clavius
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venerdì 9 ottobre 2009
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senza umiltà
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La Sicilia rappresentata nel nuovo ambizioso film di Tornatore sta a cavallo tra uno spot pubblicitario ed una cartolina illustrata. I mezzi profusi per produrre questa pellicola appaiono fin dall'inizio esorbitanti e ci si aspetta che in un qualche modo possano fruttare. In realtà il lungo, lunghissimo film manca di autocontrollo ed umiltà. Tornatore preda del suo titanismo dimostra di non essere Coppola. Così ben presto eccoci, come spettatori, travolti da un'onda di immagini che a dispetto della loro magniloquenza formale, si rivelano vuote, senza anima, sterili. A partire da una fotografia iperreale, dove i toni caldi predominano al punto da divenire stucchevoli fino ad arrivare alle musiche ridondanti e presenti in ogni sequenza in modo invasivo, quasi fastidioso.
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La Sicilia rappresentata nel nuovo ambizioso film di Tornatore sta a cavallo tra uno spot pubblicitario ed una cartolina illustrata. I mezzi profusi per produrre questa pellicola appaiono fin dall'inizio esorbitanti e ci si aspetta che in un qualche modo possano fruttare. In realtà il lungo, lunghissimo film manca di autocontrollo ed umiltà. Tornatore preda del suo titanismo dimostra di non essere Coppola. Così ben presto eccoci, come spettatori, travolti da un'onda di immagini che a dispetto della loro magniloquenza formale, si rivelano vuote, senza anima, sterili. A partire da una fotografia iperreale, dove i toni caldi predominano al punto da divenire stucchevoli fino ad arrivare alle musiche ridondanti e presenti in ogni sequenza in modo invasivo, quasi fastidioso. A mia memoria mai è stata adoperata peggio una colonna sonora firmata da Morricone.
Sovrabbondante, frastornante, a tratti macchiettistico fino al grottesco involontario, sfilacciato e senza una bussola precisa. In alcuni momenti si ha la sensazione che il film perda organicità e si disperda in un rivolo di episodi confusi. Il difetto vero infatti è a mio avviso la fragilità di una sceneggiatura che si spende nel tentativo di dar vita ad un affresco che non arriva al cuore, che resta in superficie. Tutto o quasi è dimenticabile e si resta sorpresi di fronte alla pubblicità ossessiva della quale il film ha goduto nelle ultime settimane.
La passione e le energie profuse da Tornatore per realizzare il suo "film più personale" sono indubbie, ma confermano ahimè che ci si trova di fronte ad un autore sopravvalutato. Un nano dalle grandi ambizioni (che però non bastano).
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marezia
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venerdì 9 ottobre 2009
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solo a reiver
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Nobel per la pace 2009. Ti ricorda qualcosa? Ah, ah!
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giulia85
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giovedì 8 ottobre 2009
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pugni chiusi e dentro terra e ideali
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E' come se si chiudessero gli occhi, e nello riaprirli ci si trovasse dentro la Sicilia del dopoguerra, una storia che si confonde e s’interseca tra passato, presente e futuro."Baarìa",a mio avviso, film capolavoro di Tornatore, non ha né un inizio, né una fine; già, perché non appena riesci a scorgere la prima immagine, ti ritrovi catapultato in una provincia di Palermo, Bagheria dove tutto è al suo posto, ogni cosa è dove dovrebbe essere. Lo sguardo con il quale si scruta la realtà di quei luoghi in quel tempo, è un occhio discreto,infatti, senza neanche accorgersene, ci si sorprende a spiare come da una crepa su di un muro ormai in procinto di crollare, una storia impolverata ma con ancora tanto da raccontare; e allora si aguzza lo sguardo, e si resta attoniti e ipnotizzati da ciò che si può ammirare da una vecchia fessura.
