moviola
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giovedì 1 ottobre 2009
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per carità meglio un gelato
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I film di Tornatore sono come il polpettone di mia zia Andreina. Difficile da digerire. Tanti francobolli incollati su una unica lettera non arriverà mai.
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andrea d
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giovedì 1 ottobre 2009
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nostalgìa
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Un bambino corre per le strade e spicca il volo al di sopra di un paese: è l'intensa apertura di "Baarìa", il ragazzino dovrebbe essere Tornatore e quella che vediamo è Bagheria, la città natale del regista, il quale, da buon privilegiato con venticinque milioni di euro di budget, ha fatto ricostruire in Tunisia. E ha fatto benissimo, perché avere l'opportunità di far rivivere attraverso la storia l'evoluzione del posto in cui si è vissuti, e mostrare il risultato a un vastissimo pubblico in sala, è una fortuna difficile persino da concepire. E il film finisce così per inserirsi a metà tra un approccio alla "Novecento" - in cui la grande storia faceva da sfondo alla piccola, per così dire, storia di due amici - e uno alla "Amarcord", nel quale l'unica protagonista era una dimensione nostalgica più mentale che fattuale.
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Un bambino corre per le strade e spicca il volo al di sopra di un paese: è l'intensa apertura di "Baarìa", il ragazzino dovrebbe essere Tornatore e quella che vediamo è Bagheria, la città natale del regista, il quale, da buon privilegiato con venticinque milioni di euro di budget, ha fatto ricostruire in Tunisia. E ha fatto benissimo, perché avere l'opportunità di far rivivere attraverso la storia l'evoluzione del posto in cui si è vissuti, e mostrare il risultato a un vastissimo pubblico in sala, è una fortuna difficile persino da concepire. E il film finisce così per inserirsi a metà tra un approccio alla "Novecento" - in cui la grande storia faceva da sfondo alla piccola, per così dire, storia di due amici - e uno alla "Amarcord", nel quale l'unica protagonista era una dimensione nostalgica più mentale che fattuale. Tornatore, però, a differenza di Fellini, che filtrava l'epoca storica attraverso il setaccio di una memoria "bugiarda" che distorce e inventa spesso e volentieri regalandoci risultati difficilmente raggiungibili, adotta un criterio prevalentemente filologico, esemplato da una monumentale e dettagliata ricostruzione scenografica, misto a una osservazione malinconica prorompente, affidata alle situazioni e al toccante tema musicale di Morricone. Questo compromesso funziona, ed è lo stesso di "Nuovo Cinema Paradiso", che viene da rimpiangere, essendo quello un film indimenticabile perché esente dal difetto che impedisce di far arrivare "Baarìa" allo statuto di capolavoro, e cioè un'eccessiva coralità (caricata da moltissime celebri partecipazioni) che più di una volta prevarica la soggettività dei personaggi principali, a differenza del film di vent'anni prima, durante la visione del quale non si riusciva a non affezionarsi sin dall'inizio al piccolo Totò e al proiezionista Alfredo. Mentre si assiste a quest'ultimo lavoro del cineasta, si ha l'impressione che lui stesso ci accompagni con piacere suo e nostro all'interno delle vie del suo passato e attraverso altre storie più o meno collettive, in un discorso forse troppo frammentario e senza un centro preciso (diversamente da quanto succedeva in "Novecento", i cui protagonisti erano sempre il perno dell'attenzione nonostante l'epicità circostante) - mentre, col succedersi delle epoche, la fotografia va schiarendosi dalla dominante cromatica gialla del sicilianissimo tufo, caratterizzante i tempi lontani, fino ad un attuale bianco per i giorni nostri - culminando su un non troppo riuscito simbolismo legato ad una mosca. Ciò che più è da lodare è che siamo di fronte ad un'opera partorita con sincerità, con dirompente amore per la memoria, in quanto Tornatore non ha dimenticato la Nostalgia, il sentimento che probabilmente più di tutti legittima un prodotto artistico come una creatura propria e personale, autoriale nel senso più autentico del termine. La Bagheria di Tornatore è solo la Bagheria di Tornatore, e questo film solo lui l'avrebbe potuto fare. Basta uscire da quella sala, nel cinema dove vi trovate, e andare a quella a fianco, e troverete con molta possibilità una pellicola che chiunque avrebbe potuto girare. Quindi, godiamoci questa rara occasione di vero cinema italiano, che sa sposarsi pure con la spettacolarità, senza dimenticare quei momenti in cui la macchina da presa, come la penna del poeta più malinconico, si chiede che senso abbia vivere, amare, conoscere, per poi morire, dimenticare, sparire. L'arte è e c'è fin quando non si smette di chiederselo.
