claudiorec
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venerdì 12 febbraio 2010
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spaccato di 50 anni di italia
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Film da non perdere assolutamente! Ottima l'esordiente Madè!
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valeria1
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martedì 9 febbraio 2010
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cofesso che me ne sono andata via a metà...
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... ma non ce l'ho proprio fatta a reggerlo fino in fondo ; mi è sembrato, superficiale, furbastro e scontato: peccato , perchè Tornatore sa come si fa un film come si deve, ma , evidentemente, business is business.Non ho avuto voglia di rimanere seduta a farmi predere in giro: questo è quello che ho avvertito.
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(di taddarita)
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beauty mark
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mercoledì 3 febbraio 2010
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dedicato a chi l'aveva lodato!
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OSCARS 2010
MIGLIOR FILM STRANIERO
Ajami (Israele)
El Secreto de Sus Ojos (Argentina)
Un Prophete (Francia)
Il Nastro Bianco (Germania)
The Milk of Sorrow (Peru')
Il furbo polpettone di Tornatore non ha infinocchiato l'Academy!
[+] giusto....
(di regolini.l)
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(di marezia)
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fabrizio cirnigliaro
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martedì 2 febbraio 2010
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il caratteraccio dei siciliani
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Una cosa Tornatore non riesce a spiegare. Perché bisogna credere che “La politica è bella”? Questa è la frase che il padre di Peppino gli sussurra sul punto di morte. In Sicilia la Mafia hanno provato a combatterla prima i comunisti e poi i giudici. Entrambi hanno pagato con la vita il desiderio di lottare e sconfiggere questo terribile male. La politica sembra aver dimenticato il sacrificio di queste persone, anzi la decisione del sindaco del comune di Ponteranica (Bergamo) sembrano dimostrare il contrario.*
Fra i tanti camei e interpreti del film, oltre ai due giovani personaggi principali, spiccano su tutte l’interpretazione di un irriconoscibile Luigi Lo Cascio e di Salvatore Ficarra, che quando non sta dietro la macchina da presa riesce a recitare bene e a divertire.
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Una cosa Tornatore non riesce a spiegare. Perché bisogna credere che “La politica è bella”? Questa è la frase che il padre di Peppino gli sussurra sul punto di morte. In Sicilia la Mafia hanno provato a combatterla prima i comunisti e poi i giudici. Entrambi hanno pagato con la vita il desiderio di lottare e sconfiggere questo terribile male. La politica sembra aver dimenticato il sacrificio di queste persone, anzi la decisione del sindaco del comune di Ponteranica (Bergamo) sembrano dimostrare il contrario.*
Fra i tanti camei e interpreti del film, oltre ai due giovani personaggi principali, spiccano su tutte l’interpretazione di un irriconoscibile Luigi Lo Cascio e di Salvatore Ficarra, che quando non sta dietro la macchina da presa riesce a recitare bene e a divertire.
In Baaria ci sono dei momenti memorabili, commoventi, a volte Tornatore riesce ad entrare nell’anima vera della Sicilia e dei siciliani. Il regista utilizza un linguaggio ed i personaggi a lui familiari per realizzare una pellicola “personale”, intima, in cui comunque ogni siciliano potrà, almeno in parte, rispecchiarsi.
Lo fa mettendo in scena la sua Corte dei Miracoli, caratterizzata dalla piazza principale con l’immancabile pazzo del paese, il cinema, la chiesa e soprattutto i bambini e le loro corse. C’è la vecchia che nonostante non veda sa individuare il simbolo della DC dove mettere la croce per il proprio voto, e c’è anche l’assessore all’urbanistica cieco che però “vede” e prende le “bustarelle” per le concessioni edilizie.
Nonostante la lunghezza della pellicola, 150 minuti, il ritmo di Baaria è incalzante, l’unico limite della sceneggiatura è quello di offrire troppi spunti senza però soffermarsi abbastanza sulle vicende, una sovrabbondanza di fatti e di storie che spesso non vengono approfondite come meriterebbero. La strage di Portella della Ginestra viene solo accennata durante la pellicola, lo stesso discorso per un immagine che richiama l’ormai troppe volte citato sfogo di Pasolini a difesa dei poliziotti. Anche il pensiero del più grande intellettuale italiano all’ennesimo richiamo diventa un clichè. Quando si trattano certi argomenti non si può dare niente per scontato, ancor di più in un momento in cui spesso viene fatto del revisionismo storico.
