iltex74
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mercoledì 30 settembre 2009
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ripetizione...
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E' un film in tutto e per tutto "alla Tornatore" : musiche di Ennio Morricone omnipresenti come sottofondo praticamente per tutte le 2,30 ore del film, campi aperti di ampio respiro, grandi panoramiche, innumerevoli quadretti della sicilia degli anni 20. Tutto molto bello se uno non avesse già visto "Nuovo cinema paradiso" e "Malena", ai quali è per troppi aspetti, troppo identico. Ma alla fine la storia si perde dietro alle immagini quasi fotografiche e ricostruite che Tornatore vuole dare della Sicilia di un tempo. In fondo, quindi, un film banale. La parte finale è ricca di simbologia, la quale però non basta a dare un senso a più di due ore di film la cui trama difficilmente si concretizza.
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E' un film in tutto e per tutto "alla Tornatore" : musiche di Ennio Morricone omnipresenti come sottofondo praticamente per tutte le 2,30 ore del film, campi aperti di ampio respiro, grandi panoramiche, innumerevoli quadretti della sicilia degli anni 20. Tutto molto bello se uno non avesse già visto "Nuovo cinema paradiso" e "Malena", ai quali è per troppi aspetti, troppo identico. Ma alla fine la storia si perde dietro alle immagini quasi fotografiche e ricostruite che Tornatore vuole dare della Sicilia di un tempo. In fondo, quindi, un film banale. La parte finale è ricca di simbologia, la quale però non basta a dare un senso a più di due ore di film la cui trama difficilmente si concretizza. A mio avviso è un film fatto più per il mercato americano (strizzando l'occhio, secondo me, all'Academy Awards per gauadagnarsi una statuetta), dove il pubblico meglio apprezza questi innumerevoli "quadretti" di Italia stereotipata pre e post guerra, che gli americani sanno tanto apprezzare di un paese come il nostro.
In definitiva quindi : se avete già visto altri film di Tornatore, non aspettatevi grandi cose. Uscirete un pò con l'amaro in bocca. Se invece è il primo film che vedete del regista è probabile che lo apprezziate di più.
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costanza
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martedì 29 settembre 2009
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un'epopea antica e moderna
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Un film che incanta, ricco di poesia e di memoria ,ma anche di speranze e ideali,di denunce forti alleggerite dal velo dell'ironia. La Sicilia dei paesaggi magici, delle tradizioni che si ripetono come riti , della violenza degli uomini e della natura,della ribellione e della forza, è una metafora della vita ,che , attraverso la piccola storia di un uomo, povero, ma tenace, e con il cuore di un bambino, spinge lo spettatore ad emozionarsi. Esplode il sogno di una politica "bella", pulita, che non serva ad arricchirsi, ma prepari un futuro migliore dove i problemi si risolvono con "buon senso". Si respira il grande amore del regista per il Cinema, ed è evidente il riferimento ad alcuni maesri, sia per gli aspetti più relistici che per quelli visionari,che coesistono armoniosamente.
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Un film che incanta, ricco di poesia e di memoria ,ma anche di speranze e ideali,di denunce forti alleggerite dal velo dell'ironia. La Sicilia dei paesaggi magici, delle tradizioni che si ripetono come riti , della violenza degli uomini e della natura,della ribellione e della forza, è una metafora della vita ,che , attraverso la piccola storia di un uomo, povero, ma tenace, e con il cuore di un bambino, spinge lo spettatore ad emozionarsi. Esplode il sogno di una politica "bella", pulita, che non serva ad arricchirsi, ma prepari un futuro migliore dove i problemi si risolvono con "buon senso". Si respira il grande amore del regista per il Cinema, ed è evidente il riferimento ad alcuni maesri, sia per gli aspetti più relistici che per quelli visionari,che coesistono armoniosamente. Il bellissimo finale, aperto, dalle tante letture,la struttura circolare, la preferenza per il "non detto" abbastanza frequente, la bellezza della fotografia, la suggestione della musica, contribuiscono a creare un vero capolavoro. Tornatore è bravissimo ed è davvero sorprendente, ogni volta che lo si vede e lo si ascolta, constatare come un "grande" sia una persona così semplice e schiva. Una vera lezione di intelligenza e di stile
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angela diana di francesca
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martedì 29 settembre 2009
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un colpo di vento
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La prima parte è un colpo di vento,una fantasmagorica giostra,un caleidoscopio di suoni e immagini,un furioso sfogliare d’album in cui le storie si inseguono e si susseguono con stacchi e iati,sorrette da una musica che commenta e contrappunta,una musica onnipresente,quasi da film muto.Ed è un film,“Baarìa”,che non ha bisogno di molte parole.Le sue sono parole del quotidiano,sintetiche,asciutte,ellittiche ma dense di significati;non ci sono discorsi esistenziali,nemmeno quelli ispirati alla sorprendente filosofia degli umili come in NuovoCinemaParadiso,tutto è scandito sui ritmi e sui riti di una vita semplice,quasi primitiva,ma aperta ai sogni,alle utopie,ai sentimenti.E’un film dal sapore tribale,forte,teatrale e sanguigno,solo in apparenza facile,che colma un vuoto nella filmografia“siciliana”apportando un tassello essenziale per la conoscenza e la comprensione della realtà dell’Isola,fuori dalla prospettiva “nobiliare”del Gattopardo e dei Vicerè.
