La bicicletta verde

Film 2012 | Drammatico, 100 min.

Titolo originaleWadjda
Anno2012
GenereDrammatico,
ProduzioneArabia Saudita, Germania
Durata100 minuti
Regia diHaifaa Al-Mansour
AttoriReem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd, Sultan Al Assaf .
Uscitagiovedì 6 dicembre 2012
TagDa vedere 2012
DistribuzioneAcademy Two
MYmonetro 3,23 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Haifaa Al-Mansour. Un film Da vedere 2012 con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd, Sultan Al Assaf. Titolo originale: Wadjda. Genere Drammatico, - Arabia Saudita, Germania, 2012, durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 6 dicembre 2012 distribuito da Academy Two. - MYmonetro 3,23 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 ottobre 2020

Wadjda è una bambina di 10 anni che vive alla periferia di Riyadh, la capitale Saudita. Nonostante viva in un mondo tradizionalista, Wadjda è una bambina affettuosa, simpatica, intraprendente e decisa a superare i limiti imposti dalla sua cultura. Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office La bicicletta verde ha incassato 484 mila euro .

La bicicletta verde è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,23/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 3,50
PUBBLICO 3,69
CONSIGLIATO SÌ
Una conquista dell'indipendenza dal giudizio altrui che non riesce sempre ad appassionare.
Recensione di Gabriele Niola
giovedì 29 novembre 2012
Recensione di Gabriele Niola
giovedì 29 novembre 2012

Arabia Saudita, in una scuola rigorosamente solo femminile Wadjda lotta per non soffocare i propri desideri di libertà. In particolare uno di questi riguarda l'acquisto di una bicicletta verde, con la quale potrà essere alla pari del bambino con cui gioca dopo la scuola. La sua famiglia non può permettersela e di certo non vuole che si faccia vedere su un oggetto tradizionalmente riservato agli uomini, così Wadjda comincia a cercare i soldi per conto proprio rendendosi conto ben presto che quasi tutti i metodi per farlo le sono proibiti. L'unica è partecipare ad una gara di Corano della scuola (lei che non eccelle nelle materie religiose), il cui primo premio è in denaro.
Per parlare della vita oggi nel suo paese, degli uomini e delle donne che lo animano e dell'oppressione dell'uomo sull'uomo (o della donna sulla donna), Haifaa Al-Mansour sceglie di rifarsi al modello aulico italiano e raccontare la storia di una bambina, una madre e la ricerca di una bicicletta.
La bicicletta verde del titolo anche in questo caso è simbolo di emancipazione e libertà, l'oggetto che rappresenta una possibile salvezza al sistema al quale altrimenti anche Wadjda sarebbe condannata, come la madre e come le compagne, un sistema fatto di oppressione mentale e personale da parte degli uomini e di gran parte delle altre donne. La conquista dell'oggetto però non passa per l'esplorazione del paesaggio cittadino quanto per un percorso di purificazione e abnegazione, Wadjda diventa così indipendente e libera non per il fatto di andare in bici ma grazie al percorso con il quale arriva a poterla comprare, talmente audace da influire anche sul tradizionalismo subito dalla madre. Una rivoluzione gentile compiuta involontariamente dal solo atto di cercare dei soldi da sola, ottemperando alle regole imposte (la gara di Corano) per scardinarle da dentro.
Haifaa Al-Mansour è la prima vera regista donna di un paese che non ha sale cinematografiche e in cui il cinema si fruisce solo domesticamente, è dunque in sè una figura rivoluzionaria che si oppone ai ruoli cui le donne sono relegate e tale posizione è evidente nella maniera in cui scrive i suoi personaggi. Non solo la protagonista Wadjda ma anche le compagne più adolescenti e più irrequiete, benchè comprimarie, sono accarezzate con tono lieve dalla macchina da presa, scrutate nell'innocenza di gesti minuscoli che portano a condanne spropositate.
Il pregio maggiore di La bicicletta verde è così il saper guardare la realtà e metterla in scena trovando in ogni dettaglio un elemento di oppressione o di ipocrita incongruenza (i tacchi della maestra). Tuttavia, nonostante i più nobili intenti e i più aulici modelli, il film non riesce mai davvero ad appassionare, tocca intellettualmente ma non sentimentalmente. Vittima di un'ideologia inevitabilmente forte e penetrante, è atto d'accusa ma non sempre film, parteggia per i propri eroi ma purtroppo dimentica di scrivergli intorno una storia che ne lasci emergere l'umanità.
Per i temi trattati e il modo di parlare della condizione della donna il film è stato patrocinato da Amnesty Italia.