Bisogna prendere atto che molti spettatori non conoscono la storia della Sicilia o dei fatti raccontati nella pellicola.
La regia è eccellente, come al solito, ma nel complesso Tornatore, nonostante lo sforzo produttivo della Medusa, dimostra di avere un caratteraccio, citando le parole che Peppino dice al figlio, “Abbiamo un cattivo carattere forse perché vorremmo abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia troppo corte”.
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andre.inter 4 ever
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domenica 31 gennaio 2010
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orrendo!!
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davvero noioso incabile e inguardabile!!!
e noi italiani vogliamo concorrere agli oscar con questo schifo!!
tornatore, guardati il nastro bianco e poi mi dici che cagata hai fatto!!
[+] mescolone
(di valeria1)
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claftia
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domenica 24 gennaio 2010
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una sicilia confusa e gridata
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E' confuso questo film, troppe grida..ma i siciliani gridano sempre? il trattamento dei bambini nell'Italia degli anni 40 e' spaventoso..questi bambini pastorelli, che tenerezza. Fortunatamente siamo, o dovremmo essere in un'epoca di tutela dei minori e queste cose ora appartengono solo al mondo degli extracomunitari, degli zingari...insomma un'Italia di straccioni quella descritta da Tornatore...straccioni che pero' chiedono dignita'e diventano comunisti, per sperare in un cambiamento.
Margareth Made' e' bellissima, volto siculo, troppo alta per essere credibile come donna sicula degli anni 40.e' un mondo confuso e gridato quello che esce da questo film, dove l'unica emozione la danno i bambini.
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E' confuso questo film, troppe grida..ma i siciliani gridano sempre? il trattamento dei bambini nell'Italia degli anni 40 e' spaventoso..questi bambini pastorelli, che tenerezza. Fortunatamente siamo, o dovremmo essere in un'epoca di tutela dei minori e queste cose ora appartengono solo al mondo degli extracomunitari, degli zingari...insomma un'Italia di straccioni quella descritta da Tornatore...straccioni che pero' chiedono dignita'e diventano comunisti, per sperare in un cambiamento.
Margareth Made' e' bellissima, volto siculo, troppo alta per essere credibile come donna sicula degli anni 40.e' un mondo confuso e gridato quello che esce da questo film, dove l'unica emozione la danno i bambini. Peppino che, vestito come all'epoca, si aggira per una baaria moderna, e poi corre per dare il pacchetto di sigarette al vecchio compaesano che glielo aveva chiesto e' l'unica immagine che porto dietro di questo film.
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m.petrelli
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domenica 24 gennaio 2010
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flop annunciato...
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Sono daccordo con la questa "breve" analisi di Regolini e direi che aveva ragione Tarantino quando disse che in Italia il cinema è fermo, non c'è niente di nuovo, puzza di vecchio... come tutto, aggiungo io. Non che prendere l'Oscar sia una garanzia di qualità anzi... ma appunto, se non ha preso neanche un briciolo d'oscar...Non si può creare capolavori a tavolino. Ci vuole cuore e cervello. Tornatore è un bravo regista ma dopo Cinema Paradiso, una vera perla, si è addormentato sulla gloria. Così come ormai il pur grande Almodovar. Finiti i tempi di Angela Molina o del bellissimo " il mio fiore segreto" con la grande Marisa Paredes e poi Carlo Rossella che fosse un perfetto incapace lo sapevamo.