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E' come se si chiudessero gli occhi, e nello riaprirli ci si trovasse dentro la Sicilia del dopoguerra, una storia che si confonde e s’interseca tra passato, presente e futuro."Baarìa",a mio avviso, film capolavoro di Tornatore, non ha né un inizio, né una fine; già, perché non appena riesci a scorgere la prima immagine, ti ritrovi catapultato in una provincia di Palermo, Bagheria dove tutto è al suo posto, ogni cosa è dove dovrebbe essere. Lo sguardo con il quale si scruta la realtà di quei luoghi in quel tempo, è un occhio discreto,infatti, senza neanche accorgersene, ci si sorprende a spiare come da una crepa su di un muro ormai in procinto di crollare, una storia impolverata ma con ancora tanto da raccontare; e allora si aguzza lo sguardo, e si resta attoniti e ipnotizzati da ciò che si può ammirare da una vecchia fessura. Ogni minimo particolare, risulta un elemento importante, per cercare di comprendere, naturalmente se lo si vuole, la gente di questa terra, singoli individui semplici, umili, che sperano in un cambiamento ma senza affaticarsi troppo, poiché si aspetta un qualcuno che sia pronto a immolarsi per tutti, e quel qualcuno arriva sempre; qualcuno che raccoglie la forza togliendo il velo di rassegnazione che la cela, e che con i pugni chiusi va avanti stringendo tra le mani, con tutta la forza, la propria terra e gli ideali, e lotta contro l'ignoranza nascosta dietro una parvenza di cultura data solo dai libri e annegata in un mare di pregiudizi e stereotipi, di una classe politica che allora come oggi, quasi per definizione costituisce l'opposizione al popolo. Eppure "la politica è bella" e lo sarà almeno fino a quando, qualcun altro crederà in quegli ideali e nella fertilità di una terra arida, e lotterà fino all'ultimo per realizzare quello in cui crede, e quel qualcuno c'è sempre.
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[+] santa ingenuità
(di giovanni)
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gioama
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giovedì 8 ottobre 2009
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baarìa: la storia nella storia
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La critica è divisa, ma certamente l’ultimo lungometraggio di Giuseppe Tornatore merita l’appellativo di capolavoro.
“Baarìa”, come dice lo stesso titolo, è ambientato a Bagheria, in provincia di Palermo; descrive la realtà storica e politica della Sicilia, e perché no un po’ di tutta l’Italia, dagli anni ’30 agli anni ’80, attraverso tre generazioni. Una realtà che forse è la protagonista indiscussa del lungometraggio, al quale la storia d’amore fra i protagonisti Peppino e Mannina fa (inaspettatamente) soltanto da cornice. E probabilmente è proprio questa la forza del kolossal: dal particolare al generale, dalla storia (la trama) alla Storia (il momento storico). Il regista infatti riesce ad “usare” sapientemente i suoi attori: nei protagonisti c’è poco spazio per i sentimenti e per la passione; piuttosto rappresentano semplicemente uno strumento per narrare il più realisticamente possibile le vicende di quegli anni difficili.
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La critica è divisa, ma certamente l’ultimo lungometraggio di Giuseppe Tornatore merita l’appellativo di capolavoro.
“Baarìa”, come dice lo stesso titolo, è ambientato a Bagheria, in provincia di Palermo; descrive la realtà storica e politica della Sicilia, e perché no un po’ di tutta l’Italia, dagli anni ’30 agli anni ’80, attraverso tre generazioni. Una realtà che forse è la protagonista indiscussa del lungometraggio, al quale la storia d’amore fra i protagonisti Peppino e Mannina fa (inaspettatamente) soltanto da cornice. E probabilmente è proprio questa la forza del kolossal: dal particolare al generale, dalla storia (la trama) alla Storia (il momento storico). Il regista infatti riesce ad “usare” sapientemente i suoi attori: nei protagonisti c’è poco spazio per i sentimenti e per la passione; piuttosto rappresentano semplicemente uno strumento per narrare il più realisticamente possibile le vicende di quegli anni difficili. Così il film invece di soffermarsi sulla storia d’amore, preferisce mostrare gli usi e i costumi siciliani nonché gli avvenimenti storici e politici fondamentali dell’epoca quali le guerre mondiali, il Fascismo, il Comunismo. Si ha quasi la sensazione che i personaggi siano messi in secondo piano rispetto al racconto e alle immagini. Ciò che normalmente è nello sfondo stavolta è in primo piano. Peppino, detto “’u comunista”, è il simbolo della passione politica più che di quella amorosa, che lo porta a stare spesso lontano dalla famiglia per rincorrere i suoi ideali: il momento storico traspare proprio dalle sue numerose esperienze in campo politico.