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LA BICICLETTA VERDE disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 17 dicembre 2012
pepito1948

L'Arabia Saudita è il Paese islamico forse più progredito socialmente ( attesa di vita 73 anni, tasso di alfabetismo 83%), ma tra i più chiusi e rigidi nell'applicazione della religione di Stato e nel perseguire il dissenso in tutte le sue forme. La condizione della donna è particolarmente pesante: relegata in casa nei soliti ruoli domestici, non può uscire se non nei limiti imposti dagli uomini, che [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 gennaio 2013
CINEANDRE

"La biciletta verde" ha il pregio di essere un film che si presenta senza particolari pretese intellettuali o di denuncia. Si presenta così come la sua protagonista, in modo semplice. Vuole raccontare una storia, uno spaccato di quotidianità di una ragazza. La protagonista è una vivace, allegra e intelligente ragazzina dell'Arabia Saudita che "desi [...] Vai alla recensione »

martedì 11 dicembre 2012
Flyanto

Film in cui una bambina di religione musulmana viene descritta come un'adolescente "ribelle" in quanto  per la sua allegria, la sua ingenuità, la sua gioia di vivere nonchè spensieratezza proprie, del resto, della sua età, va contro corrente e contro la severissima morale imposta dalla società. Tutte le sue giornate si dividono tra la scuola, i giochi [...] Vai alla recensione »

venerdì 31 agosto 2012
Peer Gynt

 Film di denuncia dell'oppressiva società maschilista del mondo arabo, diretto da una regista donna che sceglie di mettere in scena quasi esclusivamente personaggi femminili. Quelli maschili sono volutamente lasciati senza spessore, incolori: sono maschi tradizionalisti, per i quali le donne devono restare nello spazio chiuso e senza diritti nel quale sono da sempre state relegate (con [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 febbraio 2013
Maria F.

Ebbene sì, fa sempre piacere vedere un film a regia femminile, poi quando la regista appartiene a un Paese dove la donna è considerata un accessorio, si spera che film, storie che raccontino all’occidente di queste vite possano aumentare. Per la verità anche da noi – ancora oggi la donna deve patire ed essere competitiva per dimostrare a mala pena di avere le medesime [...] Vai alla recensione »

martedì 24 maggio 2016
Achab50

Difficile, forse impossibile trovare un film che sia ambientato in una Arabia Saudita reale; ci riesce la regista Haifaa Al-Mansour che utilizza una ragazzina, Wadjda, per mostrarci gli stridenti contrasti che abitano questo grande, ricco e desertico paese, in cui convivono (?) le più aggiornate modernità ed una mentalità medievale ed ottusa.

mercoledì 30 aprile 2014
Filippo Catani

Arabia Saudita. Una bambina coltiva un sogno: comprarsi una bicicletta per poter giocare insieme al suo amico del cuore. Il problema è che oltre a costare troppo, la bicicletta non è considerata un mezzo consono per le ragazze. La bimba non si arrende e decide di iscriversi ad una gara di recitazione del Corano che mette in palio un premio in denaro che le consentirebbe l'agognato [...] Vai alla recensione »

mercoledì 16 aprile 2014
mareincrespato70

Arabia Saudita: anni Duemila di questo secolo, ma si stenta a crederlo, o si finge. Storia di Wadjda, bambina vivace ed intelligente, che si ribella al destino "costruito" dagli uomini, dall'oscurantismo, dall'arretratezza culturale e dai pregiudizi che solo paradossalmente sembrano arrivare da un altro pianeta. E poi i colori forti, le splendide vesti colorate, i volti bellissimi [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 marzo 2016
enzo70

