Titolo originale | Bar Bahar |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Israele, Francia |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Maysaloun Hamoud |
Attori | Mouna Hawa, Sana Jammelieh, Shaden Kanboura, Mahmud Shalaby, Riyad Sliman . |
Uscita | giovedì 6 aprile 2017 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Tucker Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,35 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 2 novembre 2017
Tre donne arabe in una Tel Aviv che ribolle di cultura underground. Tre giovani ostinate e coraggiose per una riflessione a cuore aperto sull'indipendenza femminile. Il film è stato premiato a Toronto, Il film è stato premiato a San Sebastian, Il film è stato premiato a Haifa Film Festival, In Italia al Box Office Libere disobbedienti innamorate - In Between ha incassato 558 mila euro .
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Tre ragazze palestinesi condividono un appartamento a Tel Aviv, al riparo dallo sguardo della società araba patriarcale. Leila è un avvocato penalista che preferisce la singletudine al fidanzato, rivelatosi presto ottuso e conservatore, Salma è una DJ stigmatizzata dalla famiglia cristiana per la sua omosessualità, Noor è una studentessa musulmana osservante originaria di Umm al-Fahm, città conservatrice e bastione in Israele del Movimento islamico. Noor è fidanzata con Wissam, fanatico religioso anaffettivo che non apprezza l'emancipazione delle coinquiline della futura sposa. Ostinate e ribelli, Leila, Salma e Noor faranno fronte comune contro le discriminazioni.
C'è un'onda nuova che muove dalle spiagge di Israele e abbatte i tabù arabo-israeliani. Cinema israeliano in lingua araba, In Between fa intendere la voce femminile e rimanda la società alle sue contraddizioni. Per voltare pagina, per avanzare.
Premiata all'Haifa International Film Festival, l'opera prima di Maysaloun Hamoud si nutre di un contesto reale e segue il destino di tre donne che vogliono vivere dove gli è concesso soltanto sopravvivere. Fuggite alle origini e approdate a Tel Aviv, considerata dagli israeliani liberale e aperta alle alterità, le protagoniste scopriranno a loro spese il conto della libertà. A confronto con una doppia discriminazione, sono donne e sono palestinesi, Leila, Salma e Noor procedono a testa alta dentro un film che non risparmia nulla, nemmeno lo stupro, e nessuno.
Israeliani ebrei e israeliani arabi, laici e religiosi, cristiani e musulmani, nessuno si senta escluso. Lo spettro del patriarcato, dal simbolico al doloso, si incarna progressivamente nei padri come nei fidanzati, predatori frustrati imprevedibili. Colte tra due mondi, la cultura araba musulmana tradizionale e quella ebraico israeliana, le protagoniste si sono lasciate alle spalle interdizioni familiari, comunità religiose e società conservatrici per ritagliarsi un'esistenza nuova e costruirsi una vita sociale a misura dei loro desideri e delle loro volontà. Bar Bahr, il titolo originale, in arabo tra terra e mare, in ebraico né qui né altrove, traduce il disorientamento (meta)fisico di una generazione, quella dei giovani arabo-israeliani che in Israele sono uno su cinque, emancipata dalla propria cultura per adottarne una occidentale. Una generazione che non sa più se appartiene al mare o alla terra. Una generazione, ancora, alla ricerca di libertà che prova a preservare il cuore della propria identità.
È Noor a impersonare meglio delle altre lo iato, con gli sguardi affamati di vita sotto l'hijab, il velo islamico che non preclude la corsa della ragazza incontro alla modernità. La regressione nel film è appannaggio degli uomini, guardiani (ipocriti) dell'ordine morale che tradiscono un bisogno di controllo che quando sfugge volge in violenza.
