spicciola
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domenica 18 ottobre 2009
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baaria: un modo di essere, uno stato d'animo.
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Baaria.Un nome che racchiude una realtà, tante realtà, quelle dei personaggi le cui storie si snodano intorno ad un solo grande centro: la Sicilia. Lei, protagonista indiscussa, primeggia nella sua bellezza primordiale e mistica, un'apparizione dai contorni poco nitidi, un'affresco ormai sbiadito nel giudizio di un'epoca moderna troppo frettolosa e distratta, alla quale guarda Tornatore nelle ultime battute del film.
L'attenzione si incentra sui bambini, sull'innocenza, sulla semplicità dei gesti e delle parole. Bambini che corrono a perdi fiato lungo le strade di Baaria come percorrendo, figurativamente, le strade tortuose e difficili della loro vita. Così passato e presente si incontrano, si scontrano, in un ciclo senza inzio nè fine, determinando, in una epochè spazio temporale, il confronto padre-figlio, portatori di realtà diverse: l'uno che trascina con sè un bagaglio di sogni-ricordi e protgonista di un'epoca moderna nella quale sembra non riconoscersi, l'altro fermo nella sua Baaria alla quale torna come in un ad regressum nel ventre materno, eppure entrambe bambini.
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Baaria.Un nome che racchiude una realtà, tante realtà, quelle dei personaggi le cui storie si snodano intorno ad un solo grande centro: la Sicilia. Lei, protagonista indiscussa, primeggia nella sua bellezza primordiale e mistica, un'apparizione dai contorni poco nitidi, un'affresco ormai sbiadito nel giudizio di un'epoca moderna troppo frettolosa e distratta, alla quale guarda Tornatore nelle ultime battute del film.
L'attenzione si incentra sui bambini, sull'innocenza, sulla semplicità dei gesti e delle parole. Bambini che corrono a perdi fiato lungo le strade di Baaria come percorrendo, figurativamente, le strade tortuose e difficili della loro vita. Così passato e presente si incontrano, si scontrano, in un ciclo senza inzio nè fine, determinando, in una epochè spazio temporale, il confronto padre-figlio, portatori di realtà diverse: l'uno che trascina con sè un bagaglio di sogni-ricordi e protgonista di un'epoca moderna nella quale sembra non riconoscersi, l'altro fermo nella sua Baaria alla quale torna come in un ad regressum nel ventre materno, eppure entrambe bambini. La vita e la morte si affrontano, si specchiano: qualcuno nasce e qualcuno se ne và, persino con ironia, ma nulla è perduto, la mosca racchiusa nella trottola non ha terminato i suoi giorni, lei, l'anima di quel gioco innocente, è ancora libera di volare. Libere sono le idee comuniste che riecheggiano nel film, come inno al cambiamento, al riscatto dal fascismo, ma anche dalla mafia che miete le sue povere vittime,nonostante quest'ultimo resti un aspetto appena accennato.
Strane credenze, vecchie tradizioni, sogni premonitori, misticismo da un lato; rioluzioni, sindacalismo, politica, emancipazione dall'altro fanno della Sicilia la culla del conservatorismo e del cambiamento radicale e profondo ma mai totale perchè Baaria è un modo di essere, uno stato d'animo.
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maria rosa giannalia
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sabato 17 ottobre 2009
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baarìa : il luogo dell'anima?
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Di Baarìa mi ha colpito la dimensione colossale del sistema di rappresentazione. Si tratta di un film corale in linea con la tradizione verghiana nei dialoghi e nelle situazioni. Ritengo questo film molto ben congegnato, poco allineato alla moda minimal dei film contemporanei, coraggioso nel proporsi al pubblico, con tutto il peso della sua durata, senza strizzare l'occhio allo spettatore nè cercare di sedurlo. Mi è parso che Tornatore abbia voluto sottendere a tutta la vicenda del suo film un tema fondamentale: la descrizione dell'identità e del suo valore formativo. La struttura circolare del racconto filmico mi induce a pensare che sia questo il messaggio profondo del film. Il bambino che apre la prima scena è lo stesso che riuchiude l'ultima, dopo il ritrovamento dell'orecchino all'interno della casa che fu della sua famiglia e che ne ha connotato la vita.