Wadjda è una ragazzina che ha solo un sogno, una bicicletta, verde, per poter correre con un suo amico. Ma c’è un problema, Wadjda è araba e a una bambina nulla è consentito che non sia in linea con i principi del Corano; ma il problema non è il Corano, ma chi interpreta il Corano, perché alla fine della giostra per una bambina araba nulla è consentito; [...] Vai alla recensione »

lunedì 24 marzo 2014
rita branca

  La bicicletta verde   (2012) film della regista e scenografa  Haifaa Al-Mansour con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd Kame, Sultan Assaf   La bicicletta verde, il primo bellissimo film girato nel Regno Saudita e ambientato a Riyadh, racconta con una bella fotografia e un’ incisiva colonna sonora la storia contemporanea della piccola Wadjda, [...] Vai alla recensione »

lunedì 24 febbraio 2014
rampante

Wadijda vive alla periferia di Riyadh, la capitale Saudita, ha un grande sogno poter comprare la bicicletta verde nel negozio di giocattoli davanti al quale passa tutti i giorni E' una bambina di 10 anni pestifera ma simpatica ed affettuosa, ama la musica pop, porta solo scarpe da ginnastica, non sempre porta il velo  sa che alle ragazze è proibito andare in bicicletta e i più [...] Vai alla recensione »

sabato 21 dicembre 2013
guidokereze

 Vedere La Bicicletta Verde è stato un tornare indietro nel tempo. In un tempo in cui anche io ragazzino sognavo una bicicletta. Era l'epoca delle prime bici da cross con cambio a leva e se si era fortunati, la si poteva persino vincere nei concorsi abbinati alla vendita di merendine e biscotti. Altre bici hanno attraversato i sogni, facendo correre le speranze dei tanti che per qualche [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 novembre 2013
vjarkiv

Film imperdibile, non solo perché è l'unico film girato interamente a Riyadh in Arabia Saudita (paese in cui non esistono sale cinematografiche!) e per giunta da una regista donna Haifaa al-Mansour e questo già giustificherebbe la visione per l'eccezionalità dell'evento, ma soprattutto perché ci mostra uno spaccato di vita quotidiana di un paese in cui [...] Vai alla recensione »

domenica 16 dicembre 2012
renato volpone

Quanta delicatezza in questo film! Davvero non é facile trattare l'argomento "religione" senza cadere nel banale e qui si parla di islam e di donne. La regista é bravissima a darci un quadro approfondito e convincente della condizione della donna che segue la religione islamica. Vediamo donne normali, anzi molto belle e di grande fascino, alle prese con la quotidianità, [...] Vai alla recensione »

sabato 22 dicembre 2012
la nonna

Hanno un bel darsi da fare i persecutori esterni ma la luce interna non riescono a spegnerla. Auguri per un 2013 di libertà

martedì 11 settembre 2012
verdelitorale2

Il primo film dell'Arabia Saudita presentato a Venezia è risultato un mix di commozione , di divertimento , che fa riflettere sulle condizioni e sulla vita in Arabia Saudita. Un film di speranza e coraggio. Gianluigi Bergamo e Francesca Lena

domenica 20 gennaio 2013
melania

Sono molto felice di aver visto questo splendido film,girato e interpretato con grande maestria,e che racconta la storia di una ragazzina che vuole ribellarsi a un mondo rigido e chiuso,in cui tutto o quasi tutto sembra negato alle donne.La coraggiosa ragazzina fa di tutto per conquistare un po' di libertà ed emancipazione,fa di tutto per poter possedere una bicicletta,ma cozza contro una cultura rigidissim [...] Vai alla recensione »

domenica 19 giugno 2016
Alexia Pete

La regista guarda con discrezione l'intimità di questa famiglia..quasi come un documentario viviamo insieme a loro la quotidianità di una vita fatta di divieti e regole assurde per noi occidentali. Senza scene epiche o grandi proclami però attraverso i sorrisi, le aspettative e la volontà della bambina anche la mamma prende coscienza della propria condizione.

martedì 16 aprile 2013
archipic

Non male questo film di Al-Mansour; offre un bello spaccato sociale di vita dell'odierna Arabia. Islam e tradizione vanno a braccetto, costringendo le donne ad una vita appartata e sacrificata al corano e all'uomo. Tutto è svolto in loro funzione, tutto è giustificato se fatto in loro funzione. E sono proprio le donne di "potere", come la direttrice della scuola, che [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 febbraio 2013
Rosario Colaizzi