Gineceo deciso a deporre l'autorità patriarcale, In Between resiste con le sue eroine, accompagnandole, proteggendole, incoraggiandole, desiderando quello che desiderano loro lungo le rispettive linee di fuga. E l'energia drammatica del film riposa sulle scintille prodotte dal confronto delle personalità piuttosto che sull'inventiva della sceneggiatura. Alla denuncia, Maysaloun Hamoud preferisce l'empatia, alla messa alla gogna la conversazione intima. L'autrice incarna i tabù e si concentra sul quotidiano degli israeliani arabi, offrendo ai palestinesi un corpo altro e fiero, che condivide con quello ebraico le stesse tribolazioni, gli stessi problemi finanziari e sociali, la stessa città, lo stesso Paese. Un Paese pieno di contraddizioni a cui tutti partecipano.
Gli israeliani ebrei non fanno che qualche apparizione nel film: la commessa di un negozio che guarda con rimprovero Leila e Salma, il manager hipster di un ristorante che proibisce a Salma di parlare arabo o il titolare di un locale dietro al bancone incapace di identificare l'accento arabo di Salma. Attraverso un corpo collettivo superbamente femminile, fluido e cangiante, In Between ripiega in un appartamento da cui apre e chiude una battaglia contro i corsetti morali. Un'isola domestica in cui convivono tre identità distinte con distinti destini alla mano. Destini appesi a un'ultima sigaretta e gravati sugli sguardi distanti. Dentro un finale ammutolito e una terrazza separata, dove la regista isola le sue eroine per guardare da presso un paese, le sue violenze e le sue ineguaglianze.
LIBERE DISOBBEDIENTI INNAMORATE - IN BETWEEN disponibile in DVD o BluRay |
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Film apertamente femminista, elementare nel disegno, ma pieno di energia, empatia, passione, costruito intorno a tre ragazze palestinesi che condividono un appartamento a Tel Aviv. La regista palestinese Maysaloun Hamoud, al suo esordio, si riconosce debitrice di Almodovar e in effetti nel film si ritrova lo scatto, la determinazione, il dialogo deciso, i colori forti del regista spagnolo. [...] Vai alla recensione »
Tre ragazze, tre donne, tre religioni monoteiste sullo sfondo un’antica idea di un Israele che identifichiamo con Gerusalemme e una nuova realtà vissuta dalle giovani generazioni in una Tel Aviv moderna e materialista. Un racconto di tre donne la cui condizione nasce da radici profonde, culturalmente molto diverse, ma che tutte hanno il limite della supremazia maschile e della chiusura [...] Vai alla recensione »
Il fermo immagine col quale si chiude il film, non è, come lo era per “Thelma & Louise”, liricamente sospeso in quell’unico millesimo possibile di felicità nell’avventura della vita, ma è il “punto e a capo”, quello che si deve mettere quando, fatte delle esperienze importanti, avendo imparato come funzionano le cose, si può ricominciare. [...] Vai alla recensione »
Leila spegne l'ennesima sigaretta, si veste, si trucca. Le luci sono sempre soffuse, nella casa, non capisci se sia mattina o sera finché non vedi che dopo essersi ripassata un rossetto più rosso del sangue afferra una borsa da ufficio. Una borsa da avvocato, scopriremo poi, quando commenterà con un collega l'esito dell'udienza davanti al tribunale, aspirando l'ennesima [...] Vai alla recensione »
Bellissimo ritratto esistenziale di tre ragazze palestinesi, vivono in una Tel Aviv trasgressiva e sopratutto fin troppo libera nei costumi di un islamismo integralista,ma sicuramente aperta al libero pensiero, differenti caratterialmente l'una dall'altra, ma profondamente coinvolte in una libera amicizia e soprattutto in un aiuto reciproco,essendo di fede Islamica ognuna di loro porta con [...] Vai alla recensione »
La realtà di donne arabe in Israele è difficilmente raccontata. Ancora meno nel cinema mediorientale si vedono storie di ragazze che vogliono sentirsi dinamiche e brillanti e vivere all’occidentale, distaccandosi del tutto o in parte, dalla cultura dominante. Libere, disobbedienti, innamorate – in beteewn è un film in cuisi vede che la regia è di una donna. Vai alla recensione »
Film battagliero e, al tempo stesso, capace di grazia e leggerezza, "Libere, disobbedienti e innamorate" è sicuramente la grande rivelazione di questa stagione cinematografica. Un'opera prima che, sotto il segno del girl power, parla di amicizia e di indipendenza femminile, senza cadere negli stereotipi e nella retorica. Si ride, si sorride, ci si commuove, ci si indigna: insomma, [...] Vai alla recensione »
Già dal titolo (sia quello italiano "Libere, Disobbedienti, Innamorate", che inglese "In Between" ed israeliano la cui traduzione più o meno è "Tra Terra e Mare") si evince che si sta ad indicare una posizione 'di mezzo', non definita e, comunque, in contrapposizione con quella 'ufficiale' prestabilita e consentita.