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La prima parte è un colpo di vento,una fantasmagorica giostra,un caleidoscopio di suoni e immagini,un furioso sfogliare d’album in cui le storie si inseguono e si susseguono con stacchi e iati,sorrette da una musica che commenta e contrappunta,una musica onnipresente,quasi da film muto.Ed è un film,“Baarìa”,che non ha bisogno di molte parole.Le sue sono parole del quotidiano,sintetiche,asciutte,ellittiche ma dense di significati;non ci sono discorsi esistenziali,nemmeno quelli ispirati alla sorprendente filosofia degli umili come in NuovoCinemaParadiso,tutto è scandito sui ritmi e sui riti di una vita semplice,quasi primitiva,ma aperta ai sogni,alle utopie,ai sentimenti.E’un film dal sapore tribale,forte,teatrale e sanguigno,solo in apparenza facile,che colma un vuoto nella filmografia“siciliana”apportando un tassello essenziale per la conoscenza e la comprensione della realtà dell’Isola,fuori dalla prospettiva “nobiliare”del Gattopardo e dei Vicerè.Oltre ai temi che ci si aspetta da un regista siciliano,in particolare quello della mafia,Tornatore rende protagonista un tema più volte sfiorato,la lotta per il riscatto sociale del Sud che fu in quegli anni patrimonio soprattutto del PCI,una pagina di storia che mescolando ingenuità,eroismi,integralismi,ha coinvolto gli ideali e le speranze di tanta parte del popolo italiano,e che è stata cancellata dalla memoria della nazione.
Giuseppe Tornatore ricostituisce nella dimensione filmica l’affresco della gente di Baarìa dipinto inutilmente dal giovane Guttuso nella volta della Chiesa.
Pur nella coralità della visione,alcune scene si evidenziano accendendo emozioni profonde:la piccola rivoluzione del ballo “misto” dove per la prima volta un uomo invita a ballare una ragazza,l’occupazione delle terre ripresa da L’uomo delle Stelle con effetto epico più sostenuto,il corteo a lutto per la strage di Portella,i saluti per i defunti affidati al moribondo,il vecchio padre tenuto in vita dalla forza del desiderio di rivedere il figlio,la delusione del militante Peppino di ritorno dall’URSS,affidata a un’unica frase e allo sguardo perso dell’attore Francesco Scianna.E Baarìa,metafora di una Sicilia da amare da lontano,sorpresa nella visione dall’alto che segna la presa di distanza e insieme l’abbraccio che nulla esclude,coordinate al cui incrocio si cela forse una risposta.Certo,il secondo tempo del film si sarebbe avvantaggiato di qualche taglio,la rutilante sarabanda iniziale si placa in una narrazione più tradizionale che indulge a qualche bozzetto toccante o divertente.Ma “Baarìa” si colloca a un livello indiscutibilmente alto.E’ un film “necessario”,delicato e violento,poetico e spiazzante,indispensabile per chi voglia accostarsi alla Sicilia.Se “la via dell’eccesso conduce al palazzo della saggezza”,Tornatore ha sicuramente compiuto in senso artistico il percorso indicato da Blake,regalandoci un’opera consapevole,commossa e matura.Con geniale contaminatio tutta siciliana,il realismo sfuma nell’onirico,nel fantastico,nel simbolo.Due bambini incrociano la loro corsa,una smagliatura del tempo confonde passato e futuro, l’elisir che il piccolo eroe,sia esso Peppino o Pietro, riporta dal suo viaggio è lo splendore di un gioiello ritrovato,la favola del fluire delle generazioni,la ventura di assistere,fermatasi l’iteratività di un gioco forse crudele,al miracolo sperato e inatteso,l’insopprimibile rivincita della vita.