La bicicletta con il suo allegato di libertà potendo scorazzare per le vie della città all'interno di uno spaccato di esperienze di vita in un paese arabo. La nostra conoscenza in tal senso dovrebbe continuamente amplificarsi per meglio comprendere il modus vivendi con tutti i lati positivi e negativi di tale indagine e per avere consapevolezza di tutti gli aspetti positivi e negativi di una società [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 agosto 2013
jennifermanca

Il film sorprende per la semplicità con cui ci presenta la condizione della donna in Arabia Saudita, paese in via di sviluppo con un alto tasso di alfabetizzazione. La regista decide di adottare il punto di vista di una bambina. Una bambina ribelle che sebbene sia considerata già in età di matrimonio, ha un solo pensiero: comprare una biciletta per sfidare il suo amico.

giovedì 6 dicembre 2012
Cristina

Ho visto questo film al Festival di Torino e sono molto contenta che sia arrivato anche nelle sale italiane. E' uno sguardo delicato e variegato nella vita quotidiana oggi in Arabia Saudita. Al centro della vicenda c'è una giovane, determinata protagonista che vuole una bicicletta, ma la vicenda è l'occasione per narrare le giornate, le storie e i punti di vista degli altri personaggi minori.

FOCUS
FOCUS
giovedì 3 giugno 2021
Rossella Farinotti

Wadjda - la protagonista di La bicicletta verde, disponibile da oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta, in streaming su VatiVision - è una ragazzina intelligente, ostinata e dal forte carattere. È già quella diversa tra le sue compagne di scuola. Wadjda non vuole sottostare alle regole e ai limiti imposti alle donne del suo paese, l’Arabia Saudita, e dunque evade dagli schemi con ironia e azioni da bambina vivace, attiva e ironica. Indossa le Converse che si colora da sola con i pennarelli; crea braccialetti che vende in classe; le piace collezionare figurine del calcio; gioca ai videogames con il padre; parla coi ragazzi e non vuole indossare il velo che le copre il volto. È una piccola, educata, rivoluzionaria. A modo suo.

La madre e il padre hanno un rapporto conflittuale, che Wadjda osserva con intelligenza: la mamma è innamorata, lui, però, sposerà anche un’altra. Questo mondo per la giovanissima non funziona. Per questo Wadjda ha deciso di perseguire il suo obiettivo: riuscire ad acquistare la biciletta verde che ogni giorno va a scrutare fuori dal negozio lungo la via che la porta a casa. Un luogo dove Wadjda entra volentieri nei suoi pomeriggi, diventando amica del simpatico proprietario che apprezza la tenacia della ragazzina. E dunque passano i giorni, raccontati dalla regista Haifaa Al-Mansour come un quotidiano calmo, ma impaziente, fatto da piccoli gesti di rottura che, per la protagonista, rappresentano delle conquiste. L’unico amico ha una bici con cui ha insegnato a Wadjda a pedalare e con cui è impaziente di fare gare di velocità. Perché Wadjda ha amici maschi, non le interessano i pregiudizi, nonostante le pacate raccomandazioni di una madre costretta a soccombere alle volontà di un uomo che ha scelto un’altra. Una madre che, in fondo, si rivela amica, anzi, un suo alter ego che ha sofferto e che desidera una figlia felice e libera. Dunque, due piccole rivoluzionare che, passo dopo passo, riescono a cambiare un po’ le cose.

Le strade poco affollate del paese, polverose e affascinanti nel loro aspetto minimale ed esotico, rappresentano il paesaggio di sfondo alle azioni di Wadjda. Le sequenze del film seguono la minuta morettina, dai tratti fini e dallo sguardo provocatore, tra luoghi affollati come la scuola, fino ad architetture solitarie ed affascinanti, a ricordare che è quello è un luogo complesso per una giovane.