Dopo averlo inseguito parecchio sono riuscito a vedere il bel film di Maysaloun Hamoud sul grande schermo. Girato quasi sempre nella notte di Tel Aviv il film ci racconta di tre ragazze palestinesi che hanno due sole cose in comune: l'appartamento in cui vivono e il destino comune. Già, perché Noor, Salma e Leila non potrebbero essere più diverse tra loro per estrazione sociale, religione, provenienza, [...] Vai alla recensione »
Lasciate ogni speranza voi ch’entrate.28 Aprile 2017 – Flavia LepreFregateQuesto titolo preparerebbe meglio la/o spettatrice/ore al messaggio finale del film “Libere disobbedienti innamorate”, di Maysaloun Hamoud.Non c’è da dubitare delle intenzioni “femministe” della regista palestinese, nata a Budapest e cresciuta e vivente in Israele. Certo, ma solo se si tratta di un “femminismo” strettamente [...] Vai alla recensione »
Mentre la storia delle tre donne, casualmente, come la critica sottolinea, potrebbe svolgersi in qualsiasi parte del mondo, non è altrettanto casuale la scelta delle protagoniste. La regista sceglie per il suo film tre figure precise, tre donne arabo-palestinesi che come tanti “giovani occidentali” sono dedite all’alcol, agli spinelli, alla cocaina.
Film molto interessante. Un po' alla volta si entra nella pelle di ciascuna di queste tre splendide donne, intelligenti, combattive e fragili. Nessuna di loro è una ribelle, nessuna di loro è disubbidiente. Cercano solo di essere se stesse, di amare ed essere amate, stritolate dalle convenzioni, tradizioni in cui sono immerse. titolo? In mezzo.
Due ragazze palestinesi condividono un appartamento a Tel Aviv, dove si sono spostate per poter vivere senza dover stare alle rigide norme della loro cultura di provenienza. Alle due, si aggiunge una terza ragazza, aderente alla religione islamica di cui segue tutti i precetti. Ognuna di loro vive una situazione sentimentale che si rivela presto difficile da portare avanti.
Attuale, realistico, vivo, colorato e con un ritmo così imperfettamente autentici da catturare anche chi nella vita ne segue un altro. Personaggi completi e liberi da stereotipi. Liberi e basta, in verità, di dire e fare la propria contando su una solidarietá femminile che non é cosí rara come si vuole far credere.
Sul viso gente soddisfatta, poi il solito ( personalmente ) problema dopo il cinema, ovvero ognuno va per i fatti suoi, c'è ne starebbe da dire, come si suol dire "tanta carne al fuoco", mammamia che dibattito che ne uscirebbe.
Poco felice la scelta del titolo in italiano, come spesso succede. Dalla visione del trailer mi aspettavo un film più incisivo, a tratti mi è sembrato spento e un po' scontato. Buona interpretazione delle protagoniste, ma non molto fedele la scelta dell'immagine di condizione delle famiglie palestinesi con cittadinanza israeliana
In Between: nè qua nè là. Bar Bahar: tra terra e mare ovvero nè carne nè pesce. Quest'indeterminezza, quest'assenza di riferimenti non alludono all'universo femminile? in principio ho creduto davvero di assistere ad una lezione di femminismo: si utilizzavano perversioni dei nostri tempi come materiale didattico.