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pippuzzo
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mercoledì 30 settembre 2009
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tornatore per una storia vera......
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ho visto il film baaria e mi e' piaciuto veramente molto. desidero approfittare di questo spazio per arrivare al maestro tornatore. mi spiego meglio. credo che un maestro come tornatore possa essere il regista ideale per avviare le riprese cinematografiche prendendo spunto dal libro letto alcuni giorni fa.
si tratta del libro "il suono di mille silenzi" scritto da EMMA LA SPINA, catanese.
e' la storia autobiografica, di una bambina rinchiusa in orfanotrofio.
chissa',,,,
per concludere rinnovo il proprioo entusiasmo per il film e auguro a tutti e per tutti che si possa vincere la statuetta.
ciao
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marezia
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mercoledì 30 settembre 2009
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e come sempre...
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Zappoli assegnò 3 stelle. Ormai rinuncio a capirlo però di contestarlo mai.
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marezia
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mercoledì 30 settembre 2009
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una candidatura sacrosanta
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Pellicola di ampio respiro, che pur partendo in modo faticoso prende il volo con l'ingresso in scena dei protagonisti, la coppia Scianna-Madè, STRAORDINARI ed esordienti (è importante sottolinearlo) attorno a cui si coagulano i tantissimi personaggi che recitano in modo intenso e ispirato portando lo spettatore a spasso nel tempo, fino all'ultima sequenza (e non svelo il colpo di poesia finale per rispetto del lettore). C'è nella parte centrale il sapore della cultura popolare e quel modo buffo di esprimersi, che è cinema nel cinema e aiuta la fluidità dell'intera trama piena di passaggi molto commoventi. 2 h e 30' che non si sentono per niente per un film che oltre ad essere perfetto per l'Oscar potrebbe tranquillamente vincerlo perché non solo bello da vedere, curato nei dettagli, equilibrato e d'autore ma nato da un forte attaccamento alle proprie radici e in un'epoca di marketing selvaggio mi sembra una ragione più che sufficiente.
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Pellicola di ampio respiro, che pur partendo in modo faticoso prende il volo con l'ingresso in scena dei protagonisti, la coppia Scianna-Madè, STRAORDINARI ed esordienti (è importante sottolinearlo) attorno a cui si coagulano i tantissimi personaggi che recitano in modo intenso e ispirato portando lo spettatore a spasso nel tempo, fino all'ultima sequenza (e non svelo il colpo di poesia finale per rispetto del lettore). C'è nella parte centrale il sapore della cultura popolare e quel modo buffo di esprimersi, che è cinema nel cinema e aiuta la fluidità dell'intera trama piena di passaggi molto commoventi. 2 h e 30' che non si sentono per niente per un film che oltre ad essere perfetto per l'Oscar potrebbe tranquillamente vincerlo perché non solo bello da vedere, curato nei dettagli, equilibrato e d'autore ma nato da un forte attaccamento alle proprie radici e in un'epoca di marketing selvaggio mi sembra una ragione più che sufficiente.
P.S. Gli animalisti della LAV avrebbero potuto anche tacere perché per quanto l'idea del bovino realmente assassinato non sia un piacere sullo schermo non è assolutamente raccapriciante. Non c'è indugio sul sonoro per esempio né sui particolari della tecnica utilizzata; l'operazione dura pochi istanti ed è funzionale alla credenza che il sangue facesse salute quindi dalla sollevazione popolare a cui anche io ho in parte partecipato devo dedurre che queste persone non abbiano una sensiblità umana altrettanto spiccata per notare quello che di buono c'è e meno che meno cinematografica quindi come chiudere la mia recensione...
Buon Oscar, Tornatore. Te lo meriteresti sul serio.
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(di frost)
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(di frost)
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[+] io vi invito a dire meno sciochezze.
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icaro
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mercoledì 30 settembre 2009
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il profumo del tempo
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Baaria non è il capolavoro che sarebbe potuto essere. E' solamente un
bellissimo film con qualche difetto.
Parto dal finale per vantarne le lodi. Un finale di una bellezza
insostenibile. Un finale che mostra i germi del capolavoro che non è. Perchè
se fosse stato un viaggio onirico sull'onda dei ricordi, avrebbe trovato la
potenza di cui aveva bisogno.
E' un film che ovviamente colpisce maggiormente chi è siciliano, chi ha
parenti di quel mondo. I racconti, i particolari, tutto in Baaria è
ricostruito in maniera stupefacente. M'è sembrato come se uno dei racconti
di mio padre, avesse acceso le luci.
