Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Germania |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Keren Yedaya |
Attori | Dana Ivgy, Moni Moshonov, Ronit Elkabetz, Mahmud Shalaby, Hussein Yassin Mahajne . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 maggio 2009
CONSIGLIATO SÌ
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A Jaffa vive una famiglia ebrea come tante. Il padre è proprietario di un'autorimessa che gestisce con l'aiuto della giovane figlia Mali e del figlio Meir, altezzoso e poco interessato al lavoro. Alle loro dipendenze ci sono il giovane ed abile meccanico Taufik e l'anziano padre, entrambi arabi. La vita procede tranquillamente ma solo in superficie. Perchè in realtà Mali è incinta di Taufik e i due giovani stanno progettando di partire di nascosto insieme. Un giorno però Meir pronuncia un'offesa di troppo nei confronti dei due dipendenti, Taufik reagisce e il giovane ebreo batte la testa e muore. Da quel momento la vita dei suoi familiari muta completamente.
Jaffa e' uno di quei piccoli film che costituiscono la prova che non sono necessari budget sovradimensionati o molteplici revisioni di sceneggiatura per fare del buon cinema. La vicenda del microcosmo familiare che conduce la propria vita quotidana in una città lontana dagli epicentri della violenza del terrorismo o della repressione sembererebbe poco adatta per una lettura dell'attuale (e sempre in procinto di esplodere)situazione israelo|palestinese. Eppure è proprio da questa dimensione solo apparentemente 'comune' che emerge quella che Terrence Malick definirebbe 'la sottile linea rossa' della scissione. Le ferite sono e restano aperte, sembra voler dire la regista e le giovani generazioni che tentano di sottrarsi al dolore che esse provocano per tentare una cauterizzazione che prenda le mosse dai rapporti umani sono destinate a pagare un prezzo decisamente alto. L'amore può ancora nascere, nonostante tutto. Forse può addirittura illudersi, in realtà sociali lontane dai conflitti più sanguinosi, di poter trovare la strada di una libera scelta. Ma basta poco per far tornare a salire barriere che si pensavano parzialmente abbassate. Restano solo la speranza e la curiosità di uno sguardo infantile. Quello che chiude questo piccolo importante film.