Un'astronave in viaggio e due esseri umani, gli unici svegli per i prossimi 88 anni, costretti a una relazione per evitare di essere condannati alla solitudine. Ora su TIMVISION.
di Giorgio Crico
Disponibile ora su TIMVISION, Passengers del regista scandinavo Morten Tyldum (già dietro la macchina da presa per The Imitation Game) è l'appassionante rivisitazione di un classico topos sci-fi, ossia il viaggio spaziale.
Siamo in un futuro prossimo e la nave spaziale Avalon è in viaggio dalla Terra alla colonia extraterrestre Homestead II forte del suo carico di 5.000 passeggeri (senza contare il personale di bordo): tutti sono rigorosamente addormentati nelle loro capsule criogeniche. O almeno, lo sarebbero perché un guasto improvviso sveglia il meccanico Jim Preston ottantotto anni prima che la nave atterri e il processo criogenico non è replicabile, sicché Jim si rende presto conto che è condannato a vivere e morire in assoluta solitudine sulla Avalon. Un giorno, però, mentre è preda dei pensieri più cupi, Jim nota una bella donna addormentata nella sua capsula: si tratta di Aurora Lane, giornalista e scrittrice. Il meccanico, stanco di essere solo, inizia così a essere tentato dall’idea di svegliarla e poterla conoscere…
Passengers poggia solidamente sull’interazione fenomenale tra i due protagonisti, perfettamente caratterizzati da Chris Pratt e Jennifer Lawrence. I due attori, molto in sintonia durante le riprese, riescono a trasformarli in persone credibili e quasi concrete, definite a tutto tondo nonostante – per esigenze di trama – entrambi avessero ben pochi elementi su cui lavorare; inoltre la loro chimica è scoppiettante a prescindere dal registro delle scene in cui sono coinvolti e, non a caso, i nostri sono diventati ottimi amici anche nella realtà, durante la lavorazione del film.
«Ho ricevuto il copione e ho sentito da chiunque l’avesse letto prima di me che era lo script più bello che avessero letto ed è diventato anche per me lo script più bello mai letto. Mi avevano detto di immaginare Jennifer Lawrence come protagonista del film e, una volta letto il copione, non potevo più pensare a nessun’altra attrice per la parte».
Con le scenografie, integralmente concepite per ricreare gli interni della Avalon, siamo di fronte a un lavoro magnifico: il mix di design da fantascienza classica anni '50 e '60 si mescola perfettamente con il gusto contemporaneo e dà vita a un’astronave splendida e perfettamente credibile in ogni sua parte in quanto, di fatto, “crociera spaziale” (e in cui non sembra poi così orribile rimanere soli, tutto sommato…).
Non bisogna trascurare il valore della sceneggiatura: il film ha un inizio, uno svolgimento e una conclusione lineari che generano un climax ascendente perfettamente in linea con il genere fantascientifico. Il copione, in particolare, ha l’enorme merito di stimolare nello spettatore ciò che davvero serve per rimanere attaccati allo schermo, ossia un briciolo di affetto per Jim e Aurora.
Il cast è composto prevalentemente da quattro attori principali: ovviamente i due protagonisti Pratt e Lawrence – entrambi autori di un’ottima prova – e poi, in ruoli, subalterni, Laurence Fishburne (in un ruolo significativo ma molto breve) e Michael Sheen, estremamente convincente nelle vesti dell’androide/barman/confidente sempre e comunque sorridente Arthur. Nelle ultimissime scene c’è spazio anche per un cameo muto e molto breve di Andy García.