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Di Baarìa mi ha colpito la dimensione colossale del sistema di rappresentazione. Si tratta di un film corale in linea con la tradizione verghiana nei dialoghi e nelle situazioni. Ritengo questo film molto ben congegnato, poco allineato alla moda minimal dei film contemporanei, coraggioso nel proporsi al pubblico, con tutto il peso della sua durata, senza strizzare l'occhio allo spettatore nè cercare di sedurlo. Mi è parso che Tornatore abbia voluto sottendere a tutta la vicenda del suo film un tema fondamentale: la descrizione dell'identità e del suo valore formativo. La struttura circolare del racconto filmico mi induce a pensare che sia questo il messaggio profondo del film. Il bambino che apre la prima scena è lo stesso che riuchiude l'ultima, dopo il ritrovamento dell'orecchino all'interno della casa che fu della sua famiglia e che ne ha connotato la vita. I diversi piani temporali sovrapposti, che si intuiscono dalla scena della demolizione per far posto alla casa moderna e la presenza evocata dal ricordo del bambino che assiste impotente a quello smantellamento, sembrano comunicare allo spettatore la perdita nel presente di quella forte identità che, anche nel dolore e nelle vicissitudini, rimane sempre il punto di riferimento più importante, luogo di sicurezza conferita dal sistema dei valori della comunità. E la sua perdita , tratteggiata dal caos delle macchine in quella stessa strada, nella Bagheria di oggi, è vissuta con dolore ma si apre comunque alla speranza ( la strùmmula che nella scena finale viene spaccata, conserva ancora la mosca viva che vola via con leggerezza. Simbolo della speranza?)
E' anche un film che contamina la visione onirica con il realismo. Chi ha vissuto in quegli anni e in quelle zone, sa riconoscere tutti i tòpoi della sicilianità, non ultima la tendenza al dramma, temperato dall'ironia e dal senso dell'umorismo tipica del luogo. Tutte le espressioni sono molto aderenti al vero, il linguaggio corrisponde esattamente a quello del parlato siciliano dagli anni ‘30 agli ’80 del novecento, come chiunque può constatare ancora. Bellissime le parole del dialetto antico recuperate dalla memoria collettiva. E tutto questo è trattato con la leggerezza tipica di Tornatore. Leggerezza che si ritrova in tutti i suoi film ( a parte uno in verità, "Una pura formalità", ma è un altro genere!) e che contribuisce alla godibilità. Per essere goduto in pieno credo che il film vada visto nella sua versione in dialetto siciliano. Chi ha la fortuna di conoscere quella lingua, credo che potrà goderne fino in fondo le sfumature delle metafore che costituiscono quasi del tutto i modi della comunicazione in quell'isola. Mi sembra che in questo il regista sia stato veramente bravo. Ho trovato geniale l'utilizzo di attori famosi per rappresentare dei riquadri di vita popolare. Un solo esempio esilarante: la scena della farmacia che vede giustapporsi un credibilissimo Luigi Burruano nei panni del famacista accondiscendente e sornione e Ficarra nei panni altrettanto credibili del "tragediatore". Entrambe tipiche figure di una Sicilia Tragica, povera eppure autoironica, dove , appunto, l'ironia è la cifra della sostenibilità di un vivere altrimenti insopportabile come probabilmente fu quello del tempo del raccontoe che per certi versi è ancora.
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dragoneme
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venerdì 16 ottobre 2009
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sarò sintetico....
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Meravigliose scenografie, bravissimi attori, buona ricerca e trasposizione delle realtà sociali che si succedono ma....è noioso!...e questo in un film è un difetto gravissimo.