A.D.Di Francesca
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giuseppea
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martedì 29 settembre 2009
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evocativo
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Sono andato a vedere il film con molti pregiudizi. Preoccupato della accuratezza nella ricostruzione dei luoghi, e con la paura che l'ambientazione fosse troppo distante da quella della mia terra. Mi sono ricreduto, o quanto meno, la caratterizzazione dei personaggi, mi ha fatto ricredere. Forse per chi come me è nato e vissuto in Sicilia è facile accorgersi di quante scene non fossero girate proprio li..........ma i personaggi, le loro azioni erano straordinariamente realistiche!! Dopo pochi minuti dall'inizio del film mi sono sentito del tutto trasportato in Sicilia, nei suoi meravigliosi paesaggi e nelle pessime abitudini; nella bontà e nella cattiveria delle persone; nei drammi vissuti e nel coraggio di andare sempre avanti.
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Sono andato a vedere il film con molti pregiudizi. Preoccupato della accuratezza nella ricostruzione dei luoghi, e con la paura che l'ambientazione fosse troppo distante da quella della mia terra. Mi sono ricreduto, o quanto meno, la caratterizzazione dei personaggi, mi ha fatto ricredere. Forse per chi come me è nato e vissuto in Sicilia è facile accorgersi di quante scene non fossero girate proprio li..........ma i personaggi, le loro azioni erano straordinariamente realistiche!! Dopo pochi minuti dall'inizio del film mi sono sentito del tutto trasportato in Sicilia, nei suoi meravigliosi paesaggi e nelle pessime abitudini; nella bontà e nella cattiveria delle persone; nei drammi vissuti e nel coraggio di andare sempre avanti.
Evocativo dicevo, si, ho ripensato subito ai miei nonni e come molte delle storie raccontate, e che a me sembravano nient'altro che storie, prendere vita. Ho subito pensato "quanto è vero tutto quello che mostra Tornatore "; sono state le sensazioni che mi ha fatto provare, le lacrime nel momento della morte di cicco che mi hanno fatto apprezzare il film. Ho capito che c'è qualcosa al di là del della ricostruzione delle scene che ti tocca nel fondo dell'anima stimolando i ricordi anche più lontani e intimi.
Il film è riuscito a "muovere" qualcosa in me, evocando certi ricordi, una sorta di incontro tra il mio mondo interiore di ricordi e il mondo presentato da Tornatore.
Un film da vedere.
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fairylella
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martedì 29 settembre 2009
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i serpenti non finiscono mai...
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Bel film,scene emozionanti che tolgono il fiato (forse perchè da buona siciliana l'ho gustato pienamente).Mi è parso di rivivere la mia infanzia e quello che ascoltavo dai miei parenti più anziani.La Sicilia è proprio così come l'ha descritta Tornatore,una terra generosa,complicata,estrema. E il pessimismo ci sta tutto,il film ne è pieno,i serpenti neri sono sempre in agguato,altro che scrigno pieno di "picciuli"!
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jessica _na
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martedì 29 settembre 2009
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incrociamo le dita...
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Ho appena appreso,come speravo,che "Baaria"va agli Oscar...In questa settimana ho anche rivisto"Nuovo Cinema Paradiso",speriamo di bissare...Grazie a Tornatore per le emozioni e per il messaggio positivo che da' dell'Italia nel mondo!
[+] baaria va agli oscar ma uscirà dalla porta..
(di frost)
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marezia
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martedì 29 settembre 2009
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al mio pubblico
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Come immaginavo... tanto tuonò che piovve. Questo mi costringerà a vederlo, cosa che probabilmente non avrei fatto altrimenti (anche perchè grazie all'acume di qualcuno di voi ne so anche troppo) ma sapete com'è la passione. Fa fare degli errori, a volte. A presto.
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archetipa
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martedì 29 settembre 2009
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parole parole
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Quante parole! Che forse le poesie devono essere divorate dalla critica come un'albero dall'edera? Pensiamo alla scena finale, così tenera, naturalmente surreale, epica: la mosca che, viva, spunta fuori da una trottola ormai rotta. E vola via. Come tutti noi, mille e mille volte nella nostra vita. Risorti quotidianamente dal dolore, dalla paura, da tutto ciò che logico. E in un attimo la vita diviene eterna, non c'è passato e non c'è presente. E' una linea continua che abbraccia noi e gli altri, quelli che ci sono nonni e quelli che ci sono figli, senza tempo. Come poesia. Personalmente alla fine del film ho pianto. E non so bene perchè. Come quando una musica ti commuove, o un ritratto ti intenerisce.
