente della Repubblica. Era il 6 gennaio del 1980. Mattarella ricopriva la carica di Presidente della Regione Sicilia. Prima la pista del terrorismo, poi quella che portava ai corleonesi, anche grazie alle dichiarazioni di Tommaso Buscetta, collaboratore di giustizia su cui Marco Bellocchio [...] Vai alla recensione »
Se è vero che "per andare avanti a volte è necessario guadare indietro", Il delitto Mattarella l'ultimo film di Aurelio Grimaldi che coraggiosamente sceglie di uscire in sala il 2 Luglio, è uno dei fatti di cronaca più importanti nella fitta trama di intrecci storici tra politica e mafia che caratterizzarono la prima Repubblica in Italia, che occorre ricordare.
Alla fine anche Aurelio Grimaldi, regista siciliano al quale non difetta una certa audacia nella scelta dei temi, ha piazzato una scritta sui titoli di coda per cautelarsi un po'. Dice: "Seppure collocata nel contesto di fatti documentati, la ricostruzione narrativa e i personaggi che la compongono sono il frutto della fantasia dell'autore". Traduzione: mi sono attenuto all'imponente materiale giudiziario, [...] Vai alla recensione »