E' innegabile che vada goduto in dialetto e non oso immaginare che cos'abbiano
combinato con la traduzione in italiano.
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Baaria non è il capolavoro che sarebbe potuto essere. E' solamente un
bellissimo film con qualche difetto.
Parto dal finale per vantarne le lodi. Un finale di una bellezza
insostenibile. Un finale che mostra i germi del capolavoro che non è. Perchè
se fosse stato un viaggio onirico sull'onda dei ricordi, avrebbe trovato la
potenza di cui aveva bisogno.
E' un film che ovviamente colpisce maggiormente chi è siciliano, chi ha
parenti di quel mondo. I racconti, i particolari, tutto in Baaria è
ricostruito in maniera stupefacente. M'è sembrato come se uno dei racconti
di mio padre, avesse acceso le luci.
E' innegabile che vada goduto in dialetto e non oso immaginare che cos'abbiano
combinato con la traduzione in italiano.
La regia è meno pomposa di quanto pensassi (e temessi), anzi si tiene a
debita distanza, soprattutto nei momenti in cui serve. La recitazione è
sopra le righe, per quasi tutto il film. E' una cosa che dopo un po' forse
stona. Le musiche richiamano i grandi temi della memoria, fanno il loro
dovere (aggiungendo un tocco di dejavu che il film non può non avere).
Si autocita Tornatore, fa una specie di "best of" (ci son episodi di Malena,
L'uomo delle stelle e Nuovo Cinema Paradiso") emoziona maggiormente durante
la prima ora (la gioventù e la storia d'amore- sorta di rivisitazione di
Romeo e Giulietta), si perde un po' nella parte politica, per poi come detto
risollevarsi nel finale di cui ho già scritto. Riesce comunque a non cadere
mai nel tentativo si strappare lacrime facili, ha il pudore di sfumare
quando è necessario (cosa che il nostro a volte non riesce a fare).
Il film mostra il lato più debole in un montaggio frenetico in cui più di
una volta si rimane con una strana sensazione. Sembra che Tornatore non
abbia (voluto?)avuto la possibilità di prendersi il suo tempo, di coccolare
la sua creatura. Fare un film di 6 ore ne avrebbe giovato moltissimo (ma non
abbastanza alle casse).
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(di evalove)
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(di sciavuort)
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fe_che
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mercoledì 30 settembre 2009
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delusione
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A mio modo di vedere il miglior Tornatore è quello di Una pura formalità e Nuovo cinema paradiso. Il suo nuovo lavoro si presenta come un'epopea, racconto di una e più generazioni e ricordo di più memorie, ma senza un vero protagonista se non la Sicilia in un arco di tempo probabilmente troppo vasto e con molti attori (anche questi troppi). Si intravedono Chiatti e Bellucci (solo l'occhio dello spettatore maschile non stenta a riconoscerle), Beppe Fiorello in qualche scena di paese, Placido in un comizio, e via discorrendo per Raul Bova, Aldo Baglio, Giorgio Faletti e Leo Gullotta. I personaggi sono caratteri e macchiette e non veri protagonisti. Il tempo è dilatato pur essendo reale, tanto che la conclusione è un pò criptica.
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A mio modo di vedere il miglior Tornatore è quello di Una pura formalità e Nuovo cinema paradiso. Il suo nuovo lavoro si presenta come un'epopea, racconto di una e più generazioni e ricordo di più memorie, ma senza un vero protagonista se non la Sicilia in un arco di tempo probabilmente troppo vasto e con molti attori (anche questi troppi). Si intravedono Chiatti e Bellucci (solo l'occhio dello spettatore maschile non stenta a riconoscerle), Beppe Fiorello in qualche scena di paese, Placido in un comizio, e via discorrendo per Raul Bova, Aldo Baglio, Giorgio Faletti e Leo Gullotta. I personaggi sono caratteri e macchiette e non veri protagonisti. Il tempo è dilatato pur essendo reale, tanto che la conclusione è un pò criptica. Il regista non perde di vista i particolari ma nemmeno la scenografia generale, con la ricostruzione soprattutto di paesaggi. E' in questi ultimi l'arma vincente del film. Oltre che in alcune particolari scene: il padre che aspetta il figlio per morire; l'assessore all'urbanistica a cui piace più la mazzetta che il progetto; i due mariti che vanno alla manifestazione uno come carabiniere e l'altro come sovversivo; l'idealismo di Peppino che alla fine non diventa nessuno, diversamente dall'artista, Guttuso.