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angelo48
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giovedì 15 ottobre 2009
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baaria come macondo
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Baaria è un film della memoria. La realtà è come trasfigurata, spesso ha contorni quasi onirici, enfatizzati dal timbro particolare del colore utilizzato per la realizzazione delle scene. Qualche ammiccamento di troppo alle necessità di fare cassetta, qualche comparsata superflua, qualche tocco insistito in odore di soap opera, appesantiscono un po' il film e ne attenuano l'impatto artistico. Tuttavia sono uscito con la netta sensazione di aver visto vero Cinema (con la "C" maiuscola) e certe cadute di stile si possono perdonare. Fin dalle prime scene ho rivissuto emozioni simili a quelle provate nella lettura dell'immenso capolavoro di Garcia Marquez: "Cent'anni di solitudine". In qualche modo il dipanarsi delle vicende, dei drammi, dei sogni e delle sconfitte dei protagonisti ricorda l'epopea della famiglia di Macondo, il tutto avvolto in un magico alone di mistero e di poesia.
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alia_
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giovedì 15 ottobre 2009
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è un film complesso
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Non saprei dire se il film è un capolavoro o meno,di sicuro mi ha lasciato qualcosa...è questo è già più diquanto si possa dire di molti film.Personalmente ho apprezzato la struttura temporale del film che ci mostra la responsabilità che noi adulti nel presente dovremmo avere verso i bambini di oggi,ma anche di ieri,che sono i vecchi di oggi.Ho apprezzato la presenza diuna visione "magica"del reale:le statue mostruose fulcro della vecchissima Bagaria,rimangono anche se occultate nella Bagaria di oggi,dove il nostro tempo solamente finge di essere razionale...se pensiamo alle morti evitabili che solo quest'anno ci sono stati in Italia per terremoti,alluvioni.Nel film non viene esaltato l'impegno politico per i suoi risultati(il papà di Peppino ripete:"la politica è bella" secondo me per il suo valore etico ed estetico)ma per il suo significato di speranza che oggi ha perso.
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annamariac
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mercoledì 14 ottobre 2009
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vto a baaria 6 e mezzo
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Ho appena dato il voto non più di 6 e mezzo
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vipera gentile
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mercoledì 14 ottobre 2009
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risposta a sirio
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Mi sembra un'opinione molto superficiale; sei tu che non hai guardato bene il film e mi chiedo come una persona possa disprezzare un capolavoro del genere. Quali film ti sono piaciuti ultimamente? forse questo non è il tuo genere. E poi "La ragazza con a pistola" non c'entra nulla con "Il gattopardo". E conosco benissimo il significato di ridontante altrimenti non avrei usato questa parola. E come hai fatto a vedere sconforto e trsistezza nella scena finale? ti sei proprio limitato a guardare senza vedere. Cambia genere, Sirio.
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giorgio47
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martedì 13 ottobre 2009
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non la storia ma la memoria
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Iniziamo con il dire che una mezz’oretta di durata in meno sarebbe stata ben accetta! Il film nel suo complesso non ci ha deluso, anzi lo abbiamo gradito. E’ bene in ogni modo, come credo faccia lo stesso regista alla fine del film, chiarire che non è un film sulla nostra storia, ma è una pellicola della memoria. Le immagini richiamano episodi più o meno noti in maniera poetica, epica e qualche volta involontariamente irritante. E’ un film di episodi che rappresentano varie fasi della vita del protagonista che attraversa il fascismo, la liberazione, la repubblica e arriva ai nostri giorni. Sono comunque episodi che appaiono, almeno nella parte iniziale e quindi quella storicamente più lontana, scaturiti da ricordi sicuramente influenzati dai racconti che si ascoltano da bambino, quindi non reali ma avvolti in un alone di poesia e fantasia.