Tornatore non si fa mancare nulla. In “Baarìa” c’è il dramma, ma c’è anche la commedia; ci sono attori emergenti come protagonisti, e volti noti del cinema italiano che recitano una piccola parte o addirittura sono soltanto un cameo (Beppe Fiorello, Monica Bellucci, Laura Chiatti, Raoul Bova, Leo Gullotta, ecc.); c’è il linguaggio dialettale e diretto che lascia poco all’immaginazione, ma non mancano le metafore forti da interpretare (le uova rotte, i serpenti, la mosca, il sassolino). Forse è questa “confusione” di immagini, di storie, di personaggi, che ha alimentato i giudizi, in positivo e in negativo, della critica. Una confusione che improvvisamente scompare al termine del film, in cui l’ultima scena si ricongiunge ad anello con quella iniziale.
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[+] critica
(di marezia)
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etm20077
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mercoledì 7 ottobre 2009
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non andate a vederlo... è una parodia puro cabaret
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pessimo film molto ben pubblicizzato.. una cozzaglia di gag da cabaret... se fossi siciliano mi sentirei perso in giro.... come si fa a pensare ad un film del genere? forse per fregarsi i soldi dei sovvenzionamenti? grande delusione.... Tornatore ha toppato... ma alla grande....
soldi e cast sprecati... dovranno lavorare molto prima di riprendersi dal flop... col cavolo che vince l'Oscar e se lo fa vuol dire che c'è una lobby anche là .. anche se questo e chiaro già da un pezzo.
ho amato tutti gli altri film specie "La sconosciuta" avendo lavorato in ambito di recupero gente in difficoltà... ma questo mi ha costretto a lasciare il cinema dopo 40 minuti... a proposito : quasi quasi chido il rimborso!!!!!!
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(di k. s. stanislavskij)
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giulia85
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mercoledì 7 ottobre 2009
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pugni chiusi e dentro terra e ideali
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E' come se... si chiudessero gli occhi, e nello riaprirli si scorgesse uno scorcio rappresentativo di una realtà difficile, semplice eppure tanto bella com'è quella della Sicilia, ma uno sguardo passionale quanto discreto sta a guardare, da un buco su di una parete ormai crepata, che però ha ancora tanto da raccontare. Il film, a mio avviso capolavoro di Tornatore, non ha un inizio nè una fine, poichè sembra quasi tutto già iniziato e tutto mai finito, si viene infatti catapultati, in una cittadina vicino Palermo, Bagheria, dove tutto è perfettamente dove dovrebbere essere e come dovrebbe essere; le credenze, i gesti, le parole i pensieri e perfino i cenni sono il frutto di una riproduzione minuziosa di quella Sicilia dove convivono speranze e il solito "sapersi accontentare" che contraddistingue questa parte d'Italia.
