Un film alla vecchia maniera che si fa omaggio e documento storico. Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Il giorno dell'Epifania del 1980 il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella viene ucciso. A occuparsi delle prime indagini è il sostituto procuratore Pietro Grasso, a cui fa seguito il giudice Giovanni Falcone. Gli esecutori materiali non saranno mai arrestati.
Sulla scia di maestri del cinema di impegno civile come Lizzani, Rosi e Petri, Grimaldi realizza un film alla vecchia maniera, ricordandoci come in quel delitto confluissero interessi non solo mafiosi. Nel film si fanno nomi e cognomi. E si arriva fino alla banda della Magliana nel denunciare l'intreccio tra politica, malaffare e criminalità.
Ne risulta un film con un cast di ottimo livello che si offre come occasione di riflessione sulla Storia recente del nostro Paese. Ma anche come omaggio a una famiglia che ha saputo vivere con dignità e alto senso morale la tragedia che l'ha colpita.
In occasione dell'uscita al cinema de Il delitto Mattarella, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Giancarlo Zappoli.