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Sono daccordo con la questa "breve" analisi di Regolini e direi che aveva ragione Tarantino quando disse che in Italia il cinema è fermo, non c'è niente di nuovo, puzza di vecchio... come tutto, aggiungo io. Non che prendere l'Oscar sia una garanzia di qualità anzi... ma appunto, se non ha preso neanche un briciolo d'oscar...Non si può creare capolavori a tavolino. Ci vuole cuore e cervello. Tornatore è un bravo regista ma dopo Cinema Paradiso, una vera perla, si è addormentato sulla gloria. Così come ormai il pur grande Almodovar. Finiti i tempi di Angela Molina o del bellissimo " il mio fiore segreto" con la grande Marisa Paredes e poi Carlo Rossella che fosse un perfetto incapace lo sapevamo. D'altronde uno che si è occupato di altro nella vita come fa a sessantanni a diventare un bravo produttore di cinema? Misteri italiani e di chi ha messo Rossella a capo di Medusa. Dispiace invece molto vedere un grande talento come Tornatore sprecarsi in film autoreferenziali e manieristi, in operazioni che nascono già morte. Peccato. Economicamente Tornatore ci avrà pur sempre guadagnato, ma ci auguriamo che torni a osare, magari rompendo il contratto con Medusa che porta solo sfiga.
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the lady on the hot tin roof
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domenica 24 gennaio 2010
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chi è il regista nel film?
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"Baarìa" sembra un film, per così dire, "a briglia sciolta", che non rispecchia alcun disegno predeterminato. Sorge dunque spontaneo interrogarsi sulla possibilità che Tornatore si sia volutamente inserito nella dimensione corale di questa opera magna, assorbendo il "sentire comune" per rappresentare scene di vita vissuta, in cui non hanno importanza i personaggi bensì il contesto sociale entro il quale essi sono temprati, così come fecero Verga o Zola al loro tempo. Questa tesi è sicuramente avvalorata dal frequentissimo uso che il regista fa del meccanismo di dissolvenza, quasi a suggerire che il film non sia altro che una giustapposizione di corti cinematografici o aneddoti di matrice culturale.
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"Baarìa" sembra un film, per così dire, "a briglia sciolta", che non rispecchia alcun disegno predeterminato. Sorge dunque spontaneo interrogarsi sulla possibilità che Tornatore si sia volutamente inserito nella dimensione corale di questa opera magna, assorbendo il "sentire comune" per rappresentare scene di vita vissuta, in cui non hanno importanza i personaggi bensì il contesto sociale entro il quale essi sono temprati, così come fecero Verga o Zola al loro tempo. Questa tesi è sicuramente avvalorata dal frequentissimo uso che il regista fa del meccanismo di dissolvenza, quasi a suggerire che il film non sia altro che una giustapposizione di corti cinematografici o aneddoti di matrice culturale. Tale soluzione ignora completamente l'elemento che costituisce la chiave di volta, il filo conduttore della storia, ossia la dimensione onirica. Il regista è il vero protagonista del film, anche se non nel significato comunemente inteso. "Baarìa" non è, come i titoli di coda sembrano indurre a credere, un excursus autobiografico, bensì la rappresentazione dell'impulsività più profonda dell'autore, come gli schizzi di un artista sulla tela. Fuori di metafora, credo che sia importantissimo notare che il film è intriso di magia, ma non quella delle favole, quanto piuttosto di sogni nostalgici, amari e, a tratti, anche grotteschi. Se dovessi qualificare quest'opera di modo da descriverla adeguatamente, forse direi semplicemente che essa è "impulsiva": ad un linguaggio figurativo "surrealista" si accompagna un sostrato decisamente pessimista, che il regista ha voluto descrivere in via mediata tramite la curiosità e la fantasia di un bambino, fatto che rende ancora più tragico il messaggio lanciato quasi inconsciamente da Tornatore. Come non cogliere l'amarezza della splendida sequenza che intreccia presente e passato? Nel vederla, ho pensato alla celeberrima nonché ipercitata frase pronunciata in "Il Gattopardo" da Tancredi: "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi". Come non ridere a denti stretti nella magistrale scena della farmacia? Come non piangere di fronte ad un uomo che realizza qualcosa di inimmaginabile oramai in fin di vita? In definitiva, nel rappresentare tutto ciò il regista ha sentito l'esigenza, a mio avviso, di condividere con il suo pubblico quanto era rinchiuso al sicuro nella culla della sua coscienza.Quale mezzo migliore per comunicare impulsi così passionali che le memorie di un bambino cresciuto a Baarìa? Ebbene, io credo che il film possa essere apprezzato soltanto qualora lo si consideri sotto questo profilo, ossia come portato dell'esperienza cinematografica di un regista che non è riuscito a scacciare gli stimoli provenienti dal suo cinema più cupo ed introspettivo ("La sconosciuta" docet) da quello che poteva, e forse voleva, essere un abbandono totale alla meraviglia ed alle paure dell'infanzia (si vedano in proposito i continui richiami a "Nuovo Cinema Paradiso"). Infatti, considerato in un'ottica più generale, il film risente,a mio avviso, di una certa sovrabbondanza di materiale, destinato ad essere appiattito e disperso dalla mancanza di un forte timoniere.