Ci sono almeno tre aspetti che rendono interessanti, nello scacchiere informativo e cinematografico contemporaneo, film come Libere disobbedienti innamorate - In Between. Il primo è geopolitico. A parte chi segue con interesse, passione e spesso sgomento, lo scenario internazionale, non sono molti coloro che riescono a orientarsi nel ginepraio etnico, religioso, bellico che in questo momento investe il Medio Oriente. In mezzo alle tragedie siriane, yemenite, irakene e così via, c'è una situazione che sembra sempre - purtroppo - attuale e immobile: quella israelo-palestinese. Ma se è vero che il cinema se ne è occupato in lungo e in largo, bisogna ammettere che della minoranza arabo-israeliana, abitante nello stato ebraico, sappiamo pochissimo. E ancora meno sappiamo della questione femminile, sospesa tra modernità e tradizione, delle donne arabe a Tel Aviv, che il film racconta con affetto e comprensione.
Così come le comunità arabe in giro per l'Europa (spesso al centro del cosiddetto cinema della diaspora o del métissage), anche le minoranze dentro nazioni non sempre accoglienti garantiscono di dare volto e umanità a persone altrimenti lontanissime dalla nostra esperienza quotidiana.
Il secondo aspetto è quello femminile. In molti casi, essendo la condizione della donna la cartina di tornasole dei grandi rivolgimenti storici, la rappresentazione del femminile prende il centro della scena in un cinema libertario e dal sapore emancipatorio. Film come Mustang, Mooladé, Fire, Kadosh, Il cerchio e tanti altri hanno raccontato di un fil rouge che attraversa realtà differenti, società inconciliabili, regimi misti, eppure tutti perfettamente allineati sul tema della repressione dell'identità femminile. A sua volta il femminile diventa il territorio del riscatto (difficile, talvolta impossibile) come sinonimo di libertà, quasi che avesse sostituito quell'internazionalismo socialista e proletario ormai sconfitto dalla storia - e ulteriormente sepolto con il fallimento delle primavere arabe.
Chiodo di pelle, tubino aderente, smalto nero, occhiali da sole, lucidalabbra fucsia, sigaretta in bocca: non il look che ti aspetteresti da una regista palestinese. Ma la missione di Maysaloun Hamoud è proprio quella di sfatare i pregiudizi e abbattere gli stereotipi che riguardano le sue conterranee.
Il film di Maysaloun Hamoud, Libere disobbedienti innamorate, vede protagoniste tre giovani donne arabe che vivono a Tel Aviv, la più liberal delle città israeliane, in modo ben diverso da come potremmo immaginiarcelo.
Come è stato recepito il suo film in Israele?
C'è stata una grande differenza nelle reazioni del pubblico palestinese rispetto a quello israeliano. Per gli israeliani Libere disobbedienti innamorate ha sfatato degli stereotipi sulle donne palestinesi e sui palestinesi in generale, mostrando che siamo come loro, e che la discriminazione di genere esiste dappertutto. In particolare gli israeliani hanno amato il personaggio di Noor, la ragazza palestinese molto religiosa: ne hanno apprezzato la dolcezza , senza fermarsi davanti al velo.
L'Ana Lou Lou Club apre alle nove di sera, chiude alle 3 di mattina e ospita serate come l'Arabs do it better party e il Tonight Queers Unite. Si beve, si balla, si fuma in pista. Con estrema probabilità, fuori dalla pista si fa anche molto altro. È qui, in questo locale di Jaffa a Tel Aviv, che la regista Maysaloun Hamoud ha scelto di girare la scena iniziale di Libere disobbedienti innamorate: quella in cui una delle protagoniste, l'avvocatessa arabo-israeliana Layla, assume con gioiosa disinvoltura Ritalin, cocaina e alcool durante una serata con amici.
"Era importante per me girare in questo posto - ha raccontato Hamoud in un'intervista - e più in generale a Jaffa. I personaggi del film e molto di quel che succede prendono ispirazione da quei luoghi e da quella scena".