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Iniziamo con il dire che una mezz’oretta di durata in meno sarebbe stata ben accetta! Il film nel suo complesso non ci ha deluso, anzi lo abbiamo gradito. E’ bene in ogni modo, come credo faccia lo stesso regista alla fine del film, chiarire che non è un film sulla nostra storia, ma è una pellicola della memoria. Le immagini richiamano episodi più o meno noti in maniera poetica, epica e qualche volta involontariamente irritante. E’ un film di episodi che rappresentano varie fasi della vita del protagonista che attraversa il fascismo, la liberazione, la repubblica e arriva ai nostri giorni. Sono comunque episodi che appaiono, almeno nella parte iniziale e quindi quella storicamente più lontana, scaturiti da ricordi sicuramente influenzati dai racconti che si ascoltano da bambino, quindi non reali ma avvolti in un alone di poesia e fantasia. Poi, nella vita del protagonista militante prima e poi dirigente del PCI, possiamo anche vedere una parabola dei valori e delle lotte che lentamente ma inesorabilmente sono finite con ingarbugliarsi in un intrigo di serpenti, come metaforicamente vengono mostrate nel film. Possiamo comunque affermare che questa non è la parte più chiara e migliore del film. Per finire dobbiamo ammettere che, anche se a volte retoriche o popolari, le immagini sono molto suggestive dimostrando la grande abilità registica di Tornatore.
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michele piastrella
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martedì 13 ottobre 2009
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uno straordinaria cornice a cui manca il quadro...
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Tutto è perfetto in Baaria: i costumi, la scelta degli attori (una galleria di moltissimi bravi attori italiani, soprattutto siciliani), le riprese, i colori. Ma manca il film... Non c'è un vero significato profondo alla pellicola, diretta da un regista che in passato ha toccato livelli straordinari: il titolo è Baaria, ovvero il nome antico della città siciliana di Bagheria, luogo natio di Giuseppe Tornatore; ma il film, oltre a essevi ambientato, non riesce ad avere una direzione ben definita. Non parla nè dell'evoluzione del paese nel corso degli anni, nè della storia di una famiglia in tre diverse generazioni (con un approfondimento psicologico dei personaggi molto arrabattato), nè dell'importanza o vacuità dell'impegno politico (fino all'ultimo non si capisce se questo impegno valga tanti sacrifici o non li valga); ha una grossa lacuna nel non trattare, se non in minima parte e quasi en passant, del fenomeno 'Mafia'.
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Tutto è perfetto in Baaria: i costumi, la scelta degli attori (una galleria di moltissimi bravi attori italiani, soprattutto siciliani), le riprese, i colori. Ma manca il film... Non c'è un vero significato profondo alla pellicola, diretta da un regista che in passato ha toccato livelli straordinari: il titolo è Baaria, ovvero il nome antico della città siciliana di Bagheria, luogo natio di Giuseppe Tornatore; ma il film, oltre a essevi ambientato, non riesce ad avere una direzione ben definita. Non parla nè dell'evoluzione del paese nel corso degli anni, nè della storia di una famiglia in tre diverse generazioni (con un approfondimento psicologico dei personaggi molto arrabattato), nè dell'importanza o vacuità dell'impegno politico (fino all'ultimo non si capisce se questo impegno valga tanti sacrifici o non li valga); ha una grossa lacuna nel non trattare, se non in minima parte e quasi en passant, del fenomeno 'Mafia'. Sul versante dei pregi, si individua la maestria del regista nel mostrare i paesaggi, nel valorizzare i volti (soprattutto dei due giovani protagonisti, che a parere del sottoscritto potrebbero avere un buon futuro cinematografico) e in alcuni punti nel toccare le corde del cuore. Ma in sintesi, il film rimane non riuscito.
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[+] bravo michele!!!!
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edemina
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lunedì 12 ottobre 2009
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ho visto il film ieri...
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ho visto il film ieri...ho avuto qualche difficolta a capire chi era chi..ho confuso i bambini,le mamme non mi ricordavo chi era figlio di chi,inzomma ho fatto confusione.allora o lo devo riguardare altre 2 volte oppure qualcuno me lo spiega perfavore>P cmq apparte tutto..se togli 2/3 scene carine non mi e piaciuto particolarmente..e la peggior cosa,poche emozioni.
[+] sei mitica
(di sirio)
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