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ethan
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sabato 23 gennaio 2010
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sopravalutato.
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Era scritto, Baaria ha ricevuto meritatamente quel che si meritava, cioè: zero "tituli"! Mourinho insegna.
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(di regolini.l)
[ - ] bravissimo!!!!
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regolini.l
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sabato 23 gennaio 2010
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flopone mega gallatico....
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Era costruito apposta "Baarìa", nato per vincere tutto: il festival di Venezia, una manciata di Golden Globe e di sicuro l'Oscar come miglior film straniero. Chi altri sennò? E' un kolossal italiano come non se ne erano mai visti: 28 milioni di euro per ammissione dei produttori (Medusa più Tarek Ben Ammar) senza contare le varianti in corso d'opera e quelli spesi per il lancio. E poi giù numeri: 25 settimane di riprese, 12 mesi per ricostruire il paesino in Tunisia, sei ettari di set, un super cast con 63 attori professionisti, 147 non professionsti, 30 mila comparse... insomma tutto lo star system italiano più i volti da esportazione tipo Monica Bellucci.
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Era costruito apposta "Baarìa", nato per vincere tutto: il festival di Venezia, una manciata di Golden Globe e di sicuro l'Oscar come miglior film straniero. Chi altri sennò? E' un kolossal italiano come non se ne erano mai visti: 28 milioni di euro per ammissione dei produttori (Medusa più Tarek Ben Ammar) senza contare le varianti in corso d'opera e quelli spesi per il lancio. E poi giù numeri: 25 settimane di riprese, 12 mesi per ricostruire il paesino in Tunisia, sei ettari di set, un super cast con 63 attori professionisti, 147 non professionsti, 30 mila comparse... insomma tutto lo star system italiano più i volti da esportazione tipo Monica Bellucci. Per non parlare delle musiche firmate dall'Oscar Morricone che di certo non si è risparmiato. Sono cose che avrebbero dovuto colpire lo spirito pragmatico d'America.
E su questo, un affresco a tinte forti di quell'Italia pittoresca e genuina da cui arrivano spaghetti, pizza e belle donne.
Ci si mise pure il Cavaliere a benedire il film prima del debutto a Venezia, definendolo un capolavoro in quanto vi aveva visto la storia di un comunista deluso dall'Unione Sovietica. Lettura tutta sua, ma che nella deep America che rimpiange la guerra fredda poteva dare i suoi frutti. Invece niente. Niente Venezia, niente Golden Globe e ora l'ultima umiliazione. Fuori persino dalla preselezione degli Oscar.
In Italia nonostante le fanfare e il bombardamento televisivo il film si è fermato a 10 milioni 525mila euro ( dati Cinetel). Incasso buono per un film medio, non per il più ambizioso kolossal italiano paragonato dai suddetti media ad "Amarcord" di Fellini e "Novecento" di Bertolucci (Dio li perdoni). Ma le chiacchiere stanno a zero: 10 milioni sono pochi quando si è superati persino da un filmino come "Cado dalle nubi" con Checco Zalone che arriva a 13 milioni ed è ancora in sala.
In realtà a sconfiggere "Baarìa" è stato "Baarìa" stesso e la presunzione dei suoi produttori che non hanno fatto tutti i loro conti.
"Baarìa" è un film già visto. Non è il capolavoro di Tornatore, è il suo momento manieristico. Troppo virtuoso, troppo lungo, troppo ridondante e con tutti i colori della sua già nota tavolozza. In fondo ha avuto lo stesso destino degli "Abbracci spezzati" di Almodovar , buon film di repertorio che nulla aggiunge al curriculum del maestro. L'Academy se ne accorta e l'ha segati tutti e due.
Oltre ad essere già visto è un film vecchio.
Tratto dall'articolo dell'espresso.
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