Locali come l'Ana Lou Lou o il Thew Block (famoso per le serate con dj palestinesi e israeliani) sono oggi il punto di riferimento della scena "radicale" arabo-israeliana, quell''"avanguardia palestinese formatasi su due eventi centrali - ha spiegato la regista - la seconda Intifada e la primavera araba del 2011". A due passi dalla moschea di Hassan Bek, uno dei luoghi "caldi" della seconda Intifada, si trova l'appartamento che nel film viene diviso dalle tre ragazze. Siamo nel quartiere yemenita di Manshiyya, ma nessuna delle protagoniste è originaria del posto. Layla viene da Nazareth, Salma da Tarshiha, Nour da Umm al-Fahm, tra le più grandi città a maggioranza araba d'Israele. A portarle a Tel Aviv sono motivi diversi, che raccontano ognuno a suo modo una parte della complessa, e molto originale, identità della città.
Libere disobbedienti innamorate - In Between è, senza ombra di dubbio, un film che segna un importante traguardo nel contesto del cinema che, avendo al centro il mondo arabo, riesce a raggiungere i nostri schermi. Ma lo ha anche (e con grande evidenza) nell'ambito del cinema israeliano, seppur in coproduzione con la Francia.
I registi di Israele non allineati con le direttive di Benjamin Nethanyahu e comunque di tendenze liberal avevano già in passato realizzato film in cui i palestinesi non venivano demonizzati ma si trovavano al centro delle vicende narrate. Ana Arabia di Amos Gitai può costituire un valido esempio in proposito.
Ciò che però i palestinesi sentivano come una deprivazione era il fatto che i capitali necessari per la realizzazione di queste opere provenissero da Israele e che i registi fossero sempre e comunque israeliani.
Hamoud non ha avuto alcuna remora in proposito: "Sì, lo Stato mi ha dato del denaro perché mi merito di fare film dato che a questo stato io pago le fottute tasse" ha dichiarato in un'intervista. "Non ho alcuna vergogna e dico che me ne meriterei di più. Avrei accettato denaro da altre fonti per evitare un boicottaggio ma nessuno si è fatto avanti. Così io lo prendo dallo Stato e il film verrà proiettato come un'opera israelo-francese benché sia fondamentalmente arabo-palestinese".
Peccato, un bel film rovinato da un titolo (tradotto) da fucilazione alla schiena. È un'acuta commedia israeliana, di una regista esordiente, ambientata nell' odierna Tel Aviv. Protagoniste tre giovani amiche musulmane, di diversa estrazione sociale, una barista, un'universitaria e un'avvocatessa, oppresse dall'immutabile intolleranza maschile, con l'avallo di tradizione e fede.
Tre ragazze palestinesi condividono un appartamento a Tel Aviv. Leila è un avvocato penalista, abbastanza indipendente da mandare all' inferno il fidanzato quando comincia a metterle dei limiti. Salma è una dj lesbica che tronca con la famiglia conservatrice. Noor è una studentessa musulmana osservante, fidanzata a Wissam, fanatico religioso, pronto a stuprarla perché non condivide la sua scelta di [...] Vai alla recensione »
Leila è un avvocato, è bella e sexy, beve birra, fuma canne, balla fino all'alba e fa girare la testa agli uomini. Salma è lesbica, fa la deejay (ma i genitori conservatori pensano sia etero e cercano di farla sposare con uomini scelti da loro), ha piercìng e tatuaggi e sogna un futuro a Berlino. Noor studia informatica, porta il hijab, il velo che copre la testa, e sta per sposarsi con un uomo che [...] Vai alla recensione »
La sceneggiatrice e regista araboisraeliana Maysaloun Hamoud dà una bella rinfrescata alla commedia, in stile Sex and the city. Con questa pellicola incentrata su un gruppo di amiche che vivono, lavorano e amano in una grande metropoli. A rendere appassionante il film è il fatto che le amiche sono palestinesi, vivono in Israele, e la loro vita è complicata anche da fattori politici e culturali.