Un pò dispersivo, un pò neorealistico, merita comunque di essere visto.
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beauty mark
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mercoledì 30 settembre 2009
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maggiore obiettività, please
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Sono completamente d'accordo con la giuria della Mostra di Venezia che non ha assegnato nessun premio a Baaria. E non mi stupirei se non entrasse neanche nella cinquina dell'Oscar (anche se il prodotto sembra indubbiamente fatto apposta per confermare gli stereotipi italiani che piacciono tanto agli americani).
Se devo salvare qualcosa, a parte le ambientazioni (che però da sole non bastano), scelgo la scena finale, quella sì un colpo da maestro.
Mi sembra tutto già visto, dai personaggi alla storia, in precedenti opere di Tornatore e in altri films (La meglio gioventù in primis).
La sceneggiatura non regge assolutamente le 2 ore e mezza, molti episodi risultano slegati o pretestuosi. Alcuni personaggi poco funzionali alla storia.
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Sono completamente d'accordo con la giuria della Mostra di Venezia che non ha assegnato nessun premio a Baaria. E non mi stupirei se non entrasse neanche nella cinquina dell'Oscar (anche se il prodotto sembra indubbiamente fatto apposta per confermare gli stereotipi italiani che piacciono tanto agli americani).
Se devo salvare qualcosa, a parte le ambientazioni (che però da sole non bastano), scelgo la scena finale, quella sì un colpo da maestro.
Mi sembra tutto già visto, dai personaggi alla storia, in precedenti opere di Tornatore e in altri films (La meglio gioventù in primis).
La sceneggiatura non regge assolutamente le 2 ore e mezza, molti episodi risultano slegati o pretestuosi. Alcuni personaggi poco funzionali alla storia.
Chi lo esalta o non ha mai visto i veri capolavori di Tornatore (da ultimo il bellissimo La sconosciuta) o non se ne intende molto di cinema (non è una valutazione snob, ma il botteghino spesso premia un prodotto, un attore, una moda, non necessariamente un'opera d'arte).
Un film noiosetto che si fa fatica a seguire per tutta la durata, che strappa pochi sorrisi e suscita poche emozioni: una delusione, purtroppo.
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lolciska
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mercoledì 30 settembre 2009
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capolavoro
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Questo film è un capolavoro....nn ci sono parole
spero ke vinca l'oscar perkè è veramente bello
tanto sicuramente i giurati degli oscar lo daranno a un film libanese,cinese ecc che nn vedrà mai nessuno
[+] io li vedo
(di beauty mark)
[ - ] io li vedo
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gibi3
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mercoledì 30 settembre 2009
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qualcosa cambia ?
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Il contenuto e il significato del film vengono espressi attraverso personaggi e situazioni vissuti, a volte ripetitivi,collocati in un affresco definito "tragicomico" (Silvio Danese). Si passa attraveso la storia di un cinquantennio di un Paese rimarcando situazioni inviduali ,sociali e politiche (fascismo,guerra,lotte sindacali,rivolte contadine ,partiti ec.)di cui occorre conservare memoria , con una trasparente seppur sottintesa visione politica oltrechè ovviamente poetica . Sotto tale profilo ci si chiede se non sarebbe stato opportuno un lampo sulla crisi delle coscienze e sulla svolta provocate, specie nelle "sinistre" di allora, dalla invasione della Ungheria (non si fa un torto a queste ultime o a parte di esse ? ; forse è un dettaglio ma non troppo pignolo).
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Il contenuto e il significato del film vengono espressi attraverso personaggi e situazioni vissuti, a volte ripetitivi,collocati in un affresco definito "tragicomico" (Silvio Danese). Si passa attraveso la storia di un cinquantennio di un Paese rimarcando situazioni inviduali ,sociali e politiche (fascismo,guerra,lotte sindacali,rivolte contadine ,partiti ec.)di cui occorre conservare memoria , con una trasparente seppur sottintesa visione politica oltrechè ovviamente poetica . Sotto tale profilo ci si chiede se non sarebbe stato opportuno un lampo sulla crisi delle coscienze e sulla svolta provocate, specie nelle "sinistre" di allora, dalla invasione della Ungheria (non si fa un torto a queste ultime o a parte di esse ? ; forse è un dettaglio ma non troppo pignolo).Il film è comunque ottimo ( affascinante come sempre la musica di Moricone anche se è sembrata a volte un po invadente )pur essendo inferiore malgrado il kolossal al capolavoro di Tornatore.
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