Tra momenti di dialogo con la mamma, uno shopping per cercare un vestito rosso e provocante per attirare il marito e dimostrare un attimo di libertà, e i conflitti a scuola, con la preside che non accetta lo spirito ribelle di Wadjda, le giornate passano e l’elegante biciletta verde dalle colorate frange legate ai manubri rimane li, in attesa. E intanto le azioni di Wadjda non le permettono di accumulare abbastanza denaro. Non rimane che vincere la gara di Corano, materia per cui Wadjda non ha mai voluto impegnarsi. Ma in palio per la bambina vincitrice ci sono i soldi per raggiungere quell’obiettivo, quella bicicletta speciale simbolo di emancipazione e libertà. “Il tuo comportamento, ricordatelo, ti perseguiterà per tutta la vita” le rimprovera la giovane preside. Un monito che la protagonista accoglie fieramente come sfida, per perseguire la sua felicità.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Wadjda ha 10 anni e uno sogno nel cassetto: la magnifica bicicletta verde del negozio accanto per gareggiare coll'amico coetaneo Abdullah. Peccato le sia vietato, essendo una cittadina dell'Arabia Saudita che, oggi come allora, mantiene la condizione femminile a un livello di segregazione e sudditanza. Il "fuoco sacro" della bambina però non conosce ostacoli né regole, portandola diritta al suo obiettivo, [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

Wadjda ha dieci anni e vive alla periferia di Riyad, capitale dell'Arabia Sudita. Un tantino ribelle, la bambina non si sottomette all'amichetto Abdullah, col quale gioca dopo la scuola: per stargli alla pari, anzi, decide di procurarsi una bella bicicletta verde con cui batteria in velocità. Sua madre, però è contraria: perché nel loro Paese anche una bici, in mano a una creatura di sesso femminile, [...] Vai alla recensione »

Gabriella Gallozzi
L'Unità

A Venezia 2012 è stato un po' il caso del festival, passato nella sezione orizzonti. La bicicletta verde, infatti,oltre che un piccolo grande film è anche una sorta di manifesto contro l'oppressione delle donne, tanto da aver ottenuto il sostegno di Amnesty International. Si tratta, infatti, della prima pellicola girata da una regista in Arabia Saudita, paese dove le donne non hanno diritto al voto, [...] Vai alla recensione »

Cristina Piccino
Il Manifesto

Wadjda ha un sogno: comparsi la bicicletta che vede tutti i giorni tornando a casa da scuola, e sfrecciare per le strade dellla città più veloce del ragazzino amico del cuore. Sembra una cosa semplice, eppure per lei non lo è. Infatti Wadjda (la bravissima Waad Mohammed) vive in Arabia Saudita dove per le donne tra le tante cose è vietato anche andare in bicicletta.

Alessandra Levantesi
La Stampa

Considerate le gravi forme di discriminazione alle quali è soggetta la donna nei paesi arabi wahhabiti, un film girato a Riyad a firma di una regista del gentil sesso è già di per sé una notizia; se poi aggiungiamo che si tratta di una piccola storia di emancipazione femminile, l'interesse aumenta. E, tuttavia, ancor più importante è che la saudita Haifaa Al Mansour abbia esordito (grazie anche al [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Il portone di casa in metallo grigio sembra la saracinesca di un garage. Il rumore che fa chiudendosi ricorda le celle carcerarie chiuse dai secondini. La prigione però sta fuori, nelle strade alla periferia di Riyad, Arabia Saudita: le donne escono con la palandrana e non possono guidare. Non esistono cinema, pericolosi luoghi satanici; solo Dvd di contrabbando, da guardare in casa tra persone fidate, [...] Vai alla recensione »

Francesco Alò
Il Messaggero

In Arabia Saudita, alla periferia di Riyad, c'è una ragazzina pestifera, Wadjda (Waad Mohammed: una bomba), che calza scarpe da ginnastica converse, non porta il velo, ascolta canzoni pop e vuole terribilmente una bicicletta verde con la quale battere in una gara ciclistica l'amichetto Abdullah. Nessuna donna può guidare una bicicletta da quelle parti.

NEWS
VIDEO
giovedì 29 novembre 2012
Nicoletta Dose

La rivoluzione si fa se c'è una ragazza sul sellino. Nella graffiante commedia La bicicletta verde di Haifaa Al-Mansour, primo film diretto da una donna in Arabia Saudita, c'è la voglia di ribellarsi ad un sistema costrittivo che non tiene in considerazione [...]

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