La prima è lesbica, la seconda avvocato e la terza timorata di Allah. Sono tre giovani palestinesi fuori sede a Tel Aviv di nome Salma, Leila e Nour. La convivenza sarà uso di droga leggera (e anche Ritalin), feste, amori, violenze, sogni, confidenze e frustrazioni. Libere, disobbedienti, innamorate è il complesso affresco di ciò che sta accadendo, secondo la regista trentacinquenne, in una porzione [...] Vai alla recensione »
Tre ragazze palestinesi dividono casa a Tel Aviv. Si confidano, fumano canne, fanno festicciole la sera. Laila, avvocatessa single, non trova un uomo che accetti la sua libertà. Salma, deejay lesbica, si innamora di una donna mentre i genitori le cercano marito. Nour vuole spezzare il fidanzamento con l'uomo che la vuole casalinga e sottomessa. Bellissima storia di amicizia e complicità femminile, [...] Vai alla recensione »
Laila, Salma, Nour: sono le protagoniste di Libere, Disobbedienti, Innamorate (In Between), film sorprendente su tre giovani arabo-israeliane in un mondo in cui le regole le dettano i maschi (al cinema daI 6 aprile). Diversissime tra loro, le tre donne si muovono in una frenetica Tel Aviv, all'incrocio di più culture la prima è un avvocato 30enne che rischia di pagare il suo stile indipendente con [...] Vai alla recensione »
Tel Aviv è una metropoli israeliana dove modernità e tradizione si incontrano e si scontrano. Nel mezzo ci sono loro, Laila, Salma e Nour, tre giovani donne arabe molto diverse tra loro ma accomunate dall'esigenza di rendersi indipendenti ed emancipate nel contesto di una cultura, o almeno quella predominante, che le vorrebbe sottomesse, senza aspirazioni e dedite soltanto alla famiglia.
Ci sono realtà che, almeno la maggior parte di noi, ha la possibilità di scoprire solo grazie al cinema. Un film come "Libere, disobbedienti, innamorate", dal 6aprile nelle sale, brillante opera prima della trentasettenne Maysaloun Hamoud, nata a Budapest ma cresciuta a Dur Hana, un villaggio palestinese in Israele, racconta una Palestina molto diversa da quella delle cronache di giornali e telegiornali. [...] Vai alla recensione »
Che le donne, oggi più che mai, siano il sale della terra e che loro sia il futuro, lo mostra questa bella opera prima, da non perdere, della regista palestinese Maysaloun Hamoud. E questo nonostante il poco felice titolo Libere disobbedienti innamorate (In between). In sala dal 6 aprile distribuito da Tucker Film dopo essere stato accolto con successo ai festival di Toronto, San Sebastian, Palm Springs, [...] Vai alla recensione »
Se il luogo fosse in Italia o in Francia, la regista e gli interpreti italiani o francesi, il film sarebbe una piacevole commedia come tante. Ma In between, nei nostri cinema col titolo antipatico Libere, disubbidienti e innamorate, si svolge a Tel Aviv, nella comunità arabo israeliana, quasi ventimila persone su più di un milione di abitanti: ambiente borghese di origine palestinese e di religione [...] Vai alla recensione »
'"Credete di essere in Europa? In tal caso vi sbagliate". Tuonano le parole di chi non concepisce l'autonomia comportamentale che Laila, Salma e - infine - Nour esprimono con naturalissima disinvoltura. Loro sono tre giovani arabe nella Tel Aviv contemporanea, metropoli ontologicamente contaminata e inevitabilmente fuori controllo. La regista, conterranea e complice, vi si riflette e costruisce attraverso [...] Vai alla recensione »
Tre giovani donne arabe nella Tel Aviv di oggi, tra notti insonni, locali affollati, musica, bevute, balli e spinelli. Leila (Mouna Hawa) è un'avvocatessa single per scelta, Salma (Sana Jammelieh) è figlia di genitori tradizionalisti che l'hanno bandita perché omosessuale, Nour (Shaden Kanboura) è una studentessa modello, perseguitata da un fidanzato violento e retrogrado.
Quando il cinema non racconta per tesi, ma per sospensioni, ellissi, attese. Eppure proprio per questo diventa denuncia, disvelamento della realtà, viaggio interessante nelle nuove identità, oltre le barriere di genere e cultura. Libere, disobbedienti e innamorate - In Between è la storia di tre donne palestinesi immigrate verso la liberale Tel Aviv, Israele: Leila (Mouna Hawa) avvocato penalista single, [...] Vai alla recensione »