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Quante parole! Che forse le poesie devono essere divorate dalla critica come un'albero dall'edera? Pensiamo alla scena finale, così tenera, naturalmente surreale, epica: la mosca che, viva, spunta fuori da una trottola ormai rotta. E vola via. Come tutti noi, mille e mille volte nella nostra vita. Risorti quotidianamente dal dolore, dalla paura, da tutto ciò che logico. E in un attimo la vita diviene eterna, non c'è passato e non c'è presente. E' una linea continua che abbraccia noi e gli altri, quelli che ci sono nonni e quelli che ci sono figli, senza tempo. Come poesia. Personalmente alla fine del film ho pianto. E non so bene perchè. Come quando una musica ti commuove, o un ritratto ti intenerisce. Non c'è bisogno di perchè. E' solo arte.
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salabuia
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martedì 29 settembre 2009
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kolossal
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Mi ha ricordato i film Kolossal degli anni sessanta per le scene di massa e per la cura dei dettagli e dei particolari, oltre che per la bellisima colonna sonora. Un film costruito benissimo da vedere e anche rivedere. Dei due attori protagonisti, praticamente esordienti, Scianna è stato davvero bravo. Segnalo i camei di due attori palermitani eccezionalemnte bravi di cui uno abbastanza famoso Burruano (il farmacista) uno meno Scaldati (il fotografo).
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nino pell.
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lunedì 28 settembre 2009
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l'ideale fotografia di un trentennio di storia
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Baaria, l'ultima fatica di Tornatore indubbiamente va visto e valutato soprattutto per il suo valore culturale. A tal punto mi sento di puntualizzare che "Baaria" non dev'essere considerato un film in quanto narrazione di una storia, di una trama, perché esso rappresenta la storia stessa. In questo caso lo potremmo definire come l'ideale fotografia di un trentennio di storia siciliana ed in particolare del paese di Bagheria al quale il regista è affettivamente legato. Una storia che inizia con l'epoca del fascismo e nel quale il giovane protagonista è un certo Cicco, personaggio che, sebbene giovanissimo, desidera tenersi fuori e controbbattere certi stagnanti schemi della sua società. Prosegue poi col figlio Peppino, comunista attivista, le cui vicende narrative sono invece ambientate intorno al periodo della seconda guerra mondiale, per concludersi infine con quelle del figlio di quest'ultimo durante il periodo del boom economico avutosi negli anni '60.
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Baaria, l'ultima fatica di Tornatore indubbiamente va visto e valutato soprattutto per il suo valore culturale. A tal punto mi sento di puntualizzare che "Baaria" non dev'essere considerato un film in quanto narrazione di una storia, di una trama, perché esso rappresenta la storia stessa. In questo caso lo potremmo definire come l'ideale fotografia di un trentennio di storia siciliana ed in particolare del paese di Bagheria al quale il regista è affettivamente legato. Una storia che inizia con l'epoca del fascismo e nel quale il giovane protagonista è un certo Cicco, personaggio che, sebbene giovanissimo, desidera tenersi fuori e controbbattere certi stagnanti schemi della sua società. Prosegue poi col figlio Peppino, comunista attivista, le cui vicende narrative sono invece ambientate intorno al periodo della seconda guerra mondiale, per concludersi infine con quelle del figlio di quest'ultimo durante il periodo del boom economico avutosi negli anni '60. In ciascun periodo della narrazione Tornatore ci delinea, con stile essenziale ma esaustivo, le usanze, gli aspetti folkloristici ed il pensiero della sua terra ed il tutto supportato da un aspetto scenografico ed interpretativo che mi sento tranquillamente di definire di primario livello. Commovente il fatto che attori famosi sono stati invitati a far parte di questa pellicola anche in qualità di semplici comparse. E ciò proprio a simboleggiare il messaggio che Tornatore ha voluto darci con la loro presenza: essere presenti in ciò che è stata la storia. Certo, dopo due ore e mezza di spettacolo, alla fine potrebbe anche rimanerci la sensazione di non aver assistito ad una trama "forte", avvincente o bella nella sua sceneggiatura. Per questo che il mio istinto critico non si è sentito di attribuire al film una valutazione di quattro o cinque stelle, ma comunque tre stelle per me rappresentano tranquillamente un film che nella sua interezza mi ha, nel complesso, convinto. Del resto è utile ed indispensabile che al Cinema soprattutto le nuove generazioni possano guardare films come questo di Tornatore, in quanto aiutano a capire le vicende storiche di ieri per poter così recepire l'importanza di un prezioso patrimonio socio culturale che inevitabilmente continua a far sentire il suo influsso anche sul presente. E proprio la scena finale del film sembra essere rivolta ai giovani: bisogna correre affinché si guardi il futuro con speranza e con la consapevolezza di non ripetere gli stessi errori che magari si sono fatti in passato.
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