La bicicletta verde |
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Un film di Haifaa Al-Mansour.
Con Reem Abdullah, Waad Mohammed, Abdullrahman Algohani, Ahd, Sultan Al Assaf
Titolo originale Wadjda.
Drammatico,
durata 100 min.
- Arabia Saudita, Germania 2012.
- Academy Two
uscita giovedì 6 dicembre 2012.
MYMONETRO
La bicicletta verde
valutazione media:
3,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I sogni viaggiano spesso in biciclettadi guidokerezeFeedback: 100 |
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sabato 21 dicembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vedere La Bicicletta Verde è stato un tornare indietro nel tempo. In un tempo in cui anche io ragazzino sognavo una bicicletta. Era l'epoca delle prime bici da cross con cambio a leva e se si era fortunati, la si poteva persino vincere nei concorsi abbinati alla vendita di merendine e biscotti. Altre bici hanno attraversato i sogni, facendo correre le speranze dei tanti che per qualche ragione aspiravano ad una vita migliore e dignitosa. Ladri di Biciclette di De Sica resta il più riuscito affresco evocativo sul mezzo. Anche lì i personaggi perseguono un percorso che possa andare oltre i loro destini di dominati. Qui il sogno di Wadjda è la speranza di tutta una parte della popolazione, vessata da assurdi quanto anacronistici divieti da una società polverosamente patriarcale. La sabbia del deserto circostante, riempie le strade e le inquadrature semplici con le donne che quelle strade percorrono, magari a bordo di polverosi pickup pure guidati da uomini magari non in regola con le leggi sull'immigrazione, ma comunque uomini e in quanto tali sempre pronti a dimostrare finanche la loro maleducazione. La voglia di libertà della ragazzina è qualcosa che scalda i cuori, ove si pensi anche da lontano a quanto può essere opprimente una società rigida come quella raccontata con grazia e delicatezza da l'unica regista di quel paese. Personalmente ho sempre creduto fondamentale l'importanza e la capacità propria del cinema non tanto su cosa sognare, ma come sognarlo. e pellicole simili riescono nell'intento pienamente. Wadjda riesce a sovvertire le assurde regole che ne limitano il bisogno alla libertà dall'interno, mettendo in crisi l'intera impalcatura teologica di un certo ISLAM radicale e radicato in oscure figure alquanto tristi e abbruttite, come la signorina Haas.
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