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E' come se... si chiudessero gli occhi, e nello riaprirli si scorgesse uno scorcio rappresentativo di una realtà difficile, semplice eppure tanto bella com'è quella della Sicilia, ma uno sguardo passionale quanto discreto sta a guardare, da un buco su di una parete ormai crepata, che però ha ancora tanto da raccontare. Il film, a mio avviso capolavoro di Tornatore, non ha un inizio nè una fine, poichè sembra quasi tutto già iniziato e tutto mai finito, si viene infatti catapultati, in una cittadina vicino Palermo, Bagheria, dove tutto è perfettamente dove dovrebbere essere e come dovrebbe essere; le credenze, i gesti, le parole i pensieri e perfino i cenni sono il frutto di una riproduzione minuziosa di quella Sicilia dove convivono speranze e il solito "sapersi accontentare" che contraddistingue questa parte d'Italia. Si rivivono mediante scenari perfettamente ricostruiti, le difficoltà, le paure ma anche il coraggio di un popolo che spera nel cambiamento, tra tutti quelli che sperano ma senza stancarsi troppo, spicca un giovane che invece, lotterà con tutte le proprie forze per gli ideali del partito comunista, i suoi ideali... E poi d'un tratto il sogno termina, e continua nell'attualità dei giorni che si susseguono sperando, sperando che qualcosa cambi, sperando che nasca nuovamente un giovane capace di tenere nei propri pugni chiusi terra e ideali.
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milano93
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mercoledì 7 ottobre 2009
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una sicilia commossa e commovente
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La Sicilia attraverso più di mezzo secolo,con tutte le contraddizioni di un mondo che cambia.Storia di un ragazzino siciliano sveglio e di carattere che si fa strada nonostante i pregiudizi dell'epoca,siamo nei primi decenni del secolo scorso,e che manterrà i propri ideali.Splendida colonna sonora,bellissi paesaggi,interpreti validi e partecipi.
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ipse_dixit
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mercoledì 7 ottobre 2009
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scarso
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Brutto film c'e' poco da aggiungere.
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cla85
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martedì 6 ottobre 2009
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e fu il passato
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Tornatore torna con un racconto italiano dallo spirito siciliano.Si respira aria meridionale,colori,sentimenti,gioie e dolori dell'italia passata.Nel film si raccontano i profumi,si descrivono le idee di come queste prevalgono sul buon senso, in uno stile tutto "tornatoriano",profondo e sincero.A far da colonna sonora le musiche dEL MAESTRO morricone che sembrano i respiri di ogni personaggio ognuno con la propria importanza.Emozionante fin dalla prima scena fin dal primo respiro...
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lalli
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martedì 6 ottobre 2009
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vergogna tornatore
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ho aspettato che uscisse quaesto film appena ho letto l'idea di Tornatore di realizzare questa opera. il film in effetti è molto bello, forse un pò troppo lungo e a tratti noioso, ma bello e commuovente. ma non sapevo. non sapevo dell'uccisione VERA del toro altrimenti non sarei mai andata e anche se non sono capace mi facevo scaricare il film da qualcuno su internet. nel 2009 ancora c'è bisogno di fare questo?? con tutte le tecniche digitali, con i computer, c'è bisogno di uccidere veramente un animale x un film??? non potevi realizzare la scena al computer o prendere un animale finto?? ma sei tu il regista e certamente sapevi come fare ... mi hai disgustato, impressionato... vergognati Tornatore, mi hai molto molto deluso.
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ho aspettato che uscisse quaesto film appena ho letto l'idea di Tornatore di realizzare questa opera. il film in effetti è molto bello, forse un pò troppo lungo e a tratti noioso, ma bello e commuovente. ma non sapevo. non sapevo dell'uccisione VERA del toro altrimenti non sarei mai andata e anche se non sono capace mi facevo scaricare il film da qualcuno su internet. nel 2009 ancora c'è bisogno di fare questo?? con tutte le tecniche digitali, con i computer, c'è bisogno di uccidere veramente un animale x un film??? non potevi realizzare la scena al computer o prendere un animale finto?? ma sei tu il regista e certamente sapevi come fare ... mi hai disgustato, impressionato... vergognati Tornatore, mi hai molto molto deluso.
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(di lalli)
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(di frost)
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(di ipse_dixit)
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(di lalli)
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[+] lalli,
(di marezia)
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(di marezia)
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[+] definizione di accattivarsi
(di marezia)
[ - ] definizione di accattivarsi
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(di marezia)
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